Raccoon City. In seguito alla diffusione dell’arma biologica sviluppata in segreto dall’azienda farmaceutica nota come Umbrella Corporation, la maggior parte dei cittadini si è tramutata in terrificanti zombie. Arrivando una settimana dopo rispetto al previsto sul suo nuovo posto di lavoro, il giovane poliziotto Leon S. Kennedy, al suo primo giorno di servizio, si imbatte nella scaltra Claire Redfield, studentessa del college alla ricerca del fratello Chris che, due mesi prima, aveva sventato la medesima minaccia nei pressi di Villa Spencer. Insieme, i due decidono di farsi strada fra le orde di mostri per dirigersi alla stazione di polizia, credendolo un luogo sicuro. Ma chi ha vissuto questa storia nell’ormai lontano 1998 sa benissimo che il dipartimento di polizia di Raccoon City non è per niente un luogo sicuro…
Ventuno anni fa approdava sulla prima PlayStation uno dei titoli diventati ben presto “cult” per tutti gli appassionati di videogiochi. Ancora più del capostipite della saga, il secondo BIOHAZARD, come è noto in Giappone, ha ampliato la fanbase e fatto conoscere la serie ideata da Shinji Mikami a migliaia di neo-giocatori di tutte le età — nonostante gli avvertimenti relativi all’età consigliata e ai contenuti estremamente violenti. RESIDENT EVIL 2 fu il primo anche per me e ricordo benissimo la mia primissima partita, nei panni di Claire, dal mio vicino di casa: troppo ansiosi per poter giocare da soli al nostro primo horror, decidemmo di unire le forze e ripartirci i compiti: mentre io tenevo il pad in mano per scappare e respingere i nemici, lui pensava alla risoluzione degli enigmi e a compensare il mio senso dell’orientamento inesistente. Chiudendo la nostalgica parentesi anni ’90, è tempo di pensare al presente: come avrete avuto modo di vedere nei trailer e probabilmente di provare con mano, CAPCOM ha svolto un lavoro ineccepibile per questa nuova edizione di uno dei suoi titoli più amati. Vediamone insieme il perché.
- Titolo: RESIDENT EVIL 2
- Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, PC / Steam
- Versione analizzata: PlayStation 4 (PAL / EU)
- Genere: Survival Horror
- Giocatori: 1
- Software house: CAPCOM
- Sviluppatore: CAPCOM
- Lingua: Italiano (testi e doppiaggio)
- Data di uscita: 25 gennaio 2019
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: costumi e armi aggiuntive, colonna sonora 1998, modalità aggiuntiva gratuita
- Note: disponibile in edizione limitata esclusiva GameStop con poster, steelbook, statua di Leon, spilletta, chiavi R.P.D., artbook e CD della colonna sonora
Dopo le consuete opzioni che ci permetteranno di settare al meglio le impostazioni audiovisive, il menu principale di RESIDENT EVIL 2 ci metterà di fronte alla medesima scelta posta nel 1998: scegliere con quale dei due percorsi iniziali cominciare, fra quello di Leon e quello di Claire. Per la prima partita ho deciso di seguire l’ordine suggerito dal menu, dirigendomi quindi in soccorso del poliziotto più sexy di Raccoon City. Già dalle prime battute si notano alcune differenze con l’originale: il filmato di apertura del titolo del 1998 si dipana in una sequenza di gioco introduttiva ambientata in una stazione di servizio, con Leon con ancora addosso gli abiti civili ed un primo incontro con Claire avvenuto qui, anziché fra le strade della città invase dagli zombie. Come ben sapranno coloro che hanno avuto il piacere di giocarlo tanti anni fa, buona parte degli eventi successivi si svolgeranno all’interno del dipartimento di polizia di Raccoon, vecchia sede di un importante museo d’arte, dipinto in maniera del tutto nuova, ma in qualche modo fedele alle atmosfere originali.
La notte dei morti ventenni
Tutto ciò che questa saga ha rappresentato dalle sue origini si può riassumere in una sola parola: sopravvivenza. Il primo episodio di BIOHAZARD, infatti, ha definito il genere noto oggi come survival horror e, dopo una serie di episodi volti più all’azione come il quinto e il sesto, la serie è tornata sulla sua strada con un settimo capitolo straniante, ma che allo stesso tempo strizzava l’occhio al capostipite della saga. Il remake del secondo pesca a piene mani da tutto ciò che di buono CAPCOM ha infuso nel titolo lanciato nel 2017, perfezionandone il sistema di gioco con il ritorno all’inquadratura in terza persona, rinvigorendo le meccaniche e le atmosfere vissute allora con tutti gli accorgimenti necessari.
Ciò che salta all’occhio, prima di tutto il resto, muovendo i nostri primi passi nel dipartimento di polizia, è il sapiente utilizzo del sistema di illuminazione: se due decadi anni fa eravamo stati abituati alle inquadrature imposte da Hideki Kamiya e dal suo team di sviluppatori per beneficiare degli allora impressionanti scenari illustrati, l’ambientazione “full 3D” di questo remake appare quasi completamente priva delle luci presenti all’epoca, che illuminavano a giorno quasi tutti gli ambienti interni di gioco. Molte delle aree che avremo modo di esplorare nel corso della nostra partita verranno illuminate quasi unicamente dalla nostra fida torcia, motivo per il quale la presenza di effetti sonori direzionali si rivelerà vitale nell’identificare la provenienza di un attacco da parte del non-morto di turno; il più delle volte i cadaveri ambulanti si nasconderanno nell’ombra, pronti ad attaccarci non appena metteremo un passo falso, facendoci sussultare sulla poltrona. Una scelta azzardata, quella di rivoluzionare quasi completamente il flusso di gioco in questa maniera, ma decisamente necessaria per rendere RESIDENT EVIL 2 un gioco al passo coi tempi, pur mantenendo gli elementi cardine che lo caratterizzavano allora.
Uno di questi, gli immancabili zombie, forse i veri protagonisti: in questa nuova incarnazione del gioco saranno meno numerosi rispetto al passato, ma certamente più rapidi e resistenti. Un paio di colpi alla testa ben assestati gli faranno solo il solletico, preparatevi a dar fondo alle vostre — esigue — scorte di munizioni per liberarvene, prestando attenzione agli improvvisi risvegli. A rendere la sfida ancora più interessante sarà la mutazione del coltello di sopravvivenza da unica ancora di salvezza a oggetto consumabile che, spesso e volentieri, dovremo recuperare dai cadaveri dei nemici. Tra le novità, inoltre, la presenza di assi di legno che saremo in qualche modo costretti a utilizzare per sbarrare le finestre del dipartimento di polizia, per impedire il respawn incontrollato dei masticoni ai piani inferiori. Preparatevi, però, a dover fare i conti con i costanti assalti del Tyrant: una volta incontrato all’interno della storia, vi risulterà impossibile liberarvene sino alla fine del gioco. Il possente Mr. X, come lo chiamano i fan, sarà capace di inseguirci in quasi tutte le aree di gioco per darci, costantemente, filo da torcere.
Il commissario dice “che volete che sia?”
I percorsi di Leon e quelli di Claire seguiranno un filone principale simile, ma pieno zeppo di piccole e grandi differenze: dall’ordine con il quale verranno esplorate le zone della centrale ad aree del tutto esclusive (come l’orfanotrofio per la sorella di Chris), da armi differenti a comprimari univoci. Novità assoluta di questo remake, infatti, è la possibilità di calarci, per brevi sezioni del gioco, in un diverso personaggio secondario presente nella storia di ciascuno dei due protagonisti, come già visto in RESIDENT EVIL: REVELATIONS 2. Tali stralci di gameplay sono caratterizzati dalla presenza di meccaniche inedite che contribuiscono a rendere ancora più vario un gameplay che non risulta per nulla monotono, tra fasi esplorative, suggestive cutscene, combattimenti e risoluzioni di enigmi più o meno complessi. E dato che di enigmi stiamo parlando, è giusto spezzare una lancia in favore proprio di questi ultimi: i puzzle che caratterizzano la saga di BIOHAZARD tornano a deliziarci con una serie di sfide vecchie e nuove, alcune riprese dal RE2 originale e modificate per risultare nuove anche per i giocatori di vecchia data, altre esclusive come le divertenti casseforti portatili.
Abbiamo inoltre apprezzato, in particolar modo, la gestione della mappa e dell’inventario: la prima è uno dei migliori esempi di mappa funzionale che abbiamo mai visto all’interno di un videogioco, che eredita tutto ciò che di buono ha introdotto la saga nel corso degli anni e lo perfeziona con alcuni graditi miglioramenti; l’inventario, invece, potrà essere gestito esattamente come nel gioco originale, ma alcune novità — come la spunta che ci segnala quando sarà possibile scartare un oggetto chiave che ha esaurito la sua utilità — lo renderanno più che perfetto per l’utilizzo richiesto dal gioco.
Grazie all’utilizzo del motore grafico RE Engine di proprietà di CAPCOM, RESIDENT EVIL 2 offre una versione moderna del capitolo della saga survival horror con un fotorealismo mai visto prima, audio coinvolgente, una nuova visuale in terza persona e controlli di gioco modernizzati. In RESIDENT EVIL 2 ritornano gli elementi che hanno reso grande questa serie come il classico gameplay action, l’esplorazione ansiogena e la risoluzione dei puzzle. I giocatori si uniscono alla recluta di polizia Leon Kennedy e alla studentessa universitaria Claire Redfield, che si incontrano durante la disastrosa epidemia di Raccoon City che ne ha trasformato la popolazione in zombie letali.
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La morte ti fa bella, il remake di più
RESIDENT EVIL 2 sfrutta il RE Engine, motore grafico utilizzato per la prima volta per l’ottimo RESIDENT EVIL VII: biohazard e che in futuro verrà utilizzato anche per Devil May Cry 5. Il motore di proprietà di CAPCOM è stato ulteriormente perfezionato e stavolta non sfrutta la visuale in prima persona che caratterizzava l’episodio ambientato a Villa Baker; tuttavia, saranno molte le similitudini visive col settimo capitolo, a partire dagli indicatori che segnalano la presenza di punti con i quali è possibile interagire e per finire con il sistema di illuminazione che ha per protagonista la torcia.
Chi ha giocato il BIOHAZARD 2 di fine anni novanta noterà inoltre un pesante restyling che rende più moderno e “credibile” il look di Leon, Claire e del resto del cast. Piangerete di gioia scoprendo che, dopo aver finito il gioco la prima volta, sarà possibile cambiare i costumi realizzati per il remake con una versione restaurata di quelli originali. Lo stesso sarà possibile fare per la colonna sonora, sborsando poco meno di tre euro, accaparrandosi il DLC che sostituirà il comparto audio rel remake con quello del gioco originale. Perché farlo, vi starete chiedendo? Beh, in sostanza, la “nuova” colonna sonora è talmente poco presente che non ci farete nemmeno caso; il comparto audio è composto principalmente da effetti sonori essenziali per creare la giusta atmosfera, ma che purtroppo faranno sentire ai veterani la mancanza di temi classici come quello della stanza dei salvataggi. Vi assicuro, però, che con la colonna sonora “rétro” sarà tutta un’altra cosa: in questo modo il gioco risulterà davvero terrificante come lo era ventuno anni fa. Forse anche di più.
RESIDENT EVIL 2 gira in modo sufficientemente fluido su tutte le piattaforme, senza subire alcun tipo di calo su PlayStation 4 Pro, console adoperata per questa recensione. La localizzazione dei testi è stata svolta in maniera soddisfacente e il titolo presenta al suo interno il doppiaggio giapponese, quello in lingua inglese e, tra le altre lingue europee, anche in italiano. Tuttavia, tra i pochi difetti di questo titolo mi tocca annoverare una recitazione non troppo convincente dei professionisti nostrani, che purtroppo non riescono a reggere il confronto con quelli di matrice anglofona — senza ombra di dubbio i migliori dell’intero pacchetto (e ve lo dice uno che predilige sempre i doppiaggi giapponesi).
A chi consigliamo RESIDENT EVIL 2?
Che siate appassionati della saga sin dall’alba dei tempi, oppure tra i pochi e sfortunati giocatori che si avvicinano solo adesso a questo brand, RESIDENT EVIL 2 non dovrà assolutamente mancare nella vostra collezione di videogiochi. Un perfetto esempio di remake realizzato a regola d’arte, che mescola fedeltà e innovazione, confezionando un prodotto al passo coi tempi che porta con assoluta leggerezza un’eredità di più di vent’anni. Un esempio di come i grandi classici dell’epoca d’oro possano rinascere a nuova vita e trasformarsi in prodotti al cento per cento nuovi, in grado di far impallidire una qualunque delle produzioni più recenti. Un prodotto, inoltre, destinato a crescere grazie al supporto di una CAPCOM che è stata capace di imparare dagli errori del passato e di premiare i propri sostenitori con aggiornamenti gratuiti che aggiungeranno nuove e promettenti campagne a quelle già presenti su disco.
- Remake fedele ma allo stesso tempo innovativo
- Atmosfera coinvolgente
- La presenza di varie route lo rende più longevo
- Nuovi contenuti in arrivo gratuitamente
- Alti e bassi nel doppiaggio italiano
- La nuova colonna sonora è poco incisiva
- Quella originale, purtroppo, va acquistata separatamente
RESIDENT EVIL 2
Un’esperienza terrificante
Scrivere una recensione di questo “più che remake” di RESIDENT EVIL 2 per me è stato davvero impegnativo. Non tanto per la difficoltà nell’analizzare e parlarvi del gioco in oggetto, quanto perché il prodotto di CAPCOM mi ha catturato così tanto che mi risultava impossibile giocarvi prestando attenzione a eventuali difetti, aspetti che sarebbero potuti essere curati ancora meglio o pregi da elogiare e premiare con qualche punto extra. Questo nuovo RESIDENT EVIL 2, così diverso ma allo stesso tempo aderente all’originale, mi ha assorbito totalmente, facendomi perdere la cognizione del tempo e motivandomi a ricominciarlo più e più volte dopo averlo portato a termine. Le quattro run di Leon e Claire, come nel gioco originale, si arricchiscono con la presenza di quelle dedicate a Tofu e Hunk, ma anche con l’aggiornamento gratuito che ne aggiungerà altre tre relative a personaggi apparentemente secondari nella modalità “The Ghost Survivors” in arrivo a metà febbraio, rendendo ancor più RESIDENT EVIL 2 un esponente imprescindibile della storica saga survival horror. Scovare difetti in questa nuova versione dell’opera è un compito assai difficile: come un’orda di zombi in grado di sovrastare un povero e disarmato cittadino, gli innumerevoli pregi mettono all’angolo difetti come un doppiaggio italiano non all’altezza di quello anglofono, una colonna sonora quasi assente e qualche immancabile déjà vu nei percorsi dei due protagonisti. Tutto il resto è davvero irrilevante.