Che mondo magico quello dei videogiochi. Quando uno sviluppatore ha ormai perso le speranze e il suo gioco è ormai stato dimenticato perché mai uscito, ecco che quasi trenta anni dopo si presenta qualcuno volenteroso di pubblicarlo. Quindi eccoci, pronti a giudicare Clockwork Aquario e capire non solo se ne è valsa la pena, ma volenterosi di farlo guardandolo con gli occhi di un diverso contesto videoludico, uno dove l’high score e l’immediatezza della giocabilità facevano da padrone.
- Titolo: Clockwork Aquario
- Piattaforma: PS4, Nintendo Switch
- Versione analizzata: Nintendo Switch
- Genere: Platform, azione
- Giocatori: 1-2
- Publisher: ININ Games, Strictly Limited Games
- Sviluppatore: Westone
- Lingua: Inglese, Italiano (testi)
- Data di uscita: 30 novembre 2021
- Disponibilità: fisica (limitata), digital delivery
- DLC: nessuno
- Nota: è un titolo sviluppato nel 1992 ma pubblicato ufficialmente solo nel 2021
Abbiamo recensito Clockwork Acquario con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da ININ Games.
La storia di Clockwork Aquario
No, l’intestazione non si riferisce ad una fantomatica trama del titolo (non che ne abbia bisogno), ma invece alla sua curiosa storia di pubblicazione. Per tracciare questa epopea dal retrogusto amaro bisogna capire chi siano stati i Westone, che i più conosceranno per essere stati i creatori della serie di Wonder Boy, oltre che ad alcuni tie-in di Evangelion e addirittura un capitolo di Bomberman per SEGA Mega Drive. Correva l’anno 1992 quando Westone, già forte dei suoi successi, si impose l’obiettivo di creare un titolo co-op che sfruttasse al massimo le potenzialità dei cabinati SEGA. Fu in questo contesto che nacque Clockwork Aquario, all’inizio pensato per tre giocatori, ma poi ridotti a due. Entro il 1993 il gioco era pressoché fatto e finito e i lavori di testing iniziarono nelle due località prestabilite di Shinjuku e Ueno.
Una coincidenza astrale volle però che lo sfortunato Clockwork Aquario non solo non incontrò il favore dei giocatori, ma finì per essere messo in test proprio nel periodo a cavallo tra il ’93 e il ’94, ovvero quando la grafica 3D iniziava a prendere piede e a riscuotere un ampio consenso. Questo portò all’inesorabile e inappellabile cancellazione del progetto e l’impegno di Westone di focalizzarsi sui titoli per console. È l’anno 2020 e il publisher ININ Games si interessa alla questione e riscopre l’oscuro titolo mai uscito dal Giappone e annuncia di pubblicarlo dopo averne acquisiti i diritti da parte di SEGA. Addirittura, la compagnia riesce a far rimaneggiare un po’ il codice sorgente da alcuni membri del team originale, migliorandolo e aggiustandone alcuni difetti. Il titolo sarebbe normalmente distribuito solo in digitale sugli store di PlayStation e Nintendo, ma il publisher tedesco Strictly Limited Games si è occupato di produrre, in tiratura limitata, alcune copie fisiche del titolo che sono attualmente in vendita presso il loro sito, per la gioia dei collezionisti più accaniti.
Nostalgia canaglia
Ma quindi, a fronte di tutto ciò, com’è Clockwork Aquario? E soprattutto: come regge il peso degli anni? È inutile girarci troppo intorno: il titolo è un’opera del suo tempo, con tutti i pro e contro che ne conseguono. L’impatto grafico è senza dubbio immortale. Gli sprite e i fondali colorati, uniti alle animazioni e la fluidità generale restituiscono non solo un effetto nostalgia indubbio, ma anche quell’immediatezza dei titoli arcade e dei platform di quegli anni, che poi hanno visto mutare e limare le proprie meccaniche nel corso del tempo. I tre personaggi selezionabili (Huck, Elle e Gush il robot) hanno feeling sostanzialmente uguali e possono essere colpiti due volte prima di morire del tutto. Gli effetti grafici del colpo ricordano molto da vicino Ghosts ‘n Goblins, potendo tenere traccia della barra della vita in questo modo, invece che con una barra che potrebbe risultare fastidiosa e occupare lo schermo. I nostri beniamini possono colpire nemici saltandogli in testa, con la punta del loro capo se li colpiscono da sotto oppure sollevare i nemici e scagliarli via.
Il discorso si fa ancora più caotico e folle (ma in senso divertente) se si decide di giocare in due, potendo creare delle combinazioni davvero esplosive e lanciando il nostro compagno a destra e a manca. Ma comunque non temete: che si giochi da soli o con un amico, la difficoltà di gioco è tarata verso il basso e le uniche parti un po’ più impegnative sono quelle finali. Nel giocarlo, bisogna sempre tenere a mente che parliamo di un titolo pensato in origine per i cabinati e quindi destinato a concludersi nel giro di venti minuti, trenta al massimo, ed è questa quindi la debolezza più grande di Clockwork Aquario, che forse ci restituisce anche un’idea del perché si sia perso nel marasma di giochi di questo genere durante i test del ’93.
Non c’è nulla che non funzioni: la colonna sonora è scoppiettante e d’impatto, il gameplay è veloce e assuefacente, le situazioni sono variegate e il divertimento c’è, ma non si può ignorare il prezzo a cui viene proposto contando che se non si è fan dell’high score a tutti i costi, dopo alcune partite non ci sarà molto altro da fare. In definitiva Clockwork Aquario rappresenta uno specchio nel passato molto gradito, dallo stile accattivante e che punta tutto sulla nostalgia (degna di nota sono gli extra, rappresentati da immagini di lavorazione e concept art del gioco), e che potrà sì fare breccia nei cuori di chi cercava da tempo l’esperienza del cabinato, ma che difficilmente attecchirà a chi è lontano da questo mondo.
A chi consigliamo Clockwork Aquario?
Clockwork Aquario è un titolo dal prezzo non trascurabile, che tenendo conto della sua durata (tra i 20 e i 30 minuti), scoraggerebbe l’acquisto da parte di chiunque, specie se non si è fan dei titoli arcade. Il gioco (magari scontato) è quindi consigliabile a chi vuole espressamente tornare indietro nel tempo e quindi sa di preciso cosa va ad acquistare. Per i fan del platform divertente, colorato e immediato è un gioco più che discreto, ma potrebbe lasciare delusi tutti gli altri.
- Un piacevole tuffo nel passato
- Colorato ed esteticamente delizioso
- Divertente e immediato
- Davvero brevissimo
- Prezzo un po’ elevato per quello che offre
Clockwork Acquario
Meglio tardi che mai
Clockwork Aquario è davvero un’anomalia nel mercato videoludico. Vedere un titolo così smaccatamente arcade proposto ad un prezzo non da sottovalutare data la sua durata irrisoria, fa senza dubbio storcere più di un naso. Eppure è innegabile: il fascino dei primi anni ’90, delle sue meccaniche immediate, dello stile accattivante è lì e sarebbe un crimine negarlo. Bisogna prenderlo quindi per ciò che è: un gioco di tre decadi fa pubblicato da un giorno all’altro in un mondo videoludico in continuo movimento e che, almeno qui da noi (ma non nel paese del Sol Levante) non ha più spazio per gli arcade. Clockwork Aquario lascia però quella genuina felicità di immergersi in un mondo più semplice, immediato e senza pretese. E non è poco, tutto sommato.