Anno 2004. Siamo nel pieno della sesta generazione videoludica, un’epoca in cui la differenza fra i 50 Hz dei videogiochi PAL e i 60 Hz di quelli NTSC rappresenta un vero e proprio supplizio per tutti gli appassionati, e l’arrivo in Occidente di prodotti di estrema nicchia del mercato nipponico è visto come un miraggio. In quel periodo Namco, non ancora fuso con Bandai, faceva uscire su PlayStation 2 un titolo chiamato Katamari Damacy. Opera della mente geniale del creatore e game designer Keita Takahashi, il gioco rappresenta uno dei prodotti più folli, freschi e originali di quella generazione e ha dato vita a una serie di grande successo che conta numerosi titoli sulle più svariate piattaforme, anche mobile. Il capostipite, tuttavia, non è mai giunto ufficialmente sul territorio europeo: solo il mercato nordamericano ha goduto di questo privilegio, per giunta a pochi mesi di distanza dall’esordio in madrepatria.
Abbiamo dovuto attendere ben quattordici anni per avere finalmente giustizia. Nel dicembre del 2018 la versione rimasterizzata dell’opera d’esordio di Keita Takahashi, intitolata Katamari Damacy REROLL, viene pubblicata da Bandai Namco su PC e su Nintendo Switch, giungendo per la prima volta anche in Europa, mentre il 20 novembre 2020 è stato il turno delle versioni per PlayStation 4 e Xbox One. Vi proponiamo dunque la recensione di uno dei titoli più rappresentativi della creatività videoludica del Sol Levante, tirato a lucido per l’occasione.
- Titolo: Katamari Damacy REROLL
- Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One
- Versione analizzata: PlayStation 4
- Genere: Puzzle, Azione
- Giocatori: 1-2
- Publisher: BANDAI NAMCO Entertainment
- Sviluppatore: BANDAI NAMCO Entertainment
- Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 20/11/2020
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: già disponibile su Nintendo Switch e PC
Abbiamo recensito Katamari Damacy REROLL con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da BANDAI NAMCO Entertainment.
Un principe bistrattato
La follia di Katamari Damacy REROLL si percepisce già negli istanti immediatamente successivi al primo avvio e soprattutto nelle premesse della storia. A seguito di una pesante sbornia, il Re del Cosmo, una gigantesca entità divina dalle fattezze maschili, adorabilmente eccentrica e con uno sguardo dall’incredibile potenziale memico, distrugge tutte le stelle e gli altri corpi celesti ad eccezione della Terra. Invece di porre rimedio di persona a questo disastro, il Re incarica il suo minuscolo (e apparentemente asessuato) figlio, il Principe del Cosmo, di andare sulla Terra con un Katamari, una sfera magica capace di attrarre e catturare qualsiasi tipologia di oggetto durante il rotolamento. Usando questo miracoloso artefatto, sarà compito del Principe raccogliere materiale sufficiente da poter essere lanciato nell’universo e ricreare così le stelle in precedenza distrutte.
Come se questa bizzarra linea narrativa non fosse sufficiente, il gioco ne segue in parallelo un’altra, incentrata sulla vita quotidiana di una famiglia giapponese, gli Hoshino, mentre il Principe porta avanti la sua attività ripulitrice. I tre membri – madre, figlio e figlia – sono in viaggio per andare ad assistere al lancio di un razzo a bordo del quale si trova il padre, un astronauta. Fra di loro, la figlia Michiru è l’unica che riesce in qualche modo a “sentire” il ritorno delle stelle e delle costellazioni nel cielo man mano che il Principe completa il suo lavoro.
La trama non è certamente il punto forte di Katamari Damacy REROLL, e nemmeno il focus principale del titolo. Il racconto viene portato avanti attraverso brevi ma divertenti spezzoni collocati all’inizio e alla fine di ciascun livello, dedicati rispettivamente al protagonista, costantemente preso in giro dal suo ingrato padre, e alla famiglia Hoshino. Nonostante funga da mero pretesto per giustificare la progressione all’interno del gioco, la narrazione di Katamari Damacy REROLL risulta comunque godibile e fa da perfetta cornice all’atmosfera surreale ed eccentrica del titolo. Particolarmente riusciti da questo punto di vista risultano i momenti incentrati sugli Hoshino, gli unici a godere di un doppiaggio (in lingua giapponese) e animati con uno stile vintage che sembra fare il verso agli spot pubblicitari.
Rotola che ti passa
Il fulcro dell’esperienza di gioco offerta da Katamari Damacy REROLL è, come chi conosce già la serie sa bene, il suo gameplay. Un gameplay unico e peculiare, di difficile categorizzazione allora come oggi, a maggior ragione in un’epoca dove il medium è sempre più fluido e l’identità di genere sta lentamente scomparendo. Katamari Damacy REROLL è sostanzialmente un puzzle game, ma è molto forte anche la sua anima action, innestata in meccaniche che richiedono un approccio molto ragionato. Il compito principale del giocatore è comandare la sfera Katamari, attraverso gli input sul principe, e raccogliere il maggior numero di oggetti possibile all’interno di ciascun livello di gioco, in un tempo limite prefissato (altrimenti la sfida sarebbe inesistente).
Sebbene il sistema di controllo faccia uso dei soli stick analogici più due tasti per guardarsi attorno e pianificare l’esplorazione degli ambienti, confermandosi un capolavoro di essenzialità, il primo impatto con il gameplay del titolo non è del tutto privo di problemi. Lo era probabilmente nel 2004, ma oggi ancora di più visto che ci troviamo in un periodo dove la maggior parte dei videogiocatori è abituata a essere sempre presa per mano. In Katamari Damacy REROLL la sfera si comanda usando contemporaneamente entrambi gli stick analogici, che “simulano” l’azione delle mani del principe sul magico artefatto. Non è possibile ruotare liberamente la telecamera nonostante il gioco sia in pieno 3D, ma solo cambiare la direzione di spostamento del protagonista, tuttavia si può passare in qualsiasi momento a un sistema di controllo semplificato dove è sufficiente un solo stick analogico per eseguire i comandi. Che decidiate di adottare l’uno o l’altro metodo, vi consigliamo di spendere abbastanza tempo nel tutorial in modo da familiarizzare con gli input e l’interfaccia del titolo, bizzarri quanto tutto il resto.
Ricostruiamo il cosmo!
Una volta assimilato per bene e iniziata la campagna principale, Katamari Damacy REROLL sprigiona tutto il suo potenziale e appare al giocatore come quello che realmente è: un puzzle game geniale, divertente, bizzarro e soprattutto per nulla invecchiato a dispetto degli anni trascorsi. Chi non conosce o non ha mai provato un titolo della serie, a un primo sguardo potrebbe non capire cosa ci sia di così bello nel far rotolare una sfera che aumenta di dimensioni man mano che ingloba oggetti. Possiamo garantirvi tuttavia che la ricetta ideata da Keita Takahashi e dal suo team mantiene tuttora la sua validità, confermandosi uno dei prodotti migliori di quella folle creatività di stampo nipponico che tutti noi adoriamo, e che in men che non si dica vi ritroverete assuefatti da Katamari Damacy REROLL.
La storia si suddivide in missioni principali e secondarie. Nelle prime l’obiettivo del giocatore sarà sempre quello di aumentare il diametro della sfera fino a una grandezza prefissata entro un tempo limite, mentre quelle secondarie presentano compiti più variegati che spaziano dal raccogliere il maggior numero di oggetti appartenenti a una precisa categoria al trovare e catturare quello di dimensioni maggiori situato nel livello. La sfida offerta dal gioco è legata, oltre ai già menzionati vincoli temporali, al funzionamento stesso della sfera Katamari. Quest’ultima può infatti inglobare solo gli oggetti di dimensioni inferiori al suo diametro attuale, mentre lo scontro con ostacoli più grandi (alcuni dei quali in movimento) determinerà la perdita degli ultimi oggetti più piccoli accumulati e la conseguente riduzione del diametro.
Inoltre, la fluidità del movimento della sfera è influenzata dalla presenza di oggetti “ingombranti” (di solito lunghi e stretti) come pali, staccionate e così via. Tutto questo costringe il giocatore a un approccio molto ragionato: non basta infatti andare in giro in maniera casuale raccogliendo quel che capita, ma occorre pianificare un minimo l’esplorazione del livello in modo da raccogliere oggetti sempre più grandi e arrivare a un diametro “critico” del Katamari nel minor tempo possibile, superato il quale nulla rappresenterà più un ostacolo. La difficoltà è sempre ben bilanciata e mai frustrante, e in breve tempo la sensazione di progressione nella scala delle dimensioni della sfera, che passerà dai pochi centimetri dei livelli iniziali alle centinaia di metri di quelli finali, assumerà anche per voi contorni quasi terapeutici, come accaduto a chi vi scrive.
Low poly e alta definizione
Se dal punto di vista del gameplay Katamari Damacy REROLL è praticamente inattaccabile, altrettante parole d’elogio non le possiamo spendere purtroppo per il contenuto. Bandai Namco con questa operazione di remaster si è infatti limitata (quasi) al minimo indispensabile. Al di là dell’ovvio passaggio all’alta definizione, con le immagini in 16:9 e l’aumento di risoluzione, e alcuni piccoli cambiamenti nel design dei personaggi, il gioco è sostanzialmente identico alla versione originale pubblicata su PlayStation 2. Il che si traduce, in primis, in una longevità abbastanza ridotta: impiegherete una decina di ore scarse per arrivare ai titoli di coda – anche la metà se vi concentrate solo sulle missioni principali – in quella che è a tutti gli effetti un’esperienza breve ma intensa. Non bastano un discreto fattore rigiocabilità (specialmente se ambite al fattibilissimo trofeo di platino) e la presenza di una superflua modalità cooperativa a sostenere un’offerta di gioco che, nonostante il prezzo base ridotto, poteva essere più succosa. Per esempio con l’aggiunta di altri giochi della serie o con l’integrazione di meccaniche provenienti da questi.
Il comparto visivo di Katamari Damacy REROLL è probabilmente uno degli esempi più riusciti di grafica 3D low poly, e anche in alta definizione mantiene intatto tutto il suo fascino contribuendo in maniera decisiva alla natura folle e fuori di testa del titolo. Ogni frame di questo gioco è un continuo WTF e ogni elemento presente sulla scena è modellato con uno stile minimale e spigoloso che ben si adatta all’atmosfera bizzarra e surreale. Un plauso ovviamente va alla gestione della fisica e delle collisioni, fondamentale vista la natura del titolo e implementata in maniera impeccabile, al netto però di alcune situazioni estreme dove il sistema, messo sotto stress, potrebbe reagire in maniera imprevedibile. Oltre a questo, Katamari Damacy REROLL presenta dei cali di frame evidenti in poche (per fortuna) aree di gioco particolarmente sature di elementi, che si potevano risolvere in questa remaster.
Infine, non possiamo non spendere qualche parola sull’eccellente colonna sonora del titolo. Eccentrico quanto il gioco stesso, capace di fondere i generi più disparati (J-Pop, jazz, fusion, rock) in melodie accattivanti e orecchiabili, l’accompagnamento musicale di Katamari Damacy REROLL è uno dei più memorabili della storia videoludica moderna. Siamo pronti a scommettere, infatti, che pur con i suoi indiscutibili pregi in tutti gli altri aspetti, senza questa colonna sonora l’esperienza di gioco sarebbe stata molto, molto diversa.
A chi consigliamo Katamari Damacy REROLL?
Se avete avuto modo di recuperare all’epoca il capostipite – o avete già provato uno degli altri capitoli della saga – e sentite la mancanza del suo gameplay geniale ed eccentrico, allora non avete alcun motivo per non recuperare Katamari Damacy REROLL. Al netto di un’offerta migliorabile, poiché a questo prezzo BANDAI NAMCO poteva proporre una collection di almeno 2-3 titoli e i contenuti del gioco sono quasi identici a quelli della versione uscita su PlayStation 2, l’esordio della serie ideata da Keita Takahashi mantiene ancora oggi la sua incredibile freschezza. In generale, tutti gli amanti dei puzzle game e dei titoli bizzarri e fuori dagli schemi dovrebbero assolutamente provarlo, mentre se non appartenete a queste due categorie allora potrebbe non fare al caso vostro (ma un tentativo, come dico sempre, male non fa).
- Eccentrico, bizzarro, surreale, assuefacente
- Gameplay terapeutico invecchiato benissimo
- Colonna sonora semplicemente esplosiva
- Stile artistico e grafico minimale ma efficace
- Gli stessi contenuti della versione originale
- Si finisce in poche ore
- Qualche sporadico inciampo tecnico
Katamari Damacy REROLL
Bentornato, principe rotolante!
Dopo aver portato a termine questa riedizione, sono sempre più convinto che Katamari Damacy si possa far rientrare fra quelle opere videoludiche “immortali” (come Tetris, Pac-Man, Super Mario Bros, etc.) le cui meccaniche rappresentano l’apice a cui aspira qualsiasi creatore di videogiochi. Anzi, proprio come un buon vino, gli anni passati rispetto al suo esordio nel lontano 2004 rendono l’offerta di gioco di Katamari Damacy REROLL ancora più valida e fresca in un panorama sempre più dominato da grandi produzioni che strabordano di complessità spesso non necessaria. Grazie a questa graditissima operazione di remaster adesso disponibile anche su PlayStation 4 e Xbox One – le cui “mancanze” mi hanno solo impedito di assegnare al titolo un voto altissimo – finalmente anche il pubblico contemporaneo può riscoprire una delle perle del game design brillante e surreale di matrice nipponica, per giunta colpevolmente mai pubblicata sul territorio europeo prima d’ora. Rotolare e inglobare qualsiasi tipologia di oggetto vi venga in mente non è mai stato così terapeutico e rilassante.