La storia ha sempre affascinato i mangaka giapponesi. In particolare, i manga ambientati durante il Giappone feudale (quando ancora il paese del Sol Levante era governato dagli shōgun) o comunque in epoca non moderna, costituiscono a tutti gli effetti un genere a sé stante all’interno di quello storico. La lista di opere appartenenti a questa categoria è infatti praticamente infinita e copre qualsiasi target: dai manga più leggeri e rivolti a un pubblico adolescente (impossibile non citare Kenshin, Samurai Vagabondo di Nobuhiro Watsuki), a quelli più maturi e raffinati (come il capolavoro assoluto Lone Wolf & Cub di Kazuo Koike e Goseki Kojima, o Vagabond di Takehiko Inoue), passando per le commistioni con altri sottogeneri come il dark fantasy (Dororo di Osamu Tezuka, o il recente Demon Slayer di Koyoharu Gotōge), arrivando infine a vere e proprie rivisitazioni del periodo come accade in Ooku – Le stanze proibite di Fumi Yoshinaga. L’Immortale di Hiroaki Samura è un altro manga che (perdonatemi il gioco di parole) ha fatto la storia di questo genere, imponendosi fin da subito come pietra di paragone per le generazioni successive, e la cui influenza si estende anche oltre l’ambito fumettistico. Per esempio, il videogioco SEKIRO: SHADOWS DIE TWICE di FromSoftware si è ispirato moltissimo all’atmosfera di questo titolo.
Serializzato sulla rivista Afternoon dell’editore giapponese Kōdansha tra il 1993 e il 2012 e raccolto in 30 volumi tankōbon, L’Immortale (無限の住人 Mugen no jūnin, lett. “abitante dell’infinito”) è l’opera di debutto del mangaka Hiroaki Samura, nato nella prefettura di Chiba il 17 febbraio 1970, nonché quella che ha consacrato il suo talento e la sua fama presso il pubblico di lettori. In Italia il manga è stato originariamente licenziato nel 1997 dall’editore Comic Art che, prima del suo fallimento, ha pubblicato i primi 9 volumi. Successivamente i diritti sono passati a Panini Comics che, sotto l’etichetta Planet Manga, ha continuato la pubblicazione completandola nel 2013 con l’ultimo volume. Fra il 2016 e il 2017 il manga è stato ripubblicato in patria in una nuova edizione shinsōban di 15 volumi, ognuno dei quali raccoglie due tankōbon originali con nuove copertine disegnate dall’autore, ed è proprio basandosi su questa che ad aprile 2019, durante il Napoli Comicon, Panini Comics ha annunciato la riedizione dell’opera di Samura nel nostro paese con il titolo L’Immortale – Complete Edition. Negli ultimi anni è stato creato attorno a questa serie un vero e proprio media franchise costituito da un manga sequel, iniziato proprio quest’anno e supervisionato dallo stesso Samura, un romanzo, un film live action uscito nel 2017 e diretto da Takashi Miike e due serie animate. La prima, trasmessa sulle reti televisive giapponesi nel 2008, consta di 13 episodi e si interrompe al sesto volume del manga, mentre la seconda, annunciata a maggio 2019 come un adattamento completo di tutta l’opera originale, e realizzata presso lo studio Liden Films con la regia di Hiroshi Hamasaki (Steins;Gate), è attualmente in corso sulla piattaforma di streaming Amazon Prime Video.
L’Immortale è ambientato nel Giappone di fine ‘700. Manji, il protagonista, è un abile spadaccino che si è macchiato dell’omicidio di 100 samurai. La sua caratteristica, come suggerisce il nome dell’opera, è quella di essere immortale: a causa della presenza nel suo corpo di un verme parassita denominato Kessenchu, che impedisce il processo di decadimento del suo corpo ed è in grado di rimarginare qualsiasi ferita (anche mortale), Manji non può essere ucciso e non può morire d’invecchiamento. Per liberarsi da questa “maledizione” e per redimersi dopo gli atti compiuti in passato, il protagonista decide di uccidere 1000 criminali. La sua sorte è destinata a cambiare dopo l’incontro con la giovane Rin Asano, figlia del capofamiglia di un dojo che è stato completamente annientato dai membri del clan Itto-ryu, un gruppo molto ambizioso che punta ad unificare tutte le scuole di spada del Giappone sotto un’unica bandiera. Dopo un’iniziale reticenza, Manji si convince a diventare la guardia del corpo di Rin e a supportarla nei suoi propositi di vendetta nei confronti dell’Itto-ryu e del loro capo, Kagehisa Anotsu, iniziando assieme a lei un viaggio pieno di pericoli, combattimenti e violenza.
La prima cosa che indubbiamente salta all’occhio quando si sfoglia il volume sono i disegni. Senza troppi giri di parole, il comparto grafico del manga è di altissimo livello. Hiroaki Samura è uno dei più grandi artisti dell’attuale panorama fumettistico giapponese, e già nel suo titolo d’esordio (cominciato, ricordiamolo, quando aveva solo 23 anni) ci regala disegni di una qualità sopraffina che ha tuttora pochi eguali, e che rendono L’Immortale un’opera senza tempo. Lo stile sporco, graffiante, realistico e dinamico dell’autore si adatta perfettamente all’atmosfera cupa e violenta del manga, e la sequenzialità delle tavole è così ben realizzata (soprattutto nelle scene di combattimento) da spingere il fumetto oltre i suoi confini, come se fosse animato su carta. Un’altra caratteristica che rende affascinanti i disegni di Samura è il suo alternare sapientemente tavole costruite nel modo classico, mediante l’utilizzo di retini e inchiostratura, ed altre dove sono presenti le sole matite. Da questo punto di vista insomma ci troviamo di fronte a un vero e proprio capolavoro.
Anche narrativamente parlando L’Immortale risulta un’opera di pregevole fattura. In questo primo volume della nuova edizione (che racchiude i primi due originali) tuttavia la struttura del manga è ancora acerba e potrebbe lasciare perplesso chi lo leggesse per la prima volta: dopo l’introduzione dei due protagonisti, abbiamo delle storie auto-conclusive (alcune delle quali occupano più di un capitolo) che sviluppano la trama principale in maniera apparentemente frettolosa, e che potrebbero far sorgere più di un dubbio su come la serie possa durare per ben 15 volumi. Avendo letto l’opera nella sua interezza vi posso assicurare che, qualora il manga abbia suscitato un minimo il vostro interesse, l’attesa per i prossimi volumi sarà ampiamente ripagata. L’Immortale infatti migliora tantissimo andando avanti, diventando sempre più coinvolgente e raffinato nella sua narrazione e capace di farti affezionare moltissimo ai due protagonisti Manji e Rin, una delle coppie più memorabili della storia del fumetto nipponico. È bene precisare però che non vi consigliamo questa serie se state cercando qualcosa di realistico: oltre alla componente sovrannaturale evidente fin dalla sua premessa, L’Immortale è un manga “sborone” (perdonate il termine poco professionale ma è il migliore che mi viene in mente) dove l’azione fa da padrona e in cui l’autore non si fa problemi ad introdurre elementi anacronistici (per esempio, uno dei personaggi indossa degli occhiali da sole) solo per puro senso estetico.
Immortale di nome e di fatto
L’Immortale è un manga che ha scritto una pagina importante del fumetto giapponese e che, grazie a questa nuova edizione, torna finalmente disponibile sul mercato italiano dopo anni di reperibilità nel solo usato (a cifre spesso esorbitanti), dando così ai lettori e agli appassionati la possibilità di scoprirlo e di immergersi in una delle storie di vendetta e redenzione più belle che siano mai state scritte in un’opera di narrativa. Se vi piacciono i manga d’azione e siete affascinati dall’ambientazione del Giappone feudale, rappresentata con il fascino e la bravura di un grande artista come Hiroaki Samura, allora non avete scuse per non iniziare questa serie. Non ve ne pentirete. Per tutti gli altri, consigliamo comunque di provare il volume e farvi la vostra idea dopo averlo concluso, se non altro per capire cosa significhi trovarsi di fronte a un Fumetto con la F maiuscola.
Panini Comics ci propone questa Complete Edition in un formato che rispetta in tutto e per tutto quello dell’equivalente giapponese: stesse dimensioni (13×18) e stesso numero di pagine (440) al prezzo di 14,90 €. La qualità dei materiali e della stampa è ottima, come da tradizione dell’editore per le edizioni da fumetteria e libreria, ma al prezzo proposto forse era lecito aspettarsi un formato più grande, analogo a quello delle edizioni Deluxe di manga come Monster, Blame o Eden, che avrebbe messo in maggiore risalto i meravigliosi disegni dell’opera. Ottima la traduzione ad opera di Mayumi Kobayashi e Raffaele Manzo che tuttavia appare stucchevole e ridondante in alcuni dialoghi, probabilmente anche a causa dello stile di scrittura molto verboso dell’autore. Da segnalare infine la sostituzione sulla copertina del volume dell’ideogramma Manji (卍), il simbolo buddista di pace e prosperità adottato dai Nazisti e diventato famoso in Occidente con il termine “Svastica”, con un altro ideogramma, direttiva arrivata dall’editore giapponese stesso come Panini Comics ha confermato all’ultimo Lucca Comics & Games.
Consigliato agli amanti di cappa e spada
Dave
Grazie per l’immagine dell’articolo che è spoiler