Chi vi scrive è da sempre un grande appassionato di fumetti, in particolare di quelli giapponesi, conosciuti universalmente come manga (漫画, lett. “immagini capricciose”, termine già usato alla fine del XVIII secolo), che colleziona in maniera assidua sin dalla fine del 2014. Cinque anni sono passati, ma da allora la mia routine personale non è per nulla cambiata: stesura attenta e meticolosa della lista delle serie da seguire compatibilmente con il budget a disposizione, passaggio rituale in fumetteria almeno una volta al mese per svuotare la casella con i manga messi da parte, frequentazione ininterrotta dei più importanti eventi di settore (chi ha detto Lucca Comics & Games?), gioie e dolori durante gli annunci delle novità da parte degli editori, ma soprattutto tante, tante letture con annessa condivisione delle opinioni nei più disparati medium: social, blog, forum… e ovviamente questo sito! E sono pronto a scommettere che molti appassionati si riconosceranno in quanto ho appena scritto. Una cosa che però è cambiata parecchio nel corso di questi anni è il mercato dei manga nel nostro paese, come offerta, varietà, qualità e prezzi. Per una volta, questo cambiamento si è rivelato positivo e in questo articolo proverò a spiegarvi perché a mio modesto parere è davvero un bel momento per essere appassionati di manga in Italia.
Breve storia dei manga in Italia
(tratto dalla prefazione di Marco Pellitteri al saggio “Il Manga” di Jean-Marie Bouissou, edito da Tunué)
L’avvento dei manga in Italia affonda le sue radici sul finire degli anni ’70 ed è legato principalmente al grande successo delle loro trasposizioni televisive animate, i cosiddetti anime. In quel periodo molti editori cominciarono a pubblicare libri illustrati, albi monografici e riviste a fumetti incentrati sui personaggi delle serie animate che andavano in onda sulle reti italiane: erano infatti gli anni di Il Grande Mazinga, Goldrake, Lady Oscar, Capitan Harlock, Mila e Shiro e di molte altre opere entrate nell’immaginario collettivo dell’animazione giapponese. Tali pubblicazioni, sebbene (come ci si potrebbe aspettare) spesso approssimative, piene di censure gratuite, poco fedeli e irrispettose dei prodotti originali, fecero la fortuna di molti editori e contribuirono a creare la prima generazione di bambini e adolescenti appassionati del medium audiovisivo giapponese.
È tuttavia negli anni ’90 che avviene la vera e propria esplosione dei manga nel nostro paese. In quel periodo, grazie a una serie di concomitanze favorevoli e alla lungimiranza di editori pionieri come Granata Press, Star Comics e Glénat (che all’epoca possedeva anche una filiale italiana), il fumetto giapponese diventa a tutti gli effetti quello più venduto in Italia subito dietro ai classici della Bonelli (come Tex e Dylan Dog) e della Disney (Topolino). Per la prima volta vengono portati nel nostro paese manga rivolti anche a un pubblico adulto, non più solo a bambini e adolescenti, ed in modo fedele e rispettoso grazie ad una maggior conoscenza e consapevolezza della varietà, espressività e ricchezza delle opere originali. Conoscenza dovuta anche e soprattutto alla generazione precedente di appassionati che nel frattempo sono diventati giovani adulti, hanno maturato un potere d’acquisto e contribuiscono alla diffusione delle prime riviste amatoriali dedicate ad anime e manga. Esempi del cosiddetto “periodo d’oro” dei manga nel nostro paese sono Ken Il Guerriero, Dragon Ball, Akira, Nausicaä della Valle del Vento, Lamù e moltissime altre opere considerate dei veri e propri classici del fumetto giapponese.
Dopo un decennio stabile in cui hanno rappresentato un polo importante del fumetto in Italia, beneficiando anche di fortunate iniziative, come il celebre appuntamento televisivo Anime Night del canale MTV Italia, che da solo ha formato una nuova generazione di appassionati (a cui appartiene il sottoscritto), i manga vanno incontro ad una profonda crisi fra il 2009 e il 2010. Senza entrare troppo nel dettaglio, cosa per la quale servirebbe un articolo a parte, i motivi sono molteplici: gli effetti della grande crisi del 2008; l’aumento dei prezzi; la saturazione del mercato, con troppi titoli fra cui i lettori sono costretti a scegliere; linee editoriali confuse e poco chiare, che mancano di innovazione e presa verso il pubblico (che non è più lo stesso dei decenni precedenti); la diffusione di nuove tipologie di intrattenimento, come quelle legate agli smartphone; la contemporanea crisi degli anime, dopo la chiusura del contenitore Anime Night nel 2010 e il sempre minor interesse da parte delle emittenti televisive italiane. Tutti questi fattori combinati hanno come risultato, stando ai dati in nostro possesso e alle parole degli addetti ai lavori, un netto calo delle copie vendute ed il sostanziale ridimensionamento del manga in Italia come prodotto di nicchia (salvo rare eccezioni). È doveroso far notare comunque che anche in Giappone si assiste, nello stesso periodo, ad una forte crisi delle riviste di manga, da sempre il motore principale della loro diffusione, seppur non minimamente paragonabile a quella italiana, visto quanto sono radicati i fumetti nella loro cultura.
La situazione attuale
Arriviamo ai giorni nostri. Adesso i social e gli smartphone dominano le nostre vite, la gente (soprattutto quella più giovane) legge sempre meno, gli anime giapponesi, spariti quasi del tutto dai palinsesti italiani, si fruiscono principalmente attraverso lo streaming su piattaforme gratuite e non (Crunchyroll, VVVVID, Netflix e Prime Video per citare le più celebri), ed i supereroi dei fumetti americani sono all’apice della loro popolarità presso il pubblico generalista grazie a film e serie TV, ma questo non sembra aver aumentato le vendite della rispettiva controparte cartacea. E i manga? Non sono di certo tornati ai fasti di un tempo e rimangono ancora una nicchia del mercato fumettistico italiano, ma dal mio piccolo posso affermare che la loro pubblicazione negli ultimi anni ha raggiunto una maturità finora mai vista nel nostro paese, soprattutto in due aspetti che ritengo fondamentali quando si parla di editoria: la qualità e la varietà. Ma vediamo di dare qualche esempio concreto a sostegno di questa tesi.
Innanzitutto, i manga non sono più reperibili solo in edicola e fumetteria, ma stanno trovando sempre più spazio anche nelle librerie e in particolare nelle grandi catene. Non è raro oramai passeggiare all’interno di una Feltrinelli o di un Mondadori Store e trovare almeno uno scaffale, per non dire un reparto, interamente dedicato ai fumetti. Certo, la maggior parte è perlopiù di origine italiana e statunitense, e siamo ancora lontani dalla situazione che si ha in altri paesi europei come la Francia (dove i fumetti sono considerati al pari dei romanzi), ma anche i manga stanno iniziando ad acquisire un ruolo importante. Un fattore chiave nel raggiungimento di questo notevole risultato, che permette ai manga di avere un’ottima visibilità presso il pubblico generalista, e al tempo stesso conseguenza di un vero e proprio circolo virtuoso, è la sempre maggiore proposta da parte degli editori di pubblicazioni e collane con una veste grafica di pregio, superiore alle edizioni più economiche per il mercato delle edicole e adatta a fare “bella figura” sugli scaffali di una libreria. Nomi come Coconino, Oblomov, Hikari e Dynit (con la sua recente collana Showcase) sono stati pionieri in questo, ma anche editori più attenti al grande mercato come J-POP, Panini Comics e Star Comics hanno incrementato negli ultimi anni il loro parco titoli rivolto al circuito delle librerie e delle fumetterie. Proprio la qualità delle edizioni, e relativo prezzo, è un punto su cui ritorneremo più avanti.
Qualità che tuttavia non riguarda solo il lato puramente concreto, ma anche la varietà e la validità di molte delle opere proposte negli ultimi anni dagli editori. Uno di quelli che si è distinto maggiormente da questo punto di vista è J-POP Manga, l’etichetta nipponica di Edizioni BD, che dopo essersi ripresa da un momento di pesante crisi conseguente alla fusione con GP Manga e alla successiva perdita dei diritti delle opere dell’editore giapponese Kodansha (con cui ha da poco ricominciato a collaborare), ha annunciato e pubblicato molti manga di assoluto rilievo: basti pensare al Poema del Vento e degli Alberi di Keiko Takemiya, vero e proprio classico degli shōjo anni ’70, ritenuto il primo esponente del genere yaoi e fino a quel momento inedito al di fuori del Giappone; alla riproposizione, in collaborazione con Hazard Edizioni, delle opere più iconiche del Dio dei Manga Osamu Tezuka in una collana dedicata, la Osamushi Collection, la cui lettura dovrebbe essere nel palmares di qualunque appassionato di fumetti; per non parlare infine dell’annuncio all’ultimo Napoli Comicon di una nuova collana interamente dedicata a Moto Hagio, autrice rivoluzionaria e simbolo del manga shōjo, da sempre poco considerata nel nostro paese e fra le più richieste dai lettori della casa editrice.
Gli altri editori non sono stati di certo a guardare. Degno di menzione è Dynit, da sempre più attivo nella pubblicazione di anime, che nel marzo del 2018 ha inaugurato, in sordina e cogliendo di sorpresa la community di appassionati, una nuova collana di manga rivolta a fumetterie e librerie intitolata Showcase, che si è distinta fin da subito per l’estrema qualità e varietà delle opere proposte, spesso provenienti da autori fino a quel momento ignorati dal mercato (come per esempio Kyoko Okazaki). Anche lo storico editore perugino Star Comics ha introdotto di recente due collane dedicate ai manga d’autore, Umami e Wasabi, con la prima che ha ospitato per buona parte del suo primo anno di vita alcuni dei migliori lavori di Junji Ito, autore famosissimo dell’horror contemporaneo che, grazie a questa, è stato protagonista di una meritata rivalutazione nel nostro paese dopo un periodo poco fortunato. Ma lasciando da parte per un momento i singoli esempi e parlando più in generale, se c’è una cosa che contraddistingue la proposta di manga nel nostro paese in questi ultimi anni è la sua incredibile varietà. Qualsiasi tipologia di lettore, maschio o femmina, giovane o adulto, alla ricerca di un semplice passatempo o di qualcosa di impegnato e stimolante, può trovare sugli scaffali di librerie e fumetterie un’opera che lo soddisfi. Nonostante si pensi ancora che il fumetto (non solo quello di origine giapponese) sia un prodotto di scarsa qualità artistica e meno “nobile” degli altri medium letterari, siamo sulla strada giusta per poter sconfiggere un giorno questo ingiusto pregiudizio.
Se il focus degli editori nell’ultimo periodo è stato più sulle librerie ed i negozi specializzati si potrebbe pensare che le edicole, patria indiscussa del fumetto nel nostro paese, siano state progressivamente abbandonate. Non è andata così, anzi. Al di là di quanto vendano i fumetti nelle edicole oramai (non è questo il luogo per approfondire l’argomento), le iniziative editoriali dedicate ai manga si sono moltiplicate, e protagonista indiscusso di questo movimento è senza dubbio il Gruppo RCS. Da sempre attento a questo mondo, negli ultimi anni il gruppo ha stretto accordi con i principali editori di manga italiani per distribuire in edicola, con nuove edizioni e vesti grafiche, alcuni dei più grandi successi commerciali del fumetto giapponese: Naruto, Detective Conan, One Piece, Capitan Tsubasa. Ma è il suo progetto più recente ad aver sorpreso tutti, compiendo un vero e proprio “miracolo editoriale”. Lo scorso aprile, in abbinato ai quotidiani Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport e in collaborazione con Panini Comics, è stata infatti annunciata una nuova collana, tuttora in corso di pubblicazione, dedicata alle opere di Jiro Taniguchi, uno dei più grandi maestri e interpreti del fumetto giapponese, prima d’ora mai proposte nel circuito delle edicole con un’iniziativa di tale portata.
Se dopo questa lunga carrellata di esempi virtuosi il mercato dei manga in Italia potrebbe apparirvi come un vero e proprio paradiso, sappiate ovviamente che non è così e che siamo in presenza di ben più di un rovescio della medaglia. Il primo, e più evidente se si scorrono un attimo i cataloghi e le uscite settimanali sui siti di settore, è quello del costo. Senza troppi giri di parole, i manga al giorno d’oggi non sono economici, ed è innegabile che negli ultimi anni i loro prezzi siano diventati più alti di quanto già non fossero a inizio decennio. Tralasciando fattori più generali come l’inflazione e il costo delle materie prime, indubbiamente importanti ma la cui analisi esula dagli scopi di questo articolo e, limitandosi a fare ipotesi in mancanza di dati certi, le cause sono da ricercarsi soprattutto nelle strategie editoriali che oramai puntano più verso un pubblico di nicchia, come quello dei fumetti in larga parte (purtroppo) è. Non stupiscono quindi la sempre maggiore proposta di edizioni pregiate, più costose per la qualità dei materiali utilizzati, visto che questo tipo di pubblico spesso è interessato anche al fattore collezionistico, e l’aumento dei prezzi da parte di molti editori per sopperire allo scarso appeal commerciale della quasi totalità delle pubblicazioni e ottenere quindi un margine di guadagno. Se da un lato queste condizioni sono probabilmente necessarie per poter garantire l’arrivo in Italia di opere che fino a solo qualche anno fa sarebbero rimaste un sogno, dall’altro è comprensibile il disappunto di molti appassionati che vorrebbero dei prezzi più accessibili per poter accaparrarsi finalmente le opere dei loro autori preferiti.
Anche a livello di proposte siamo comunque lontani da una situazione ideale. Nonostante il netto miglioramento avuto negli ultimi anni, come dimostrano gli esempi fatti in precedenza, moltissimi autori e relative opere rimangono purtroppo ancora inediti o (il che è quasi lo stesso) non più accessibili a causa di difficoltà nel reperimento dei volumi pubblicati, spesso esauriti o molto vecchi. Citando il primo esempio eclatante che mi viene in mente, basti pensare a Proteggi la mia terra, capolavoro ritenuto universalmente uno dei migliori manga shōjo mai realizzati, la cui unica edizione italiana da parte di Panini Comics risale alla fine degli anni ’90 in formato “sottiletta”, termine con cui si denotano volumi con meno pagine e capitoli, più sottili dei corrispettivi giapponesi, che all’epoca andavano in voga. E se posso permettermi di citare un altro manga inedito che vorrei tantissimo vedere pubblicato, vi dico Yokohama Kaidashi Kikou. Ma se ci sono due cose che sono state riaccese, in me e nella community di appassionati, sono senza dubbio la fiducia negli editori, oggi più che mai lungimiranti e pronti ad ascoltare le richieste dei loro lettori, e la speranza che prima o poi chiunque possa comprare e leggere i propri manga preferiti in una lingua comprensibile.
Conclusione
Giunti al termine di questa lunga e personalissima analisi, è arrivato il momento di tirare le somme. Che cosa offre dunque il mercato attuale dei manga in Italia? Come già detto, una varietà eccellente di opere, autori e generi, con serie e volumi unici adatti a qualsiasi pubblico, dal bambino/adolescente che vuole solo divertirsi leggendo uno shōnen manga pieno di combattimenti al lettore adulto che cerca trame e personaggi sviluppati in maniera interessante, con tutto lo stile e la creatività della moderna cultura dell’intrattenimento giapponese. È possibile che dobbiate fare qualche sacrificio, come rinunciare ad alcune opere a scapito di altre, o attendere periodi di sconti e offerte, che oramai molti editori propongono anche più di una volta l’anno (fintanto che le leggi del nostro stato lo consentono), ma se i manga vi incuriosiscono anche solo un po’ buttatevi e scoprite questo meraviglioso mondo, perché ne vale davvero la pena.
E perché, in fin dei conti, è davvero un bel momento per essere appassionati di manga nel nostro paese.