Nel corso del Tokyo Game Show 2020 ma non durante la conferenza vera e propria di Konami, che non ha dedicato una parola a questo avvenimento, è stata aperta una pagina sul sito GOG.com che annunciava Konami come partner, con una serie di cinque giochi rilasciati allo stesso tempo per festeggiare la buona nuova. Ad approdare sullo store abbiamo il primo METAL GEAR, quello uscito inizialmente su MSX2 e poi portato su Nintendo Entertainment System nel 1987; curiosamente, nel mezzo non è stato inserito METAL GEAR 2: Solid Snake (da noi invece è arrivato solo Snake’s Revenge, una sorta di episodio non canonico, ma ai tempi spacciato comunque come sequel), ma sono presenti METAL GEAR SOLID nella sua versione Integral e METAL GEAR SOLID 2, nella sua versione Substance. A chiudere il quintetto troviamo la Konami’s Collector Series: Castlevania & Contra.
Buttati fuori senza grandi annunci, trattati come semplice spazzatura digitale. Ecco il fato che Konami ha destinato ai primi due titoli di METAL GEAR SOLID, una delle saghe per cui la compagnia stessa è maggiormente amata da giocatori di tutto il mondo (senza nulla togliere a Castlevania e Silent Hill, per cui andrebbe fatto un triste discorso analogo ma in separata sede).
Non in molti lo ricordano, ma agli albori le vicende di Solid Snake non erano confinate su PlayStation. I primi due giochi della serie SOLID infatti arrivarono su PC alcuni anni dopo la loro uscita originaria con alcune aggiunte, come una sorta di Definitive Edition, chiamate appunto Integral e Substance. Questi porting, risalenti rispettivamente a 20 e 18 anni fa, non vennero tuttavia apprezzati particolarmente dal pubblico su PC già ai tempi, per via di uno schema controlli mal adattato e di una miriade di problemi tecnici. Leggenda narra che gli impiegati di Digital Dialects, la software house incaricata da Konami di realizzare la versione PC di METAL GEAR SOLID, non ricevettero mai dalla compagnia nipponica la colonna sonora in alta risoluzione da inserire nel gioco, dovendo quindi scaricarla manualmente da un sito fanmade (cosa non semplice a inizio degli anni 2000) e utilizzando dunque quelle tracce in qualità inferiore e formato sbagliato.
Ecco dove sta il problema di fondo: le versioni approdate su GOG sono esattamente queste, i porting sbagliati di due decadi fa, con il minimo indispensabile di aggiunte per permettere ai titoli di essere lanciati su Windows 10 nativamente evitando problemi di compatibilità. METAL GEAR è una delle mie serie videoludiche preferite e appena ho scoperto la buona notizia, nel giro di un paio di minuti al massimo MGS 1 e 2 erano nel mio carrello. Dopo circa un’ora l’eccitazione si è trasformata in delusione, e ho richiesto il rimborso per evidenti problemi tecnici, che mi è stato fortunatamente garantito. Il tempo non è stato gentile con questi due giochi storici, sono invecchiati piuttosto male: ma vederli in questa veste è stato ancora peggio.
Facciamo qui una brevissima lista di problemi che piagano il primo gioco prima di spostarci al secondo: alcune cutscene hanno uno strano filtro viola applicato agli spezzoni di filmati reali; l’unico aspect ratio disponibile per le risoluzioni selezionabili è il 4:3, ormai non esistente più sugli schermi moderni; non è stata implementata nativamente nessuna possibilità di giocare in widescreen; i controlli sono rimappabili ma faticosamente, e il supporto ai controller è “precario” per dirla in modo gentile; in alcuni momenti, la musica di sottofondo è totalmente assente. Come già detto, il team di GOG ha potuto fare solamente il minimo indispensabile per rendere questi titoli giocabili al giorno d’oggi, e da grande estimatore del distributore di Varsavia so bene che il motivo non è da ricercarsi nella loro negligenza, ma in obbligazioni contrattuali probabilmente molto stringenti.
La situazione migliora leggermente con il secondo gioco, ma i problemi di risoluzione e di schema di controlli rimangono pessimi. Per essere davvero considerabili “giocabili”, entrambi i titoli richiedono una sessione di “smanettamento” estensivo, tramite installazione di patch e di mod create dai fan che rendono l’esperienza tollerabile, ma questo non dovrebbe essere la norma. Non quando METAL GEAR SOLID è rimesso in vendita su uno store digitale, certo a un prezzo quasi irrisorio, ma che mostra il davvero poco interesse di Konami nei confronti della propria storia e anche della storia del medium stesso.
Spesso GOG include patch create dai fan, previa autorizzazione, nelle versioni “restaurate” che vende sul proprio store digitale: questa volta non è stato fatto, molto probabilmente perché qualche dirigente dell’azienda nipponica non ha dato alcun permesso, e i tecnici della piattaforma si sono ritrovati con le mani legate. In ogni caso, al momento non si tratta di un porting adeguato al mercato videoludico attuale e sicuramente non è un trattamento da riservare a due titoli così importanti (e attuali, guardando soprattutto alle vicende di Raiden nel secondo gioco) in questo nostro sfigatissimo 2020. Guardiamo il lato positivo: perlomeno, il METAL GEAR del 1987 funziona sorprendentemente bene.