The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak – Recensione

Zemuria come non l’avete mai vista con The Legend of Heroes: Trails through Daybreak. La nostra recensione!

The Legend of Heroes: Trails through Daybreak

Con il ventesimo anniversario nel pieno delle celebrazioni, la serie Trails si appresta ad accogliere in occidente anche Kuro no Kiseki, o per meglio dire The Legend of Heroes: Trails through Daybreak. Come di consueto l’attesa per il pubblico nostrano è quella di qualche anno, tant’è che in patria Kuro no Kiseki ha già ricevuto un sequel e siamo tutti in attesa di conoscere i dettagli di Goodbye, O Zemuria. Ma finalmente le porte di Calvard si spalancano e ci portano nei meandri di una regione che ha significato tantissimo per la storia di Zemuria e le relazioni tra Crossbell o Erebonia.

Sono passati infatti alcuni anni dagli eventi conclusivi di Trails into Reverie e la storia di Daybreak non è solo una scala per il prossimo futuro in termini narrativi: il motore di gioco è stato migliorato, l’approccio modernizzato e le prime pietre per un cambiamento significativo in Nihon Falcom sono state più che posizionate. Questo rende Trails through Daybreak uno spartiacque un po’ significativo per la fanbase. Chi vi scrive, lo anticipo, è invece estremamente favorevole a quanto fatto con Daybreak e anzi finalmente la serie sta abbracciando una modernità necessaria senza però abbandonare quelle che sono le sue caratteristiche più essenziali.

The Legend of Heroes: Trails through Daybreak

  • Titolo: The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak
  • Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, PC (Steam)
  • Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
  • Genere: RPG
  • Giocatori: 1
  • Publisher: NIS America
  • Sviluppatore: Nihon FAlcom
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 5 luglio 2024
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: ***
  • Note: disponibile in edizione Deluxe con mini artbook e colonna sonora digitale

Abbiamo recensito The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da NIS America.

The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak – Recensione

Lontano dagli eroi

Trails through Daybreak fa quindi partire la seconda parte del grande arco narrativo che coinvolge la serie, cambiando decisamente tono rispetto ai gruppi che i giocatori hanno avuto modo di seguire fuori dai confini di Calvard. Polizia? Militari accademici? Avventurieri? No, questa volta siamo nell’underground “criminale” delle fazioni più o meno moralmente accettabili. Vestiamo infatti i panni di Van Arkride, una sorta di vigilante su commissione che svolge mansioni fuori dai gusti della gilda dei Bracers o degli organi più istituzionali. Van non è il classico eroe, anzi è ruvido, scontroso e già esperto di ciò che lo circonda, tant’è che saranno alcuni dei suoi compagni a essere i novellini della situazione e a scoprire la storia di questo protagonista insieme al giocatore.

Forse per la prima volta, escludendo i demoni e le scampagnate ecclesiastiche nella serie di Trails in the Sky, abbiamo una prospettiva che va ad includere elementi finora considerati unicamente cattivi. Anzi, in un certo senso Trails through Daybreak è un capitolo che risulterà essenziale per conoscere ancora di più tante cose sui Jaeger, il DG Cult e Ouroboros, oltre che su Calvard stessa e la sua rilevanza geopolitica, nonché l’equilibrio mafioso che apparentemente regola alcune leggi dei criminali, le cui ispirazioni sono tutte italiane. Calvard poi è particolare di per sé, considerando che è la prima che ci introduce a un nuovo motore grafico veramente convincente e capace di regalare una dimensione nettamente cinematica con un passo avanti importante per la serie. Ha ancora qualche modello poligonale esportato dal passato e delle incertezze di performance su PlayStation 5, ma come prima iterazione è più che valevole.

Tornando però al protagonista alla mano, la sua storia parte da una missione richiesta dalla giovane studentessa Agnes Claudel, la quale si avvarrà di Van per recuperare un antico manufatto oggetto di una trattativa del mercato nero locale. Quel manufatto però diventerà un elemento così importante da stravolgere le sorti di Van e donandogli la capacità di trasformarsi in un’armatura semivivente chiamata Grendel. Il manufatto e le organizzazioni coinvolte in quello scambio dalle conseguenze drastiche diventeranno il centro della vita di Van, mentre nel corso delle varie missioni del suo cammino incontrerà numerosi alleati contro il classico cast di “cattivi” da fronteggiare in piena tradizione Kiseki.

I compagni sono tutti originali di questo capitolo e vengono sbloccati mano a mano che si procede nelle missioni, quindi succederà che alcuni membri arriveranno verso la fine del gioco ma saranno comunque presenti nel corso dello svolgimento dell’intreccio. Nonostante questa scelta di ritmo, Trails through Daybreak è l’ennesima testimonianza della capacità narrativa di Nihon Falcom, apprezzabile principalmente da chi ha giocato i precedenti capitoli. Certo, il gioco alla mano è conclusivo (a differenza delle saghe recenti) ed essendo una nuove regione con nuovi eroi è più approcciabile degli ultimi Cold Steel per un nuovo utente, ma Trails through Daybreak è comunque disseminato di collegamenti significativi che andrebbero persi se non vissuti nella loro pienezza. Ci sono personaggi chiave che ritornano da Trails in the Sky così come altri appartenenti a punti più recenti e meno esplorati. Ed è qui che Trails through Daybreak ha il suo pezzo forte: l’atmosfera di tutto il gioco.

The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak – Recensione

Dal protagonista duro a un cast lontano dai sogni adolescenziali di amicizia (per quanto quello sia il filo ultimo) fino alla possibilità di scegliere moralmente le conseguenze di alcune missioni con un inedito sistema ad hoc, Trails through Daybreak è una sorta di chiave hard boiled della filosofia del marchio, la dimostrazione provata che l’universo creato in tutti questi anni può essere plasmato in forme nuove, uniche e prettamente interessanti sotto tanti aspetti. Ci sono almeno cento ore di contenuti da giocare e una marea di dialoghi e situazioni che emergono sia durante le fasi di storia che nelle pause nella capitale di Calvard, tutti caratterizzati al meglio seppur persistano le classiche missioni riempitive da JRPG. Ma ehi, almeno possiamo godere alla Modalità velocizzata e farle in un lampo.

The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak – Recensione

Cuore selvaggio

L’anima hardboiled di Trails through Daybreak non è solo una filosofia, bensì è anche azione nel senso più diretto possibile. Infatti il gameplay ricalca la durezza del protagonista in un sistema di combattimento duale, una sorta di piccola rivoluzione in casa Falcom. I turni classici dei Trails rimangono esattamente dove li avete conosciuti, tuttavia adesso è possibile fronteggiare i nemici anche in una maniera più dinamica grazie agli scontri direttamente nel mondo di gioco. Se incontrerete un mostro nelle aree di gioco avrete l’occasione di riempirlo di colpi senza avviare un vero e proprio combattimento. Utilizzando una combo, attacchi caricati e schivate sarà possibile non solo sconfiggere direttamente alcuni dei gruppi meno potenti delle mostruosità presenti nella fauna di Zemuria, ma anche infliggere condizioni che invece agevolano la vostra possibile entrata in scena con il combattimento a turni.

La meraviglia tecnologica di Calvard è infatti un vanto che va ben oltre le capacità dell’ARCUS di Erebonia e, meccanicamente, permette di utilizzare degli Shard per influenzare le proprie prestazioni in combattimento. Accumulando Arts e Quartz in modi specifici è possibile sbloccare dei bonus che vanno ad applicarsi proprio all’attivazione del combattimento a turni, specificamente dopo aver indebolito i nemici “overland” ed espandendosi poi in numerosi effetti passivi e attivi a seconda dell’occasione e delle mosse utilizzate. Gli Shard poi diventano Boost da spendere in una nuova barra dinamica che vi permetterà di sbloccare diversi livelli di potenza e accedere alle abilità S-Craft a costo fisso di 100 CP. Questa modalità in particolare rende ancora più accessibili gli S-Craft concatenandosi in un sistema incrementale, cementandoli definitivamente (se possibile ormai) come l’unico modo di risoluzione per gli scontri a turni quando si decide di effettuarli (i Boss sono gli unici incontri che vengono svolti solo a turni).

La trasformazione di Van in Grendel ha delle regole sue e sebbene si sblocchi proprio all’inizio del gioco i suoi utilizzi saranno comandati e abbastanza scriptati a scenari precisi fino a un certo punto del gioco. Una mossa strana considerato che è un elemento centrale del gioco ed è lontana dalla “segretezza” di altre trasformazioni viste nella saga in precedenza. Per fortuna c’è l’ampio sistema di equipaggiamento e abilità a riempire la varietà di gioco, con alcune modifiche un po’ più facilitanti ma che sono comunque in linea con quanto visto in Reverie in termini di gestione. Chiaramente a farla da padrona è il sistema di Shard e i bonus accumulabili con specifiche combinazioni, data la rilevanza meccanica che possiede. E infine potete dire addio ai Link tra compagni: ora c’è tutto un sistema di posizionamento che premia il movimento (libero dai turni) rispetto ai nemici e in vicinanza ai vostri compagni. Ecco, Trails through Daybreak non è altro che questo: il capitolo più libero e dinamico di tutti i Kiseki.

The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak – Recensione

A chi consigliamo The Legend of Heroes: Trails through Daybreak?

L’unica risposta al “Per chi è questo gioco?” è altri fan storici di Trails o persone che hanno recuperato dei riassunti accuratissimi in video e che hanno un’idea molto specifica sulla trama della serie e sulle organizzazioni, personaggi e alleanza coinvolte. Per quanto la storia di Van sia a parte (ma neanche tanto) e conclusiva, Daybreak è un capitolo che riesce a dare il suo massimo solo conoscendo determinati aspetti di Zemuria e che basa molta della sua narrazione sul cast coinvolto, il cui passato è strettamente legato a luoghi o icone familiari.

I veterani sono invece coloro che dovrebbero correre ad acquistare Trails through Daybreak poiché è un capitolo fresco, veloce, ricco di narrativa e più moderno che mai, senza però perdere la scintilla che caratterizza la serie sia dal punto storico che da quello del gameplay. Ci sono ancora le stesse cose di un tempo, come il ritmo diviso in “attesa” e “azione” nei capitoli e i dialoghi di mille NPC da ascoltare tra un bonding event e l’altro, ma se siete arrivati fin qui sono proprio queste le cose che dovrebbero piacervi, no?

The Legend of Heroes: Trails Through Daybreak – Recensione

All’indomani di una guerra lampo, Calvard gode di una prosperità economica senza precedenti. Tuttavia, l’opinione pubblica è sempre più incerta a causa dell’aumento del numero di immigrati e del dilagare di discutibili riforme politiche. Segui lo Spriggan Van Arkride in una richiesta che si rivelerà più ardua di quanto avesse previsto. La nazione cadrà nel caos? Immergiti nel mondo di Trails e goditi un gameplay RPG approfondito, più performante che mai su PlayStation 5. Questa versione include include contenuti scaricabili cosmetici bonus che renderanno i membri del party ancora più belli! Scopri oggi stesso le meraviglie di Erebonia!

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  • Tecnicamente migliorato, molto
  • Storia e personaggi con un tono diverso
  • Il gameplay a doppia modalità è ben rifinito e divertente

  • Ancora qualche inciampo in termini di performance
  • La modalità Grendel poteva essere gestita meglio
The Legend of Heroes: Trails through Daybreak
4.5

Un debutto esplosivo per lo Spriggan di Calvard

The Legend of Heroes: Trails through Daybreak è un gioiellino e un punto di svolta per la saga, sebbene la reazione ai cambiamenti dipenda molto dalle proprie preferenze. Tuttavia è innegabile l’impegno nel proporre qualcosa di nuovo dopo tanti anni. Engine di un livello superiore, personaggi diversi dallo stereotipo dell’eroe ingenuo asceso alla gloria, una prospettiva diversa sulla geopolitica di Zemuria e un sistema di combattimento decisamente capace di appellarsi alla rivoluzione Action senza perdere però l’importanza storica dei turni. Il marchio di Kiseki dimostra ancora di essere estremamente rilevante nello scenario dei JRPG di qualità tirando fuori l’ennesima eccellenza, a cui spero vadano più riconoscimenti dei suoi predecessori. E chi lo sa, magari un’attenzione maggiore da parte del pubblico potrebbe finalmente spingere per una localizzazione anche nella nostra lingua.

Nato a Roma, felicemente sposato e archivista nella vita reale, online scrivo di videogiochi da tanti anni. Con il Giappone è stato amore fin da quando nella mia vita è entrato Lucky Star e un qualsiasi FINAL FANTASY dell’epoca PlayStation 2. La sua serie preferita in assoluto, per valore affettivo, è Persona e specialmente Persona 4 con la sua cittadina rurale e l’enfasi nei legami d’amicizia più sinceri della serie. Per il resto, è vittima della spirale dei gacha, mangia Isekai a colazione e Shin Godzilla è il suo film comfort.

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