La cultura europea ha avuto e continua ad avere una profonda influenza sugli autori di fumetti giapponesi. Sempre alla ricerca di una fonte di ispirazione, i mangaka hanno trovato nelle suggestioni della storia occidentale un ottimo materiale di partenza per la costruzione di racconti indimenticabili, rielaborati e reinterpretati seguendo lo spirito squisitamente nipponico. Pensiamo a Vinland Saga, il capolavoro di Makoto Yukimura ambientato nell’epoca dei Vichinghi, che ha goduto recentemente di un adattamento animato disponibile su Amazon Prime Video. Oppure a Innocent e al suo seguito Innocent Rouge, i seinen di Shin’ichi Sakamoto che raccontano (in maniera decisamente romanzata) la vita del boia di Parigi Charles-Henri Sanson durante la Rivoluzione Francese.
Spostandoci nel nostro paese, un bellissimo esempio è Cesare – Il creatore che ha distrutto. In questo manga, in corso dal 2005 con una periodicità (purtroppo) irregolare, l’autrice Fuyumi Soryo ci presenta la vita di Cesare Borgia, nobile e politico del Rinascimento italiano ben noto per la sua spregiudicatezza. E a proposito di Rinascimento, anche l’anime protagonista di questo articolo è ambientato nel suddetto periodo storico. Stiamo parlando di Arte, tratto dall’omonimo manga seinen dell’autrice Kei Okubo in corso dal 2013 sulla rivista Monthly Comic Zenon dell’editore Tokuma Shoten, e licenziato nel nostro paese da Panini Comics per l’etichetta Planet Manga: attualmente l’editore ha pubblicato 11 volumi dei 12 usciti in patria. L’adattamento animato, annunciato il 21 luglio 2019 per la stagione primaverile 2020, è realizzato dallo studio Seven Arcs (Mahō shōjo Lyrical Nanoha, Trinity Seven) con la regia di Takayuki Hamana, ed è in corso di trasmissione sulle reti televisive giapponesi con la durata confermata di 12 episodi. In Italia è disponibile in simulcast con sottotitoli in italiano su Yamato Animation, il canale YouTube dell’editore Yamato Video.
Ambientato nella Firenze rinascimentale di inizio ‘500, la serie vede come protagonista Arte Spalletti, giovane nobildonna amante della pittura fin dall’infanzia, passione appoggiata dal padre ma di contro ostacolata dalla madre per il timore che questo suo hobby possa impedirle di ottenere un marito. A seguito della morte del padre, stanca di vivere in quella che è ormai diventata una prigione, Arte decide di scappare di casa e si mette alla ricerca di un maestro disposta ad accoglierla nella propria bottega in modo da poter continuare la sua formazione come artista. Dopo mille difficoltà, ostacolata dalle convenzioni sociali e morali dell’epoca, la protagonista riesce a entrare nella bottega di Leo, pittore e artista dall’animo tenebroso noto nell’ambiente per non aver mai preso un apprendista prima d’ora. Il manga Arte è una delle novità più interessanti del panorama recente. L’autrice Kei Okubo dimostra di sapere il fatto suo e ci regala una delle migliori ricostruzioni del Rinascimento italiano, uno dei periodi storici più affascinanti della storia mondiale, in un’opera che acquisisce un indubbio valore aggiunto per i lettori italiani. Pur essendo al suo debutto, la mangaka riesce a deliziarci gli occhi grazie a disegni magnifici, precisi e dettagliati, che testimoniano il grande lavoro di ricerca e documentazione svolto per la serializzazione dell’opera. Sarà riuscito l’anime a trasporre degnamente su schermo tutto questo? Dopo i primi tre episodi usciti, eccomi qui a raccontarvi le prime impressioni su questo adattamento di Arte.
La prima cosa che salta all’occhio è l’inevitabile calo nella qualità grafica. Lo studio Seven Arcs non è certamente uno dei più quotati della moderna animazione giapponese, così come il budget disposto per la realizzazione di questa serie non deve essere stato elevato, e questo si riflette in disegni e animazioni di qualità non proprio eccelsa. Le ambientazioni, il design dei personaggi e i colori tuttavia compensano alla grande queste mancanze e rendono Arte un anime che colpisce immediatamente lo spettatore per le sue atmosfere e per l’ottima rappresentazione del periodo storico. Dal punto di vista contenutistico, Arte è una piacevole commedia di stampo slice of life dedicata alla vita della dolce, gentile ma al tempo stesso tenace protagonista (ispirata senza alcun dubbio al personaggio realmente esistito della pittrice Artemisia Gentileschi, vissuto un secolo più tardi), disposta a tutto pur di affermarsi come artista in un periodo storico nel quale alla donna spettavano precisi compiti e ruoli dettati dalle convenzioni sociali dell’epoca.
Già da questi primi episodi si capisce che la storia andrà anche verso uno sviluppo sentimentale, dove la giovane Arte finirà per essere attratta dalla gentilezza nascosta dietro l’animo all’apparenza roccioso e tenebroso del maestro Leo. Volendo riassumere quello che mi ha trasmesso Arte in questo esordio, direi che si può paragonare a un classico manga shojo sotto le vesti di un seinen storico. E questo al tempo stesso può essere visto come un pregio e come un difetto. Non posso non notare, infatti, alcuni “peccati di gioventù” che mi hanno impedito di apprezzare questi primi tre episodi più di quanto avrei voluto. Come appare abbastanza chiaro dalle immagini e dai trailer, Arte non è certamente un’opera dall’approccio realistico e l’autrice si prende molte libertà necessarie per poter costruire una storia che punta al puro e semplice intrattenimento. Vedere quindi i personaggi comportarsi seguendo gli stereotipi tipici dei manga e degli anime giapponesi è dunque un difetto fino a un certo punto. Il problema piuttosto sono alcune scelte abbastanza ingenue che, inserite per dare sostegno ad alcuni sviluppi, finiscono per sortire l’effetto opposto.
Ecco quindi che il continuo calcare la mano da parte dell’autrice sul tema del sessismo e della volontà della protagonista di opporsi a questa situazione fa perdere al messaggio la sua efficacia, rendendolo inutilmente ridondante. Non aiutano poi alcune scene davvero poco credibili come quella in cui la protagonista, nata e cresciuta fra gli agi dell’ambiente nobiliare, riesce da sola a costruirsi la sua baracca e a sollevare e spostare numerosi sacchi d’argilla che metterebbero in difficoltà anche il più robusto degli uomini. Confido in una maturazione artistica dell’autrice e mi auguro vivamente che questi problemi spariscano negli episodi successivi.
Artisti di nome e di fatto
Arte è senza dubbio una serie molto promettente e da tenere d’occhio in questa stagione primaverile del 2020, un ottimo adattamento del manga di Kei Okubo, del quale replica perfettamente l’atmosfera e la notevole attenzione ai dettagli al netto di qualche sacrificio nella qualità di disegni e animazioni.
Ma è anche un prodotto che mostra alcuni limiti dettati quasi sicuramente dall’inesperienza dell’autrice, qui al suo debutto, che spero vengano superati nel prosieguo. Nonostante ciò, mi sento assolutamente di consigliarvi questa serie se siete alla ricerca di una commedia divertente ambientata in un contesto storico, e soprattutto se siete affascinati dal periodo rinascimentale, qui riprodotto in maniera sopraffina (se si eccettuano alcune licenze poetiche).
Consigliato, ma può dare molto di più
Stefano
Purtroppo il Rinascimento che offre spunti interessanti e che l’animazione giapponese potrebbe rendere bene questi elementi stecca in modo quasi banale. Andrebbero rivisti la bellezza del tempo con elementi anche sgradevoli tipici del tempo e se possibile il continua ricorso al climax stereotipato di impaccio e suspance. I giapponesi potrebbero ottenere qualcosa di veramente pregevole