Valkyria Chronicles 4 guadagna una versione di prova su PlayStation Store giapponese in attesa del lancio ufficiale il 12 marzo. Un ritorno al passato che sa di certezza verso il futuro, in una avventura tutta nuova
Un filmato di apertura dalla melodia struggente segna il primo contatto con Valkyria Chronicles 4, certificando il ritorno in casa SEGA a uno delle saghe più amate dal pubblico di tutto il mondo, opponendo la sicurezza delle proprie origini al cambiamento radicale promosso dal discusso Valkyria Revolution, con un protagonista che guarda l’orizzonte alla ricerca di speranza e libertà invece di trovarsi prigioniero dell’odio e della vendetta. Già le prime note di Light up my Life offrono al giocatore quel senso di quiete, di unità che tanto abbiamo cercato negli anni e la voce di Mai Kuraki non fa che rendere più forte la nostra empatia come se ci trovassimo proprio lì accanto a Claude Wallace e alla sua Squadra E. Potremmo magari essere uno Scout che con uno sguardo attento si muove sicuro nei vicoli, o uno Shocktrooper al fianco di Raz pronto a dedicare del piombo a chi cerca di avvicinarsi troppo ai nostri compagni. Magari potremmo essere una nuova recluta tra gli Sniper, che con fatica cerchiamo di affilare la nostra mira al punto da guadagnarci magari il titolo di allievi di Kai Schulen, la One Shot Killer. E perché non un Grenadier insieme alla geniale Riley Miller, mentre con fatica trasciniamo sotto il fuoco nemico tutto l’occorrente per far piovere meravigliose esplosioni su chi credeva di essersi perfettamente nascosto in quel vicolo?
La versione di prova offerta da SEGA attraverso il PlayStation Network giapponese è un ottimo assaggio di una serie che dopo gli anni riscopre se stessa, offrendo ai giocatori una esperienza di gioco rinfrescata senza più separarsi dalle proprie radici. Come se avesse ricordato i desideri alla pubblicazione del primo Valkyria Chronicles tanti anni fa su PlayStation 3, volendo festeggiare il suo decimo anniversario nel migliore dei modi. L’obiettivo è stato raggiunto?
It will be done!
Il 1935 è un anno importante nell’ambientazione di Valkyria Chronicles, l’inizio di tante storie nella ricerca della libertà o della redenzione come visto nei precedenti capitoli – fatta chiaramente esclusione di Valkyria Chronicles 2 che fa da sequel diretto al primo capitolo. Qui il protagonista non sarà Welkin Gunther e non ci saranno i Nameless guidati da Kurt Irving, ma un Claude Wallace che ha studiato all’Accademia Militare con grande impegno e ora comandante della Squadra E, che dal suo carro armato guida con saggezza e un coraggio indomabile i suoi uomini. La versione di prova di Valkyria Chronicles 4 ci permette di prendere visione del prologo e dei primi due capitoli della trama principale, una offerta di narrazione decisamente sostanziosa che potrà tenerci compagnia per alcune ore anche decidendo di completarla tutta d’un fiato.
Un totale di cinque scenari di battaglia in cui metterci alla prova: tre principali e due secondari a cui avremo accesso una volta completato il primo e il secondo capitolo. Elemento interessante è la parte tecnica strettamente collegata alla storia nelle battaglie di trama, in una serie di obiettivi che renderanno le varie sfide più interessanti da vivere invece che semplicemente da superare in uno scontro meccanico, vedendo così ogni fase di gioco suddivisa in porzioni indipendenti. Ciò che ci viene raccontata quindi è una guerra che SEGA non ha intenzione di relegare alla pressione di un semplice tasto, come per ricordarci l’importanza del grilletto e di rendere chiare le sensazioni dei suoi eroi, delle loro emozioni e delle loro vicende.
Stilisticamente il titolo si presenta come una versione migliorata di Valkyria Chronicles Remastered, proposta del capitolo originale su PlayStation 4 in forma restaurata. Meglio ancora, un titolo che ha deciso di compiere il passo successivo tanto atteso su una via che i giocatori di tutto il mondo hanno già riconosciuto come essenziale, preferendo tratti morbidi a quelli più affilati conosciuti con il capitolo della rivoluzione. Proprio per questo motivo ci troveremo a vivere la storia principale sfogliando le pagine di un album di foto, dove ogni evento sarà rappresentato dalla propria diapositiva potendo spostarci tra le modalità di gioco attraverso appositi segnalibri. Fatta esclusione degli scenari di battaglia non ci saranno campi da esplorare e personaggi non giocanti con cui parlare in terza persona, scorrendo i vari menu finché non saremo pronti ad andare in battaglia.
Operation Complete
Il ritorno alle origini non è stato un atto di pigrizia da parte di SEGA, bensì un punto di partenza verso il futuro portando tante novità in uno scenario d’abitudine. Osservando il sistema di battaglia si conferma il sistema a turni già collaudato e apprezzato dal pubblico, con un bacino di AP a disposizione per permetterci di muovere una unità su una grande mappa di gioco dove visualizzeremo i nemici solo se nel campo visivo dei nostri uomini. L’analogico ci permetterà il libero movimento, nei chiari limiti della stamina del soldato di turno che varierà in base alla classe in questione, potendo andare in modalità di fuoco premendo il tasto R1. Il tasto cerchio poi ci permetterà di confermare l’attacco, la X invece ci farà tornare immediatamente alla modalità di esplorazione con la possibilità di completare il turno premendo il pannello touch del nostro DualShock. Altri comandi utili degni di menzione sono la possibilità di visualizzare una minimappa attraverso L1, cambiare l’arma con la secondaria che fatta esclusione degli Engineer sarà spesso una fidata granata al nostro fianco attraverso il quadrato, o potersi riparare dietro dei sacchi di sabbia o coperture affini attraverso il tasto cerchio. Inoltre se l’unità in uso sarà uno Sniper o un Grenadier la levetta analogica destra ci permetterà rispettivamente di zoomare sull’obiettivo o di alzare la visuale riuscendo così a controllare meglio la nostra parabola. Tutto nella norma quasi, presentando però due modifiche a loro modo importanti: la prima quella di poter muovere qualunque carro armato con il consumo di un solo AP, un valido incentivo rivolto ai giocatori che hanno sempre preferito l’uso dei più economici soldati, il secondo invece è la meccanica di schieramento dei soldati presso le basi che ora avverrà al turno immediatamente successivo alla convocazione. Una circostanza che quindi ci porta a ponderare con attenzione la protezione dei nostri checkpoint, senza più poter far apparire una unità d’emergenza davanti a un nemico che ha eluso con successo il nostro esercito.
Ho ritenuto opportuno dedicare una sezione apposita al Grenadier, piccola ma grande aggiunta nel sistema classi di Valkyria Chronicles 4. Credo di aver ripetuto gli scenari a disposizione svariate volte per apprendere pienamente i pro e i contro di questa novità e non posso negare di esserne rimasto affascinato, ma allo stesso tempo quasi dubbioso. Il Grenadier è una bella classe dalle grandi possibilità strategiche, capace di colpire con successo anche nemici riparati dietro interi edifici senza battere ciglio grazie alla traiettoria a parabola sostenuta dalla possibilità di alzare la visuale attraverso il tasto dedicato. L’area di impatto ad area poi si rivela un ottimo modo per rendere vana la concentrazione nemica al termine di una via o in una base, facendo saltare in aria tutto senza preoccuparsi del fuoco di intercettazione degli Scout. Del resto l’immensa portata del Grenadier è seconda solo a quella di uno Sniper, con un danno individuale chiaramente inferiore che compensa però con la grande versatilità e area d’impatto. Ciò che lascia perplessi è però la possibilità di azione dell’unità anche nel turno nemico, esibendosi in un fuoco di soppressione che proseguirà incessante anche se lo sventurato si troverà dietro un ostacolo visivo di dimensioni più che accettabili. Un Grenadier sembra scegliere come bersaglio un qualunque nemico ad una altezza pari o inferiore alla sua, sfruttando la visuale massima della modalità di fuoco per la sua individuazione e non quindi quella naturale. Questo sembra discriminato parzialmente da circostanze atmosferiche, oltre a vigere solo se l’unità nemica sarà a bersaglio all’inizio del suo turno negando il fuoco in un qualunque secondo momento. Gli scenari urbani risultano quindi un suo grande limite, mentre i campi di battaglia aperta saranno il loro vero dominio chiedendoci cosa sarà in grado di fare un intero plotone di Grenadier. Gli sviluppatori hanno segnalato la presenza di sei personaggi dedicati a questa classe, forse è questo il motivo per cui il Fencer è stato rimosso data la sua velocità di movimento non eccezionale…
Infine parliamo del sistema di crescita dei nostri personaggi, che ha dato la precedenza al sistema a gruppi del primo Valkyria Chronicles scartando il sistema a livelli individuale presente in Valkyria Chronicles 2 e ulteriormente approfondito in Valkyria Chronicles 3. Qui avremo la possibilità di spendere l’EXP guadagnata al termine di ogni scontro negli ormai noti Training Grounds sotto la guida di Minerva Victor che non lesinerà sul complimentarsi sui risultati ottenuti. Destinataria di tale esperienza sarà la classe in sé, che sfiorando il livello successivo donerà ad ogni personaggio associato un potenziamento dedicato, oltre a sbloccare un nuovo Battle Potential o un Order a intervalli specifici. Stesso discorso per l’equipaggiamento, che una volta acquistato spendendo valuta locale sarà fornito ad ogni unità capace di usarlo. La versione di prova ci ha permesso di raggiungere il lv.4 con ogni Classe, potendo acquistare poche armi prima di impedirci ogni progresso per chiare esigenze di trama. Se alcuni di voi sperano di attendere il lancio ufficiale guadagnando una notevole quantità di esperienza o denaro da investire immediatamente per una partenza perfetta ci duole informarvi che SEGA ha bloccato il cap di queste due riserve a 10.000 EXP e 15.000 DCT.
Un nuovo fronte per una guerra storica
Non posso che ritenermi estremamente soddisfatto di questa versione di prova, che precede di poche settimane il lancio giapponese previsto su PlayStation 4 per il 21 marzo 2018. Se lo scopo di SEGA era quello di attirare l’attenzione del pubblico per aumentare le previsioni di vendita posso dire che l’obiettivo è stato raggiunto con successo: se Valkyria Chronicles 4 poteva sembrare agli occhi dei più scettici come un semplice spin-off del primo capitolo, nel mio caso non è che una avventura altrettanto valida che gli cammina fiera accanto insieme al bistrattato Valkyria Chronicles 3 che purtroppo non ha mai raggiunto il nostro territorio in veste ufficiale. Non è stata un’esperienza priva di difetti, alcuni eventi hanno visto dei tempi di attesa un po’ scomodi con una linea di dialogo che sembrava non voler caricare e il combattimento è rimasto in attesa per alcuni secondi dopo che un soldato nemico aveva deciso di esalare l’ultimo respiro sdraiandosi su un sacco di sabbia lasciandomi immobile fino alla necessaria caduta al suolo, ma la narrazione è stata capace di farmi innamorate di questa serie già dal primo momento, alla prima nota di Light up my Life. Posso dire di sentirmi quasi a casa, anche se con un po’ di impazienza dato il plot twist al termine del secondo capitolo. Questo è essere crudeli, SEGA. Io ora come faccio ad aspettare il lancio europeo?