PROJECT ZERO: Maiden of Black Water – Recensione

Vivi tre avventure parallele e scopri i terrificanti segreti del Monte Hikami in PROJECT ZERO: Maiden of Black Water, in arrivo su console e PC

PROJECT ZERO: Maiden of Black Water – Recensione

Inizia il conto alla rovescia per l’arrivo di PROJECT ZERO: Maiden of Black Water, versione rimasterizzata del titolo horror di KOEI TECMO Games rilasciato per la prima volta nel 2014 su Wii U. Grazie a questa nuova edizione potremo rivivere le vicende legate alla maledizione del Monte Hikami in una veste grafica migliorata e con un sistema di controllo riadattato per le console di attuale generazione. Il titolo includerà all’interno tutti i contenuti aggiuntivi rilasciati per l’originale, oltre che alcune novità come costumi inediti e l’introduzione della modalità Foto con la quale potremo realizzare terrificanti composizioni fotografiche.

Sarà riuscita la software house a creare un buon compromesso di gameplay pur rinunciando alle peculiarità viste sulla console Nintendo? Scopritelo nella nostra recensione di PROJECT ZERO: Maiden of Black Water!

PROJECT ZERO: Maiden of Black Water

  • Titolo: PROJECT ZERO: Maiden of Black Water
  • Piattaforma: PlayStation 5, Xbox Series X|S, PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
  • Genere: Survival Horror
  • Giocatori: 1
  • Publisher: KOEI TECMO GAMES
  • Sviluppatore: KOEI TECMO GAMES
  • Lingua: Inglese (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 28 ottobre 2021
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: tutti i contenuti aggiuntivi precedentemente rilasciati per l’originale saranno inclusi all’interno del gioco
  • Note: versione rimasterizzata dell’omonimo titolo per Wii U. Disponibile anche in versione Digital Deluxe Edition con un artbook e dei costumi dedicati ai protagonisti dei precedenti capitoli del franchise

Abbiamo recensito PROJECT ZERO: Maiden of Black Water con un codice PlayStation 5/PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da KOEI TECMO GAMES tramite Koch Media.

Yuri, una delle protagoniste di PROJECT ZERO: Maiden of Black Water

Il Monte Hikami, un luogo in cui il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si sovrappone. In questa montagna in passato venivano compiuti rituali di purificazione degli spiriti, per aiutarli ad attraversare il confine tra i due mondi e trovare così il meritato riposo, sfruttando l’acqua sorgiva che sgorga lungo tutto il monte. Purtroppo però uno di questi rituali non è andato a buon fine, e da allora spiriti malefici infestano la montagna rendendola un luogo oscuro in cui le persone scompaiono in modi misteriosi. Yuri Kozukata, ragazza con la capacità innata di vedere gli spiriti, Ren Hojo, autore di libri sul folklore, e Miu Hinasaki, giovane alla ricerca di sua madre, si troveranno a dover esplorare la montagna e affrontare non solo gli spiriti che la abitano, ma anche gli spettri del loro passato.

Una miss scacciafantasmi

Per poter parlare del gameplay di PROJECT ZERO: Maiden of Black Water dobbiamo fare un passo indietro alle origini della saga. Fin dal lancio del primo titolo nel lontano 2001 infatti sono due gli elementi cardine che caratterizzano il franchise: l’esplorazione di ambientazioni ispirate alla tradizionalità e al folklore giapponese e un sistema di combattimento estremamente peculiare che sfrutta la Camera Obscura, macchina fotografica con la capacità di esorcizzare gli spiriti. I due elementi sono estremamente legati l’uno all’altro, tanto che la macchina fotografica ci tornerà utile tanto in esplorazione quanto in combattimento grazie alla possibilità di rendere tangibili oggetti altrimenti inaccessibili o di ricevere indizi per proseguire con l’avventura.

Ren e Rui alla ricerca di informazioni sul Monte Hikami in PROJECT ZERO: Maiden of Black Water

Durante l’esplorazione inoltre potremo scattare foto a spiriti benevoli e guadagnare così punti, che potremo spendere sia per l’acquisto di oggetti tra un capitolo e l’altro che per migliorare la Camera Obscura rendendola più efficace in battaglia. Nelle vastissime aree di gioco inoltre ci capiterà di trovare oggetti da raccogliere, tra documenti che ci forniranno informazioni aggiuntive sulla trama e consumabili da utilizzare per ripristinare le energie dei protagonisti. Ma dovremo stare molto attenti, alcuni di questi oggetti infatti saranno protetti da spiriti maligni che tenteranno di afferrarci causando così non solo danni al personaggio utilizzato, ma anche un discreto spavento al giocatore.

Il battaglia dovremo sfruttare la Camera Obscura per esorcizzare gli spettri che tenteranno di attaccarci, scattando loro foto per ridurre le loro energie. La potenza di una foto dipenderà sia dall’inquadratura del fantasma che dalla tipologia di pellicola utilizzata per lo scatto, e grazie all’utilizzo di lenti speciali potremo conferire degli effetti particolari ad ogni scatto. Le lenti infatti ci garantiranno la capacità di rallentare i movimenti dei nemici o di respingerli e allontanarli, dandoci così un tempo di reazione maggiore. Nonostante in origine il titolo sfruttava il pad di Wii U come un secondo schermo che rappresentava la Camera Obscura, permettendoci così di decidere l’angolazione dello scatto in base alla posizione del controller, la software house è riuscita a semplificare e riadattare questo sistema legando l’utilizzo della Camera Obscura all’analogico destro, ai sensori di movimento e ai tasti dorsali.

Paint it Black

Come anticipato all’interno di PROJECT ZERO: Maiden of Black Water utilizzeremo tre protagonisti differenti e nonostante le meccaniche base del sistema di combattimento saranno uguali per tutti, ognuno di essi possiede delle peculiarità in battaglia. Yuri e Miu condivideranno la stessa Camera Obscura, con le stesse tipologie di lenti a disposizione per entrambe le protagoniste, ma Miu possiede l’innata capacità di sfruttare il potere spiritico accumulato per rallentare i movimenti dei nemici ed eseguire scatti ancora più potenti. A differenziarsi maggiormente sarà invece Ren che, grazie a un modello differente della macchina fotografica, non potrà sfruttare lenti particolari ma avrà la capacità di scattare diverse foto di fila causando danni maggiori agli spiriti.

Miu è alla ricerca di sua madre in PROJECT ZERO: Maiden of Black Water

Utilizzando i punti ottenuti sia in esplorazione che in battaglia potremo potenziare le due Camera Obscura in nostro possesso, andando così a migliorare le loro statistiche in battaglia. Non solo potremo aumentare la potenza di attacco di ogni foto, ma potremo persino diminuire il tempo di ricarica tra uno scatto e l’altro o incrementare il quantitativo di energia spirituale ottenuta con ogni fotografia. Inoltre proseguendo con l’avventura potremo ottenere altre capacità opzionali, come la possibilità di vedere l’energia residua di uno spirito o di schivare gli attacchi nemici.

Una volta completata la trama principale sbloccheremo un’avventura parallela che vedrà come protagonista niente meno che Ayane, la kunoichi del clan Mugen Tenshin apparsa per la prima volta in DEAD OR ALIVE. L’avventura di Ayane sarà molto differente rispetto a quella degli altri protagonisti, in quanto lei non avrà a disposizione una Camera Obscura per respingere gli attacchi degli spiriti. La kunoichi dovrà sfruttare le sue abilità stealth per raggiungere i suoi obiettivi, e l’unica arma a sua disposizione sarà una torcia con la capacità di stordire gli avversari per un breve periodo di tempo.

Dark Tourism

Dal punto di vista tecnico PROJECT ZERO: Maiden of Black Water va a migliorare alcuni degli aspetti dell’originale, rendendo l’esperienza di gioco ancora più terrificante. Il comparto grafico del gioco è stato migliorato grazie all’introduzione di texture più pulite e dalla definizione maggiore e ad un ribilanciamento delle luci all’interno del gioco. Il titolo risulta visivamente molto interessante, in particolar modo per il design di nemici e ambientazioni che risulteranno davvero inquietanti. Ogni scelta è realizzata infatti per incutere timore nel giocatore, a partire dalla telecamera che si avvicinerà ai protagonisti ogni volta che apriremo una porta andando così a ridurre il nostro campo visivo incrementando l’ansia per un possibile spavento.

Ayane avrà una storia parallela a lei dedicata in PROJECT ZERO: Maiden of Black Water

Anche il comparto sonoro sarà capace di metterci i brividi, sia per le splendide musiche composte da Ayako Toyoda che per l’eccellente gestione dell’audio ambientale. Ogni minimo rumore presente nel gioco non è stato lasciato al caso, e servirà per incutere timore al giocatore durante l’esplorazione del terrificante Monte Hikami. Una piccola pecca è legata invece al doppiaggio giapponese, il labiale dei personaggi infatti spesso non coinciderà col parlato e anche i sottotitoli scorreranno più velocemente dei dialoghi.

Un’altra negatività a livello tecnico è la macchinosità dei controlli per il movimento. Capiterà infatti durante l’esplorazione che i personaggi risultuno un po’ troppo legnosi da manovrare, soprattuto durante la camminata. Si tratta pur sempre della remastered di un titolo del 2012, ma sarebbe stato bello se la software house avesse apportato qualche miglioria anche al sistema di movimento. Ottima novità di PROJECT ZERO: Maiden of Black Water è invece la modalità foto, con la quale potremo realizzare tantissime composizioni fotografiche capaci di terrorizzare anche il più stoico dei giocatori. Non solo potremo piazzare liberamente personaggi e fantasmi, scegliendo per loro pose ed espressioni, ma avremo la possibilità di impreziosire le foto grazie a una serie di filtri e cornici.

A chi consigliamo PROJECT ZERO: Maiden of Black Water?

Siamo nel mese più spaventoso dell’anno e se cercate un titolo capace di tenervi sotto tensione PROJECT ZERO: Maiden of Black Water è senza dubbio ciò che fa per voi. Il titolo di KOEI TECMO GAMES rappresenta un’esperienza di gioco davvero inquietante e allo stesso tempo racconta una trama ricca di malinconia, i cui intrecci narrativi risultano davvero interessanti. Si tratta di un ottimo bilanciamento che farà felici tutti gli amanti del genere horror in stile giapponese, di cui purtroppo al momento ci sono davvero pochi esponenti in campo videoludico.

Lo spirito vendicativo della Maiden of Black Water tenterà di ostacolarci in ogni modo

  • Include tutti i DLC dell’originale e tante novità
  • Le ambientazioni e gli spiriti sono davvero terrificanti
  • Sistema di gioco inquietante e ben bilanciato…

  • …Ma i controlli per il movimento spesso sono legnosi
  • Chi non conosce il franchise potrebbe perdere alcuni dettagli della trama
  • Non disponibile in edizione fisica
PROJECT ZERO: Maiden of Black Water
4

Terrificante quanto divertente

Erano anni che aspettavo di mettere mano su PROJECT ZERO: Maiden of Black Water e fortunatamente l’attesa è stata ripagata in modo strepitoso. Da grandissimo fan della saga che non disponeva di una console Wii U, aspettavo con ansia una versione rimasterizzata di questo capitolo. Il lavoro svolto da KOEI TECMO GAMES per migliorarlo e renderlo più attuale ha alti e bassi, se da una parte troviamo un comparto grafico che risulta più pulito e al passo coi tempi dall’altra è rimasta la macchinosità dei movimenti dell’originale. Nonostante ciò la narrazione e il sistema di gioco sono davvero eccellenti, e il titolo riesce a mantenerci in un costante stato di ansia pur invogliandoci a proseguire per scoprire la verità sul Monte Hikami e sui tre protagonisti dell’opera. L’artbook incluso con la Digital Deluxe Edition è inoltre un’ottima aggiunta per riscoprire i precedenti capitoli del franchise, anche se ancora non mi spiego l’assenza di Zero: Tsukihami no Kamen, unico capitolo mai uscito dai confini del Giappone. In definitiva spero vivamente che PROJECT ZERO: Maiden of Black Water riesca a riscuotere un discreto successo, perché sarebbe fantastico in futuro vedere una prosecuzione del franchise, di cui si sente la mancanza nel panorama videoludico moderno.

Raro esemplare di panda sardo cresciuto a bambù e JRPG. Soffre di sindrome di Stoccolma nei confronti di SQUARE ENIX, ed è disposto a privarsi del sonno pur di spulciare all’inverosimile ogni titolo gli capiti fra le mani.

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