Rhapsody Marl Kingdom Chronicles è una raccolta molto intrigante per tutti gli appassionati di giochi di ruolo vecchio stampo. Del resto, NIS America, nel corso degli ultimi anni, ha sempre dimostrato di saper strizzare molto bene l’occhio ai suoi fan, portando su schermo produzioni in grado di soddisfare diverse fette d’utenza con grande semplicità. Questa nuova edizione, disponibile sia su PlayStation 5 sia su Nintendo Switch, porta su schermo o, per meglio dire, riporta su schermo una doppia avventura, che gli esperti del genere e del brand in questione avranno già vissuto ormai oltre venti anni fa. Rhapsody Marlo Kingdom Chronicles include infatti Rhapsody II: Ballad of the Little Princess e Rhapsody III: Memories of Marl Kingdom, ossia i sequel in ordine cronologico e numerico di Rhapsody A Musical Adventure.
Per chi non conoscesse la serie, è doveroso comprendere che, al netto del suo rivolgersi a una fetta d’utenza molto stretta e di nicchia, stiamo parlando di un prodotto molto importante, almeno sul piano strutturale. La serie, infatti, ha provato a mixare, per la prima volta, gli stilemi classici dei giochi di ruolo con i dogmi dei musical tradizionali, con risultati anche interessanti. La scelta di rendere tutto un po’ più semplice e romanzato, all’epoca, ha ben pagato, ragion per cui in tanti sono rimasti positivamente colpiti dalla scelta degli sviluppatori di provare a riproporre queste due importanti avventure a una generazione di videogiocatori completamente diverse da quella del tempo. E, ovviamente, lasciatemi dire che trovo doveroso sottolineare che un lavoro del genere assume una valenza decisamente più interessante su Nintendo Switch grazie alla sua natura ibrida (la portabilità fa la differenza!), ragion per cui mi sento subito di consigliarvi, nel caso, l’acquisto della versione in questione. Per tutti gli altri dettagli sulla resa finale del titolo non vi resta che continuare con la lettura della recensione.
- Titolo: Rhapsody Marl Kingdom Chronicles
- Piattaforma: PlayStation 5, Nintendo Switch
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: RPG
- Giocatori: 1
- Publisher: NIS America
- Sviluppatore: Nippon Ichi Software
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 1 settembre 2023
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: la Deluxe Edition fisica include un poster e un mini artbook
Abbiamo recensito Rhapsody Marl Kingdom Chronicles con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da NIS America tramite PLAION.
Due titoli, un’unica, grande, storia
Raccontare una storia, spesso, è molto complicato, anche quando si prova a fare leva su argomenti semplici e diretti. Sotto questo aspetto, la serie Rhapsody fa sfoggio della bravura di NIS nel confezionare al meglio le sue produzioni, con quel solito piglio particolare e “incurante” dell’approvazione esterna. Proprio a tal proposito, è paradossale quanto NIS, all’epoca, abbia deciso di puntare proprio su una direzione tematica molto lineare e volutamente romanzata, che, appunto, si basa sulla volontà di lasciar spazio a una sequela di situazioni, personaggi e linee narrative molto basilari, ma non per questo poco profonde. Del resto, oggi come ieri, la vera forza del brand è stata quella di saper creare un nucleo narrativo che si basa molto sull’importanza del cast e della sua scrittura, diventato notoriamente uno dei punti di forza del brand.
Le due storie narrate, che, chiariamo subito, possono essere vissute in maniera completamente libera anche tramite la selezione iniziale che permette di scegliere tra i due titoli, si basano su espedienti narrativi semplici, e si sviluppano intorno, appunto, a un cast ricco e variegato e che riesce a dare a tutta la struttura una veste più armoniosa di quanto si possa immaginare. La vicenda del secondo capitolo ruota intorno al personaggio di Kururu, che prova a seguire le orme della madre compiendo un viaggio alla ricerca della felicità e delle conoscenza, lanciandosi a capofitto in un mondo ricco di segreti e meraviglie, ma anche di pericoli e minacce nascoste. L’evoluzione del personaggio e del mondo di gioco sono il cuore pulsante della storia, che si amplia con Rhapsody III: Memories of Marl Kingdom, in cui fanno la comparsa diversi nuovi volti, destinati a dare nuova linfa a una produzione che, come detto in precedenza, dal punto di vista narrativo si piazza comunque molto bene. A Kururu, dunque, si affianca il personaggio di Cornet, anch’ella caratterizzata da una carica autoriale intrigante e in grado di sorreggere il peso della storia sulla proprie spalle. Tra intrighi, misteri, cospirazioni e, perché no, tante risate, le due avventure si lasciano vivere senza troppi affanni e, oggi come ieri, risultano sempre molto scorrevoli e piacevoli, per quanto comunque mai veramente memorabili o formidabili dal punto di vista creativo.
Un grande cuore da JRPG
I due capitoli inclusi nella Rhapsody marl Kingdom Chronicles hanno avuto il pesante compito di stravolgere in modo positivo, riuscendoci, l’infarinatura ludica della serie. Rhapsody II: Ballad of the Little Princess è il primo punto di snodo rispetto al passato un netto cambio in termini di gameplay che porta la serie a un forte cambio di rotta. Il secondo capitolo numerato della serie, infatti, passa da un sistema di combattimento strategico a quello, appunto, più classico e soprattutto forse più apprezzato in quello specifico segmento di tempo degli RPG giapponesi a turni, che proprio a cavallo tra la fine degli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio ha vissuto un’epoca d’oro impareggiabile. Rhapsody II è dunque un gioco di ruolo molto classico e anche complessivamente attuale ancora oggi. La composizione del party si lega a quella dei puppet, che vengono utilizzati come una sorta di personaggio extra, legati ai membri “ufficiali” del party selezionati.
Niente di clamoroso, dunque, ma considerando il periodo d’uscita originale e soprattutto le origini di base della produzione va di per sé che il lavoro svolto dal team di sviluppo ha sputo spingere la produzione verso nuove vette qualitative. Il terzo capitolo, invece, pur volendo rappresentare una nuova evoluzione rispetto al suo predecessore, è stato progettato con una vena creativa meno brusca e più in linea con il passato recente della serie. Rhapsody III: Memories of Marl Kingdom rimane un JRPG a turni come il capitolo precedente, ma fa una sorta di ritorno alle origini, mixando in maniera tutto sommato molto intelligente gli stilemi sia del genere di riferimento sia degli RPG più tattici. Nel terzo capitolo della serie è fondamentale gestire le “truppe” legate a ognuno dei quattro membri del party, per un totale di ben dodici personaggi schierati contemporaneamente in campo, divisi in quattro file da quattro. Ma non finisce qui. La scelta dei personaggi da affiancare ai quattro leader modifica sensibilmente anche le caratteristiche di questi ultimi, e dunque diventa fondamentale e questa è soltanto una piccola parte di quello che riesce a offrire un titolo che ludicamente si presenta con una carica autoriale decisamente intrigante, innovativa e per certi versi geniale.
Luci e ombre dal mondo del vero amore
Come vi dicevo poc’anzi, la beltà di un gameplay molto innovativo e attuale (soprattutto quello del terzo capitolo) si scontra con una veste grafica molto limitata e che, onestamente, risulta un po’ troppo fuori luogo. Il team di sviluppo, invero, ha ridisegnato i fondali per renderli più vicini allo standard attuale, ma il risultato finale è comunque molto modesto. La modellazione dei personaggi è rimasta praticamente invariata e, soprattutto in modalità docked su un televisore da 50”, il risultato finale non è esattamente dei migliori. Al netto di ciò, però, voglio subito tranquillizzarvi: il titolo, anzi, i titoli, rimangono godibilissimi e soprattutto possono godere di una veste artistica di tutto rispetto. Entrambi i capitoli sono infatti molto colorati e caratterizzati da una palettatura cromatica molto accesa e volutamente “abbagliante” il che rende i semplici scenari fonte di scorci memorabili e in cui lasciarsi andare. Da buon musical game, poi, la colonna sonora che accompagna le avventure è decisamente pregevole.
I brani della colonna sonora composta da Tensei Sato sono splendidi, oggi come ieri, e riescono a rendere tutta l’esperienza un vero e proprio viaggio fantasy vecchio stile. Infine, gli sviluppatori hanno inserito diversi filtri grafici che i giocatori possono scegliere liberamente. Certo, non si tratta di niente di clamoroso, ma è comunque un’aggiunta gradita, soprattutto per chi ama sperimentare e smanettare con le impostazioni di gioco.
Vivi nuovi capitoli delle avventure di Marl Kingdom in Rhapsody II: Ballad of the Little Princess e Rhapsody III: Memories of Marl Kingdom! Unisciti a Kururu, figlia di Cornet e Ferdinand, nella sua ricerca del vero amore in questo classico RPG in tutta la sua gloria. Con una grafica rimodernata, una trama accattivante, una splendida colonna sonora e un finale emozionante, Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles fa il sul debutto sul mercato occidentale e farà sicuramente breccia nel tuo cuore!
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A chi consigliamo Rhapsody Marl Kingdom Chronicles?
Rhapsody Marl Kingdom Chronicles è un titolo particolare, che mi sento di consigliare principalmente a chi all’epoca conosceva già la serie e, magari, attendeva a gran voce l’arrivo dei capitolo successivi. Questa raccolta, infatti, include due prodotti molto particolari, che non piaceranno proprio a tutti, ma che, sono sicuro, faranno passare tante ore di divertimenti agli appassionati del genere e, soprattutto, della serie. Il vero limite di questa riedizione è comunque l’aspetto tecnico. Lo sforzo compiuto dagli sviluppatori è stato fin troppo blando e magari con qualche sforzo in più si sarebbe potuto puntare un po’ più in alto.
- Splendida colonna sonora
- Due titoli molto interessanti, soprattutto per gli appassionati del genere
- Tecnicamente si poteva fare di più
- L’assenza della localizzazione italiana potrebbe far storcere il naso a molti
Rhapsody Marl Kingdom Chronicles
Un tuffo nel passato
Rhapsody Marl Kingdom Chronicles è un prodotto che tutti gli appassionati del brand dovrebbero avere nella loro libreria. Superato lo scoglio dell’aspetto tecnico non al passo coi tempi, il titolo può garantire diverse ore di divertimento agli appassionati di JRPG, grazie a uno stile per certi versi unico e a un gameplay decisamente intrigante. Peccato, e lo ribadisco, per le poche novità strutturali, ma nel complesso il risultato finale è comunque accettabile.