Abbiamo provato la versione demo dell’attesissimo Danganronpa V3: Killing Harmony, in arrivo in Europa a settembre. Ecco le nostre prime impressioni
In questi giorni Spike Chunsoft ha reso disponibile su PlayStation 4 e PC occidentali una breve versione dimostrativa in lingua inglese di Danganronpa V3: Killing Harmony, ultimo capitolo della saga di visual novel a tema investigativo partorita da Kazutaka Kodaka iniziata nel 2010 con Danganronpa: Trigger Happy Havoc e continuata con Danganronpa 2: Goodbye Despair, di cui fanno parte poi altri molteplici prodotti mediatici come anime, romanzi, manga, uno spinoff sparatutto (Ultra Despair Girls, recentemente uscito anche su PC e PS4) e, persino spettacoli teatrali che rappresentano gli eventi dei primi due giochi della serie.
I giochi puramente narrativi, come avventure grafiche e visual novel, sono una delle mie tipologie di gioco più gettonate, e Danganronpa è senza dubbio la mia novel preferita. Non solo per la sua trama avvincente e per i suoi personaggi dall’aspetto strambo ma dannatamente ben caratterizzati (Monokuma è uno dei migliori cattivi mai apparsi in un videogioco), ma anche al suo altalenare momenti puramente narrativi ad appassionanti minigiochi carichi di azione durante i turbolenti processi. Ammetto di aver comprato, al tempo, una PlayStation Vita solo ed esclusivamente per giocare alla serie di Danganronpa, ben prima che Spike Chunsoft decidesse di farla uscire anche su Steam, e ho praticamente giocato tutti i giochi portati sulla piccola di casa Sony. Sebbene avessi già giocato a questo V3 in giapponese, ho continuato ad attendere con ansia l’arrivo della versione inglese, vuoi per le sfaccettature che mi sono persa a causa delle mie esigue conoscenze di giapponese che per vedere il lavoro che avrebbero fatto i ragazzi di NIS America nella sua localizzazione. Motivo per cui non ho atteso per fiondarmi sulla demo anglosassone di questo succulentissimo gioco.
La premessa di V3 è quella a cui ormai la serie ci ha abituato dagli albori: sedici studenti, ognuno con il proprio talento “Non Plus Ultra” (o Ultimate), costretti loro malgrado a convivere in uno spazio chiuso e a uccidersi l’un l’altro per uscire vincitori da uno spietato gioco mortale. Ogni qualvolta uno studente ucciderà un compagno, tutti i sopravvissuti dovranno indagare sul delitto avvenuto e tirare fuori le loro scoperte durante il processo di classe, nel quale il giocatore dovrà esaminare le prove e le testimonianze raccolte durante le indagini per arrivare alla verità e svelare l’identità del colpevole di turno, pena, la morte di tutti i partecipanti tranne l’assassino, a cui sarà permessa la libertà. Ma la verità non è sempre facile da comprendere, e talvolta bisognerà giocare sporco e mentire, pur di raggiungerla…
Tra bugie e mezze verità…
Per quelli di voi che vorrebbero giocare la demo ma hanno paura di incappare in qualche spoiler sulla complessa e succulenta storia di questo V3, non abbiate timore: la demo è un mini capitolo a sé stante e completamente sconnesso dalla trama principale, inteso principalmente come introduzione all’ambientazione di gioco, ovvero L’Accademia per Giovani Galeotti Talentuosi, alla giovane Kaede Akamatsu (che il gioco non perderà occasione di etichettare come la protagonista del gioco) e a tutti gli altri studenti Non Plus Ultra partecipanti a questo ennesimo gioco mortale, tra i quali figurano dei talenti ancora più particolari degli ultimi due giochi (come un robot e il leader supremo di un’organizzazione segreta), tutto con la complicità dei protagonisti dei precedenti due giochi, ovvero Makoto Naegi e Hajime Hinata. Il giocatore sarà libero di scegliere se buttarsi nell’antefatto narrativo o direttamente nel succo del gioco con il processo di classe vero e proprio. La prima parte permette di esplorare alcune delle stanze che vanno a delimitare l’accademia, in modo da poter trovare i vari personaggi e parlarci per avere un assaggio del loro carattere, in attesa di poterlo esplorare appieno nel gioco completo. Poi, una volta finito di esplorare, si può procedere nella storia recandosi semplicemente in palestra. Di lì in poi, si assisterà ad un omicidio (ancora una volta, sconnesso dalla trama del gioco vero e proprio, poiché la vittima è uno dei personaggi di Trigger Happy Havoc, già usato nella demo del rispettivo gioco) e si dovrà indagare e raccogliere testimonianze in vista del processo di classe.
Come da manuale in questa serie, il processo è suddiviso in più segmenti e minigiochi, dei quali solo alcuni sono stati inseriti nella demo. Per il bene della lunghezza di questo articolo e del fatto che si sta comunque discutendo un’anteprima, i minigiochi della demo gli unici che tratterò in questo scritto. Avrete maggiori dettagli sugli altri minigiochi quando uscirà la recensione per il gioco completo.
Il primo e più importante è senza dubbio il Dibattito Nonstop, nel quale si ascolteranno le deposizioni di tutti i personaggi sullo schermo e si dovrà stare attenti alle incongruenze, tutte scritte in caratteri gialli, che dovranno essere confutate grazie ai Proiettili della Verità, ovvero le prove raccolte durante le indagini; con essi dovremo mirare e sparare contro le incongruenze per infrangerle. V3, tuttavia, scuote un po’ le cose per aggiungere più pepe a questa meccanica di gioco: sarà infatti possibile, tenendo premuto il tasto con cui si sparano i proiettili, trasformare la prova selezionata in un Proiettile Bugia, e usarla per cavarsi d’impaccio mentendo spudoratamente, meccanica che va a sostituire il vecchio (ma poco pratico) sistema grazie al quale, tenendo premuto il tasto su una confutazione, la si poteva trasformare in un Proiettile della Verità. Altra aggiunta è il Dibattito a tre, dove l’azione di gioco si dividerà in tre, con i vari personaggi le cui voci si sovrappongono una all’altra, e il giocatore che dovrà riuscire, nel marasma, a captare e confutare le incongruenze. Altri minigiochi inseriti nella demo sono un mini-puzzle in cui far sparire i blocchi in ordine per scoprire le immagini delle possibili prove, delle quali bisognerà poi selezionare quella giusta, e il Taxi Mentale, un giochino che strizza l’occhio a vecchi titoli arcade automobilistici come lo storico OutRun, in cui dovremo pilotare un’automobile su di uno scenario decisamente vaporwave per raccogliere le lettere di una domanda, e poi scegliere la direzione segnata dalla risposta che si ritiene giusta, finché non si avrà risposto a tutti gli interrogativi posti dal gioco.
Dopo circa due orette di gameplay, in cui si avrà assaggiato un po’ tutte le meccaniche cardine del gioco, Monokuma interrompererà l’azione, ricordandovi che si tratta solo di una demo, e che quindi più di un tot di tempo non si può proseguire, lasciando tutto il caso ancora aperto, e noi ancora più vogliosi di vedere cos’avrà in serbo per noi Danganronpa V3 quando uscirà sui lidi occidentali a fine settembre (ricordiamo che il gioco uscirà il 26 su Steam e il 29 sui sistemi PlayStation).
Un’attesa disperata
Dopo aver portato a termine il gioco in giapponese e aver avuto un assaggio della versione occidentale, non posso che non stare più nella pelle nell’attesa dell’uscita occidentale di Danganronpa V3: Killing Harmony. La traduzione è davvero ottima, sebbene sia palese che gli adattatori si siano presi delle belle libertà rispetto alla versione giapponese (vedi il personaggio di Gonta, che nella versione inglese parla come un selvaggio, o il robottino Keebo, che ha visto il suo nome trasformarsi in una più robotica sigla K1-B0), ma resta comunque un testo gradevole e molto fedele all’originale, nel suo contesto. I mini-giochi sono uno più divertente dell’altro, e grazie al cielo non risultano frustranti come quelli già visti negli altri capitoli della serie, come il maledettissimo gambit dell’impiccato di Danganronpa 2… parlarne fra dieci anni mi farà ancora venir voglia di scavare una voragine nel muro a suon di pugni. Il doppiaggio inglese ha i suoi alti e i suoi bassi, ma si tratta comunque di uno dei migliori doppiaggi della serie (soprattutto Lucien Dodge nella parte di Keebo), sebbene NISA abbia voluto riciclare tutti i doppiatori dagli altri giochi di questa saga. Aggiungiamo a questo una grafica dinamica e accattivante e un ottimo comparto narrativo e si può capire perché quello che uscirà a settembre potrebbe essere il miglio capitolo di Danganronpa prodotto finora.