Valkyria Revolution – Recensione

SEGA ci trasporta in una distopica Europa grazie a Valkyria Revolution per PS4, XBO e PS Vita. Basterà la vendetta come motivazione per vincere la guerra?

Valkyria Revolution - Recensione

Valkyria Revolution - RecensioneRagnite. Un misterioso materiale che emette un bagliore azzurro, contiene un energia magica conosciuta come mana. La sua scoperta ha portato la prosperità alle masse, grazie a un numero limitato di soggetti capaci di sfruttare il loro potere grazie all’alchimia. In breve tempo il Mana Engine – strumento alchemico in grado di utilizzare la Ragnite come combustibile – fu inventato in Europa. La manipolazione del mana è divenuta così un processo industriale, permettendo alle masse di accedere all’alchimia e creando una vera e propria rivoluzione. La cosiddetta “Azure Revolution” trasformò l’Europa. Con il crescere della richiesta di Ragnite anche la tensione tra le nazioni aumentava. Ciò ha dato via all’Era dell’Imperialismo, dove le nazioni espandevano il loro dominio grazie ad azioni militari. La rivoluzione ha trasformato per sempre la storia dell’umanità in un’infinità di guerre per il possesso del minerale azzurro. – Richer Laudrup

A sei mesi di distanza dall’uscita nipponica arriva in Europa Valkyria Revolution, action RPG per PlayStation 4, Xbox One e PlayStation Vita. Sviluppato da SEGA in collaborazione con Media.Vision, è uno spin-off del più celebre Valkyria Chronicles, trilogia strategica nata su PS3 e proseguita su PSP. Ambientato in una distopica Europa durante la Azure Revolution, ispirata alla reale Rivoluzione Industriale, ci metterà nei panni di Amleth Grønkjær e della squadra Vanargand alla ricerca di un modo per liberare la loro terra.

  • Titolo: Valkyria Revolution
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita, Xbox One
  • Genere: Action RPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: SEGA
  • Sviluppatore: Media.Vision
  • Lingua: Inglese (testi), Inglese, Giapponese (voci)
  • Data di uscita: 30 giugno 2017
  • Disponibilità: retail, digital delivery, limited edition
  • DLC: contenuti gratuiti post lancio tra cui Ragnite, equipaggiamento e tanti episodi di storia aggiuntivi
  • Note: disponibile in una Limited Edition il CD con la soundtrack

La vicende del gioco ruotano attorno a Jutland, piccolo regno dell’Europa che sta subendo un periodo di crisi per colpa di un embargo economico imposto dal resto del continente. L’embargo è stato proposto principalmente dall’Impero Ruz, superpotenza mondiale che domina gran parte dei territori del continente che cerca un modo di annettere le terre di Jutland al proprio impero senza però rompere l’alleanza tra i regni. La crisi sta generando malcontento tra la popolazione ed è per questo che il Re Jutland ha deciso di contrattaccare in cerca di indipendenza.

Questi sono i motivi che hanno spinto alla Liberation War, o perlomeno è quello che si pensava… A manovrare i fili della guerra ci sono infatti cinque personaggi che passeranno alla storia come “I Cinque Traditori”. Si tratta di esponenti di spicco di stampa, industria, governo e milizia che sono stati capaci di influenzare l’opinione pubblica e smuovere il regno verso la guerra tutto per un unico scopo, la vendetta. Tra essi spicca Amleth Grønkjær, capo dell’unità anti-Valkyria Vanargand, che guiderà la sua squadra sul campo di battaglia con l’intento di eliminare l’imperatore di Ruz e i suoi quattro generali.

Tra i membri della sua squadra troviamo anche Ophelia, principessa ed erede la trono di Jutland, animata da un vero e proprio amore per il suo popolo che vuole liberare dall’oppressione dell’impero. Nonostante i loro obiettivi siano diametralmente opposti i due protagonisti combattono fianco a fianco riuscendo a migliorare la situazione del regno. Ma gli intenti di vendetta sono dei motivi validi per continuare a combattere? E soprattutto riuscirà la loro squadra a contrastare i poteri della temibile Valkyria Brunhilde al servizio dell’Impero?

Urca che bombe!

Valkyria Revolution ci metterà di fronte a delle lunghe sessioni di storia, abilmente narrate dalla professoressa Richer Laudrup intenta a raccontare la vera storia della Liberation War, intervallate da dei combattimenti in tempo “reale”. L’uso delle virgolette in questo caso è d’obbligo visto che le azioni dei nostri personaggi verranno scandite da una barra simile all’ATB vista in tantissimi giochi di ruolo. Tramite il quartier generale dei Vanargand potremo decidere quale missione affrontare, divise tra missioni di storia e libere, ognuna delle quali sarà ambientata in una mappa ben definita. Purtroppo però gli obiettivi saranno quasi sempre gli stessi, dal conquistare gli avamposti avversari allo sconfiggere il generale nemico, rendendo il gioco alle lunghe ripetitivo.

D’altro canto il sistema di combattimento è uno dei punti di forza del titolo, grazie al connubio tra armi ravvicinate, magie e armi da fuoco. In battaglia infatti non solo potremo muoverci liberamente e attaccare il nemico con la nostra arma principale o le abilità equipaggiate grazie alla Ragnite, ma potremo perfino colpirlo dalla distanza grazie alle armi secondarie a nostra disposizione. Saremo quindi noi a decidere con quale approccio affrontare ogni battaglia, se stare sulle retrovie nascosti in una delle tante coperture sparse per il campo di battaglia e colpire con il fucile oppure affrontarli direttamente.

Purtroppo però questo è solo sulla carta, la componente strategica del gioco è infatti totalmente assente. L’utilità delle numerose coperture dove potremo accovacciarci per colpire i nemici di nascosto sarà infatti praticamente nulla. Non solo i nemici si accorgeranno subito della nostra presenza, ma sarà decisamente più comodo avvicinarci per raggrupparli e colpirli con una granata oppure sparare mirando alla testa da una distanza ravvicinata. Lo stesso vale per la varie trappole che troveremo sparse nelle mappe, come ad esempio le mine. Nonostante possano essere disabilitate solamente da alcuni personaggi (o sprecando proiettili) saranno piazzate in modo tale che sarà facilissimo schivarle.

L’esercito dei cloni

Purtroppo però quelli elencati sopra non sono gli unici problemi che affliggono il gameplay di Valkyria Revolution. Il titolo infatti presenta un sistema di personalizzazione dei personaggi che è abbozzato in malo modo, rendendo di fatto ciascun membro dei Vananguard identico all’altro. Ogni protagonista avrà sì il proprio albero di abilità, ma non sarà poi così diverso da quello degli altri. L’albero evolverà andando avanti nel gioco, sbloccando nuove caselle a nostra disposizione che ci permetteranno di aumentare statistiche di attacco e l’affinità elementale del personaggio scelto. L’alberò sarà composto solamente da abilità passive e, per sbloccarle, dovremo consumare le Ragnite ovvero le gemme equipaggiabili che ci garantiscono una tecnica in combattimento.

Questo è un vero e proprio controsenso in quanto le Ragnite non saranno così facilmente reperibili, specie nelle prime fasi di gioco, obbligandoci così a utilizzarle quasi tutte sui quattro personaggi che sceglieremo per la nostra squadra attiva lasciando i sette membri dei Vananguard rimanenti senza migliorie. Anche le Ragnite stesse saranno tutte più o meno simili tra loro, con l’unica differenza per l’attributo elementale di ogni tecnica. Insomma ci ritroveremo a scegliere i personaggi più per la loro estetica che per un vero e proprio riscontro sul campo di battaglia.

Oltre a Ragnite e abilità passive potremo migliorare ulteriormente la squadra grazie al Gear, quattro pezzi di vestiario capaci di donarci ulteriori bonus. Questi possono essere sia comprati che creati grazie ai materiali che troveremo in battaglia e nei negozi e ci garantiranno miglioramenti come un maggiore guadagno di esperienza, una difesa più alta o un numero di proiettili maggiori disponibile. Purtroppo però anche qui il senso di personalizzazione si perde totalmente in quanto il Gear sarà unico per tutta la squadra, uniformando nuovamente tutti i nostri personaggi.

Caricamento in corso…

Valkyria Revolution riesce a risollevarsi grazie allo stile grafico estremamente appagante e ben curato. Grazie all’utilizzo in fase di sviluppo del Gouache Drawing Engine ambientazioni e personaggi sembrano usciti da un quadro ottocentesco, in perfetto equilibrio con il plot del titolo. Anche il comparto sonoro composto da Yasunori Mitsura riesce a far breccia nel cuore dei giocatori, grazie anche ai brani cantati da Brunhilde e Ophelia.

Ma purtroppo anche sulla tecnica il gioco ha diversi problemi, primo fra tutti la presenza di numerosissimi caricamenti tra una scena e l’altra. Capiterà infatti di assistere a filmati davvero brevi della durata di pochi secondi che vengono tagliati improvvisamente da una schermata Now Loading, per poi riprendere con la medesima scena. Questo problema sarebbe del tutto secondario se il gioco non fosse strutturato da ore di filmati e poco gameplay, rendendolo estremamente faticoso da digerire nelle lunghe giocate. Se poi aggiungiamo un IA degli alleati disastrosa nonostante un sistema di Tattiche che dovrebbe migliorarla, delle collisioni imprecise che ci lasceranno incastrati ai piedi dei mecha nemici e degli sporadici cali di frame rate ci ritroviamo di fronte ad un’esperienza di gioco frustrante.

Un altro problema è la presenza di troppi, troppissimi personaggi tra cui scegliere e non solo per i sopracitati problemi di poca personalizzazione e varietà. La trama del gioco si concentra infatti su tanti personaggi ma su pochissimi membri dei Vanangard, relegando quelli rimanenti a delle scenette secondarie che possono essere mancate. Sarà difficile affezionarsi a personaggi di cui sapremo poco o nulla e questo influenzerà anche la nostra scelta durante i combattimenti.

A chi consigliamo Valkyria Revolution?

Se cercate un gioco che possieda dei ritmi serrati e un’azione dinamica purtroppo devo dirvi di passare oltre. Il punto di forza di Valkyria Revolution è senza ombra di dubbio la sua trama, intensa, ricca ed emozionante. Le sessioni di storia infatti avranno una durata decisamente maggiore dei combattimenti, pur considerando le missioni secondarie che potremo affrontare. Senza ombra di dubbio mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti del genere fantasy/politico pregno di intrighi, scalate al potere e scelte contrastanti di cui la trama del gioco è ricchissima.

  • Trama intensa e dettagliata
  • Sistema di combattimento intrigante
  • Stilisticamente appagante
  • Tantissimi personaggi tra cui scegliere…

  • …Ma non tutti sono ben caratterizzati
  • Caricamenti estenuanti
  • Componente strategica totalmente assente
  • Alle lunghe ripetitivo
Valkyria Revolution
3.5

Una vendetta da assaporare a piccoli morsi

La collaborazione tra SEGA e Media.Vision non ha dato proprio i frutti sperati. Valkyria Revolution purtroppo non riesce a convincere totalmente per via dei tantissimi problemi tecnici e le pesanti mancanze a livello di gameplay. La maggior parte dei componenti dei Vanargand mancano di mordente, non hanno quel fattore capace di renderli unici non solo esteticamente e farci affezionare a loro. Il fatto che la personalizzazione sia così scarna li rende ancora più anonimi di quanto non siano nelle poche battute sparse per le ore di gioco. Fortunatamente Valkyria Revolution riesce un po’ a riprendersi grazie a uno stile grafico perfettamente in linea con la ricchissima storia e ad un sistema di combattimento interessante seppur ripetitivo. Vista la mole di dialoghi e filmati unita alla scarsa varietà delle missioni, credo che questo titolo renda decisamente meglio giocato a piccoli assaggi in brevi sessioni di gioco.

Raro esemplare di panda sardo cresciuto a bambù e JRPG. Soffre di sindrome di Stoccolma nei confronti di SQUARE ENIX, ed è disposto a privarsi del sonno pur di spulciare all’inverosimile ogni titolo gli capiti fra le mani.