Durante la 72esima edizione dell’Assemblea sulla Salute Mondiale, i 194 membri del gruppo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno deciso di inserire il Gaming Disorder traducibile come disturbo da gaming nella lista delle malattie ufficialmente riconosciute dalla scienza medica, come disturbo psicologico.
Questa aggiunta arriva insieme all’undicesima revisione delle linee guida sulla lista delle malattie accertate stilata da diverse agenzie di analisi mediche e statistiche, chiamata “ICD-11“. Secondo questa nuova classificazione, il disturbo da gaming si configura come:
Una dipendenza o persistenza di uno schema di comportamento videoludico (gioco digitale o videogioco), sia nella sfera online che in quella offline, manifestata da questi sintomi:
- Mancanza di controllo sull’attività di gioco (frequenza, intensità, durata, termine, contesto).
- Priorità estrema data all’attività videoludica, al punto da trascurare altre normali attività giornaliere o interessi nella vita.
- Continuazione o escalation del tempo passato davanti ai videogiochi ignorando le conseguenze negative risultanti da queste azioni. Questo schema di comportamento dev’essere di una severità tale da risultare in un tangibile e significativo impedimento di altre aree funzionali quali la famiglia, la sfera sociale, educazionale, o occupazionale.
Stando a quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inclusione di questo disturbo è stata decisa dopo aver consultato prove attendibili e il parere di diversi esperti. Questa revisione dell’ICD avrà effetto a partire dall’1 gennaio del 2022.
Com’era prevedibile, la protesta di giocatori e associazioni di categoria come l’Entertainment Software Association iniziata già un anno fa è stata immediata e pesante, a tal punto da far slittare la decisione alla riunione tenutasi proprio in questi giorni.
Fonte: WHO via Kotaku