“E se in quel momento avessi agito diversamente?”. Chi tra noi non si è mai ritrovato a pensare una cosa del genere? Soprattutto nel pieno dell’adolescenza, la vita è costellata di scelte che nel tempo possono trasformarsi in rimpianti, il nemico naturale dell’uomo. E se è risaputo che “con i se e con i ma non si va da nessuna parte”, è anche vero che almeno una volta abbiamo tutti desiderato comunque la capacità di poter cambiare una nostra decisione presa (o non presa) sull’onda del momento. Ed è proprio su questo che gioca Fireworks – Vanno visti di lato o dal basso?, la nuova opera dello studio Shaft che Koch Media ci porta direttamente dal Giappone, in formato Blu-ray e, nel caso, in una Limited Edition comprendente anche un interessantissimo booklet, che andremo ad analizzare nel dettaglio in seguito. Ma diamo fuoco alle polveri e buttiamoci a capofitto in questa avventura!
La versione animata di Fireworks – Vanno visti di lato o dal basso? (Uchiage Hanabi, Shita kara Miru ka? Yoko kara Miru ka?) non è un’opera originale, ma è tratta dall’omonimo film in live action realizzato da Shunji Iwai nell’ormai lontano 1993. Su questa base già ben delineata, nel 2017 Akiyuki Shinbo (Bakemonogatari, Puella Magi Madoka Magica) e Nobuyuki Takeuchi (key animator in La città incantata, La ricompensa del gatto, Il castello errante di Howl) si ritrovano per condividere la regia di questo film d’animazione, coadiuvati dalla sceneggiatura di Hitoshi Ohne (Moteki, Bakuman) e dalle musiche di Satoru Kosaki (La malinconia di Haruhi Suzumiya). Sarà riuscito questo tandem già ben oliato a presentare un film degno di nota?
La nostra storia comincia nel modo in cui tanti film d’animazione ci hanno abituati negli ultimi tempi: una scena in medias res, con i pensieri del nostro protagonista, seguita dall’inizio vero e proprio, in cui ci vengono presentati i vari personaggi di questa storia. Già da questo momento possiamo notare uno dei peggiori difetti di quest’opera, la mancanza di innovazione. Sia i nostri protagonisti che i personaggi secondari, infatti, hanno caratteri visti e rivisti nei titoli del genere fantasy-romantico, con la coppia principale, Norimichi Shimada e Nazuna Oikawa, che ricorda in maniera evidente una versione molto più spenta dell’esuberante accoppiata Koyomi Araragi e Hitagi Senjōgahara delle Monogatari Series, opera a cui entrambi i registi hanno lavorato. Coincidenze? Anche i vari amici del protagonista saranno abbastanza stereotipati, dall’esuberante Junichi all’impacciato secchione Kazuhiro.
I fuochi d’artificio vanno guardati dal basso o di lato? Mentre un gruppo di amici si organizza per trovare la risposta in occasione del locale festival estivo, Norimichi riceve l’inatteso invito a scappare di casa da parte della compagna di classe Nazuna della quale è infatuato, vivendo con lei un’esperienza meravigliosa dagli inattesi risvolti…
Dal regista di Madoka Magica e dai produttori di YOUR NAME., il racconto pirotecnico di un’estate indimenticabile.
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Ma veniamo alla trama vera e propria. In una calda giornata a ridosso delle vacanze estive troviamo Norimichi e Yusuke, migliori amici, entrambi interessati alla compagna di classe Nazuna, e mentre il secondo ammette all’amico di provare qualcosa nei confronti della ragazza, l’altro lo tiene nascosto e nega spudoratamente. Assegnati entrambi al turno di pulizia in piscina, i due incontrano l’oggetto del loro amore (va comunque fatta una precisazione, i ragazzi sono al primo anno di scuola media, quindi hanno tra i 12 e i 13 anni) che ciondola in piscina, preda dei suoi pensieri. La ragazza ha infatti saputo che si trasferirà a breve in un’altra città, a causa dell’imminente nuovo matrimonio della madre. Dopo qualche momento, Nazuna sfida i due compagni ad una gara di nuoto e, una volta vinta, chiede al secondo arrivato, Yusuke, di uscire. L’appuntamento avrà luogo al festival dei fuochi d’artificio del santuario vicino. Ma ecco che, tornati in classe, Norimichi e Yusuke trovano ad attenderli i loro amici, con una delle domande più idiote dell’ultimo secolo: “I fuochi d’artificio, visti di lato, sono piatti o tondi?” (tengo a sottolineare che la domanda non è se i fuochi vadano visti di lato o dal basso, come invece recita il titolo).
Per rispondere all’esistenziale quesito, i ragazzi decidono di andare a vedere insieme i fuochi dal faro, posto perpendicolarmente rispetto alla linea di fuoco degli stessi, piuttosto che dalla spiaggia come gli altri. Da qui in poi, la vicenda si sposterà sul fantasy, con Norimichi che sarà costretto a prendere decisioni importanti per cambiare il futuro del suo piccolo mondo… e forse si troverà davanti alla stessa scelta più di una volta.
Mi perdonerete l’enorme mole di informazioni che vi ho fornito sulla trama, ma è stato necessario per parlarvi dei problemi di narrativa e caratterizzazione dei personaggi che permeano buona parte della pellicola. Nonostante la falsariga dei viaggi nel tempo per risolvere varie problematiche sia quantomeno inflazionata, spesso troviamo delle opere che riescono a dare una ventata di novità anche solo con semplici particolari, con personaggi ben caratterizzati o con delle basi solide (vedi La ragazza che saltava nel tempo). In Fireworks, però, non riuscirete a immedesimarvi nei personaggi o nelle loro scelte, perché spesso artificiose e all’apparenza casuali, se non forse in Norimichi, che però rimane comunque troppo stereotipato per sembrare anche solo lontanamente interessante. Oltretutto, l’intera faccenda dei viaggi nel tempo non sarà mai spiegata in maniera soddisfacente e, come tante altre parti del film, vi lascerà bloccati qualche momento a cercare di inseguire il senso delle cose, prima di rendervi conto che forse non ne vale così tanto la pena.
Se era doveroso fare una critica impietosa nei confronti della componente narrativa dell’opera, va riconosciuta una valutazione diametralmente opposta al comparto artistico, sia per quanto riguarda la componente visiva, sia per quella sonora. Il titolo infatti può vantare delle ambientazioni da sogno, nonostante la vicenda si svolga in un paesino, e i giochi di luce nei grandi scenari sono meravigliosi. È chiaro che si è voluto insistere su determinati frame con scene panoramiche, ma è stata assolutamente una scelta vincente. Ce ne accorgiamo già dall’inizio, quando nello spazio che dovrebbe essere della opening troviamo una serie di rappresentazioni di ambienti notturni durante i fuochi d’artificio, accompagnata da uno dei tanti azzeccatissimi sottofondi musicali. E questo ci porta all’altra componente ben riuscita del titolo, la musica. Troviamo infatti degli accompagnamenti sempre molto ricercati, che ben si sposano alle sensazioni che i vari personaggi provano, dalla gioia al dolore. Insomma, un’altra medaglia al valore per Satoru Kosaki, così come per l’accoppiata Daoko – Kenshi Yonezu, che ci regalano una stupenda “Fireworks” usata come ending. Purtroppo vanno segnalati anche in questo comparto un paio di dettagli fastidiosi: in quelle, tra le ambientazioni che ho lodato, nelle quali sono presenti personaggi in movimento, salta subito all’occhio la differenza di stile, dovuta ad una computer grafica usata in quel caso per i ragazzi che non posso far altro che definire poco riuscita; per il reparto sonoro, invece, una bella canzone (cantata in una scena da Nazuna) viene rovinata dalla scelta di usare come accompagnamento visivo la versione giapponese di Barbie Principessa Canterina.
La versione che ho tra le mani è la Limited Edition di Fireworks, contenente, come accennato ad inizio articolo, il Blu-ray del film e un booklet. Nel libricino, che troveremo all’interno della custodia (che ha una bella copertina double face), una enorme e interessantissima mole di informazioni sui vari contenuti dell’opera, tra cui i nomi e delle brevi biografie degli addetti ai lavori, la descrizione dei personaggi, il testo della ending e tanto altro. Nel disco invece troveremo una sezione extra con trailer e crediti, e la possibilità di variare il doppiaggio tra lingua originale e italiano, così come di scegliere i sottotitoli tra italiano e italiano per non udenti. Infine, è da lodare sia il lavoro di doppiaggio, con forse un paio di sbavature a livello grammaticale (ma sono il correttore di bozze di Akiba Gamers, che volete?) sia quello di adattamento dei sottotitoli, sempre precisi e leggibili, magari con un font un po’ anonimo, ma son gusti.
“E se quella volta avessi…”
Da amante delle storie romantiche e dei viaggi nel tempo, mi è dispiaciuto non trovarmi davanti un titolo che rendesse giustizia ad almeno uno dei due filoni. Una trama non troppo ispirata, dei personaggi stereotipati e dei colpi di scena che sorprendono ben poco non fanno emergere questo film in mezzo a molte altre opere moderne provenienti dal Giappone. Ed è un peccato, perché negli ultimi anni abbiamo potuto assistere a numerosi film d’animazione in grado di farci emozionare in modo particolare, mentre quest’opera ci riesce solo grazie al suo comparto estetico e musicale.
Il meraviglioso lavoro fatto per le animazioni, gli scenari e le musiche riescono in parte a salvare Fireworks – Vanno visti di lato o dal basso?, nonostante le grosse pecche nella trama e nella caratterizzazione dei personaggi. Insomma, mi sento di consigliare quest’opera a chi, in un film animato, apprezza più il comparto artistico che quello narrativo.
Un fuoco esploso troppo presto