Era il 13 aprile del 2005 quando sullo Weekly Shōnen Magazine di Kōdansha faceva il suo debutto il primo volume di Vinland Saga. Passarono solo pochi mesi e, nel dicembre dello stesso anno, quest’ultima venne trasferita sulla rivista seinen Afternoon. Nel corso degli anni Vinland Saga ha fatto registrare un discreto successo sia fra la critica che fra il pubblico, ricevendo anche diversi riconoscimenti. Nel marzo del 2018, dopo ben tredici anni di pubblicazione, viene finalmente annunciata la realizzazione di una serie animata che racconta le avventure legate all’Europa Settentrionale durante l’XI secolo. La serie realizzata da Wit Studio è stata trasmessa a partire del 7 Luglio 2019 in televisione in Giappone e in streaming mondiale sulla piattaforma Amazon Prime Video.
Siamo nel 1002 DC, in un piccolo villaggio dell’Islanda dove vive Thorfinn, un bambino di sei anni, assieme al padre Thors, la madre Helga e la sorella Ylva. Il bimbo passa le sue giornate tra mille zuffe con gli altri bambini del villaggio e ad ascoltare le storie del commerciante e navigatore Leif Erikson. L’equilibrio e l’armonia vengono però bruscamente interrotti quando Re Sweyn I di Danimarca richiama i suoi vassalli per condurre l’invasione dell’Inghilterra. Tra questi figura proprio Thors, ex mercenario dei vichinghi di Jomsborg, che molti anni prima aveva finto la sua morte pur di vivere un’esistenza pacifica e priva di violenza. La storia narrata nel primo arco narrativo di Vinland Saga si fa portavoce del pensiero di Thors, che nonostante sia uno dei più forti guerrieri al mondo rifiuta categoricamente ogni forma di violenza preferendo addirittura morire pur di salvare la vita al figlio Thorfinn. Nel secondo arco narrativo, al contrario, quest’ultimo giura di vendicare la morte del padre seguendo per gli anni successivi la banda di mercenari responsabili della sua morte. Così veniamo catapultati direttamente nel 1013 DC, quando la truppa di Askeladd si unirà all’esercito danese guidato da un giovane e impacciato Principe Canuto, secondo genito di Re Sweyn I.
L’opera di Makoto Yukimura, pur delineandosi con un’impronta marcatamente realistica e storiografica, contiene al suo interno numerose libertà artistiche e inesattezze riguardo la trattazione del quadro storico di riferimento e di alcuni degli eventi accaduti. Infatti, se da un lato molti dei personaggi sono realmente esistiti, dall’altro vengono introdotte alcune figure di pura fantasia con l’unico compito di aiutare l’autore a veicolare i propri messaggi. Il tema centrale dell’opera è rappresentato dalla contrapposizione tra una mentalità barbara e violenta, tipica del guerriero medievale, e una visione pacifista più moderna, tipica dei concetti di “non violenza”. Ciò diventa incredibilmente palese nel modo in cui la società dell’epoca e i guerrieri che ne fanno parte vengono descritti. Non a caso nell’opera quest’ultimi non vengono mai né celebrati né glorificati, proprio perché il loro scopo è unicamente quello di fare da contrappeso ai veri eroi della storia, rappresentati da coloro i quali si sacrificano pur di salvaguardare il prossimo.
Il cast di Vinland Saga è incredibilmente ricco e variegato. Durante il corso degli eventi narrati, infatti, sono numerosissimi i personaggi che ricevono particolare attenzione con il fine di costruire uno spettro molto dettagliato delle varie personalità. La cura dimostrata per la definizione dei vari caratteri è quasi maniacale. Ciascun personaggio, sia esso una mera comparsa oppure uno dei protagonisti della storia, grazie ad un uso attento di espedienti registici (flashback, primi piani dei visi, tagli particolari delle scene) e ad una splendida recitazione e sceneggiatura, riesce a mostrare le proprie emozioni in maniera limpida e di facile comprensione. Questi fattori contribuiscono a rendere la storia dinamica ed emozionante allo stesso tempo, essendo la trama stessa incentrata sul processo di formazione che hanno i vari personaggi della storia.
Guardando i 24 episodi che compongo l’anime di Vinland Saga è impossibile non notare il grande impegno e la serietà con cui lo staff di Wit Studio ha portato sullo schermo il fumetto di Makoto Yukimura. La serie animata, infatti, eccelle sotto molti punti di vista, e il lato tecnico e realizzativo non fa certo eccezione. La regia di Shuuhei Yabuta risulta essere pressoché impeccabile, in quanto in ogni singola inquadratura riesce a trasmettere le emozioni dei personaggi e di conseguenza anche i messaggi a cui fanno da tramite. Yabuta è riuscito ad alternare in modo sapiente una regia più dinamica e veloce, tipica dei momenti più concitati (come scontri, battaglie e duelli) con una più statica e cupa, dotata di tagli e primi piani, con il fine di far risaltare le espressioni del viso dei soggetti presenti nelle varie scene. Seppur l’anime sia stato realizzato con un utilizzo importante della computer grafica, la presenza di quest’ultima non è fattore di eccessivo disturbo per l’osservatore. La qualità grafica è elevata, essa infatti riesce ad eccellere nelle scene più importanti e a mantenersi abbastanza costante nel corso delle varie puntate. Le ambientazioni e il setting dell’opera sono molto curati, dai paesaggi semplici e innevati dell’inverno islandese fino alle distese d’erba della primavera inglese l’impatto visivo rimane sicuramente elevato. Inoltre, i fondali utilizzati da sfondo per le vicende si fondono senza troppi problemi con le scene animate. Ricco anche il cast di doppiatori, in cui figurano nomi abbastanza importanti come Naoya Uchida, autore di una splendida interpretazione nei panni di Askeladd, Shizuka Ishigami e Yuto Uemura, che hanno prestato la voce a Thorfinn e Kensho Ono, come doppiatore di Canuto.
Potrei dedicare davvero molte parole alla colonna sonora di Vinland Saga. Nel corso delle puntate, scena dopo scena, uno dei fattori che ha contribuito maggiormente a rendere questa una serie di altissimo livello risiede proprio nella soundtrack. Ogni brano è perfetto per la scena cui fa riferimento: dalla tensione delle scene di pericolo, fino alla tranquillità e la quiete dei paesaggi primaverili, passando per i momenti più cupi di paura e rassegnazione, vengono tutti esaltati dalla musica. Inoltre una menzione d’obbligo va fatta alle due opening e soprattutto alle due ending (vedi Le migliori canzoni del 2019), lavori di pregevolissima fattura realizzati da artisti sulla cresta dell’onda, che sono in grado di trasmettere sia i valori che i messaggi che la serie vuole portare avanti.
Il vero guerriero è colui che non combatte
La versione animata di Vinland Saga, oltre ad essere un eccellente adattamento dell’omonimo manga realizzato da Makoto Yukimura, riesce grazie alle caratteristiche tipiche del media ad essere il perfezionamento di quest’ultimo. Infatti, nonostante Wit Studio portasse con sé l’incredibile peso del materiale originale, non solo è riuscito a creare un’opera fedele a quest’ultimo, ma l’ha persino migliorata limandone alcuni difetti. Non a caso, con una storia ben scritta, un cast di personaggi incredibilmente ricco e ben caratterizzato e una esecuzione pressoché impeccabile in ogni suo aspetto, Vinland Saga è riuscito in appena 24 episodi a conquistare sia la critica che il pubblico, confermandosi come una delle migliori serie animate dell’anno appena trascorso.
Un adattamento da vedere assolutamente