Un mondo lontano, un intricato labirinto inesplorato e una strega che punta a svelarne i segreti e a raccogliere le infinite ricchezze in esso celate: questi sono gli elementi alla base di un’avventura fantasy di dungeon in dungeon. I misteri del labirinto di Refrain sono pronti ad essere svelati… se sarai abbastanza forte!
Nippon Ichi Software si cimenta in un genere ormai classico e ormai di nicchia, il dungeon crawler. Una ventata di freschezza e un tocco personale dai produttori di Disgaea: da qui nasce Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk. Riusciranno a dare una svecchiata al genere mantenendo i suoi pregi? Oppure sarà la solita esplorazione di dungeon? Scopriamolo insieme con la nostra recensione del titolo disponibile su Nintendo Switch, PlayStation 4 e Steam.
- Titolo: Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk
- Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch, PC / Steam
- Genere: RPG, Dungeon Crawler
- Giocatori: 1
- Software house: NIS America
- Sviluppatore: Nippon Ichi Software
- Lingua: Inglese (testi), Inglese e Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 21 settembre 2018
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: Missioni aggiuntive a pagamento
- Note: Disponibile in edizione limitata sullo store di NIS Europe con artbook, colonna sonora, spille, mazzo di tarocchi e box da collezione
Fantasioso e coloratissimo, Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk in un modo o nell’altro è in grado di sorprendere tutti, dalle ambientazioni inaspettate ad alcuni momenti sicuramente sconcertanti (e per qualcuno forse anche spiacevoli) della storia, dai comandi semplici alle molteplici, se non infinite, strategie di gioco possibili. Ma andiamo per ordine.
Ma che cast… ?
Labyrinth of Dusk vuole sorprendere il giocatore sin dalle prime battute, e ci riesce alla grande. Se la cittadina di Refrain e il labirinto nascosto nel fondo del suo pozzo non sembreranno certamente elementi nuovi, non è così invece per molti altri che contraddistinguono questo titolo, primo fra tutti i panni vestiti dal giocatore. Non saremo infatti un silenzioso protagonista umano, ma un’anima intrappolata in un libro, il Tractatus de Monstrum. Non si tratta di un libro qualunque, ma del tomo leggendario scritto dall’unica persona che abbia mai esplorato il labirinto. La comunicazione con i personaggi quindi sarà limitata ai ricordi che verranno trascritti sulle nostre pagine e poi letti da Dronya e al confermare o negare ciò che gli altri personaggi dicono.
Il Tractatus de Monstrum, soprannominato affettuosamente Tractie non sarà però il solo ad essere sopra le righe: a ricoprire un ruolo altrettanto particolare ci penserà la protagonista, il motore principale della vicenda, la strega Dronya. Eroi giusti, paladini della giustizia, venerati dal popolo, fatevi da parte: Dronya è una strega di nome e di fatto! È malevola, egoista, egocentrica, cattiva nei confronti della sua piccola apprendista Luka, ma nonostante ciò risulta divertente. Dronya sembra togliere le inibizioni a molti pensieri cattivi che possono passare per la nostra testa, agendo come pare a lei, anche in modo meschino, senza badare a nulla e nessuno. Per fortuna c’è Luka, il suo esatto opposto (e forse per questo anche a noi, come a Dronya, di tanto in tanto risulta irritante) che la tira fuori dai guai, anche se non lo meriterebbe.
E per chi ancora pensasse che il target di questo titolo sia un pubblico piuttosto giovane, dovrà ricredersi nelle primissime sequenze della storia, che andrà avanti mano a mano che raggiungeremo i vari obiettivi posti dal gioco. Vedremo annunciato il decesso dei paesani che sono stati uccisi nel corso della notte dalle creature emerse dal pozzo, assisteremo anche a una scena di stupro che vuole essere proposta con leggerezza ma che ha mi lasciato piuttosto sconvolta e saremo spettatori di molto altro ancora. La storia non ha moltissimo da offrire, se non dialoghi a volte arguti, black humor e una dose di cinismo che alle volte non fa male.
Squadra, a rapporto!
L’esplorazione del labirinto è quindi il punto focale del gioco. Il perché sia ancora inesplorato nonostante i tesori che nasconde è una risposta che otteniamo subito: i miasmi di cui esso è pieno sono mortali per gli umani. Come faremo allora a visitarlo? Semplice! Capitaneremo una squadra di burattini di legno nei quali è stata inserita un’anima.
Il livello di personalizzazione della brigata di burattini è stupefacente: non solo potremo scegliere tra sei classi (che aumenteranno nel corso della storia), ma anche il loro aspetto, le loro statistiche, le abilità speciali e i patti (o Coven) ai quali unirli per dargli il potere di muoversi nel labirinto. Man mano che avanzeremo nella storia, al prezzo dei mana che raccoglieremo nel labirinto, potremo sbloccare un grande numero di abilità per Tractie che influenzeranno notevolmente la nostra brigata e le nostre capacità di esplorazione facendo delle Richieste alla strega. Aumenteremo il numero di burattini che potremo creare, avremo la possibilità di ricavare delle anime dagli oggetti che troveremo nel labirinto, sbloccheremo le formazioni, potremo rompere i muri del labirinto e molto altro ancora.
E ancora, potremo potenziare il nostro equipaggiamento e nelle nostre esplorazioni troveremo anche dei patti che ospiteranno ben più di un burattino, sia nel ruolo attivo visibile in battaglia che nel ruolo di supporto. Insomma, le modalità di potenziamento della nostra brigata saranno innumerevoli, una gioia per chi ama strategizzare ed è attento ad ogni dettaglio. Chi invece vuole solo combattere senza troppe finezze non avrà comunque di che lamentarsi: le varie classi si adattano senza troppi problemi a vari stili di gioco, da chi preferisce attaccare senza pietà a chi pensa a tenere le difese alte fino a chi invece cerca di essere più equilibrato.
Dove sono finito?
Non si può parlare di dungeon crawler senza nominare i dungeon stessi. Sebbene la premessa di Labyrinth of Dusk si snodi attorno ad un solo labirinto inesplorabile dagli umani, non ci troviamo davanti a un solo interminabile set di muri e di mostri completamente impopolato. Troveremo invece delle coloratissime anticamere che ci condurrano, come dei portali, a nuove dimensioni, ognuna di esse popolata da personaggi diversi. Un esempio è il coloratissimo regno di Astrom, popolato da carinissimi gnomi che ci daranno la caccia, credendoci dei titani.
Le anticamere e portali sbloccabili tramite le richieste alla strega ci permetteranno di accedere e uscire a nostro piacimento dalle varie dimensioni, permettendoci così di salvare il gioco quando lo riteniamo necessario. Pagando punti rinforzo, che saranno 100 prima di rientrare nel labirinto e diminuiranno a seconda del costo dei vari patti (che più saliranno di livello più saranno economici) avremo numerose possibilità: non solo aprire i portali, ma anche, come detto, abbattere i muri, diventare invisibili, e accumulare i punti esperienza ottenuti sconfiggendo i vari nemici perché siano duplicati o triplicati una volta che decideremo di non accumularli più; un ottimo modo per accorciare il solito noioso grinding per potenziare i nostri burattini. Starà al giocatore usare il meglio possibile i punti rinforzo, sia in battaglia per dare ordini speciali, che fuori.
I moltiplicatori valgono anche per il mana che raccoglieremo nei labirinti, importantissimo per sbloccare abilità e potenziare l’equipaggiamento: più ne avremo, più aumenterà una volta che lasceremo il labirinto tramite l’anticamera e più oggetti troveremo nel corso dell’esplorazione. Attenzione però! Averne troppo fa comparire i mietitori, nemici fortissimi soprattutto nelle prime battute di gioco, che ci porteranno a morte certa. Anche nel caso del mana, il gioco propone una soluzione per evitare un lungo e noioso grinding e nel frattempo invita il giocatore a stare attento a gestire le proprie risorse.
A chi consigliamo Labyrinth of Refrain?
Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk si scava un suo posto speciale nel genere dei dungeon crawler. Le possibilità sono tantissime, sia a livello di organizzazione della propria squadra che a livello di numero e gestione dei comandi, tanto che a primo impatto può sembrare un po’ confusionario. Tuttavia, tramite lo sblocco di abilità, è possibile ottenere nuove possibilità ai propri tempi, senza che il giocatore si perda. Alcuni classici problemi dei dungeon crawler sono stati risolti brillantemente, come ad esempio il rischio che il labirinto diventi noioso e ripetitivo: sebbene il numero di mostri sia piuttosto limitato, ogni dimensione presenta sfide diverse, musiche diverse sempre piacevoli e ovviamente paesaggi e personaggi differenti. Anche il problema della necessità di un grinding lungo e noioso è stato arginato, anche se non significa che il giocatore non debba faticare per far salire di livello la propria squadra. Consigliatissimo sia ai nuovi del genere che ai più “navigati” e soprattutto a chi apprezza un tocco di cinismo.
- Super personalizzabile, si adatta a diversi stili di gioco
- Bel design di mostri, labirinti e personaggi
- Ottimo doppiaggio sia in inglese che in giapponese
- Trama poco presente e non molto originale
- Alcune cutscene si potevano evitare
Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk
Un dungeon crawler cinico e appagante
Coloratissimo ma anche cinico, questo è il mondo di Labyrinth of Refrain: Coven of Dusk. Grazie a moltissime caratteristiche uniche di questo titolo, dà una ventata di freschezza al genere dungeon crawler, evitando di dover passare ore solo in grinding. L’elevata possibilità di personalizzare la propria squadra di burattini si confà a qualunque stile di battaglia, dando un tocco nuovo alle classiche battaglie contro i mostri, mentre le numerose dimensioni visitabili evitano che si ripetano sempre i stessi soliti paesaggi. Purtroppo per chi ama trame particolareggiate e fitte nel gameplay, in questo titolo le cutscene davvero rilevanti saranno ben poche e la storia non è particolarmente originale, ma è comunque in grado di creare curiosità in chi trova irresistibile la soluzione di un mistero.