The Decagon House Murders – Recensione del primo volume

Abbiamo recensito The Decagon House Murders, manga adattato da un romanzo giallo di grande successo in Giappone, edito da Star Comics

The Decagon House Murders - Recensione del primo volume

Ci fu un tempo di grande fertilità per il romanzo di genere giallo, un ventennio di dorato splendore, che non a caso passò alla storia della giallistica come età dell’oro. Gli anni a cavallo tra il 1920 e il 1940 accolsero infatti opere cult del genere, come quelle firmate da S.S. Van Dine, John Dickson Carr e la celeberrima Agatha Christie. Malgrado questa fortuna, il tempo della deduzione e degli enigmi si incamminò, con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, verso un inevitabile declino, causato anche dall’interesse del pubblico calante e dal desiderio di nuove formule letterarie. Intanto, in Giappone, il giallo era noto grazie alla corrente honkaku, che, guardando alla giallistica occidentale, proponeva vere e proprie sfide di intelligenza, storie simili a una partita di scacchi, prive di qualsivoglia deus ex machina, ma anche a Oriente calò la notte per i gialli.

Da queste ceneri però, tra gli anni ’80 e ’90, l’honkaku risorse sotto nuove vesti: era nato il sottogenere shin honkaku, capace di guardare al glorioso passato e mirare al futuro, grazie in particolare all’avvento degli elementi sovrannaturali, per troppi anni ignorati. Nacque così The Decagon House Murders, romanzo d’esordio del ventisettenne Yukito Ayastuji, al quale nel 2019, 32 anni dopo la prima edizione, è stato dedicato un adattamento manga, curato dall’illustratore Hiro Kiyohara, oggi disponibile anche in Italia grazie all’edizione curata da Star Comics.

The Decagon House Murders - Recensione del primo volume

  • Titolo originale: Jukkakukan no Satsujin
  • Titolo italiano: The Decagon House Murders
  • Uscita giapponese: 2019
  • Uscita italiana: 8 giugno 2022
  • Numero di volumi: 5
  • Casa editrice: Star Comics
  • Genere: giallo, psicologico, mistero
  • Disegni: Hiro Kiyohara
  • Storia: Yukito Ayatsuji
  • Formato: 15 x 21 cm, colori, b/n, sovraccoperta
  • Numero di pagine: 193

Abbiamo recensito The Decagon House Murders tramite volume stampa fornitoci da Star Comics.

Risolvere un puzzle

A bordo di un piccolo peschereccio, sette studenti del circolo del giallo si stanno recando sulla misteriosa isola di Tsunojima, teatro di un quadruplice omicidio, i cui misteri, seppur a un anno di distanza, sono ancora da chiarire. Passeranno alcuni giorni all’interno di una bizzarra villa decagonale, progettata dall’architetto Seiji Nakamura, morto in un incendio insieme alla moglie e ai due domestici. L’unico corpo a non essere rinvenuto fu quello del giardiniere, ad oggi disperso e che, per tale ragione, molti reputano responsabile della vicenda. La villa decagonale è però piena di sorprese, perché è chiaro che qualcuno stia orchestrando una nuova strage, o quanto meno uno scherzo di pessimo gusto. Intanto sulla terraferma viene recapitata a Kawaminami una lettera che porta la firma proprio di Nakamura, il quale, pur risultando defundo, denuncia l’assassinio di Chiori, sua figlia, morta all’apparenza alcuni mesi prima per un, almeno apparente, incidente. Così il mistero attorno alla famiglia Nakamura si infittisce e, grazie all’aiuto di un uomo fine e sinistro, Shimada, vengono alla luce nuove e inquietanti teorie.

Investigatori e assassini

La narrazione di The Decagon House Murders si basa quindi su due nuclei narrativi principali: il primo legato ai sette studenti sull’isola della casa decagonale, il secondo alle indagini di Kawaminami. I sette studenti sull’isola di Tsunojima vengono chiamati con il nome di altrettanti celebri giallisti occidentali, secondo la tradizione del loro club letterario. In questo modo avremo come personaggi principali Ellery, ventunenne narcisista e brillante, Leroux, minuto caporedattore della rivista del circolo, Agatha, affascinante e solare studentessa di medicina, Van, nipote del nuovo proprietario dell’isola, Carr, giovane aggressivo e flemmatico, Poe, il più anziano e taciturno membro del gruppo, e, infine, Orczy, introversa scrittrice di storie sprizzanti allegria. La presenza di così tanti attori di paragonabile rilevanza, eccezion fatta per Ellery, il cui ruolo di spicco appare chiaro sin dalle primissime pagine, rende tale filone non semplice da seguire, sebbene la caratterizzazione degli stessi, efficace sia a livello narrativo sia sotto il punto di vista grafico, aiuti il lettore a empatizzare, o meno, con ciascun membro del circolo.

D’altro canto le indagini di Akira Kawaminami appaiono decisamente meglio riuscite, grazie all’introduzione graduale e ben calibrata di pochi personaggi. Kawaminami indaga in prima persona sul caso, accompagnando il lettore nella conoscenza di tutte le informazioni correlate al caso, mentre l’importante ruolo di aiutante viene ricoperto da Kiyoshi Shimada, arguto teologo dalle abilità deduttive non indifferenti. Le azioni investigative svolte sulla terraferma appaiono quindi meglio riuscite, garantendo un ritmo incalzante e meno discontinuo rispetto a quello isolano.

Le illustrazioni curate da Hiro Kiyohara sono di buon livello e donano a The Decagon House Murders una veste grafica ideale per il genere giallo. L’esperienza quindicinale del mangaka, già autore, tra gli altri, delle illustrazioni di Another, anch’essa in collaborazione con Ayatsuki, emerge anche dalla disposizione delle vignette; tramite l’espediente della sovrapposizione dei primi piani dei personaggi ad altre scene, l’autore assicura dinamicità all’opera, tratto evidenziato anche dalle atmosfere suggestive e dalla riuscita alternanza di fondali ricchi di dettagli e sfondi vuoti, atti a concentrare l’attenzione vuoi sulle espressioni dei personaggi in scena vuoi su dei paesaggi sempre tetri e suggestivi.

The Decagon House Murders - Recensione del primo volume

La sacra decade del giallo

Nel 1929 Ronald Knox, presbitero e scrittore britannico, elaborò il celebre decalogo che da lui prese il nome, il Decalogo di Knox, nel quale veniva stilata una lista di dieci elementi imprescindibili per un giallo deduttivo. Dieci anni più tardi, nel 1939, Agatha Christie pubblicò Dieci piccoli indiani, opera destinata a diventare emblema di un genere, nonché il giallo più venduto di sempre. Sembra allora difficile pensare che la scelta di una villa decagonale in The Decagon House Murders possa essere frutto del caso, tanto più che i riferimenti al romanzo di Agatha Christie e la conoscenza delle regole stilate da Knox, per quanto non rispettate completamente, appaiono evidenti, sia nella struttura narrativa, sia nelle palesi citazioni da parte dei personaggi nati dalla mente di Ayatsuji.

La matrice letteraria di The Decagon House Murders emerge quindi chiaramente nell’adattamento manga, dotato di ottimi dialoghi, chiari e mai superflui, e una sceneggiatura decisamente sopra la media. Per nostra fortuna gli alti standard qualitativi vengono rispettati anche dal punto di vista cartaceo. L’edizione curata da Star Comics presenta infatti un formato di 15 x 21 cm, il quale garantisce la possibilità di godere appieno delle illustrazioni di Kiyohara, e una buona grammatura della carta, che non lascia trasparire le illustrazioni stampate sul retro della pagina, salvo rare eccezioni. Il volume è anche dotato di una duplice immagine copertina: la prima, a colori, mostra sulla sovraccoperta del manga i sette membri del circolo del giallo, la seconda, composta da una semplice ed elegante fantasia geometrica di grigio e bianco, è stata posta sull’effettiva copertina. Da notare anche la scelta di una stampa a colori su carta lucida per le prime quattro pagine, nelle quali si mostrano i lineamenti di tutti i personaggi della storia.

Sette giovani universitari appassionati di mistero decidono di trascorrere un weekend in un’isola disabitata dove sei mesi prima si era consumato un orribile delitto rimasto irrisolto. Ben presto il gruppo viene preso di mira da un misterioso assassino, che sembra volerli eliminare uno dopo l’altro. Fra tensioni e sospetti reciproci che inevitabilmente si accendono, i sopravvissuti tentano di dipanare quest’intricata matassa, e di capire se i nuovi delitti abbiano una matrice in comune con la tragedia del passato. Nel frattempo, nella terraferma, un altro misfatto del passato torna improvvisamente a galla…

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A chi consigliamo The Decagon House Murders?

Il manga realizzato dal binomio Ayatuji – Kiyohara si presenta come un seinen scorrevole, non scontato e molto appassionante. Chi già conosce questa storia potrebbe rimanere deluso da alcuni tagli, dovuti ovviamente alla necessità di adattare al meglio il media letterario sotto forma di romanzo, ma sarà senz’altro rapito dalla bellezza delle illustrazioni e della possibilità di immergersi nuovamente in un’avventura misteriosa e affascinante, pur conoscendone già i risvolti. Se i gialli non vi vanno a genio, certamente non possiamo consigliarvi questo titolo, che difficilmente potrà farvi cambiare idea, proponendo una formula semplice e già collaudata, ma oltremodo efficace. Un manga destinato a rapire senza ombra di dubbio gli amanti del genere.

  • Tratto tagliente e illustrazioni dettagliate
  • Atmosfera suggestiva e ricca di mistero
  • Dialoghi chiari e mai superflui
  • Caratterizzazione dei personaggi eccellente…

  • …Sebbene la moltitudine degli stessi crei un po’ di confusione
  • Struttura narrativa poco originale
The Decagon House Murders
4.3

Giallo per eccellenza

Il termine whodunit, dalla contrazione dell’inglese Who has done it?, “Chi lo ha fatto?”, viene utilizzato per indicare quelle storie nelle quali spesso si innesca una naturale sfida di intelligenza alla ricerca del colpevole di un omicidio o, più genericamente, un reato. In The Decagon House Murders queste parole sembrano destinate a diventare un motto, perché il manga nato dalla collaborazione dello scrittore Ayatsuji e del mangaka Kiyohara riesce nel difficile intento di presentare casi complessi, concedendo tutti gli strumenti per giungere alla loro risoluzione. Questo primo volume, al quale andranno a sommarsene altri quattro prima di giungere alla risoluzione degli eventi, mostra illustrazioni di pregio e una sceneggiatura di livello. Amanti del romanzo originale e appassionati del genere, fatevi avanti: i misteri della famiglia Nakamura non vi deluderanno.

Solca i mari sul suo vascello verso lidi inesplorati, mirando sonnecchiante il cielo dalla mattina alla sera. È abbastanza socievole, ma qualsiasi cosa gli si chieda risponderà citando L’Attacco dei Giganti. Pare abbia sviluppato una forma di dipendenza da latte e biscotti.

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