Trails of Cold Steel III, come si evince dal nome, è il terzo capitolo dell’omonima saga, appartenente alla più grande e lunga serie di JRPG The Legend of Heroes creata da Nihon Falcom, e di cui il quarto capitolo è in procinto di uscire sui lidi occidentali il prossimo ottobre. Uscito originariamente su PlayStation 4 nel 2017 in Giappone, e poi nel resto del mondo nel 2019, soltanto nel 2020 ha visto la luce come porting sia su PC tramite la piattaforma Steam che su Nintendo Switch, sebbene quest’ultima versione sia arrivata con ben quattro mesi di ritardo rispetto alla controparte su computer. Come se la caverà questo isolato capitolo della serie sulla console ibrida Nintendo?
È passato oltre un anno da quando il giovane Rean Schwarzer, giovane studente alla prestigiosa accademia militare di Thors, ha scongiurato una tremenda crisi civile e politica lungo le terre del grande impero di Erebonia, fermando prima l’Alleanza Nobiliare e poi la sinistra agenzia criminale Ouroboros con l’aiuto dei suoi compagni nella Classe VII e al mistico e ancestrale Valimar, un gigantesco robot da combattimento senziente che solo lui può controllare, guadagnandosi così il titolo di eroe con il nomignolo di Ashen Chevalier. Tuttavia, è risaputo, gli eroi non hanno un attimo di tregua, e lo stesso vale anche per Rean, che dopo essersi diplomato all’accademia militare, ne è diventato lui stesso un istruttore.
In questo lasso di tempo, infatti, la Thors, pesantemente distrutta nel corso degli eventi passati, non è stata semplicemente ricostruita ma anche rinnovata da zero, abbracciando una mentalità sempre più rigida e militarista, e arrivando addirittura ad ampliarsi e a costruire una sede secondaria nella tranquilla cittadina di Leeves, ed è proprio in questa sede secondaria (chiamata affettuosamente dalla sua preside “immondezzaio” per ragioni da lei non meglio definite) che il buon Schwarzer si ritroverà a fare da insegnante a una nuovissima Classe VII, incaricata dall’istituto di occuparsi di missioni speciali e, curiosamente, composta solamente da tre studenti: Juna Crawford, ex-cadetta di polizia trasferitasi dallo stato di Crossbell, il pacato spadaccino Kurt Vander e la piccola Altina Orion, con cui Rean aveva già avuto l’onore di scontrarsi in passato. Riusciranno Rean, i suoi allievi, e tutti gli altri studenti e insegnanti della nuova sede della Thors a occuparsi dei loro impegni scolastici mentre l’ombra di una nuova guerra civile incombe su Erebonia, e strani e misteriosi dettagli emergono sul giovane insegnante e le sue vere origini?
- Titolo: The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III
- Piattaforma: Nintendo Switch
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: JRPG
- Giocatori: 1
- Publisher: NIS America
- Sviluppatore: Nihon Falcom
- Lingua: Inglese (testi e doppiaggio)
- Data di uscita: 30 giugno 2020
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: oggetti bonus e cosmetici per tutti i personaggi
- Note: terzo capitolo della serie The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel, con agganci anche alle serie di Trails in the Sky e le due serie inedite Zero no Kiseki e Ao no Kiseki
Abbiamo recensito The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da NIS America.
Quante cose devo fare prima che venga domani…
Non mi soffermerò più di tanto sull’elemento gameplay, poiché il gioco è stato già ampiamente analizzato e recensito nella sua versione PlayStation 4 originale. Il gameplay è rimasto pressappoco invariato: scontri rigorosamente a turni (il cui ordine è mostrato a margine dello schermo) in cui conta non solo l’agilità del personaggio ma anche la sua posizione sul campo di battaglia per poter eseguire sia gli attacchi fisici che le tecniche speciali (qui chiamate Craft e che vengono apprese salendo di livello e/o con l’evolversi della trama), e magie da equipaggiare (o Arts) grazie ai Quarzi da installare negli alloggiamenti della propria unità ARCUS II.
In una formula che ricorda soprattutto il primissimo Cold Steel, avremo degli intermezzi di tempo libero durante i segmenti di storia in cui potremo andare in giro a parlare con la gente, socializzare con studenti e allievi per accrescere l’affinità e ottenendo diversi bonus, svolgere diverse missioni secondarie (utili sia per racimolare soldi che per accrescere il proprio rango accademico ottenendo ricompense sempre migliori), così come pescare per ottenere pesci da scambiare in materiali o da usare in determinate missioni e cucinare le ricette trovate in ristoranti, taverne e locande.
Sarà inoltre possibile trovare nei negozi oggetti specifici da regalare agli amici di Rean e cercare informazioni o località specifiche da fotografare per aiutare nel lavoro altre vecchie conoscenze. È presente inoltre un gioco di carte, il Vantage Master, che per certi versi ricorda molto giochi come Hearthstone e Magic, e con cui sarà possibile sfidare determinati personaggi per vincere altre carte ed ampliare il proprio deck. Insomma, i contenuti extra, in Cold Steel III, non mancano, e ci si ritroverà spesso a staccare dalla trama principale per buttarsi sulle missioni e le funzionalità opzionali.
Spigoloso ma non troppo
Veniamo ora al vero e proprio bandolo della matassa: come rende Trails of Cold Steel III come porting per la console ibrida di casa Nintendo? È all’altezza delle aspettative? La risposta è sì con un “ma”.
Graficamente parlando, il gioco rende piuttosto bene, e si mantiene su 30 fps stabili il 98% delle volte, con degli occasionali e rarissimi stutter durante gli spezzoni che sono durati a malapena un secondo. Anche in portatile, nonostante una palese carenza di anti-aliasing, la grafica è nitida e piacevolissima da guardare, con ambienti di gioco colorati e pieni di vita grazie a texture ed effetti di illuminazione davvero ben fatti, e modelli che ricalcano lo stile ormai cementato dalla serie ma con un palese upgrade grafico, come ad esempio i capelli e i vestiti che si muovono con una propria fisica, così come le espressioni facciali che non sono semplicemente delle texture attaccate freddamente su un modello poligonale. Migliorate un pochino anche le animazioni per i gesti dei personaggi, anche se risultano sempre un po’ legnosette, ma comunque un gran passo da gigante rispetto ai precedenti due Cold Steel. Anche i caricamenti sono pressoché inesistenti, con transizioni fra campo e battaglia che sono istantanee, e a malapena un secondo di attesa quando si torna alla mappa o si passa da un luogo all’altro. La musica è quella a cui Nihon Falcom ci ha abituato, con temi che sono forse tra i più orecchiabili della serie (e forse il miglior tema per le battaglie dopo il leggendario Tie a Link of ARCUS).
Il problema di questa conversione sono purtroppo un paio di noiosi bug che, sebbene sporadici, rischiano di guastare l’esperienza di gioco e di causare frustrazione. Ad esempio, a causa del fatto che le schermate di battaglia avvengano in una ricostruzione dell’ubicazione precisa in cui ci si trova in quel momento (un po’ come in DRAGON QUEST XI), può capitare che un personaggio rimanga letteralmente ancorato al terreno durante una battaglia, cosa che lo rende incapace di muoversi, attaccare fisicamente o usare i Craft, e costringendolo a usare solo e unicamente le Arts. Il peggiore, tuttavia, è un bug che può bloccare completamente il gioco quando si comprano i Quarzi da Tita durante le prime fasi di tutorial, costringendo il giocatore a riavviare con, se ha sfortuna, conseguente perdita di tutti i progressi (vi ricordiamo che il gioco non ha un sistema di auto-salvataggio). Possiamo solo augurarci che questi problemi vengano levigati con una futura patch da parte di Falcom, ma finora non ci sono stati aggiornamenti. È inoltre momentaneamente assente, almeno in questa versione, l’opzione per le voci giapponesi, e non risulta esserci nemmeno un DLC specifico per sbloccarla come ad esempio è stato per Xenoblade Chronicles 2, quindi siete avvertiti se non siete avvezzi ai doppiaggi anglofoni (le voci giapponesi sono state aggiunte al lancio come pacchetto DLC gratuito).
A chi consigliamo The Legends of Heroes: Trails of Cold Steel III?
Per quanto gli sviluppatori si siano prodigati a dire che Cold Steel III possa tranquillamente essere giocato a sé stante, essendo l’inizio di un suo ciclo narrativo, non me la sento di condividere questa opinione, e il fatto che finora sia stato l’unico della serie a uscire su Switch rende la faccenda ancora più spinosa. Non fraintendete, lo consiglio agli amanti dei JRPG perché è un ottimo gioco, ma se non avete giocato i precedenti due capitoli di Trails of Cold Steel, rischiate di perdere buona parte delle sfaccettature sia della storia che dei personaggi. È anche vero che il gioco contiene una pratica sinossi con gli eventi narrativi dei due sequel, ma è ovvio che non sia lo stesso effetto. Inoltre sarebbe meglio aver anche provato la precedente serie di Trails in the Sky, visto che in Cold Steel III appaiono alcuni personaggi (Tita e Agate, ad esempio) provenienti da quest’altra serie. È anche vero che potrebbe essere un ottimo punto di inizio per prendere familiarità con una serie di cui si potrebbero anche giocare in seguito gli altri capitoli, e gli amanti dei JRPG avranno sicuramente pane per i loro denti con un gioco che dura oltre cento ore di gioco.
È passato un anno e mezzo dalla guerra civile di Erebonian, e molto è cambiato da allora. Dalle mutevoli posizioni dei paesi alle politiche interne dell’Impero, e dopo i cambiamenti avvenuti nella vita di Rean Schwarzer, le ombre del passato hanno lasciato il posto a un nuovo capitolo. Diplomato alla Thors Military Academy, Rean è diventato istruttore presso il Thors Branch Campus, un’accademia di recente apertura che si trova rapidamente sul palcoscenico nazionale. È qui che prende il comando di una nuova Class VII che guiderà una nuova generazione di eroi verso un futuro ignoto. Anche se tutto sembra tranquillo, la nefanda organizzazione di Ouroboros continua a tessere una trama oscura, che potrebbe portare l’intero continente in guerra o verso qualcosa di ancora più sinistro. I giocatori si imbarcheranno in un viaggio attraverso terre mai viste nei dintorni di Erebonia, dove incontreranno nuovi personaggi, ma anche facce note ai fan della serie.
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- Trama ricca di intrighi con personaggi decisamente sfaccettati
- Tantissimi contenuti extra
- Scontri rapidi e spettacolari che non risultano mai noiosi
- Ottima resa grafica sia in docked che in handheld
- Presenta qualche bug abbastanza frustrante
- A volte tira troppo per le lunghe
- Può spaesare chi non conosce bene la serie
The Legends of Heroes: Trails of Cold Steel III
Un’avventura che travolge come un treno corazzato
The Legend of Heroes: Trails of Cold Steel III non presenta sostanziali migliorie nella sua versione Nintendo Switch, specialmente non rispetto alla versione PS4, ma tralasciando i piccoli bug di cui già discusso che ne penalizzano il punteggio, è un titolo che si lascia giocare con piacere, talmente ampio (in venti ore non gratterete nemmeno la superficie!) e immediato, con una storia che, sebbene sia un po’ lenta a decollare, una volta partita attanaglia con la voglia di risolvere ogni singolo mistero della storia, appassionando con la crescita caratteriale dei suoi personaggi. Se amate i JRPG, e non vi scoraggiate ad armeggiare con giochi che presentano una mole di testo gargantuesco, allora è un titolo da provare assolutamente, specialmente quando grazie a Nintendo Switch, potrete portarlo dove volete.