Alcuni redattori hanno un cuore

cuore redattori

Da un po’ di tempo, più precisamente da quando ho acquistato la mia nuova console portatile, mi sono iscritto alla pagina di una nota rivista, pensando di trovare gente come me, insomma, che prima di essere un redattore/recensore, fosse un videogiocatore. Tutti sanno bene quali sono i nostri benefit, se vogliamo chiamarli così, per il nostro status: codici per recensire giochi in anteprima, inviti ad eventi esclusivi, fama.

Ma come tutti gli umani, non tutti sanno gestire uno status così grande (da grandi poteri derivano grandi responsabilità).
Infatti in questo ultimo periodo c’è molto fermento tra i videogiocatori per un titolo di cui vi abbiamo largamente parlato, ma come ve ne abbiamo parlato? È proprio questo il punto su cui voglio soffermarmi.

Noi di Another Castle non siamo in possesso di alcuna copia del titolo in questione, e di questo non do la colpa a nessuno, non vedo il motivo di mentirvi: tutto quello che riportiamo nei nostri articoli è solo frutto della nostra ricerca. Tuttavia una grossa fetta di recensori che possiede già il gioco per via del suo status non sta mostrando alcun rispetto per gente che come me, Mr. Mantis, o meglio dire F., dovrà aspettare il day one ufficiale per metterci finalmente mano.

Il tutto parte da una semplice e sola foto, quella del download del gioco dal negozio online dell’editore.

“Io ho il gioco perché sono XXX del sito YYY, voialtri dovete aspettare!”

Non è stato detto apertamente, ma era ciò che hanno lasciato intendere, tanto che gli utenti dapprima hanno esordito con la solita frase “Beati voi!” per poi sfociare in uno “Smettetela di postare immagini del gioco! C’è anche gente che deve aspettare…”.

Mi sono sentito come diviso in due parti: Redattore, quindi a difendere i miei “colleghi”, e Giocatore. Se faccio parte di un progetto che si chiama Another Castle, ci sarà un motivo, no? Sono intervenuto col mio vero nome, più volte, perché questo comportamento, che condanno, e ribadisco, condanno, è tipico di persone infantili, menefreghiste e che in quel momento si dimostrano non più giocatori, ma torturatori.

Per un’immagine, mi chiederete… ma si tratta davvero di una sola? In un solo pomeriggio mi sono comparse ben quattro foto di persone che scaricavano il gioco sottotitolandole “Finalmente!”.
Si è scatenata una guerra, da una parte gente che si riparava dietro “Ce lo ha detto XXX…” (mai confermato dall’azienda), dall’altra “Vi odiamo, non ci rappresentate.
Queste ultime parole mi hanno fatto pensare a cosa dovrebbe fare il redattore di un sito: rappresentare una grandissima quantità di gente che tende ad avere la stessa passione.

Ma dov’è finita la passione? Dove? Di certo non sui siti che promettono ai neo-recensori una retribuzione in codici gioco, come purtroppo mi è capitato di trovare.
Questo non è rappresentare, è comprare gente!

Dopo non troppo tempo le stesse persone hanno postato altre immagini in-game, noncuranti del polverone sollevatosi a causa loro. In quell’esatto momento la motivazione è cambiata in: “Noi non stiamo spoilerando, facciamo vedere cosa si può trovare nel gioco!”

Pochi giorni dopo leggo: “Guida XXX, vi aiutiamo a trovare tutti gli oggetti importanti…”

Vorrei chiedere scusa a tutti quanti i lettori, i giocatori che ogni giorno devono confrontarsi con persone che si vantano di uno status che hanno richiesto e non guadagnato. Scusateci, davvero.

Autore dei meme più memorabili, responsabile di pubbliche relazioni e marketing, è noto per il suo irraggiungibile odio verso FINAL FANTASY XV e per la trademark phrase che accompagna ogni suo video sul nostro canale: “Ma non indugiamo oltre.”

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