Nel 2017, anno in cui il “genere” soulslike spopolava e giochi ispirati alla grande saga di FromSoftware spuntavano come funghi, sono usciti diversi esponenti degni di nota e altri più che dimenticabili. Fra i migliori del tempo è impossibile non citare Nioh, prodotto da Team NINJA e KOEI TECMO GAMES che, pur prendendovi ispirazione in alcune delle meccaniche, riusciva sostanzialmente a staccarvisi differenziando moltissimo in altri ambiti, primo fra tutti quello della storia, decisamente più tradizionale, e della progressione dell’equipaggiamento. Tre anni dopo, il 12 marzo 2020, arriva invece Nioh 2, che promette al giocatore una libertà ancora maggiore ed una azione viscerale ulteriormente raffinata. Questa volta viene abbandonato il protagonista William e si ritorna persino indietro nel tempo, più precisamente a metà dell’XVI secolo, in pieno Periodo degli Stati Belligeranti.
In quest’epoca di guerre continue e devastazione, il nostro protagonista, soprannominato “Hide” a causa dell’ideogramma sul suo fedele pugnale, è un cacciatore di Yokai in grado di diventare un mezzo-demone egli stesso: seguendo la scia di corruzione demoniaca, si sposterà fra diversi campi di battaglia insieme al mercante di Pietre dello Spirito Tokichi e alla cacciatrice di demoni del Clan Sohaya Mumyo per scoprire la verità dietro alle sue origini. All’apertura del gioco la prima cosa che ci verrà richiesta sarà quella di creare il nostro avatar, con un character editor davvero pieno zeppo di opzioni e un livello di dettaglio facciale elevatissimo. Nioh 2 conosce benissimo il suo pubblico, e come tale perde (colpevolmente) fin troppo poco tempo per il “tutorial”: starà a noi decidere infatti quale tipo di armi scegliere per iniziare la nostra avventura, basandoci sostanzialmente solo sul set di mosse a disposizione e sull’attributo da livellare per aumentarne la competenza. Finito questo breve intermezzo riceveremo una lettera che ci dirà di recarci in un villaggio devastato da banditi ed altre creature soprannaturali: inizia così la storia di Hide, il cacciatore di Yokai.
- Titolo: Nioh 2
- Piattaforma: PlayStation 4
- Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
- Genere: Action RPG
- Giocatori: 1-2
- Publisher: Sony Interactive Entertainment, KOEI TECMO GAMES
- Sviluppatore: Team NINJA
- Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 12 marzo 2020
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: Season Pass con DLC non ancora annunciati
- Note: sequel di Nioh, uscito originariamente nel 2017
Abbiamo recensito Nioh 2 con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da Sony Interactive Entertainment.
La lama che sconfigge i demoni
Non posso fare altro che promuovere in toto la componente action di Nioh 2, con combattimenti che raggiungono una vetta di dinamicità e perfezione vista in pochi altri titoli, in grado di rivaleggiare giusto con i cosiddetti “spectacle fighter” a cui ci ha abituato PlatinumGames, per esempio. Con ben nove classi di armi utilizzabili, ognuna in grado di essere maneggiata in ben tre posture diverse, c’è davvero abbondanza per qualsiasi stile di gioco: sia che favoriate le armi pesanti che quelle veloci, gli attacchi da affondo o altro ancora, i ragazzi del Team NINJA ci hanno pensato. Con l’aggiunta delle abilità Yokai e della possibilità di trasformarci noi stessi in Yokai per un breve periodo di tempo una volta riempita una barra apposita, le possibilità per far crescere il nostro personaggio sono vastissime e vedere quegli alberi di abilità così pieni di roba da sbloccare potrebbe persino farvi paura. Facile da imparare e difficile da padroneggiare è di sicuro il modo di dire giusto per descrivere questo stile di combattimento all’arma bianca frenetico dove la gestione della stamina sarà fondamentale, e perdere il ritmo e il respiro significherà nel 99% dei casi morte certa: il combattimento così si trasforma in una mortale danza sul filo del rasoio dove, esaurendo invece noi la stamina del nemico, potremo aprirlo come una scatoletta di tonno (letteralmente, con alcuni tipi di armi) per degli attacchi critici garantiti.
Come se tutto questo non bastasse, la nostra capacità di trasformarci in veri e propri mezzi-Yokai grazie al nostro spirito guardiano allargherà ancora di più i nostri orizzonti in modi mai visti finora: se la trasformazione temporanea in uno spirito assassino può essere vista come un semplice power up, lo stesso non si può dire delle abilità raccolte dai nuclei dei demoni sconfitti: il più importante fra questi è sicuramente il Contrattacco Esplosivo, equivalente dei parry dei Souls, che se eseguito con tempismo giusto ci aiuterà a ridurre in maniera molto rapida la barra stamina anche dei nostri avversari più ostici.
Come fiero esponente della corrente “masocore” a cui Nioh vanta la sua appartenenza, tutta questa abbondanza e varietà di armi e tecniche a nostra disposizione non servirebbe a nulla contro dei nemici non all’altezza: ecco quindi che persino il primo, il più sporco e sfigato dei banditi o degli Yokai sarà facilmente in grado di ucciderci in appena due o tre colpi, anche livellando adeguatamente il nostro personaggio. Azzeccatissime le boss fight, che presentano spesso alcuni escamotage per semplificare la battaglia, ma che risultano comunque un buon compromesso e anzi, per me sono state le parti più soddisfacenti di Nioh 2, molto di più che il combattimento normale contro i vari demoni e umanoidi che infestano ogni singolo livello di gioco, grazie anche ad alcune tracce da paura presenti nelle colonne sonore, reperibili facilmente su Spotify come vi avevamo riportato qui.
Nulla di nuovo nel Giappone occidentale
Una delle maggiori critiche mosse nel 2017 al capitolo originale era la poca varietà delle ambientazioni in cui William veniva catapultato di missione in missione, spesso riciclate fra una spedizione e l’altra e comunque con una palette colori piuttosto smorta: in parecchi hanno notato che in fin dei conti si trattava, bene o male, di un gioco concepito proprio per essere oscuro, dall’atmosfera opprimente e realizzato apposta per mettere alle strette anche mentalmente il giocatore. Questo perché, invece di avere un’unica, grossa mappa interconnessa, il mondo di gioco di Nioh è composto di vere e proprie “missioni” a compartimento stagno, con un inizio e una fine ben precisi, intervallato da un momento di calma in cui, dalla nostra capanna, potremo usufruire dei servizi di un fabbro, cambiare il nostro aspetto fisico a piacimento e persino decorare il nostro rifugio. Purtroppo Nioh 2 fa lo stesso errore: ad alcuni (pochi) livelli alla luce del sole sono frapposti ambientazioni che per la maggior parte daranno al giocatore una sensazione di “già visto” molto presto: villaggi distrutti al tramonto, templi in fiamme e grotte poco illuminate saranno i vostri migliori amici per gran parte della durata del gioco. Ho apprezzato poco anche la cancellazione di tutti i progressi fatti nel corso di una missione in caso decidessimo di interromperla a metà, costringendoci a ricominciare da capo in caso dovessimo realizzare di non essere pronti.
Se le ambientazioni risultano un po’ troppo ripetitive, lo stesso non si può dire del level design, che abbandona la linearità dei giochi di FromSoftware a cui Team NINJA si è ispirata per il concept originale, creando invece alcune aree piuttosto aperte dove le strade da seguire saranno diverse, per poi raggiungere bene o male lo stesso punto: per fortuna, l’ottima invenzione delle scorciatoie di metà livello e delle porte “che non si possono aprire da questo lato” è qui onnipresente, e i Ninja di KOEI ci sono andati leggeri, piazzando per fortuna abbastanza santuari in ogni mappa (specialmente prima dei boss) in modo da evitare troppe scampagnate mortali rischiosissime.
Il tanto agognato sessanta
Chi vi scrive è del parere che un titolo frenetico che fa del combattimento al cardiopalma il suo pregio principale non può non avere, almeno su PlayStation 4 Pro, una modalità che permetta di raggiungere i sessanta fotogrammi al secondo o quantomeno a provarci con una modalità variabile che dà la priorità al frame rate: per fortuna in Nioh 2 sono presenti entrambe le cose. A fronte di una “modalità cinema” che francamente ho trovato inutile per i pochi miglioramenti all’immagine a cui corrisponde una fluidità veramente molto abbassata, abbiamo per fortuna sui modelli Pro della console Sony una “modalità prestazioni” che disabilita antialiasing, movimenti del fogliame e quasi tutti gli abbellimenti non necessari per mantenere 60fps praticamente granitici. Esiste anche una via di mezzo che sblocca il frame rate quando possibile facendo un compromesso, ma francamente non ne è valsa la pena vista la differenza quasi impercettibile fra le due modalità.
Questo è meglio farlo in due
L’aspetto multigiocatore di Nioh 2 è stato decisamente migliorato e ora sarà più facile che mai farci aiutare in caso di bisogno. Giocando online infatti, sulla mappa potranno apparire diverse tombe rosse e blu: quelle rosse rappresentano altri giocatori morti nelle nostre vicinanze, e se evocati potremo combattere contro un loro fantasma controllato dalla CPU e, sconfiggendolo, ottenere parte del suo equipaggiamento oltre a preziosissime Tazze Ochoko, che ci serviranno poi per il lato “buono” del gioco online, ovvero quello delle evocazioni co-op. Pregando e offrendo tazze ai santuari checkpoint potremo aprire il nostro mondo a giocatori in carne e ossa che potranno aiutarci tramite un’opzione dedicata al di fuori delle missioni (il Portale Torii) mentre, in caso non volessimo un’altro essere umano, potremo evocare un fantasma alleato controllato dalla CPU, purtroppo di non molta utilità, visto che tenderà a morire molto facilmente. Insomma, di modi per collaborare ce ne sono e sono anche piuttosto semplici, ma non così immediati come in altri titoli del genere.
Padroneggia l’arte del samurai e irridi la morte in questo spietato RPG masocore. Attraversa il Giappone del 1555, una terra magnifica e al contempo minacciosa, flagellata da una guerra infinita e popolata da mostri e spiriti malvagi. Nel ruolo di un mercenario, annienta i tuoi nemici sfruttando i poteri sovrannaturali del mitico Yokai. Riuscirai a sopravvivere all’era Sengoku e al nuovo terrificante Regno oscuro?
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A chi consigliamo Nioh 2?
Nioh 2 è un gioco perfetto per chi ha amato il titolo precedente ma è rimasto forse un pochino scottato da certi aspetti ancora un po’ troppo “grezzi” che qui sono stati decisamente smussati. Tutti i fan dei titoli action, della difficoltà brutale e dei giochi ispirati alla saga Souls e Bloodborne dovrebbero provare a dargli una possibilità, anche se potrebbero rimanere spiazzati da alcune delle differenze più importanti (nulla a cui non ci si possa abituare). Purtroppo il titolo non offre nessuna selezione di difficoltà e come tale è assolutamente sconsigliato a chi non voglia cimentarsi in una sfida contro i propri limiti o a chi cerchi un action “grezzi” in cui basterà del sano button mashing per progredire fino alla fine. Non è necessario inoltre aver giocato il predecessore, in quanto gli eventi di questo si svolgono prima di Nioh.
- Editor del personaggio di buonissima fattura
- Uno dei combat system più profondi sul mercato
- Ogni build può essere perfezionata all’estremo
- Semplificato ed espanso il comparto online
- Curve di difficoltà fin troppo elevate in alcuni frangenti
- Troppi menu e sottomenu rendono gli upgrade macchinosi
- Poca varietà nelle ambientazioni di gioco
- Per alcuni potrebbe risultare fin troppo simile al precedente
Nioh 2
Squadra che stravince non si cambia
Nioh 2 risulterà estremamente familiare a chiunque abbia giocato il primo capitolo, nonostante questi non siano legati direttamente dalla trama: quasi tutte le meccaniche dell’originale sono state riprese e raffinate in questo sequel fedelissimo, che mi sento quasi di chiamare Nioh 1.5. Rimane l’azione viscerale, l’enorme varietà di armi e di mosse a nostra disposizione, e tutte le opportunità che Team NINJA ci ha dato per sentirci fighi e skillati in un Giappone feudale infestato di Yokai e martoriato da conflitti continui. Purtroppo oltre a tutti i pregi, Nioh 2 sembra portarsi dietro anche tutti i difetti dell’originale, fra tutti una certa macchinosità nei sistemi di upgrade dell’equipaggiamento, ambientazioni un po’ troppo simili fra loro e una curva di difficoltà non sempre giusta. Ciononostante, rappresenta sicuramente uno dei migliori esponenti action che il panorama videoludico ha da offrire in questo momento: speriamo che per un eventuale terzo capitolo si decida di cambiare qualcosa in più.