10 Anime da vedere – Autunno 2024

Dieci anime da vedere (più alcuni bonus) per la stagione autunno 2024 sulle piattaforme streaming che propongono anime

10 Anime da vedere – Autunno 2024

La stagione anime autunno 2024 non ha disatteso né completamente confermato le aspettative: nonostante i pochi titoloni sul piatto ci sono state infatti alcune buone sorprese, anche se nel complesso si è vista una qualità inferiore rispetto alle precedenti stagioni, almeno sul piano delle novità! (una cosa comune a tutte le piattaforme). I sequel, come le seconde stagioni di Blue Lock e Shangri-La Frontier, o la nuova stagione di Re:Zero, hanno saputo intrattenere forse più delle novità, ma sono certo che troverete comunque in questa lista molti buoni spunti per trascorrere le vostre nottate. Una novità: da questo articolo in poi inizieremo a proporvi le novità di tutte le piattaforme, non solo di Crunchyroll! Inoltre vi segnaliamo che alcuni di questi titoli sono ancora in a corso, ma siamo speranzosi che questo non vada ad influire sul loro giudizio, ma tenetene conto durante la lettura. Senza ulteriori indugi ecco quindi la classifica dei Anime da vedere per la stagione Autunno 2024!

10 – I’ll Become a Villainess Who Goes Down in History

I’ll Become a Villainess Who Goes Down in History

Iniziamo la nostra classifica con un classico che non può mancare, ovvero quello della reincarnazione nella cattiva di un Otome. In questa serie abbiamo Alicia, una ragazza che odia la protagonista del gioco, Liz Cather, e che venera la villainess. Quando un giorno finisce per personificare i panni del suo idolo, può finalmente inseguire il suo sogno, ovvero diventare la più cattiva della storia: in questa operazione da un lato tenterà di farsi odiare dalla santa di turno circondata da ogni tipo di ammiratore, ovvero Liz, mentre dall’altra finirà per attirare l’interesse del principe Duke proprio per i suoi comportamenti anticonformisti.

Tratto da una light novel in corso in Giappone (inedita in Italia), l’anime dello studio Maho Film (quello di By the Grace Of Gods) adatta la consueta storia di una ragazza che veste i finti panni della cattiva: una struttura ricalcata su Villainess Level 99; My Next Life as a Villainess; I’m the Villainess, So I’m Taming the Final Boss; oppure 7th Time Loop solo per citarne alcuni, tutti titoli con una spolveratina di originalità, paragonato ai quali è forse il peggiore. L’anime porta comunque del suo: in questo caso abbiamo un’antagonista che si oppone realmente alla protagonista (pur mantenendo una certa rettitudine) mostrando in modo quasi satirico quanto certi atteggiamenti “buonisti” dei comuni personaggi principali, dal potere dell’amicizia alle seconde chances, siano spesso aria fritta. Graficamente abbiamo una sufficienza, con ambientazioni coerenti, mentre narrativamente la trama risulta a tratti confusa (a partire dall’inizio). Insomma, 13 episodi visti e rivisti di accuse, sotterfugi e romanticismo, ma se vi piace il genere perchè no?

9 – You Are Ms. Servant

You Are Ms. Servant

A proposito di storie ripetute, eccone un’altra, ma più strana e difficile da inquadrare, sia per il reparto tecnico che per la storia narrata: Un giorno Yuki, una ragazza sconvolta vestita da cameriera, si presenta alla casa di Hitoyoshi Yokoya, un ragazzino che vive praticamente da solo con la sorella. Sta cercando un nuovo lavoro, e confessa di essere una ex assassina rimasta senza padrone. Giustamente Yokoya non si fida ad assumerla, ma cambia idea quando viene salvato proprio da Yuki da morte certa. La storia quindi si svilupperà attorno alla relazione quotidiana tra i due, sia a casa che a scuola: il ragazzo maturerà nel modo di porsi con le persone e la ragazza, inizialmente quasi priva di senza emozioni, svilupperà sentimenti mai provati prima e imparerà a vivere lontana dagli omicidi.

Tratto da un manga ancora inedito in Italia, questo slice of life romantico/comedy di 12 episodi dello studio Felix Film appare un buon prodotto. Dal lato tecnico le grafiche sono ottime (soprattutto inizialmente) con alcuni virtuosismi da “Wow” e personaggi curati sia nell’abbigliamento che nelle espressioni; anche OST, sfondi e regia non sono male. Dal lato storia la trama è sempre quella della classica ragazza che appare dal nulla, si fa accudire, e pian piano diventa più umana: un canovaccio vecchio come Alita e Lamu, che ha avuto decine di adattamenti recenti da Violet Evergarden in poi: spesso questi titoli vengono dimenticati per l’assenza di concrete novità, ma in questo caso alcune scelte relazionali si discostano dal solito. Bene e male si alternano in Yuki, ma le parti più oscure sono spesso relegate a cornice, dove tinte noir sarebbero state più appropriate di molte delle conclusioni superficiali mostrate. La serie si lascia guardare: parte a bomba, cala negli episodi finali, e si conclude in modo aperto, lasciando così tanti non detti e misteri che una seconda stagione è obbligatoria per un reale giudizio.

8 – The Most Notorious “Talker” Runs the World’s Greatest Clan

The Most Notorious "Talker" Runs the World's Greatest Clan

Il distacco tra le prime due serie e questa, pure essendo uno solo scalino, è abbastanza netto, perché The Most Notorious Talker è un titolo con alcune novità: qui abbiamo Noel, un ragazzo che sognava di diventare un potente avventuriero (un “Seeker” come suo nonno) e che invece si ritrova ad avere il talento meno utile di tutti al combattimento, quello del “Talker”: banalmente colui che grazie alle sue parole fornisce indicazioni e incita il suo team durante lo scontro. Noel non si perde d’animo, si allena al massimo delle sue forze, e grazie alle sue abilità inizia a costruirsi una squadra. Il suo ingegno e la sua parlantina, uniti a una buona dose di cinismo, gli permettono infatti di superare gli ostacoli che gli si parano contro, e farà di tutto pur di diventare il miglior Seeker, tramando anche contro gli altri avventurieri se se necessario.

Almeno in questa prima stagione The Most Notorious Talker offre quello che molti spettatori cercano, ovvero un protagonista non pomposo o inutilmente buono o piagnucoloso, ma cinico e spietato quando serve (che per gli standard odierni è fin troppo difficile!). Noel infatti, perdonatemi l’esempio, ha un frammento di quella verve tipica di Death Note e Overlord, poiché pur agendo entro certi limiti, sorvola su molti aspetti morali mantenendo chiaro il suo obiettivo e agendo di conseguenza sfruttando i varchi che crea con la sua voce. La trama non è sempre chiarissima, ma una buona narrazione e attimi tipici da un bardo in D&D fanno quasi sempre sorvolare sui difetti, centrando l’attenzione sull’infamata di turno. Detto questo, probabilmente i 12 episodi dello studio Felix Film (lo stesso del precedente titolo) avrebbero meritato qualcosa di più che una regia e un’animazione nella media, con personaggi da cliché (seppur abbelliti) che paiono ritagliati sugli sfondi come figurine, eccezion fatta per alcuni punti focali dei combattimenti e delle strategie. Con una light novel di 4 volumi e una trasposizione manga in corso possiamo aspettarci altre piacevoli stagioni!

7 – Nina the Starry Bride

Nina the Starry Bride

Nel misterioso regno di Galgada una ragazzina di nome Nina, orfana e povera, vive alla giornata rubando il necessario per sopravvivere con i suoi due suoi amici. Un giorno però viene catturata e venduta come schiava al principe Azure Seth Fortuna, che ha intenzione di usarla come sostituto della principessa del regno venuta a mancare: la ragazzina ha infatti gli stessi rarissimi occhi azzurri di Aisha, la principessa del regno, simbolo della sacerdotessa delle stelle. Verrà quindi istruita da Seth per diventare degna del ruolo che dovrà ricoprire, ma nonostante le limitazioni non cambierà il suo carattere ribelle, rimanendo uno spirito libero. Grazie alla sua personalità finirà anche per conquistare l’enigmatico Azure, ma cosa succederà quando dovrà accettare il suo destino e finire in sposa al principe di un altro regno?

L’anime dello studio Signal.MD (Platinum End) di 12 episodi è il classico titolo romantico che non ti aspetti, ma che con dolcezza, empatia e una buona regia riesce a trasformare una storia già sentita in qualcosa di piacevole. come il recente Sacrificial Princess and the King of Beasts e i suoi vari colleghi anche Nina si trova stretta tra intrighi politici e lotte tra regni, e anche lei dovrà lottare contro i pregiudizi e chi la vuole morta. A questo si aggiunge un triangolo amoroso per ora ben gestito, anche se il finale più che aperto lascia moltissimi spiragli nella trama. Disegni curati, caratteristici e con colori d’impatto, dialoghi a volte fin troppo profondi per un titolo simile, nonché una buona colonna sonora, sostengono l’animazione non sempre perfetta, ma comunque gradevole, e una narrazione accattivante. Se amate il genere non trascuratelo!

6 – Demon Lord 2099

Demon Lord 2099

Demon Lord 2099 è quel titolo stagionale che non si deve giudicare dalla copertina: ci troviamo nel 2099 dell’Era Fused, in uno dei quartieri di Tokyo, Shinjuku, ma non si tratta di un titolo fantascientifico… o almeno, non per intero!. In questa città infatti, dopo essere stato sconfitto dall’eroe Graham, risorge il leggendario Signore dei Demoni Veltol Velvet Velsvalt, che però si trova con poteri ridotti all’osso a dover sopravvivere in un regno fiorente (almeno in superficie) dove sono scienza e tecnologia a comandare, e non più i demoni. Dapprima incontra una ragazza, Takahashi, che lo aiuterà a stare al mondo, e poi Machina Soleige, sua fedele alleata: Veltol cercherà così di ritrovare i suoi sottoposti immortali per ricostruire il suo antico regno. Ma ci riuscirà? e saprà riconquistare fama e potere?

Demon Lord 2099 è uno degli underrated della stagione, principalmente per due motivi: personaggi e narrazione. Abbiamo infatti un fantasy atipico, un mix di cyberpunk e magia (così come le musiche che lo accompagnano) dotato di una narrazione affascinante e mai scontata, dove si passa senza troppe difficoltà dalle ambientazioni da isekai alle scene futuristiche, dai videogiochi ai combattimenti reali, dalla gestione politica alle scolastiche, sino a toccare toni da slice of life e commedia romantica. Transizioni che non stonano, grazie anche ai siparietti comici sopra la media, ma soprattutto perché lo studio J.C.Staff (mica briciole) è stato in grado di gestire un enorme mole di informazioni e di background rendendo il tutto molto chiaro e comprensibile. La concezione dei personaggi e la loro Lore sono degni di un gioco della Larian, e tutto si amalgama deliziosamente… la parte dello streaming è forse la più esagerata, ma è un ottimo espediente per giustificare dei poteri in stile KamiKatsu: Working for God in a Godless World. C’è tanta carne sul fuoco di questo adattamento di una light novel ancora in corso e inedita in Italia, che necessita molta maestria nella regia, ma se lo studio manterrà la stessa cura nei combattimenti e nella gestione degli intrighi/relazioni ci aspetta una seconda stagione con i fiocchi!

5 – Yakuza Fiancé: Raise wa Tanin ga Ii

Yakuza Fiancé: Raise wa Tanin ga Ii

Meno inaspettato del precedente, ma comunque singolare, è stato Yakuza FiancéYoshino è una ragazza che, pur essendo nipote di Renji Somei (un influente yakuza) ha sempre cercato di tenersi fuori dagli “affari di famiglia”. Un giorno però, per riunificare i rapporti con un altro gruppo, viene promessa in sposa a Kirishima Miyama e mandata a Tokyo: qui scopre che il ragazzo, dall’apparenza gentile e premuroso, è in realtà uno psicopatico della peggior specie, estremamente pragmatico quando si tratta di violenza, ma altrettanto evanescente sui suoi piani e nella relazione. Yoshino, dopo un’attimo di sconforto iniziale, non può far altro che combattere il fuoco con il fuoco: sarà proprio il suo carattere deciso a fare innamorare Kirishima di lei. Ma quanto durerà questa relazione con la yakuza in subbuglio?

Di anime romantici con una relazione così malata e al contempo così intrigante c’è ne sono pochi, e il merito sarà sicuramente dell’autrice di Yakuza Fiance (Asuka Konishi), ma devo essere onesto e dire che anche lo Studio Deen questa volta ci ha messo del suo, nonostante non sia certo noto per i suoi successi nelle animazioni… ricordate Seven Deadly Sins? Questa volta però il lavoro che ne risulta è buono: un piacevole contrasto di colori ammalianti, un character design mediocre ma comunque simile al manga, e uno stile che può non piacere (così come le sensazioni trasmesse dai protagonisti) ma che ci sta bene. Anche qua le relazioni amorose funzionano, inoltre gli sketch sono piacevoli, i personaggi attirano, i ragionamenti conquistano, e la narrazione procede bene, con intrecci che promettono scintille. Tra scazzottate, siparietti e qualche attimo concitato abbiamo 12 episodi dilettevoli, consigliati anche per chi non ama i romance, e approfittatene! Essendo il manga della Goen (al nome di Nella prossima vita non voglio conoscerti) forse ci vorrà proprio una vita prima di leggerlo!

4 – Magilumiere Magical Girls Inc.

Magilumiere Magical Girls Inc.

Cosa accade quando le magie si riducono ad applicazioni lanciate da scope tecnologiche? Ce lo dice Magilumiere: in una città moderna e frenetica, Kana Sakuragi fatica a trovare il suo posto nella società, perché nessuno sembra voler assumere una ragazza senza esperienza nonostante si presenti ai colloqui sempre preparata e diligente. Poco prima dell’ennesima delusione si trova ad assistere Hitomi Koshigaya, una magical girl, riuscendo a gestire il processo di esecuzione magica grazie alle sue incredibili abilità mnemoniche. Viene così assunta dalla “Magilumiere Inc.” la startup dove lavora Hitomi, che come altre si occupa di combattere dei mostri misteriosi, i Kaii, che minacciano il quieto vivere comparendo di tanto in tanto. Grazie al suo nuovo team, che la accoglie con fiducia, Sakuragi avrà finalmente la possibilità di crescere professionalmente.

Questa serie fatta di magi-tecnologia e tante allusioni alla vita vera (lavoro in primis) ripropone il ritorno del sempre amato genere delle “maghette” in veste più attuale, dove i mostri si catturano con delle chiavette USB e usare la magia è un lavoro retribuito. Il manga (attualmente in corso) era stato accolto molto bene, e il lavoro dello studio J.C.Staff, supportato dallo Studio Moe, non sarà il massimo ma è godibile: buona regia, immagini fluide (con alcuni cali), un uso accettabile della CGI, colori lucenti e ambientazioni urbane piacevoli. 12 episodi in crescendo (escludendo alcuni intermezzi più rilassati) con tanta azione, ottimi insegnamenti, scontri ragionati e un mix parole/musica che potrebbe indurre chi si è trovato in situazioni simili a livello lavorativo a versare qualche lacrimuccia, nel bene e nel male. Insomma, un racconto di magia, ma moderno e intrigante, con abbastanza variazioni dal “majokko” classico da poter essere apprezzato anche da chi non adora il genere.

3-ex – Blue Box

Blue Box

Quando penso ad anime romantici di spessore mi vengono in mente gli stessi titoli da anni; da questa stagione però penserò probabilmente anche a Blue Box: Taiki Inomata è un liceale dell’Istituto Eimei, appassionato di badminton. Il suo club si allena nella stessa palestra della squadra femminile di Basket, dove gioca Chinatsu Kano, una compagna della quale si innamora a prima vista. Non avrebbe molte occasioni di parlarle, ma il destino gli viene in soccorso: sua madre e quella ragazza sono vecchie amiche, così quando quest’ultima deve trasferirsi, Chinatsu viene ospitata proprio sotto lo stesso tetto di Taiki. Grazie a questa convivenza i due ragazzi potranno conoscersi meglio, ma soprattutto continuare a seguire il loro sogno, quello di andare ai nazionali. Chinatsu non sembra però interessata sentimentalmente al ragazzo; quando Hina Chono, sua cara amica d’infanzia (che gareggia nella ginnastica ritmica e si allena nella stessa palestra), se ne accorgerà, smetterà di starsene in silenzio. Se questi ragazzi avranno successo nelle loro carriere sportive e nella loro vita amorosa lo scoprirete solamente terminando la serie!

I 25 episodi di questo spokon romantico scorrono con una leggerezza sorprendente. Lo studio Telecom Animation Film (Tower of God) realizza un lavoro di regia eccezionale, tra dialoghi, sceneggiatura e una qualità grafica costante: i personaggi sono disegnati con uno stile delicato e pulito, arricchito da dettagli distintivi e da espressioni facciali ammalianti, capaci di incantare nei momenti più emozionanti; persino nelle scene comiche, dove i protagonisti vengono presentati in una versione stilizzata, il design resta gradevole, con uno stile simile a quello usato ne Il Monologo dello Speziale per Maomao. Sebbene lo sport sia centrale, soprattutto per lo scorrere del tempo, ha come scopo principale quello di creare le atmosfere: la gioia delle vittorie, l’impegno nella crescita personale e il dolore delle sconfitte si intrecciano con armonia, e offrono una splendida vetrina per le qualità dell’animazione. Le sequenze fluide, le azioni sinuose e i colori sognanti, sono poi valorizzati da una colonna sonora di tutto rispetto. C’è sicuramente tanta psicologia in questa storia d’amore liceale, con dinamiche realistiche e intriganti che si distaccano dai soliti teatrini del genere (esagerati o stupidi), e i momenti più delicati sono gestiti con sensibilità ed eleganza. Lasciatevi conquistare da questa narrazione, perché vi ritroverete completamente immersi nelle emozioni dei protagonisti, tifando per uno specifico finale.

3-ex – Trillion Game

Trillion Game

Una coppia vincente deve essere composta da due individui che si completano a vicenda, e così accade in Trillion Game: Gaku (Manabu Taira) è un appassionato di informatica in cerca di lavoro, con abilità sorprendenti nonostante sia praticamente un autodidatta, rimanendo però timido e insicuro. Haru al contrario è un individuo che ostenta l’affabilità e la sicurezza di un perenne vincitore, ed è dotato di una parlantina da vero professionista che lo rende ineccepibile anche quando mente o si occupa di qualcosa che non conosce. Quando i due ex compagni di classe si incontrano per caso, Haru capisce che Gaku è la chiave per il successo, e dopo l’ennesimo colloquio fallito lo convince a fondare una società. Riusciranno a vincere nel gioco della ricchezza e ad opporsi al regno della potente Dragon Bank e alla principessa Kiri (Kirika) che ha messo gli occhi su di loro?

Il manga di Trillion Game, nonostante la sacra firma di Riichirō Inagaki (Dr Stone e Eyeshield 21) non ha riscosso molto successo, e così sembra essere anche per l’anime, che pur ha visto l’ottimo lavoro di uno studio che non necessita di presentazioni, Madhouse. Questo seinen/psicologico ha numerosi punti di forza: una storia fresca e originale, che sa trattare in modo intrigante un tema di nicchia come quello informatico unito alla gestione di un’azienda; personaggi in grado di catturare sia il tifo che la simpatia degli spettatori, con una definizione caratteriale di tutto rispetto e con particolarità grafiche ben definite (che possono piacere oppure no); una narrazione superlativa, che sa catturarti episodio dopo episodio, sia per gli espedienti utilizzati, che per le scelte intraprese dai personaggi (spesso inaspettate e anche divisive, quindi perfette per incanalare l’interesse). Gli episodi usciti dei 26 previsti fino ad ora hanno convinto, anche meglio del manga. Se adorate i film alla The Wolf of Wall Street, e quelli dove le ambizioni superano la realtà, questo titolo vi incanterà!

2 – DanDaDan

DanDaDan

L’attesissima serie di Yukinobu Tatsu ha portato una ventata di hype ed entusiasmo e praticamente tutti l’hanno vista, ma se siete tra i pochi eremiti in circolazione non ancora informati ecco la trama: Ken Takakura è un alunno introverso, un po’ nerd, e in questo caso fanatico di alieni e complotti. Momo Ayase è invece la classica vip della classe, adorata come una dea per la sua bellezza, che però ha anche un lato nascosto, ovvero crede agli spiriti, essendo stata cresciuta da una nonna che fa la medium. I due finiscono casualmente per parlare durante un atto di bullismo, quando Momo prova a difendere Ken: finiscono però per bisticciare quando scoprono i relativi, e apparentemente inconciliabili, interessi; i due si sfidano così in una prova di coraggio! Lui si recherà in un tunnel infestato da uno spirito noto come Turbononna, mentre lei salirà su un palazzo abbandonato dove si dice avvengano molti avvistamenti di UFO. Difficile indovinare come andrà a finire, ma certamente questa avventura li legherà in un modo decisamente originale!

“Cosa??? Che ci fa DanDaDan al secondo posto??” vi chiederete, e in parte avete ragione. DanDaDan è oggettivamente un anime spettacolare, a partire dal nuovo successo (dopo Mashle) dei Creepy Nuts che fa da opening, sino alle animazioni dello Studio Science SARU (quello di uno dei migliori episodi di Star Wars: Visions) che fa scintille sin dal primo episodio: caotico, naturalmente volgare, ricco di scurrilità e azione, con situazioni disagianti e forse anche malate, ma ammalianti come può essere un Gangnam Style che ti irrompe a forza nel mercato musicale. Il titolo pulsa di nostalgici rimandi a successi del passato: gag e dinamiche alla Abenobashi,  un protagonista alla Mob Psycho, lotte che oscillano tra il solenne e la stupidità tipiche di Kill la Kill e con un contesto alla Malevolent Spirits: Mononogatari motlo originale. In questi 12 episodi infatti la regia fa scintille, con colori vivi, inquadrature fenomenali e disarmanti, dialoghi/scene altrettanto da “occhi sgranati” e gestendo quasi sempre alla perfezione tutti i momenti chiave del manga. I primi episodi potranno sembrare complessi e caotici per chi si approccia al titolo per la prima volta, ma dovete assolutamente seguirlo, perché tra gag, mistero, tristezza e risate, questo titolo vi farà sussultare!

BONUS

The Healer Who Was Banished From His Party, Is, in Fact, the Strongest

Il “peggior” bonus è uno dei tanti titoli di avventura/fantasy che affollano ogni stagione, con un inizio già visto: Laust è l’healer di un party, ma il suo ruolo viene sottovalutato, poiché sembra contribuire poco durante gli scontri. Un giorno viene allontanato e sostituito, e solo allora i suoi ex-compagni si rendono conto di quanto fosse in realtà capace, soprattutto nel combattimento ravvicinato. Non riusciranno tuttavia a convincerlo a tornare, perché nel frattempo una ragazza di nome Narsena l’ha spinto a formare un nuovo team con lei. Il titolo è carino, che pecca nel finale rapido e nelle spiegazioni mai date, ma si apprezza per la gestione dei personaggi, in particolare per la co-protagonista che ha un carattere ben definito e non è la solita innamorata in abiti succinti. Anche le dinamiche interne agli avventurieri a al dungeon sono interessanti, pur in buona parte copiate. Nel complesso offre qualche spunto, soprattutto nei primi episodi, ma resta un titolo mediocre, sia per animazioni che per trama. Gli amanti del genere potrebbero recuperare la light novel, che mi dicono sia molto migliore.

The Do-Over Damsel Conquers the Dragon Emperor

Il 7th Time Loop di quest’anno si presenta come un titolo interessante sotto alcuni aspetti e discutibile sotto altri. La storia segue Jill, che fa il suo ingresso con una scena drammatica: dopo essere stata tradita dal suo fidanzato, il principe Gerald del regno di Kratos, viene trafitta da una misteriosa lancia e si risveglia nel passato, quando aveva ancora dieci anni. Per sfuggire all’inevitabile destino, durante la festa del suo fidanzamento, chiede aiuto ad Hadis, l’Imperatore maledetto del regno di Rave, promettendosi in sposa a lui. L’anime risulta nel complesso piacevole, con alcune idee intriganti e una gestione del tempo e dei personaggi ben strutturata, seppur scopiazzata sotto molti aspetti. La relazione tra i due protagonisti è divertente e rappresenta uno dei punti di forza della serie. Non giustifico la scelta di avere una protagonista bambina (pur con una mente adulta) per un anime romantico, sebbene la narrazione giustifichi la decisione, utile anche per enfatizzare la depravazione di alcuni personaggi. Ho apprezzato invece l’attenzione dedicata ai draghi e agli antagonisti, gradevoli e sensati. Purtroppo regia, dialoghi e animazioni (seppur buone in molti momenti) non valorizzano la struttura di base: lo stile appare spesso piatto, con troppe scene stilizzate, e con una leggerezza eccessiva in molte delle scene. Nonostante ciò, è un titolo che saprà intrattenere gli amanti del genere.

Good Bye, Dragon Life

Un altro caso in cui un’idea interessante e delle buone ambientazioni vengono sfruttate piuttosto male, è quello della storia di Dolan: si tratta di un drago anziano che, stanco della sua eterna solitudine, si lascia uccidere dall’eroe per rinascere inaspettatamente come umano. In questa nuova vita cerca di assaporare quelle piccole gioie, tra famiglia e amicizie, che gli erano mancate per secoli. Tuttavia, la minaccia della potente armata dei demoni si fa sempre più pressante nei pressi del suo villaggio, spingendolo a intraprendere un viaggio dove imparerà ad utilizzare i suoi antichi poteri per combattere; durante il cammino inoltre, incontra Celina, una lamia che lo accompagnerà nella battaglia. La storia è quindi semplice, con molti alti e bassi: la trama scorre piacevolmente e offre qualche sprazzo di azione, ma risulta piatta nei numerosi intermezzi; i personaggi hanno del potenziale, ma sono poco approfonditi; infine gli scontri, che avrebbero potuto essere il punto forte, si limitano a illustrazioni decenti, ma prive di fluidità nei movimenti. Insomma, il classico fantasy che include anche un tocco di romanticismo da “marito e moglie” (rimasto in secondo piano per ora) che piacerà agli amanti degli Isekai.

The Stories of Girls Who Couldn’t Be Magicians

Questo titolo magico segue le vicende di Kurumi, una ragazzina che sogna di diventare una maga sin da piccola, quando ricevette da una di esse un taccuino. Una volta giunta alla prestigiosa accademia di magia Letran, viene però bocciata all’esame per accedere al Megumi, il corso speciale, finendo solamente nel corso regolare nonostante fosse la prima nelle simulazioni; questo sembra precluderle ogni possibilità, finché non incontra la professoressa Minami Suzuki, che vorrebbe insegnar loro una forma di magia più antica e misteriosa. Il titolo affascina soprattutto per il comparto visivo, con disegni fiabeschi e dal sapore antico, ingialliti come delle illustrazioni immerse nel tè. Anche la storia cattura sin da subito, ricordando attimi di Atelier of Witch Hat e di Little Witch Academia, mentre la struttura della classe rimanda vagamente a My Hero Academia (vero fashionista?). Un’atmosfera di mistero e intrighi avvolge il tutto. Purtroppo, una narrazione dai ritmi sbagliati e infantile impedisce a questo anime di essere un top stagionale, e tuttavia molti potrebbero comunque adorarlo, vedendo attimi rilassanti dove altri si annoiano.

Negative Positive Angler

L’ultimo bonus di questa stagione è un titolo sorprendente, ma che finisce per mettersi i bastoni tra le ruote da solo. L’anime si apre con Tsunehiro Sasaki, uno studente sommerso dai debiti e con la condanna di avere solo due anni di vita a causa di un tumore allo stomaco. Mentre fugge dai suoi tre inseguitori, cade in acqua e viene salvato da Hana e Takaaki, due appassionati di pesca. Accolto su un frangiflutti dove si ritrovano i pescatori, Sasaki finisce per appassionarsi a quest’hobby, tanto da iniziare a lavorare con i suoi due nuovi amici nel minimarket di Machida. Si tratta di uno slice of life che affronta anche tematiche molto pesanti, riuscendo comunque ad affascinare sin dai primi episodi. La regia è ben curata, alternando momenti riflessivi e sequenze più dinamiche; le animazioni presentano sfondi evocativi e personaggi dettagliati, e non mancano ottime spiegazioni sulla pesca. Tuttavia, il racconto soffre nel condensare in soli 12 episodi tanto materiale, soprattutto quando molte scene risultano inutili per la trama. I due co-protagonisti, pur essendo personaggi potenti, non vengono sfruttati appieno, mentre il realismo iniziale si perde un po’ strada facendo. Inoltre, diversi momenti risultano noiosi, (soprattutto per chi non è interessato alla pesca) sino al finale raffazzonato con un inutile time-skip. Nonostante i suoi difetti dategli un’opportunità: per alcuni potrebbe rivelarsi una perdita di tempo, ma per altri sarà una vera sorpresa.

1 – Orb: On the Movements of the Earth

Orb: On the Movements of the Earth

Arriviamo al titolo stagionale che più mi ha sorpreso, noto anche come Il movimento della Terra. La storia, a differenza di quello a cui siamo abituati, non segue un unico protagonista, ma un idea, talmente folle da spingere molti studiosi a sacrificarsi per essa: è la Terra che gira attorno al sole, e non il contrario! Nel quindicesimo secolo però chi persegue questa cognizione, lontana dalla verità di Dio, viene tacciato come eretico e giustiziato. Questa storia inizia con un ragazzino di nome Rafal, acuto e perspicace, che vorrebbe studiare astrologia anziché teologia. Un giorno incontra un eretico che gli confida un segreto, consegnandogli un pendente, e con esso le istruzioni per uno scrigno dove è nascosto tutto il sapere sull’eliocentrismo. Riusciranno Rafael e chi condivide i suoi ideali a preservare lo studio di questa nuova teoria? E riusciranno a sfuggire all’inquisizione, sempre attenta ad evitare che le persone deviino dalla dottrina insegnata dalla chiesa?

Non condannatemi come eretico per questa scelta… se dovessi essere mainstream, quasi giustamente, in questa posizione dovrebbe trovarsi DanDaDan; se devo però valutare l’anime nel suo complesso, tra storia, animazione, regia, comprensione, sensazioni trasmesse e quanto abbia inciso a rilanciare il relativo manga, l’ago della bilancia del mio cuoricino pende leggermente verso la trasposizione del titolo della Dynit di 8 volumi. Qui ci troviamo di fronte a un seinen ricco di rievocazioni storiche e psicologia, con protagonisti di carattere degni di Vinland Saga, quel sano odio verso la religione tipico di Berserk e sensazioni dettate dal flusso del tempo e dei personaggi che ha saputo emozionare come in To your Eternity. Lo studio Madhouse ha svolto un fine lavoro narrativo, organizzando bene gli episodi, i dialoghi, le tempistiche, la colonna sonora (con l’ending dei sempre fantastici Yorushika e un’opening altrettanto fenomenale,che cambia le immagini ad ogni arco narrativo) e soprattutto la parte umana dei personaggi: tutti sono diversificati, concreti, importanti, con uno stile di disegno molto particolare; si odiano e si amano, in una storia che punta a trasmettere sia il coraggio che la meschinità degli uomini. Colpi di scena e ragionamenti accurati sono ben bilanciati con una lenta costruzione del loro background e carattere. Infine, le ambientazioni e l’atmosfera (quelle notturne in primis) sono da brividi e riescono ad immergere lo spettatore in un mondo distante, ma sentito. Forse è un titolo adatto a pubblico più adulto, sia per tematiche che per la forma, ma dategli una chance perché è un piacere guardarlo!

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

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