Era il lontano 2016 quando Nexo Digital (con la collaborazione di Dynit) distribuiva in Italia il famoso film d’animazione, ambientato a cavallo della seconda guerra mondiale, intitolato appunto In questo Angolo di Mondo. Oggi invece è Panini Comics che ci ripropone questa pluripremiata opera in un nuovo formato cartaceo, dopo la prima stampa italiana del 2019. Insomma, un titolo che pare aver retto bene al passare del tempo, ma sarà effettivamente così? Scopritelo come sempre seguendo la nostra recensione di In questo Angolo di Mondo New Edition!
- Titolo originale: この世界の片隅に (Kono Sekai no Katasumini)
- Titolo italiano: In questo Angolo di Mondo – New Edition
- Uscita italiana: 9 maggio 2024
- Uscita giapponese: 2009
- Numero di volumi: 1
- Casa editrice: Panini Comics
- Genere: Storico, Drammatico, Slice of Life
- Disegni: Fumiyo Kōno
- Storia: Fumiyo Kōno
- Formato: Brossurato, 15,2 x 21 cm
- Numero di pagine: 432 pagine, B/N (alcune a colori)
Abbiamo recensito In questo Angolo di Mondo New Edition tramite volume stampa fornitoci gratuitamente da Panini Comics.
La famiglia al tempo della guerra
Se pensiamo che la prima uscita del titolo risale al 2006, quando venne pubblicato sulla rivista giapponese Weekly Manga Action, non possiamo che considerare questo manga come un qualcosa di datato; ma è la storia che appare ancor più distante, un qualcosa di arcaico, dimenticato, quanto può esserlo una guerra terribile che abbiamo avuto la fortuna di non vivere sulla nostra pelle. Il volume inizia nel gennaio del 1934 inquadrando la vita di Suzu, qui ancora una bambina, ma che nonostante ciò si trova già a convivere con le difficoltà di un mondo fatto di povertà, pericoli, drammi e costumi che oggi troveremmo impossibili da accettare.
Nonostante ciò la ragazzina è curiosa e gentile, e seguendola avremo la possibilità di veder narrati tutta una serie di eventi agrodolci che fanno parte del difficile periodo storico e della sua vita: la scuola, dove mostrerà il suo talento per il disegno, il suo primo amore (Mizuhara), il suo matrimonio con Shusaku, le relazioni con la famiglia e con i vicini e le faccende di casa. Non per ultimo il fatto che fa da sfondo a tutta l’opera, ovvero l’avvento della guerra; un lungo percorso, che ci accompagnerà sino alla bomba di Hiroshima (agosto 1945) e alle sue conseguenze, narrate fino al capitolo del gennaio 1946. Riuscirà Suzu a costruirsi una famiglia e a vivere una vita dignitosa nonostante le tragedie che la circondano? Scopritelo leggendo questa meravigliosa opera.
Quanto è lontana Hiroshima
Ciò che potrete intuire sin da subito è quanto sia duro leggere un titolo simile, immaginando a cosa andranno in contro i protagonisti e le loro famiglie. Suzu è infatti originaria della sfortunata città, e se persino noi siamo rimasti scioccati da quel tragico avvenimento, così lontano, figuratevi quanto possa essere difficile per un Giapponese parlarne e leggere quest’opera. I dodici anni passano in un attimo, ma prima di giungere al finale (che non vi spoilero, ma vi sorprenderà) ciò che rimane impresso sono tutti quei riferimenti storici disseminati tra le pagine: le navi da guerra (come la famosa Yamato), gli edifici smantellati per farne dei rifugi contro gli attacchi antiaerei, il servizio di leva, i problemi legati all’aumento del costo della vita, accompagnato da denutrizione e privazioni, le organizzazioni di quartiere, con quella solidarietà che scaturisce dal dover convivere con le bombe e l’incertezza del futuro, e molto altro ancora!
Sono emblematiche le scene dove Suzu guarda con il suo amato le navi da guerra lasciare il porto o quando esclama “Mi mancano i giorni in cui pensavo che quelli fossero i problemi più gravi” riferendosi al periodo in cui faticava nei campi. Eppure, tutta questa sofferenza, a differenza di altri tragici titoli del passato (vedasi il film Una tomba per le lucciole di Isao Takahata) viene incredibilmente ammorbidita da altrettante scenette comiche o di vita comune, sempre realistiche (eccezion fatta per un caso): le vignette della cucina, dove Suzu fatica a seguire le indicazioni per fare il nankomeshi, i tentativi di arrangiarsi, come nella creazione di palline di simil-carbone, oppure l’accusa di spionaggio per un disegno troppo realistico. Ovunque c’è la sensazione della tragedia imminente, ma questo odore di morte viene coperto da un delicato profumo di mondanità e fiori di ciliegio.
Normale come il tempo
Se le atrocità della guerra vengono generalmente addolcite, o meglio dire annebbiate, le tematiche trattate sono chiare ed evidenti: tanto per cominciare l’impotenza del cittadino di fronte a qualcosa di così enorme come una guerra tra potenze mondiali, che culmina con una bomba atomica; un’avvenimento che basta da solo a sconvolgere e ammutolire il lettore. Delle situazioni aliene, che si percepiscono ancora di più se contrapposte alla spensieratezza dei bambini, in un mondo fatto di persone che devono pensare anche a sopravvivere: attività come la raccolta dei bambù, la essiccatura dell’alga nori sulle caratteristiche grate, la scuola, il mercato, proseguono nella normalità apparente.
E usuali, per l’epoca, sono anche tradizioni e concetti: tutta la parte del matrimonio sembra assurda ai giorni nostri, anche se vari titoli ci hanno abituati a questa cultura (come nel recente Il mio matrimonio felice, seppur in modo romanzato); c’è poi quell’intramontabile idea di morire con onore combattendo in battaglia, che persiste tra i soldati, il dovere di avere un erede maschio e la possibilità di vendere i propri figli, le contraddizioni insite nei quartieri a luci rosse e tanto altro. Nonostante la morte si affacci attraverso la mondanità, passando dalla descrizione delle bombe a scene di lutto, il volume galleggia su questo mare in tempesta sino ai capitoli finali, dove ti trovi improvvisamente di fronte al risultato delle atrocità umane: la descrizione di quegli attimi, con la consapevolezza di come andrà a finire (almeno per il paese) unito alla presenza delle date all’inizio di ciascun capitolo, è capace di togliere il fiato, sino all’emozionante conclusione che ancora una volta ci mostra uno spaccato del popolo giapponese, abituato alle tragedie e per questo in grado di ripartire dalle macerie.
Un patchwork cucito ad arte
Ma se il manga è così ben strutturato è merito anche della sua “sceneggiatura”, con un trascorrere del tempo che non è composto da pochi passaggi forzati, ma da una serie di delicati scalini, che come in un calendario ricco di appunti sanno trasmettere i sentimenti chi chi ha attraversato le storie narrate. Sicuramente avrete colto le similitudini con Gen di Hiroshima, manga scritto da Keiji Nakazawa con il quale ha in comune la drammaticità della seconda guerra mondiale (seppur in modo meno doloroso) ma anche con il recente Fishsociety (qui la nostra recensione), con il quale l’autrice sembra condividere lo stile narrativo e a tratti anche grafico: basti pensare alla storia introduttiva legata al sequestratore, ricca di surrealismo, che sembra perfino non appartenere al resto dell’opera.
La struttura delle vignette, tra 4-koma e stile moderno, alternata a tutta una sequela di esperimenti grafici (come la serie delle carte patriottiche o le parti nascoste nelle avventure del fratello demone) che catturano l’attenzione, alimentando di continuo la curiosità. Invece il tratto non è così facile da inquadrare: ad un primo impatto appare sicuramente abbozzato, come quello di rapidi disegni fatti col carboncino (alcuni dei quali fanno davvero tenerezza), ma il livello di finitura varia nel corso della storia. Ci troviamo infatti di fronte a vignette nitide, essenziali, grazie alle quali Fumiyo Kouno riesce però a trasmettere tutto ciò che serve, con un linguaggio che spiega chiaramente concetti ed emozioni anche senza leggerne i dialoghi.
In un unico volume cartonato e di grande formato, il manga da cui è stato tratto l’omonimo e pluripremiato film d’animazione. La vita a Hiroshima scorre serena per Suzu, giovane sognatrice che interpreta la realtà disegnandola con una matita. Quando Shusuke la chiede in sposa, deve trasferirsi a Kure: è il primo di una serie di traumi che metterà a dura prova la sua tenacia nei drammatici giorni della seconda guerra mondiale.
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A chi consigliamo In questo Angolo di Mondo New Edition?
Certamente non ai deboli di spirito! Non è una lettura leggera, trattando temi e fatti incredibilmente tragici, ma nonostante ciò In questo Angolo di Mondo è uno di quei volumi che si leggono piacevolmente anche poco alla volta, e che non opprimono a tal punto da doversi ritirare a piangere in un angolo. I fatti fanno sì riflettere, ma sono appunto addolciti a sufficienza per renderla una lettura adatta a un ampio pubblico. Anche il formato è piacevole (un po’ mattone ma si legge facilmente) e se non avete ancora avuto a che fare con questo titolo è una buona occasione per recuperarlo.
- Narrazione articolata e mai noiosa
- Temi delicati che fanno riflettere
- Protagonista dall’incredibile carisma e attrattività
- Tratto grafico non sempre digeribile
In questo Angolo di Mondo New Edition
Una corsa che non si ferma
In questo angolo del mondo è un titolo storico, romanzato certo, ma che segue le vicende di uno dei capitoli più oscuri dell’umanità, e come tale una volta messo in moto non può essere arrestato. Un maremoto di ricordi e di tradizioni vi travolgerà dalla prima pagina, ma proprio come le onde di conigli disegnate da Suzu anche le vicende narrate attraverso i suoi innocenti occhi si trasfigurano, addolcendosi. Che siano le gioie della vita familiare o dei divertenti malintesi, c’è sempre un argine all’incessante spinta della memoria, dato dal desiderio di vivere una vita normale della ragazza e del popolo che rappresenta. Il tratto dell’autrice, ruvido e delicato allo stesso tempo, accentua queste contraddizioni, cullandoci attraverso questo incessante dondolare tra tragedia e gioia. Ad ogni caduta corrisponde uno slancio verso il futuro, e ad ogni frammento perso un qualcosa che si cerca di ricostruire, ad ogni tragedia un attimo di spensieratezza, all’odio generato dal conflitto mondiale il desiderio di farsi una famiglia. E in fondo si sa, amore e guerra sono sempre un’accoppiata vincente.