Una serie di misteriosi portali fa convergere una moltitudine di universi paralleli e di linee temporali nel nostro presente. Strane creature e personaggi bizzarri compaiono dal nulla attraverso specchi d’acqua, enormi voragini in grattacieli e terminali di teletrasporto. Il mondo intero è nel caos.
La famiglia Kouryuji ha lavorato nell’ombra attraverso i secoli, custodendo un tesoro chiamato Portalstone. La pietra, tuttavia, è stata rubata, e la giovane Mii Kouryuji, intenzionata a trovarla, decide di assumere come guardia del corpo l’eccentrico detective Kogoro Tenzai. È proprio qui in Giappone, nella residenza della famiglia Kouryuji, che inizia il viaggio dei due protagonisti, che coinvolgerà mondi e personaggi del passato, presente e futuro.
Come potrete già immaginare, questo stralcio di trama è solo un mero pretesto per potervi introdurre la geniale ammucchiata di personaggi SEGA, CAPCOM e NAMCO BANDAI che prende il nome di Project X Zone.
- Titolo: Project X Zone
- Piattaforma: Nintendo 3DS
- Genere: RPG strategico, Crossover game
- Giocatori: 1
- Software house: NAMCO BANDAI Games
- Sviluppatore: Banpresto, Monolith Soft
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (audio)
- Data di uscita: 5 luglio 2013
- Disponibilità: retail, digital delivery
- Reperibilità: comune
- DLC: non presenti
- Note: è un crossover con oltre 60 personaggi provenienti da titoli NAMCO BANDAI, CAPCOM e SEGA
Cross Zone è il secondo capitolo del progetto crossover cominciato con NAMCO x CAPCOM qualche anno fa su PlayStation 2 e proseguito con Endless Frontier su Nintendo DS, a cui si aggiungono finalmente personaggi dei titoli della casa del porcospino blu del calibro di Akira Yuki e Pai Chan di Virtua Fighter, così come protagonisti di titoli più recenti come God Eater e Resonance of Fate. Un esperimento, quello di NAMCO BANDAI, di portare in occidente uno di quei titoli che difficilmente ci saremmo immaginati di giocare sui nostri 3DS europei, causa soprattutto l’ostico region lock della console Nintendo.
E tu chi diavolo saresti?
Sarà questo il pensiero più frequente di tutti i giocatori che, sfortunatamente, conoscono solo una parte dei personaggi del cast: gli immancabili Ryu e Ken di Street Fighter, Jin Kazama e Ling Xiaoyu di Tekken, Chris Redfield e Jill Valentine di Resident Evil, così come Mega Man e Dante di Devil May Cry, giusto per citarvi qualche esempio.
Se escludiamo combattenti originali realizzati appositamente per questo titolo, i developer hanno deciso di inserire nel roster personaggi di cui un buon 70% dei giocatori ignorano completamente l’esistenza, tra cui una specie di Bruce Willis proveniente da Dynamite Deka, versione nipponica di Die Hard Arcade o addirittura piloti e mecha da Super Robot Wars OG.
Per questo motivo vi consiglio di giocare con Google alla mano, in modo da fugare ogni dubbio sulle origini di ognuno e concentrarvi sul gioco vero e proprio, dato che il sistema non aiuta in alcun modo a riconoscere la provenienza di ciascun personaggio tramite schermate contenenti cenni biografici o il titolo del gioco di appartenenza.
In contrapposizione a ciò, vi accorgerete ben presto che molti dei personaggi si conoscano tra di loro, facendo riferimento a incontri avvenuti in precedenza (in NAMCO x CAPCOM ed Endless Frontier) o semplicemente per fama. Non mancheranno siparietti comici in puro stile nipponico che vi sorprenderanno, mostrandovi lati dei personaggi che mai avreste sospettato.
Tra le due e le tre dimensioni
Project X Zone dispone di un ottimo comparto tecnico. I personaggi sono tutti realizzati in grafica 2D, con miniature super deformed per la scacchiera, e sprite più curati e animati in maniera fluida nelle fasi di combattimento. Durante le sequenze di dialogo o nei brevi filmati che accompagnano le tecniche speciali sono stati utilizzati disegni in alta definizione che, seppur mantenendo tratti del character design originale di ciascuna serie, sono accumunati da uno stile affine l’uno con l’altro. Il 3D stereoscopico della console risulta quasi del tutto superfluo, oltre a generare quel senso di profondità potrà servirci solo in parte a esplorare le arene di battaglia, dato che non saremo mai in grado di ruotare l’inquadratura di 360 gradi; in compenso potremo usare il touchscreen per muovere l’inquadratura sull’arena ed elaborare un approccio strategico prima di partire all’attacco. Tuttavia, le funzioni StreetPass e SpotPass della console non sono nemmeno state prese in considerazione durante lo sviluppo.
Tecnicamente parlando, il vero punto di forza di Project X Zone è la componente audio. Gli effetti sonori, le voci dei personaggi e le musiche di sottofondo si amalgano perfettamente regalandoci emozioni uniche. Il cast di seiyuu (i doppiatori giapponesi) coinvolti nella produzione hanno reso l’esperienza molto simile a quella di un anime, e le BGM originali e remixate provengono direttamente dai titoli da cui i vari personaggi fanno capolino. Non sarà raro trovarvi a combattere con il tema principale di Street Fighter a gasarvi come non mai.
Ready… Fight!
Il gameplay di Project X Zone è composto principalmente di due sezioni, i dialoghi e i combattimenti, intervallati da schermate in cui potremo salvare la partita e scegliere la formazione o l’equipaggiamento dei nostri guerrieri. Mentre durante le sessioni di dialogo saremo chiamati ad assistere passivamente agli (spesso assurdi) scambi di battute tra personaggi che legano un capitolo e l’altro, durante gli scontri saremo coinvolti attivamente a prendere parte all’azione (e vorrei ben vedere!) premendo freneticamente le combinazioni di tasti indicate sullo schermo inferiore.
Durante i capitoli di prologo la storia sceglierà per noi una manciata di personaggi utilizzabili, in modo da farci entrare in confidenza con quelli che saranno i primi guerrieri con cui avremo a che fare. Noterete subito che ciascuna unità è composta da un party di due persone, a cui poi potremo affiancare un personaggio di supporto (Solo Unit). Mentre i primi due attaccheranno simultaneamente seguendo i nostri confusi ordini, il terzo entrerà in azione esclusivamente con la pressione del tasto L, solo una volta per turno, per aiutarci a rendere la nostra combo il più devastante possibile. Al trio potrà unire le forze un altro team da due persone, ammesso che si trovi nelle vicinanze durante la fase di attacco, portando il nostro party momentaneo a ben cinque guerrieri: attaccando tutti insieme si attiverà il cosiddetto Cross Hit. Questo sistema di combattimento prende il nome di Cross Active Battle System.
Durante il nostro turno potremo spostare le nostre unità, utilizzare oggetti (che spaziano dai potenziamenti ai classici item curativi) e naturalmente lanciarci all’attacco. Durante il turno dell’avversario potremo invece decidere di utilizzare le abilità speciali, o i comandi Defend, Full Defend (solo una volta per turno) e Counter. Utilizzando ciascuno di essi, tuttavia, sacrificheremo parte dei nostri Punti XP, gli stessi che, se portati al massimo, potranno scatenare una devastante mossa speciale con la pressione del tasto Y alla fine della nostra combo.
K.O.!
La prima impressione che si ha sperimentando le battaglie di Project X Zone è tutt’altro che chiara. Sebbene la scacchiera lasci presagire un approccio strategico agli scontri, una volta scelto dove muovervi e aver selezionato la voce Attack vi ritroverete davanti a un vero e proprio fighting game a turni, dove sarete chiamati a premere combinazioni di tasti, seppur semplici, per concatenare devastanti attacchi contro un nemico inerme. Questo non vi porterà di certo a studiare le mosse migliori per esaurire più in fretta possibile la barra HP dell’avversario, quanto a una frenetica pressione dei tasti d’azione nel modo più randomico possibile. Può risultare divertente, ma allo stesso tempo caotico per tutti quelli che amano gli RPG e gli strategici di stampo classico.
Chi ha provato una delle due demo sarà rimasto un po’ spiazzato e probabilmente avrà deciso di non comprare il gioco a causa della difficoltà delle stesse. Posso dirvi con assoluta certezza che le due missioni proposte in modo gratuito su Nintendo eShop si collocano solo in fasi più avanzate del gioco. Durante le prime battute sarà davvero facile imparare a giocare e impossibile vedere la schermata di Game Over. Avanzando negli oltre 40 capitoli sarete invece chiamati a centellinare XP e oggetti curativi, trovando veri e propri ostacoli a sorpresa poco prima di quella che sembrava la fine di una battaglia e che invece si rivelerà esserne il climax.
A chi consigliamo Project X Zone?
Consiglio il titolo a tutti gli appassionati delle serie coinvolte, agli amanti dei JRPG strategici e dei picchiaduro bidimensionali, ma soprattutto agli amanti dei giochi prettamente nipponici stile Super Robot Taisen, fin’ora preclusi a noi europei. Se avete giocato a NAMCO x CAPCOM adorerete Project X Zone. Se ciò che cercate è una trama chiara da seguire e appassionante, dovrete ahimé rivolgervi altrove. Gran parte del divertimento del gioco si basa sui personaggi, se viene meno la conoscenza degli stessi, viene meno anche il fattore il divertimento.
- Un immenso cast di personaggi giocabili
- Ottimi sprite che faranno la gioia degli amanti del 2D
- Battaglie dinamiche che non vi lasceranno mai fermi a guardare
- Presenti tutte le BGM caratteristiche di ciascuna serie
- Il doppiaggio giapponese è l’unica traccia audio disponibile
- Miracolosamente disponibile in edizione retail
- Saranno davvero in pochi a riconoscere tutti i personaggi coinvolti
- La trama è solo un grosso pretesto per tirare in ballo quanti più personaggi possibili
- Le battaglie sono divertenti, ma è difficile cercare di dargli un senso dal punto di vista strategico
- I testi sono presenti solo in lingua inglese
- C’è poco da fare oltre a combattere e cercare di seguire la trama
Project X Zone
Il crossover nipponico definitivo
Prendete tutti i protagonisti dei maggiori successi di SEGA, CAPCOM e NAMCO BANDAI e catapultateli all’interno di un mondo sconquassato e pieno di strani nemici da affrontare. Unite tutto a un sistema di combattimento a metà tra il picchiaduro 2D e i vecchi Tales of e otterrete il mix esplosivo di Project X Zone, un esperimento ben riuscito che speriamo sia solo l’apripista occidentale di uno dei generi più famosi in Giappone.