Assassin’s Creed Shadows – Tra mito e realtà

In attesa dell'uscita di Assassin's Creed Shadows, ripercorriamo i diversi contesti storici che hanno ispirato l'ultimo capitolo della saga

Assassin's Creed Shadows – Tra mito e realtà

In uscita il prossimo 15 novembre 2024, Assassin’s Creed Shadows è l’ultimo titolo appartenente all’omonimo franchise di casa Ubisoft, famoso in particolare per le sue dettagliate ambientazioni storiche ed i suoi (discussi) riferimenti mitologici. Per questa ultima opera, Ubisoft ha deciso però di accontentare i fan, trascinandoli all’interno del Giappone feudale, ambientazione richiesta a gran voce da quasi dieci anni.

Il gioco purtroppo non ha tardato a suscitare (infondate) critiche sul web per un presunto revisionismo storico a favore della cosiddetta cultura woke, destando però d’altro canto un’elevata curiosità nei confronti dei due protagonisti principali del titolo: Naoe e Yasuke. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di analizzare dal punto di vista storico il contesto che andremo a vivere il prossimo novembre, nello specifico il Periodo Azuchi-Momoyama, la figura degli shinobi e la reale figura di Yasuke, il primo samurai africano.

Il Periodo Azuchi-Momoyama – La riunificazione del Giappone

Il Periodo Sengoku, ricordato anche come Periodo degli Stati belligeranti, fu un periodo turbolento e violento della storia del Giappone, durante il quale i daimyō (signori della guerra), si contesero il controllo dell’ intero arcipelago. Gli scontri che seguirono ridussero il numero dei daimyō a poche centinaia e suddivisero il Paese in vari principati. Nel 1568, uno di loro, Oda Nobunaga, divenne tanto potente da raggiungere una posizione egemonica, aprendo la strada all’unificazione giapponese. Assassin’s Creed Shadows è ambientato proprio in quegli anni, nello specifico a partire dal 1579, durante il Periodo Azuchi-Momoyama, ma come si è arrivati a tale punto?

Come altri signori del tempo, Nobunaga ambiva a riunificare il Giappone e nel 1568, sfruttando strategicamente la posizione territoriale favorevole del proprio feudo, riuscì ad occupare la capitale Kyōto dove vi si stabilì. La rapida ascesa di Nobunaga disturbò molti daimyō come Yoshikage Asakura di Echizen, i Miyoshi e i Takeda, a cui si unirono i monaci guerrieri del tempio Enryakuji e gruppi di seguaci della setta Ikkō. La guerra che ne seguì durò circa tre anni, e vide Nobunaga vincitore grazie alla determinazione e al tempismo dei suoi attacchi, ma soprattutto grazie all’abilità come condottiero del suo alleato Ieyasu Tokugawa e alla morte prematura del suo principale nemico Shingen Takeda. Alla sua morte il clan degli Uesugi fu dilaniato da lotte interne divenendo facile preda dei generali di Nobunaga, che riuscirono successivamente ad avere la meglio sui Mōri ad ovest, costringendoli alla resa nel 1580. Nobunaga si distinse in particolare per la brutalità con cui rase al suolo il tempio Enryakuji trucidando tutti i suoi monaci, sterminando anni più tardi oltre 20 mila seguaci della setta Ikkō (inclusi donne e bambini) nella loro fortezza di Nagashima. Nel 1582, ormai padrone di tutta l’isola maggiore del Giappone, rientrò nel castello di Azuchi e ricevette dalla corte imperiale la carica di Shōgun.

Assassin's Creed Shadows – Tra mito e realtà

Gli eventi che seguono questa data segnano una serie di tumulti all’interno di tutto il paese, ma non scendiamo ulteriormente nel dettaglio così da evitare possibili spoiler a tutti coloro che non conoscono il contesto storico di Assassins’s Creed Shadows e vorranno godersi la trama in ogni suo piccolo dettaglio. Il Periodo Azuchi-Mommoyama troverà il suo termine solo 18 anni più tardi, nell’ottobre del 1600, dove oltre 160 mila uomini si scontrarono a Sekigahara, dando vita alla più grande battaglia della storia giapponese: la battaglia di Sekigahara.

Naoe Fujibayashi – Il retaggio degli shinobi

Naoe Fujibayashi è una dei due protagonisti principali di Assassins’s Creed Shadows e ci viene presentata come figlia di Nagato Fujibayashi, considerato ad oggi uno tra i più grandi ninja del passato, appartenente all’altrettanto famoso clan Iga, stanziatosi nell’omonima provincia attaccata da Nobunaga nel 1581. Dal trailer di gioco possiamo vedere come Naoe (personaggio presumibilmente fittizio) abbia seguito le orme del proprio padre, diventando un ninja a tutti gli effetti, ma chi sono realmente queste figure?

Partiamo col dire che ninja e shinobi (due denominazioni che identificano pressoché la stessa figura), per quanto siano figure del tutto abusate all’interno della cultura popolare odierna, non presentano resoconti storici profondi, fattore che ha contribuito a donare alla loro figura un’aura sempre mistica, al limite tra la realtà e la finzione. Dai testi storici a riguardo sappiamo che gli shinobi erano per lo più reclutati dalla classe inferiore della società, e questa è vista come la ragione principale per cui accettassero di operare in segreto, scambiando i loro servizi con mero denaro piuttosto che onore e gloria. Questa scarsità di resoconti storici è evidenziata anche dai poemi epici di guerra, che si concentrano principalmente sugli aristocratici samurai, le cui gesta erano apparentemente più attraenti per il pubblico dell’epoca.

Naoe FujibayashiLo storico Kiyoshi Watatani afferma che i ninja furono addestrati per essere particolarmente riservati riguardo le loro azioni e la loro esistenza. Le abilità di shinobi-no-jutsu e shinobijutsu (le cosiddette tecniche ninjutsu) avevano lo scopo di garantire che l’avversario non si accorgesse mai della loro presenza, e per le quali era doveroso seguire un addestramento speciale. Solo dal quindicesimo secolo in poi però i ninja furono addestrati appositamente per i loro obiettivi, con la parola shinobi che iniziò a definire e identificare chiaramente i ninja come un gruppo organizzato di “agenti segreti”. La prova di ciò è presente anche all’interno dei documenti storici, che iniziarono a riferirsi ai soldati furtivi come shinobi durante il Periodo Sengoku. Proprio in quegli anni i ninja iniziarono ad emergere come mercenari, dove furono reclutati come spie (kanchō), esploratori (teisatsu), sabotatori (kishu) e agitatori (konran). Le famiglie ninja erano organizzate in gilde di dimensione sempre maggiore, ciascuna con i propri territori ed il proprio sistema di rango. Il jōnin era il grado più alto, chi possedeva tale titolo rappresentava l’intero gruppo e assumeva direttamente i vari sottoposti. Successivamente troviamo i chūnin, assistenti dei jōnin, ed in fondo i genin, agenti sul campo provenienti dalla classe inferiore e incaricati di svolgere vere e proprie missioni.

I clan divenuti nel tempo più famosi sono quelli di Iga e Kōga, fondati da famiglie jizamurai (signori di piccoli domini rurali nel Giappone feudale) che vivevano nella provincia di Iga e nell’adiacente regione di Kōka. Da queste regioni apparvero per la prima volta villaggi dedicati all’addestramento dei ninja, favoriti in particolare dalla presenza di diverse montagne nei dintorni che rendevano le città più lontane particolarmente inaccessibili per i forestieri e gli eserciti invasori. Bisogna però fare una distinzione tra gli shinobi di queste zone e la gente comune o i samurai assoldati come spie o mercenari. A differenza delle loro controparti, i clan Iga e Kōga erano professionisti, appositamente formati per i loro ruoli, assunti attivamente dai daimyō tra il 1485 e il 1581. Nello specifico, i professionisti Iga erano ricercati per la loro abilità d’assedio, o “shirotori“, che includeva attacchi notturni e imboscate. Il clan Kōga agì liberamente fino al 1574, quando fu costretto a diventare vassallo di Oda Nobunaga, mentre il clan Iga agì fino al 1581, quando Nobunaga invase la loro provincia e spazzò via tutti i clan organizzati.

Yasuke – Il primo samurai africano

“È arrivato un bōzu nero dal paese cristiano. Sembra che abbia 26 o 27 anni. La nerezza del suo corpo è come quella di un toro. È sano e ha un bel fisico. Inoltre, possiede la forza di più di dieci uomini.”

“Nobunaga-sama era accompagnato da un uomo di colore che gli fu presentato dai missionari e al quale diede uno stipendio. Il suo corpo era nero come l’inchiostro ed era alto 6 shaku 2 fun. Si diceva che il suo nome fosse Yasuke.”

Con queste parole ci viene presentato per la prima volta il “samurai africano” all’interno degli degli archivi Sonkeikaku Bunko e all’interno del Diario di Ietada di Matsudaira Ietada, un vassallo di Tokugawa Ieyasu. Yasuke è il primo “africano” conosciuto ad apparire nei documenti storici giapponesi, sebbene esistano poche tracce a riguardo. Molto di ciò che si sa appare in resoconti frammentari nelle lettere del missionario gesuita Luís Fróis, Shinchō Kōki di Ōta Gyūichi, Matsudaira Ietada Nikki di Matsudaira Ietada, Histoire de l’église du Japon di Jean Crasset e Histoire Ecclesiastique Des Isles Et Royaumes Du Japon di François Solier. Sappiamo che Yasuke arrivò per la prima volta in Giappone al servizio del gesuita Alessandro Valignano, e fu convocato alla corte di Nobunaga dopo che quest’ultimo desiderava vedere un uomo di colore. Successivamente, Nobunaga lo prese al suo servizio e gli diede il nome Yasuke, concedendogli uno stipendio, una casa e una spada. Il suo periodo di permanenza accertato in Giappone fu di circa tre anni, dal 17 agosto 1579 al 21 giugno 1582, ma il suo vero nome, la sua data di nascita, la struttura familiare, il luogo di nascita, l’etnia e lingua madre sono tuttora sconosciuti.

Yasuke

Valignano era stato nominato “visitatore” delle zone di missione dei gesuiti all’interno delle Indie (che a quel tempo comprendevano Africa orientale, Sud, Sud-est e Asia orientale). Il gruppo di Valignano trascorse i primi due anni di permanenza in Giappone, principalmente a Kyushu. Nel 1581 decise di visitare come missionario la capitale di Kyoto, così da ottenere un’udienza con Oda Nobunaga, l’uomo più potente del Giappone, per garantire il lavoro dei missionari gesuiti prima di lasciare il Giappone. Questi eventi sono registrati in una lettera del 1581 che Luís Fróis scrisse a Lourenço Mexia, e nel Rapporto annuale della missione dei gesuiti in Giappone del 1582, sempre di Fróis. Il 27 marzo 1581, Valignano, insieme a Luís Fróis, che era arrivato in Giappone in precedenza, ebbe un’udienza con Nobunaga, e si dice che Yasuke li abbia accompagnati come assistente. Il gesuita Luís Fróis racconta inoltre che, mentre si trovava nella capitale, scoppiò una rissa tra i cittadini locali che lottavano tra loro per intravedere Yasuke, sfondando la porta di una residenza dei gesuiti e provocando numerosi morti e feriti. Nobunaga, vedendo per la prima volta un uomo di colore, si rifiutò di credere che il colore della sua pelle fosse naturale e non applicato successivamente, costringendolo persino a spogliarsi. Valignano descrive come Nobunaga, pensando che potesse avere dell’inchiostro sul corpo, lo obbligò a spogliarsi dei e lavarsi il corpo, ma più si lavava e strofinava, più la sua pelle diventava scura.

Ciò che segue gli anni a venire porta a perdere totalmente le tracce di Yasuke, ma nella cultura popolare la sua immagine è sempre stata fonte di immensa ispirazione. Per citare qualche esempio, troviamo l’omonima serie anime Netflix Yasuke, creata da LeSean Thomas e animata da MAPPA, la sua presenza come personaggio giocabile in SAMURAI WARRIORS 5 di KOEI TECMO GAMES del 2021, il franchise Afro Samurai di Takashi Okazaki fortemente ispirato alla sua figura storica, e il videogioco Nioh del 2017 e il suo sequel del 2020 che presentano un ritratto immaginario di Yasuke definito come samurai d’ossidiana.

In attesa di poter scoprire di più sulla trama e il reale contesto storico imbastito da Ubisoft per Assassin’s Creed Shadows, vi ricordiamo nuovamente che l’opera è attesa per il prossimo 15 novembre e che attualmente potete prenotare una delle diverse versioni sulla pagina pagina ufficiale del gioco, tra cui la Collector’s Edition. Quest’ultima comprensiva di una copia della versione Ultimate Edition del gioco (tre giorni di accesso anticipato al gioco, missione bonus “Solo come un cane”, Season Pass con una missione bonus all’uscita del gioco e due future espansioni, Ultimate Pack con il Pacchetto personaggio Sekiryū, il Pacchetto rifugio Sekiryū, cinque punti talento e il filtro Drago rosso per la modalità foto), statuetta dei due personaggi Naoe e Yasuke, custodia steelbook esclusiva, artbook da collezione (84 pagine), tsuba della katana di Naoe a grandezza naturale, mappa del mondo, pergamena del Credo e due litografie di sumi-e.

Amante dei videogiochi fin dalla tenera età, ama perdersi nella scrittura ascoltando le OST di FINAL FANTASY e KINGDOM HEARTS. Convinto fieramente che la bellezza di un equip sia più importante delle sue statistiche, è sempre alla ricerca di nuovi oggetti da aggiungere alla sua collezione videoludica.

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