La mia prima volta: My Lesbian Experience With Loneliness, pubblicato da J-POP Manga, risulta essere un prodotto decisamente fuori dagli schemi. Oramai il settore delle pubblicazioni yaoi e shonen ai (o boys’ love, ossia storie d’amore tra uomini) è perlopiù sdoganato, ma d’altra parte il versante yuri (storie d’amore tra donne) rimane ancora un po’ in quel limbo del poco noto.
Già il titolo nella sua prima parte sorprende e stravolge un po’: “La mia prima volta”, una scelta ardita, che non viene spesso (quasi mai, diciamocelo) presa in considerazione come tematica cardine di un manga. Di questo forse è responsabile il leggero sentore di tabù di cui certi argomenti risultano — ad oggi ancora — imbevuti.
Superato l’impatto iniziale, l’ipotetico lettore prosegue nella lettura del titolo “My Lesbian Experience”, (colpo inaspettato, sotto la cintola!) per poi chiudere con un rassicurante e più noto ad ognuno di noi “With Loneliness”. La solitudine. Quindi, a questo punto, la scelta più ovvia è dare una possibilità all’opera e lasciare che l’autrice si spieghi.
L’autrice, Kabi Eita, è una giovane donna dei nostri giorni, e quindi anche lei ‘vittima’ del circuito sociale che vuole ognuno di noi come tessera produttiva ed omologata della società stessa. Concetto questo ancora molto radicato nel Paese del Sol Levante, forse ancor di più che da noi in Italia. La protagonista DEVE trovare un buon lavoro – possibilmente da OL (Office Lady), DEVE adempiere alle aspettative dei genitori nonostante (o soprattutto) perché sulla soglia dei 30, DEVE curare il proprio aspetto, DEVE essere felice. DEVE VIVERE.
Il punto è questo: l’autrice, con buona dose di dolcezza e ironia, percorre con quel suo tratto che strizza l’occhio al super deformed caricaturale (potremmo quasi accostarlo in questo ai tipici manga yonkoma, o in breve 4-koma, ossia un particolare formato di striscia a fumetti diffuso in Giappone, composto appunto da quattro vignette e generalmente utilizzato per racconti umoristici) dei temi che altrimenti risulterebbero estremamente pesanti, come bulimia, depressione, autolesionismo.
Buffo come l’autrice inoltre abbia pensato di rivolgersi ad un’agenzia di escort. Non è la scelta alla quale penseremmo nell’immediato se ci dovessimo identificare in una donna single occidentale sotto i trenta, e qui entra in gioco un’altra grande contraddizione nipponica: in un paese dove non ci si tiene generalmente neanche la mano in pubblico e men che meno si palesano scambi di effusioni, ci sono persone che vanno serenamente col proprio partner nei Love Hotel o si recano nei Maiden o Butler Café per una mera soddisfazione visiva più che di appagamento fisico. Kabi Eita comprende come il suo desiderio, più che altro, sia avere vicino una ‘sorella maggiore’ da cui farsi coccolare. Perché in effetti, di quello si tratterà: Non ci sono scene esplicite o volgari, tanto che viene da sorridere bonariamente quando, nel bel mezzo del menage a deux con l’escort, l’autrice realizza che il suo imene non c’è! “Siamo stati insieme per 28 anni, non puoi farmi questo, imene!”. Non è il genere di discorso che faremmo tutte quante con una parte del nostro corpo, no?
No. L’autrice invece lo fa e scopre che in realtà si può essere infelici, si può piangere e si può fare ciò che si vuole, anche a discapito dell’altrui soddisfazione. D’altra parte, si dice, noi siamo i peggiori critici di noi stessi. Ci vuole coraggio ad essere ‘noi’, ci vuole tempo. A volte basta poco per rialzarsi, a volte no, ma si scopre che ce la si fa. Sorprendentemente.
Ed è impossibile non prendere in simpatia questa protagonista, non tifare per lei, anche quando per la seconda volta (ripetita iuvant) si rivolge all’agenzia escort, nella speranza di sbloccare il suo essere e riuscire a camminare a testa alta, accanto a se stessa, più che davanti agli altri. Se riuscirà nel suo intento, questo ve lo lasciamo scoprire.
Se ti è piaciuto, consigliamo Rica ’tte kanji!? Una novellina a Tokyo, edito da Renbook edizioni. Leggero, ironico e scorrevole, l’esperienza dell’autrice Rika Takashima prende forma per le vie di Tokyo e nella sua realtà LGBTQ, in un dedalo di personaggi dal gusto pop.
Quando la prima volta (s)fortunatamente è meglio di quel che credevi
Sabishisugite Lesbian Fuzoku Ni Ikimashita Report (conosciuto all’estero e da noi come My Lesbian Experience with Loneliness) è un manga pubblicato nel 2016 dalla casa editrice East Press, nato come raccolta di storie autobiografiche che l’autrice pubblicò inizialmente sul sito Pixiv. Ha fatto molto parlare di sé sia in patria che all’estero (nominato come miglior manga per i Crunchyroll Award, nominato agli Harvey Award, agli Amazon Best Graphic Novel e 3° ai Kono Manga ga Sugoi 2017).
Negli USA purtroppo, il manga ha fatto scalpore per un qualcosa di decisamente più sgradevole. Nonostante parli di temi come l’omosessualità in modo sobrio, alcuni pastori del Maine hanno cercato di rimuovere questo manga ed altre opere con temi LGBTQ dalla vetrina della Rumford Public Library. Una vetrina tra l’altro creata proprio per ricordare quelle opere che in passato sarebbero state bandite o censurate. Fortunatamente la faccenda si risolse positivamente, poiché si giunse alla conclusione che le librerie sono istituzioni pubbliche e sono obbligate a non discriminare niente e nessuno sulla base di punti di vista o orientamenti sessuali.
Per chi ama le semplici storie di vita vera