DUX 1.5 – Recensione

Pallottole, navi spaziali e musiche elettroniche in un nuovo sparatutto per Dreamcast tra passato, presente e futuro. Questo è DUX 1.5 per SEGA Dreamcast!

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dux-1dot5-recensione-boxartDream on: ecco cosa era scritto sui demo disk europei dedicati a SEGA Dreamcast, continuate a sognare. Parole che, per chi le legge oggi, paiono un involontario presagio della catastrofe che si sarebbe consumata negli anni a venire: l’uscita di SEGA dal mercato delle console e la cessazione della produzione dello sfortunato Dreamcast. Tredici anni dopo il grande abbandono quella esortazione continua a riecheggiare nel cuore di un manipolo di appassionati che, non paghi del parco titoli rilasciato sotto licenza ufficiale di SEGA tra il 1998 e il 2007, autoproducono nuovi giochi destinati a un mercato sì piccolo, ma dal palato fine. DUX 1.5, nuovo esponente del fortunato genere SHMUP, è una versione migliorata dell’originale DUX, uscito come titolo indipendente su Dreamcast nel 2009.

Ringraziamo Hucast per averci concesso di recensire questo titolo.

  • Titolo: DUX 1.5
  • Piattaforma: SEGA Dreamcast
  • Genere: Sparatutto a scorrimento orizzontale
  • Giocatori: 1
  • Software house: Hucast
  • Sviluppatore: Hucast, KTX Software Dev.
  • Lingua: Inglese (testi)
  • Data di uscita: 17 aprile 2013
  • Disponibilità: retail
  • Reperibilità: non comune
  • DLC: non disponibili
  • Note: diverse edizioni disponibili, DUX 1.5 Jewel Case Edition, DUX 1.5 Standard Edition, DUX 1.5 Limited Edition, DUX 1.5/1.1 Collector’s Edition

2067: Iliade nello spazio

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Scrisse George Bernard Shaw: « Non esiste opera teatrale senza conflitto » ― concetto che, se umilmente rapportato a ciò di cui ci occupiamo, potrebbe tradursi in “l’elemento a cui può ridursi qualsiasi gioco è il semplice contrasto tra alterità”. Un pensiero che si sposa perfettamente con l’essenzialità di produzioni indie come quella di cui stiamo per parlare. Niente grandi trame shakespeariane ordite da menti in cerca dell’originalità a tutti i costi: in DUX la storia è niente più che un pretesto per gettarci nel turbine dell’azione, e in quanto tale è di una banalità quasi reale. La Space Force, alla strenua ricerca di risorse per la costruzione di nuove armi, si spinge oltre i confini del territorio nemico e lì, su un asteroide, rintraccia un materiale ignoto, che si rivelerà essere indispensabile per creare la migliore nave spaziale della storia: DUX. Il prototipo risulta pericoloso e instabile, ma le continue pressioni dei Dark Zeds, sempre più prossimi alla distruzione dell’universo, costringono la Space Force a schierare in prima linea quella che potrebbe essere l’ultima speranza dell’umanità.

How do I fly this thing?

Nello spazio nessuno può sentirti iastimare.

Nello spazio nessuno può sentirti iastimare.

Strutturato in sei livelli con altrettante boss fight finali in assoluta aderenza al genere SHMUP a scorrimento orizzontale, DUX 1.5 corregge il bug relativo al punteggio che affliggeva la sua prima versione, inserisce la possibilità di configurare a piacimento i comandi, sfoggia una nuova colonna sonora e nel complesso offre una esperienza di gioco più accessibile del suo predecessore, risultando complessivamente meno frustrante. Ma che tipo di sparatutto è DUX 1.5? Non tra i più veloci: il ritmo è serrato ma non frenetico, simile a quello di R-type, con cui condivide anche un importante elemento di gameplay, il Power Pod, ma la velocità più moderata permette di ridurre la memorizzazione dei pattern nemici, e distanzia questa produzione da altre in cui spesso tutto viene ridotto al trial & error. Se sia una cosa positiva o meno sta al giocatore deciderlo in base al tipo di gameplay che preferisce: reattivo o di apprendimento. Descrivere  i comandi è probabilmente il modo più intuitivo per illustrare le meccaniche del gioco:

  • Tasto X – Autofire: l’attacco standard. Di default tenendo premuto il tasto è possibile attaccare con una serie continua di colpi blu in linea retta. Tre sono i tipi di upgrade disponibili: l’Hyper, il Bounce, che depotenzia l’attacco diretto ma permette ai laser di essere deviati dalle pareti, e l’X-Ray, una doppia elica laser in linea retta che può anche rimbalzare. Raccogliendo gli appositi power-up il tasto X attiverà anche le sub-weapon.
  • Tasto A – Charge Beam: tenendo premuto il tasto si rilascia con un colpo estremamente potente, ma durante il caricamento non è possibile attaccare.
  • Tasto Y – Release/Attach Pod: La DUX è protetta anteriormente da una sfera in grado di assorbire gli attacchi standard dei nemici, ma non i laser o le collisioni accidentali. Intercettando i bullet avversari si ripristina la barra di energia rosa a fondo schermo, chiamata Obvius Energy, necessaria per attivare la modalità Bullet Soaking. Con il tasto Y è possibile proiettare il pod verso i nemici, ma il prezzo da pagare sono alcuni secondi di vulnerabilità frontale.
  • Tasto R – Bullet Soaking: attivandolo la nave si renderà invulnerabile ai colpi ordinari, che verranno calamitati dal Pod.
  • Tasto B – Switch Subweapon: permette di passare da missili aria-aria a missili aria-terra e viceversa.

dux-1dot5-recensione-schermata-01È chiaro come nell’impianto del gioco la componente difensiva del pod giochi un ruolo fondamentale, spostando il centro dell’azione dalla semplice manovra evasiva alla raccolta e assorbimento dei bullet, prendendo il ritmo ai nemici e leggendo i pattern in cui inserire il contrattacco. Si tratta di un approccio più tattico e ragionato, che costringe il giocatore a riflettere su quando sia il caso di affidarsi solo ai propri riflessi e quando sia invece necessario far ricorso al preziosissimo Bullet Soaking, pur prestando costante attenzione a non mostrare il retro o i fianchi della nave al classico proiettile vagante. Questi elementi, per quanto non inediti, rendono DUX 1.5 un ottimo punto di inizio per chiunque non si sia mai dedicato seriamente al genere, ma al contempo non è un titolo meramente entry-level, essendo in grado di intrattenere anche il giocatore più smaliziato.

Dreamcast: ultima frontiera

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Praticamente un viaggio in acido… in senso buono.

Senza giri di parole: tecnicamente DUX 1.5 incanta. Il supporto VGA box permette di raggiungere i 480p (a patto che abbiate la periferica video in questione), e nulla vi vieta di upscalare il segnale video rivolgendovi all’aftermarket, ma, in tutta franchezza, anche il segnale standard via SCART è una gioia per gli occhi. I menù sono puliti e minimalisti, così come l’HUD, e giocano sul contrasto tra il bianco e tinte accese di giallo e rosa. La quantità, qualità e varietà di elementi a schermo è da ammirare, ancor più considerando che non abbiamo notato il benché minimo rallentamento neanche nelle fasi più concitate. I colori sono estremamente brillanti e vividi, tuttavia, a volte risulterà difficile distinguere a colpo d’occhio gli elementi interattivi da quelli a sfondo, sarà necessario prendere confidenza con lo stile grafico per evitare di spalmarsi su un cubo che pensavamo fosse attraversabile e che invece ha la consistenza di un blocco di ghisa; nulla a cui un po’ di sana pratica non possa porre rimedio. La cura e l’attenzione riversate questo titolo traspaiono dalle piccole cose: il team si è preso la briga di implementare l’uso della amatissima VMU, su cui apparirà la scritta DUX durante le fasi di gioco mentre verrà mostrato un disco durante le brevi pause di caricamento.

dux-1dot5-recensione-schermata-02La versione Jewel Case farà la gioia dei feticisti del packaging (categoria di cui orgogliosamente faccio parte) con la sua illustrazione così squisitamente retrò e la spine card arancione brillante tipica dei giochi Dreamcast giapponesi, ma anche le altre edizioni non saranno da meno. Altra chicca è la possibilità di ascoltare la OST di gioco, composta da diciassette tracce, direttamente inserendo il disco di gioco in un semplice lettore CD. La colonna sonora è magistrale, una perla del suo genere: ogni traccia si adatta perfettamente all’ambiente in cui è calata, incalzante quando serve, placida se il momento lo richiede, mai ripetitiva o inopportuna; peccato però che gli effetti sonori non siano ugualmente soddisfacenti. Mentre le esplosioni sono nella media, il rumore del colpi a segno sui boss è sordo e anonimo e addirittura può risultare fastidioso, quello degli shoto è totalmente assente così come manca il sfx del bullet soaking, delle subweapon e dei colpi a segno sugli scenari; curiosamente, il charge shot ha invece un effetto sonoro dedicato. Probabilmente si tratta di una precisa scelta di game design volta a non sovraccaricare il giocatore di stimoli uditivi, ma potrebbe non essere cosa gradita a tutti considerando che questo genere di titoli si gioca con le orecchie oltre che con gli occhi.

A chi consigliamo DUX 1.5?

Consiglio DUX 1.5 a chiunque abbia in casa una console con la spirale, e per diversi ordini di motivi. Se avete appena recuperato un Dreamcast, non potete prescindere dai suoi SHMUP, universalmente apprezzati, e DUX 1.5 nella versione Jewel Case è uno dei migliori per rapporto qualità-prezzo; se dovete iniziare da qualcosa, iniziate da questo titolo e dimostrate all’industria che c’è ancora fame di giochi nuovi per questa magnifica console. Se siete un avido consumatore di sparatutto, acquistando questo gioco vi regalerete un’altra perla indie da inserire nella vostra nutrita collezione, e sarà una di quelle più appaganti. Se siete un collezionista Dreamcast e seguite la scena indie, mi pare strano che vi siate potuti perdere un titolo come questo, dovete essere dei gran sbadatoni, fortuna che ci siamo noi a ricordarvi di comprarlo.

  • Prezzo contenuto per un gioco indie in formato retail
  • Valido sia per esperti che per neofiti del genere
  • Graficamente superlativo, ottima colonna sonora
  • Region free, supporto arcade stick e VGA 480p a 60fps

  • Forse troppe versioni in commercio
  • Una sola modalità di gioco e una sola nave
  • Menu un po’ troppo essenziali
DUX 1.5
3.7

Un viaggio nello tempo e nello spazio senza troppe turbolenze

Prima di soffermarsi sul voto, è d’obbligo precisare quanto fuorviante possa essere valutare questo gioco secondo gli standard attuali. DUX 1.5 non è figlio del suo tempo, vive in un limbo di beatitudine ben separato dall’industria attuale ed è né più né meno che il frutto della dedizione di uno sparuto gruppo di appassionati, non molto diversi da noi o da voi; è una dichiarazione di imperituro amore verso Dreamcast e il gaming hardcore di una volta, fatto di tecnica, sessioni di gioco a denti stretti e best score da battere. Non è facile dare un voto alla passione, ma vogliamo scrollarci di dosso il romanticismo almeno per un secondo ed essere obiettivi: DUX 1.5 è un SHMUP solido e ben rodato e mette insieme elementi di gameplay non inediti, ma che funzionano bene insieme, riuscendo a conferirgli una personalità propria che ci permette di non relegarlo alla categoria del more of the same, anche grazie ad alcune scelte visive coraggiose e vincenti. Tuttavia, pur essendo la versione ribilanciata e corretta di DUX e apprezzando tutti gli sforzi fatti, non è un gioco perfetto: i menu spartani, l’assenza di una introduzione che spieghi le vicende dietro alla guerra tra Space Force e la minaccia spaziale e l’unica modalità di gioco lo penalizzano. Si tratti però di peccati veniali che siamo pronti a perdonare (non a dimenticare) se preludono, come speriamo, a una lunga serie di nuove produzioni di qualità in grado di dare nuova linfa vitale a Dreamcast e di dimostrare come la katana, in questi anni di scarsa attività, non abbia affatto perso il filo.

Collezionista e retrogamer compulsivo, circola con un Game Boy Advance in tasca e non ha paura di usarlo. Probabilmente è il più polemico del gruppo.