Phantom Stalker Woman – Recensione

Star Comics ripubblica il manga horror Phantom Stalker Woman, scritto e disegnato da Minetaro Mochizuki, nella sua collana Umami. Ecco la nostra recensione

Phantom Stalker Woman - Recensione del manga di Minetaro Mochizuki

Un genere di manga ingiustamente sottovalutato dagli editori italiani fino a questo momento, pieno di capolavori e opere che hanno fatto la storia del fumetto giapponese, è quello degli horror, declinati sia nella loro natura più violenta e splatter sia, soprattutto, in quella di stampo psicologico. Per fortuna, grazie alla rinascita nella qualità della pubblicazione dei manga nel nostro paese – se volete saperne di più leggete il nostro speciale sui motivi che rendono quello che stiamo vivendo un bel periodo per essere appassionati di manga in Italia – negli ultimi anni gli editori stanno colmando questa lacuna. Fra i più attivi a questo proposito non possiamo esimerci dal menzionare Star Comics. L’azienda perugina ha infatti dato il via a questo “revival horror” nell’ambito dei manga con la pubblicazione di numerose opere di Junji Ito, uno dei maestri del genere, nella sua collana per librerie e fumetterie Umami. Oltre a ciò, nel suo catalogo ha anche trovato spazio un altro mangaka horror eccezionale, Kazuo Umezu, autore di Io sono Shingo e Baptism (che vedrà a breve la pubblicazione del terzo e ultimo numero). Phantom Stalker Woman, volume unico di cui vi proponiamo la recensione in questo articolo, è l’ultimo arrivato nella collana Umami. Si tratta a tutti gli effetti di una riedizione, visto che lo stesso editore aveva pubblicato per la prima volta questo lavoro nel lontano 2002. Anche l’autore non è nuovo al pubblico italiano: stiamo parlando infatti di Minetaro Mochizuki, noto per manga come Dragon Head, Tokyo Kaido e Chiisakobe. Ecco cosa pensiamo di questo inquietante horror psicologico che richiama i canoni del filone cinematografico giapponese.

Phantom Stalker Woman - Recensione del manga di Minetaro Mochizuki

  • Titolo originale: Zashiki Onna
  • Titolo italiano: Phantom Stalker Woman
  • Uscita giapponese: 1993
  • Uscita italiana: 23 dicembre 2020
  • Numero di volumi: 1
  • Casa editrice: Star Comics
  • Collana: Umami
  • Genere: Horror, Mistero, Psicologico
  • Storia e Disegni: Minetaro Mochizuki
  • Formato: 15×21
  • Numero di pagine: 224
  • Note: già pubblicato dallo stesso editore nel 2002

Abbiamo recensito Phantom Stalker Woman tramite volume stampa fornitoci da Star Comics.

Presenze inquietanti

Phantom Stalker Woman, titolo originale 座敷女 zashiki onna, è un manga seinen scritto e disegnato da Minetaro Mochizuki, serializzato nel 1993 sulle pagine della rivista Young Magazine di Kodansha. Grande successo di vendite in patria, il manga è arrivato per la prima volta in Italia grazie a Star Comics nel 2002, con il titolo completo Phantom Stalker Woman – Incubo Metropolitano. La riedizione all’interno di Umami, in uscita il 23 dicembre 2020, è stata annunciata dall’editore lo scorso luglio. Il volume cartaceo presenta tutte le caratteristiche dei precedenti della collana: formato 15×21, carta e inchiostro di alta qualità, costina di un unico colore (nero, in questo caso).

Phantom Stalker Woman - Recensione del manga di Minetaro Mochizuki

Il manga racconta le vicende del giovane studente universitario Hiroshi Mori, che una notte, mentre si trova nel suo appartamento, viene svegliato da una donna alta e inquietante, che sta suonando con insistenza al campanello del suo vicino di casa, apparentemente assente. Dopo averle rivolto la parola per cercare di aiutarla, anche Hiroshi inizia a essere perseguitato dalla misteriosa figura, che sembra dotata di poteri sovrannaturali. Inizia così per il povero protagonista una discesa nel terrore. Chi è questa donna? E perché ce l’ha con lui? Domande a cui Hiroshi proverà a dare una risposta per cercare di liberarsi di lei e riprendersi la propria tranquilla quotidianità.

Per la stesura del racconto, il mangaka Minetaro Michizuki, all’epoca ancora giovane – ha fatto il suo debutto nel 1985 e questo è il suo quarto lavoro serializzato – si è ispirato a una delle più note e inquietanti leggende metropolitane giapponesi, quella di una donna sfregiata dal marito geloso, che le tagliò la bocca da un orecchio all’altro per punire la sua infedeltà. Si dice che lo spettro della donna vaghi ancora per il Giappone chiedendo a tutti quelli che la incontrano se la trovino bella, per poi ucciderli tra mille sofferenze.

Grezzo ma efficace

Negli 11 capitoli che compongono il volume, e che danno vita a un racconto breve ma intenso che si legge tutto d’un fiato, l’autore costruisce un horror-thriller teso e angosciante che restituisce alla perfezione la sensazione di tormento provata dal protagonista Hiroshi a seguito del fatale incontro con la misteriosa donna, quell’incubo metropolitano citato nel sottotitolo della prima edizione italiana dell’opera. Non ci troviamo di fronte a nulla di particolarmente originale, visto che Phantom Stalker Woman richiama in maniera evidente tutti gli stilemi del filone degli horror giapponesi (cinematografici e non), incentrati sull’aspetto psicologico piuttosto che sulla volontà di scioccare lo spettatore. Tuttavia, grazie a una narrazione fluida e scorrevole – che invoglia sempre a voltare pagina per scoprire cosa succede dopo – e a personaggi al servizio della storia ma sufficientemente ben caratterizzati, Minetaro Mochizuki dimostra ancora una volta le sue grandi doti di autore horror, centrando in pieno il bersaglio e rendendo Phantom Stalker Woman un manga imperdibile per tutti gli amanti del genere.

Phantom Stalker Woman - Recensione del manga di Minetaro Mochizuki

Nel corso dei capitoli il lettore si farà inevitabilmente molte domande, legate ai numerosi misteri che permeano il racconto e alla natura di questa terribile minaccia. Tuttavia gran parte di esse è destinata a rimanere senza risposta visto che, senza fare troppi spoiler, il finale di Phantom Stalker Woman conclude l’opera lasciando molti punti in sospeso. Quello dei finali aperti è indubbiamente un argomento che appartiene alla categoria “o si ama o si odia”, e nell’opera in questione tale stratagemma rafforza se non altro la sensazione di ciclicità dell’orrore a cui ci troviamo davanti, obbligando il lettore a concentrarsi piuttosto su come si è arrivati a quel punto. Detto in altri termini: è il percorso di sofferenza di Hiroshi a rappresentare il vero focus della narrativa, non tanto il mistero dietro alla sua inquietante aguzzina. Tuttavia, bastava forse aggiungere qualche dettaglio in più per rendere la conclusione meno sospesa e più soddisfacente.

Se conoscete Minetaro Mochizuki grazie ai suoi lavori più recenti giunti nel nostro paese, come Tokyo Kaido o Chiisakobe, l’approccio a Phantom Stalker Woman potrebbe essere quasi traumatico. Il mangaka infatti è andato incontro a una netta evoluzione del suo stile di disegno nell’ultimo decennio, adottando il tratto molto pulito, preciso, essenziale e quasi asettico ammirabile nelle due opere menzionate in precedenza. Nel titolo in questione invece siamo all’opposto: le tavole sono molto più sporche, grezze e fitte, con un ottimo utilizzo dei neri e dei chiaroscuri che enfatizza la sensazione di disagio presente nel racconto, assieme a volti e figure volutamente deformati come nel caso della donna fantasma. Uno stile forse non apprezzabile da tutti, ma vincente e adatto alla storia narrata, nonché più vicino a quello che il mangaka avrebbe adottato nel suo lavoro più riuscito, Dragon Head.

Phantom Stalker Woman - Recensione del manga di Minetaro Mochizuki

A chi consigliamo Phantom Stalker Woman?

Phantom Stalker Woman è un’opera che raccomandiamo a tutti gli amanti dell’horror, del thriller e delle emozioni forti, e più in generale a tutti coloro che apprezzano i manga d’autore. Se avete familiarità con Minetaro Mochizuki grazie ai suoi lavori più recenti, allora l’ultimo arrivato nella collana Umami è una lettura obbligatoria per conoscere gli esordi di un grande fumettista, con uno stile grafico e narrativo più vicino a quello utilizzato nel suo capolavoro, Dragon Head.

  • Un horror-thriller teso e angosciante
  • Comparto grafico sporco e malsano
  • Narrazione fluida e scorrevole
  • Ottima edizione italiana

  • Non brilla certamente per originalità
  • Lo stile di disegno potrebbe non piacere a tutti
  • Finale che non risponde a molte domande
Phantom Stalker Woman
4

Una discesa negli abissi della paura

Phantom Stalker Woman è un’altra aggiunta notevole al catalogo di manga d’autore di Star Comics, nonché una doverosa riedizione di un classico del fumetto dell’orrore giapponese. In questo volume breve ma intenso, il talentuoso mangaka Minetaro Mochizuki, qui ancora ai suoi esordi nei primi anni ’90, imbastisce un racconto teso e inquietante che vi terrà incollati alle pagine fino alla fine, grazie a una narrazione incalzante e a disegni che, pur grezzi e imperfetti, acuiscono il disagio e l’oppressione che si provano durante la lettura. La sensazione di già visto e un finale troppo aperto sono gli unici limiti di un’opera che qualunque appassionato del genere dovrebbe avere nella propria libreria.

Figura mitologica, ossessionata da tutto ciò che proviene dal Giappone, che ama districarsi abilmente fra mille impegni e buoni propositi che non realizzerà mai. Quando non impugna un controller, si diletta a guardare anime e leggere manga di dubbio gusto. Tendenzialmente ti vuole bene, soprattutto se gli parli delle serie Trails, Ys e Utawarerumono.

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