Kamurocho ormai non significa solo Yakuza e botte da orbi fra gang rivali, ma anche inusuali ex-avvocati diventati detective privati, tuttofare e in qualche modo eccellenti picchiatori. La saga (ormai possiamo parlare di saga) parallela di JUDGMENT, che comprende JUDGMENT (2018) e LOST JUDGMENT (2021), è stata a lungo un’esclusiva PlayStation; si vocifera per problematiche legate ai diritti di immagine dell’attore che da le fattezze al protagonista Takayuki Yagami, ovvero Takuya Kimura, cantante e attore di grande successo seguito dalla Johnny’s Associates, agenzia di talenti particolarmente restrittiva. La crescente attenzione di SEGA per il mercato PC, però, alla fine ha vinto sugli interessi dell’agenzia, e dunque come notizia a sorpresa, è stato annunciato lo shadow drop della The Judgment Collection su PC via Steam, che comprende i due titoli più tutti i DLC opzionali di entrambi e il grosso DLC di storia “I dossier di Kaito”, al costo di circa 98 euro, con uno sconto dunque di circa il 25% rispetto all’acquisto singolo dei giochi sparati. Altrimenti, è possibile acquistare i due titoli singolarmente, con JUDGMENT che costerà 39,99 € e LOST JUDGMENT che invece vi farà sparire dalla carta di credito 59,99 €.
Abbiamo già ampiamente parlato di entrambi i giochi contenuti nella Judgment Collection nelle nostre due recensioni approfondite, che trovate seguendo questo link per il primo e questo link per il secondo, nonché de I dossier di Kaito. Insomma, per un fan della saga, si tratta di titoli davvero imperdibili, che arrivano su PC senza alcuna modifica sostanziale a livello di meccaniche e di trama. Non sono stati aggiunti contenuti esclusivi: l’unica differenza, che andremo ad analizzare in questo articolo, sta nell’ottimo lavoro di porting fatto da SEGA e nel titolo che può così sbloccare il suo vero potenziale grafico grazie alla maggiore potenza e flessibilità della piattaforma PC.
Iniziamo da JUDGMENT. I requisiti minimi richiedono almeno un processore Intel Core i5-3470, relativamente “antico” per gli standard odierni, essendo uscito nel 2012, o un AMD Ryzen 3 1200, processore di fascia entry level del 2017. Insomma, abbiamo capito che non è un titolo particolarmente stressante per la CPU, e nei nostri test questo si è rivelato sostanzialmente corretto. Come scheda video è invece richiesta almeno una NVIDIA GeForce GTX 960 oppure una AMD Radeon RX 460, schede video del 2015 e del 2016 rispettivamente, e neanche di fascia alta. Questo è il necessario per far girare JUDGMENT a una risoluzione di 1920×1080 con 30 fotogrammi al secondo. Nelle note si specifica che per raggiungere questo risultato è necessario però usare l’FSR, una tecnologia di upscaling di AMD della cui implementazione parleremo più avanti.
Per quanto riguarda le specifiche raccomandate per giocare in full HD a 60 FPS con i settaggi al massimo, senz FSR, per la CPU si sale di fascia ma non di generazione rimanendo ad un Intel i7 almeno di quarta generazione e un AMD Ryzen 5 1600. A fare un bel salto in questo caso è la GPU, per la quale è richiesta almeno una RTX 2060, veloce più del 150% rispetto alla 960, oppure una scheda video AMD RX Vega 56. I test ci mostreranno che forse qui si è un po’ esagerato; in realtà per godersi JUDGMENT al meglio superando la soglia dei 60 FPS forse basta anche qualcosa di più modesto. Per LOST JUDGMENT, i requisiti rimangono esattamente gli stessi. In effetti, non c’è stato fra i due titoli della Judgment Collection un salto grafico totale da giustificare anche una modifica dei requisiti minimi e consigliati, ma le similitudini non finiscono qui. Andiamo dunque ad analizzare il lavoro di porting vero e proprio.
JUDGMENT
La versione PC di JUDGMENT ha aggiunto il supporto ai controlli mouse/tastiera, anche se, come ben sanno gli amanti della saga, anche qui apparirà come prima cosa un bel messaggio che recita “un vero detective usa un gamepad”. Insomma, con la combo KB/M è giocabile, ma non aspettatevi la luna. I controlli sono mappati in maniera più o meno decente e sono anche modificabili, e il titolo è interamente completabile con questo metodo di input, che però manca un po’ di precisione rispetto al pad, specialmente per quanto riguarda il controllo della telecamera, decisamente più gestibile durante gli scontri e l’esplorazione. Di contro, è stato decisamente più facile controllare il drone che viene usato alcune volte durante le indagini da Yagami e Kaito. Qui sotto potete vedere il menu delle impostazioni grafiche, decisamente più che adeguato per un titolo che esce nel 2022 su PC.
Tutte le impostazioni che ci si aspetta sono presenti, e l’unica cosa che manca è uno slider per aumentare la risoluzione interna di rendering oltre il 100% (si può solo abbassare), che invece era presente per esempio in Yakuza Kiwami 2. Sia JUDGMENT che LOST JUDGMENT sono stati realizzati con un Dragon Engine raffinato oltre ogni limite dalle esperienze appunto di Kiwami 2 e di Yakuza 6, usciti più o meno in quel periodo, perciò graficamente fanno ancora la loro bella figura, specialmente nella resa dei volti e delle espressioni facciali. Ovviamente, il frame rate è sbloccato e quindi si possono superare i 30 FPS (o 60, su PlayStation 5), impostando come limite 60 oppure 120, o anche togliendo direttamente il limitatore andando dunque a mostrare, se l’hardware ne è in grado, un numero di frame pari o superiore a quelli del refresh rate del monitor. Per eliminare il tearing in questo caso è disponibile il V-SYNC oppure si possono utilizzare tecnologie come il G-SYNC o il FreeSync di AMD.
La novità maggiore, sta nell’implementazione della tecnologia FSR, sempre sviluppata da AMD; FidelityFX Super Resolution, questo il suo nome completo, è una tecnologia di upscaling che riduce la risoluzione di rendering interno dell’immagine, e poi utilizza una tecnologia di upscaling (spaziale nel caso di FSR 1.0, e temporale nel caso di FSR 2.0) per mostrare un’immagine “taroccata” riportata alla nostra risoluzione nativa, andando a ridurre di molto l’impatto sulla GPU a costi, teoricamente minimi, di fedeltà dell’immagine. Non capisco perché siano stati inseriti entrambi i metodi dato che, in quasi la totalità dei casi, l’FSR 2.0 è di molto superiore rispetto all’1.0. In ogni caso, essendo una tecnologia di facile implementazione e compatibile con tutte le schede video, a differenza del DLSS di Nvidia, tutti potranno farne uso, anche chi non ha un PC particolarmente performante. Va detto che, più punta ad aumentare le performance con FSR, meno l’immagine sarà definita; a livello “ultra performance” sembra di vedere uno schermo totalmente coperto di vaselina, con parecchi artefatti grafici.
Nei nostri test abbiamo usato un PC fisso con una scheda video RTX 2070 e una CPU Ryzen 5 5600X, oltre a 16GB di RAM. Di default, il gioco ha selezionato automaticamente i settaggi più alti possibile e disattivato l’FSR. Teoricamente saremmo di poco sopra i requisiti consigliati da SEGA e dal RGG Studio, eppure in praticamente qualsiasi frangente siamo riusciti a superare i 100 fotogrammi al secondo in media, con qualche calo nelle aree di gioco più affollate. Niente di tragico: non siamo mai scesi sotto i 70-80 tranne durante i momenti in cui abbiamo provato DICE and CUBE, il minigioco in VR presente al Club Paradise VR, dove per via degli esagerati effetti particellari la scheda video, comunque maxata nel suo utilizzo in ogni momento, non è riuscita a superare i 60. Se ci si trova in aree chiuse o con minore densità di pedoni, inoltre, le prestazioni migliorano ancora riuscendo a mantenere senza troppa fatica i 120-144 FPS.
Attivando l’FSR 2.0 con il preset “qualità”, invece, siamo riusciti a mantenere i 120 fotogrammi al secondo abbastanza stabili in ogni momento, dovendo però smuovere di parecchio lo slider della nitidezza, applicando un ulteriore filtro sopra l’immagine per ritornare ad una qualità accettabile. Qui sotto potete vedere due immagini comparative: FSR ON (a sinistra) ed FSR OFF (a destra).
Sorprendentemente, i preset della grafica (bassissima, bassa, media, alta, altissima) vanno a ridurre sempre di più i settaggi grafici ma non si nota tutta questa differenza a livello di qualità; certo, le ombre sono meno definite e più scalettate, le texture sono leggermente più sfumate; ma la degradazione dell’immagine viene data principalmente dall’attivazione sempre più aggressiva dell’FSR. Qui sotto una galleria comparativa.
Dall’overlay di MSI Afterburner possiamo notare una cosa che si ripete per entrambi i titoli della Judgment Collection: la CPU è davvero poco interessata da questo titolo e non viene particolarmente stressata, neanche durante i combattimenti o i minigiochi. Quasi tutto il lavoro qui deve farlo la scheda video; è interessante notare che con i settaggi davvero al massimo, la VRAM in uso supera i 4GB listati da SEGA come consigliati, andando a richiederne quasi 5; questo potrebbe essere un problema per le schede video più vecchie, storicamente equipaggiate con meno memoria video.
LOST JUDGMENT
Per LOST JUDGMENT si possono dire praticamente le stesse cose del suo predecessore. Il lavoro di porting della Judgment Collection è stato fatto chiaramente in tandem, tanto che il menu delle impostazioni grafiche è davvero uguale al primo gioco. Le prestazioni che abbiamo riscontrato sono molto simili, se non (facendo una media ragionata) praticamente identiche. Abbiamo preso le scene iniziali di apertura per fare i test perché, continuando a giocare, ci siamo accorti di quanto siano simili graficamente i due giochi (ovviamente, mi vien da dire). LOST JUDGMENT è praticamente uguale alla prima avventura di Yagami ma con le texture leggermente più definite e una temperatura del colore un po’ diversa, forse con una fotografia dai colori più smorzati e dalle tinte più noir.
Le gallerie comparative qui sotto parlano da sole: settaggi alti (destra) e altissimi (sinistra) risultano in un immagine quasi uguale, con un impatto però sulle prestazioni considerevole.
In questa, invece, possiamo vedere la differenza tra settaggi bassi (destra) e bassissimi (sinistra) dove, anche qui, a cambiare è praticamente solo l’implementazione dell’FSR.
Tutto quello che c’era da dire su LOST JUDGMENT, altra metà di questa ottima Judgment Collection, lo abbiamo in qualche modo anticipato andando ad analizzare il primo gioco: è però interessante notare che qui l’utilizzo della VRAM è leggermente maggiore, mentre l’uso della CPU in media è leggermente minore.
Se volete giocare a JUDGMENT o a LOST JUDGMENT acquistando la Judgment Collection e non avete un PC recente di fascia alta, non preoccupatevi troppo. Il lavoro fatto da RGG Studio e da SEGA in questo caso è lodevole e il porting è di buonissima fattura, ben ottimizzato e con tutte le opzioni che ci si aspetterebbe. A mio parere, si è volati un po’ troppo alti con le schede video consigliate; se una RTX 2070, sulla carta solo uno “step” superiore alla 2060, riesce a far girare questo titolo a settaggi massimi e con il doppio dei fotogrammi al secondo consigliati, vuol dire che forse si poteva abbassare leggermente le richieste hardware. In linea di massima, qualsiasi PC almeno di fascia media acquistato o assemblato negli ultimi 5-6 anni dovrebbe riuscire a farvi giocare alle fantastiche avventure a Kamurocho di Takayuki Yagami senza troppa fatica, con prestazioni più che accettabili.
Yakuza, anzi, Like a Dragon, da quando ha abbracciato il mercato PC, ha attraversato una specie di “rinascimento” e tutt’ora Yakuza 0 rimane uno dei giochi più venduti su Steam. Mancava praticamente solo questo spin-off all’appello, essendo tutta la saga principale già giocabile, e The Judgment Collection è davvero un ottimo affare. Con l’aggiunta della versione Kiwami di ISHIN! in arrivo l’anno prossimo, e di Like a Dragon 8 ancora più avanti e Like a Dragon Gaiden: The Man Who Erased His Name, c’è davvero tanta carne al fuoco.