Il 26 gennaio sarà un giorno cruciale per l’industria videoludica, per il day one dell’attesissimo TEKKEN 8 di BANDAI NAMCO Entertainment, ma soprattutto per l’arrivo di un altro numero otto, il nuovo capitolo principale della serie di “Yakuza”, che abbandona ufficialmente la vecchia nomenclatura adattando in maniera più fedele il titolo giapponese. Like a Dragon: Infinite Wealth ci riporta ancora una volta nei panni di Ichiban Kasuga, introdotto nell’episodio precedente come nuovo protagonista, ma ancora una volta (forse l’ultima?) in quelli dell’ex Drago di Dojima, Kazuma Kiryu — dopo la parentesi a lui dedicata che funge da prologo a questo gioco, “The Man Who Erased His Name”.
Dopo aver portato a termine la mia esperienza con Yakuza: Like a Dragon circa quattro anni fa mi sono chiesto come sarebbe stato il futuro della serie, cosa poteva fare più di questo Ryu Ga Gotoku Studio per migliorare un gioco già di per sé perfetto in termini di sceneggiatura e gameplay. Dopo aver passato più di sessanta ore in compagnia dell’RPG targato SEGA posso dirvi con assoluta fermezza che le mie aspettative, sia dal punto di vista di fan della serie che di critico imparziale, sono state ampiamente soddisfatte. Infinite Wealth è senza ombra di dubbio un prodotto mastodontico, il più vasto di sempre per lo studio ora capitanato da Masayoshi Yokoyama. Cercando di non rovinarvi assolutamente nulla della trama che vi accompagnerà per una cinquantina di ore, vi racconto come ho trascorso la mia vacanza alle Hawaii con Like a Dragon: Infinite Wealth.
- Titolo: Like a Dragon: Infinite Wealth
- Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One, PC (Steam, Microsoft Store)
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: RPG
- Giocatori: 1 (2 nei minigiochi)
- Publisher: SEGA
- Sviluppatore: Ryu Ga Gotoku Studio
- Lingua: Italiano (testi), Giapponese o Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 26 gennaio 2024
- Disponibilità: retai, digital delivery
- DLC: Pacchetto Maestro di vacanze, Pacchetto Abiti assortiti, Pacchetto Sujimon e Dondoko Island, Set CD Yakuza da collezione
- Note: disponibile nelle edizioni digitali Deluxe e Ultimate
Abbiamo recensito Like a Dragon: Infinite Wealth con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da SEGA tramite PLAION.
A partire da Ryu Ga Gotoku 7, in Occidente Yakuza: Like a Dragon, la serie creata originariamente da Toshihiro Nagoshi ha affrontato un cambiamento radicale, passando dal genere Action con elementi da gioco di ruolo a un vero e proprio RPG di stampo giapponese con combattimenti a turni, sistema di classi, un party formato da quattro personaggi e tanto altro. Ichiban, il nuovo protagonista, è cresciuto a pane e DRAGON QUEST e per questo motivo la sua fervida immaginazione gli permette di vedere compagni e nemici “trasformarsi” e lottare attendendo il proprio turno proprio come in un RPG giapponese. La formula rimane pressoché invariata anche in questo seguito, con la sola differenza che, oltre agli amici conosciuti nell’avventura precedente, Ichi verrà affiancato da una figura importante come quella di Kazuma Kiryu nel ruolo di co-protagonista per l’intero svolgersi del gioco.
Bon voyage!
Le vicende di Like a Dragon: Infinite Wealth partiranno qualche anno dopo il termine del capitolo precedente. Kasuga ha un lavoro stabile come impiegato presso l’Hello Work ed è rispettato e ammirato da tutta Ijincho, tanto da essersi guadagnato il soprannome di “Eroe di Yokohama” in seguito ai fatti narrati nel titolo precedente. Ichiban tuttavia sfrutta la sua posizione per aiutare chi è stato meno fortunato di lui, ovvero tutti gli ex membri della yakuza rimasti senza occupazione dopo il grande “Scoglimento” dei clan più importanti del Giappone, il Clan Tojo e l’Alleanza Omi. La clausola dei cinque anni impedisce infatti agli ex yakuza possedere un conto in banca, di conseguenza anche di trovare un lavoro. Ichiban, assieme all’aiuto di Adachi e Nanba, riesce a procurare loro un impiego onesto che possa far fruttare le loro capacità. La felicità, tuttavia, è destinata a finire ben presto, perché uno dei più seguiti streamer del Giappone, Tatara Hisoka, incastrerà Ichiban e i suoi compagni additandoli come criminali e truffatori. Per questo motivo Kasuga perderà il suo lavoro e la sua fama di eroe, come se non bastasse persino la proposta di matrimonio che farà a Saeko verrà brutalmente respinta.
Con il cuore a pezzi, Ichiban verrà contattato da Sawashiro che, uscito di prigione, gli rivelerà che la donna che apparentemente è sua madre, compagna del compianto patriarca Masumi Arakawa, è ancora viva e lo aspetta a Honolulu, nell’arcipelago delle Hawaii. Fino a questo momento l’ex capitano della famiglia Arakawa ha tenuto segreti i suoi contatti con la donna, simulandone la morte. È così che comincia l’odissea dell’ingenuo Kasuga (e dell’aragosta Nancy) alle Hawaii, che nel giro di ventiquattr’ore verrà aggredito da un tassista e derubato da una persona apparentemente innocua. L’indomani il risveglio è più movimentato del previsto, e vedrà Ichi nudo come un verme sulla spiaggia più trafficata dell’isola, con conseguente arresto da parte della polizia locale. Sfuggendo a un destino ancora più crudele, il nostro eroe si imbatterà in colui che darà una svolta positiva alla sua movimentata vacanza: Kazuma Kiryu. L’agente di Daidoji lo porterà in salvo e, condividendo il proprio destino i due scopriranno di avere un obiettivo in comune: Akane-san, la presunta madre di Ichiban.
Queste sono solo le premesse di Infinite Wealth, nulla più di ciò che abbiamo già potuto scoprire con la demo — sebbene quest’ultima sia stata tagliata e modificata ad arte per evitare di mostrarci realmente come stanno le cose. Nelle circa cinquanta ore che serviranno per portarla a termine, la trama di Like a Dragon: Infinite Wealth ci stupirà con tanti colpi di scena, sviluppi inattesi e personaggi incredibilmente ben caratterizzati, fra cui spiccano le new entry Eric Tomizawa e Chitose Fujinomiya, nonché insospettabili antagonisti e un taglio ancora più cinematografico rispetto al passato. Eviterò di parlarvi ulteriormente di trama ed evoluzioni narrative, ma ai fini della recensione è importante che sappiate che, da un certo punto in avanti, il gioco prenderà una svolta inattesa, e come succedeva in passato in titoli come Yakuza 0, 4 e 5 ci metterà di fronte a una biforcazione dell’avventura: da un lato il party di Ichiban Kasuga alle Hawaii, dall’altro quello guidato da Kazuma Kiryu in Giappone, fra Isezaki Ijincho a Yokohama e la cara, vecchia, immancabile Kamurocho. Proprio come rappresentato sulla copertina del gioco.
E ci investe un fiotto di latte di cocco
Honolulu, oltre che la prima città che sfrutta lo stesso nome del mondo reale, è la mappa più grande e ricca mai vista in un gioco di questa serie. Una volta catapultati fra le strade della città sarà un continuo correre per raggiungere un punto di interesse, raccogliere un oggetto, salutare un nuovo amico. Gli sviluppatori hanno saputo condire sapientemente l’esplorazione con elementi che non la rendono mai noiosa, e che anzi ci esortano a girovagare senza meta al solo scopo di arricchire il nostro inventario, ma soprattutto di riempire la nostra lista di amici su una app chiamata “Aloha Links” che la bella e sboccata kson installerà sul nostro smartphone. Le strade della città saranno popolate infatti da persone e animali contrassegnati da una faccina che, se salutati, diverranno automaticamente nostri amici, e ogni qual volta passeremo ci riconosceranno e saluteranno a loro volta, fino a diventare amici per la pelle. Alcuni di loro, inoltre, ci chiederanno aiuto, oggetti e cibo e — sebbene inutile ai fini del gioco in sé — quella di Aloha Links è una meccanica in qualche modo assuefacente, perché ciascuno degli abitanti di Honolulu avrà una propria divertente biografia da scoprire. Ma Links non sarà l’unico “Pokédex” a nostra disposizione, dato che una componente chiave del gioco, perfettamente integrata col resto, sarà il rinnovato minigame dei Sujimon, che questa volta è più approfondito e preponderante che mai.
Una volta sbloccato, infatti, il minigame dei Sujimon (che, a proposito, deriva da “sujimono” ovvero “gente pericolosa”) ci consentirà di riempire la nostra enciclopedia con tutti i nemici che incontreremo in combattimento, che potranno decidere di unirsi alle nostre fila previo convincimento — più in stile Shin Megami Tensei che Pokémon, a tutti gli effetti. Potremo allenarli, fonderli, farli evolvere e ovviamente combattere con quelli di altri allenatori, persino partecipare a una vera e propria lega con tanto di Superquattro. Per le strade di Honolulu troveremo anche dei veri e propri PokéStop che ci elargiranno oggetti e ci consentiranno di accedere al “PC” dove gestire i nostri mostri, nonché a veri e propri distributori che introducono anche una meccanica gacha che fa il verso agli innumerevoli giochi mobile e che ci consente di accaparrarci ulteriori nuovi Sujimon sfruttando la valuta in-game o ticket di varie tipologie. Tra i DLC previsti nel gioco, che ho avuto modo di testare in fase di recensione, troviamo anche i Sujimon di personaggi celebri per la saga, come Goro Majima, la tigre di Ryuji e l’orso con cui in passato ha lottato Saejima.
La meccanica dei Sujimon è profondamente legata al gioco principale perché, una volta sconfitti, i nemici potranno decidere di unirsi al nostro esercito di mostri, previo convincimento da parte di Ichiban, che potrà anche utilizzarli nei combattimenti “standard” con la classe di Sujimante. Honolulu è piena zeppa di attrattive e di cose da fare: potremo nuotare nell’oceano per recuperare rifiuti, pescare, spostarci a bordo di uno Street Surfer per arrivare prima a destinazione (sfruttando anche il pilota automatico) oppure muoverci istantaneamente usando un taxi da qualsiasi punto della mappa. La città è viva e pulsante, piena di negozi, locali, alberi da cui far cadere frutta, esilaranti storie secondarie e paesaggi mozzafiato dentro i quali vi verrà voglia di scattarvi più di qualche foto assieme ai vostri compagni di viaggio.
Io rimango come un mango
Come già anticipato prima, da un certo punto in avanti del gioco la narrazione si alternerà fra due punti di vista differenti. Quando giocheremo nei panni del Drago di Dojima non avremo più la possibilità di accedere ai Sujimon, alla Dondoko Island (di cui vi parlerò più avanti), a tutte le attività hawaiiane e soprattutto alle classiche “storie secondarie” presenti sin da sempre nella saga. La porzione di gioco riservata a Kiryu ci metterà a disposizione una meccanica chiamata “Bucket List”, ovvero un elenco di cose da fare prima di tirare le cuoia. Come già rivelato in uno dei primi trailer del gioco, infatti, Kiryu rivelerà tristemente a Ichiban e ai suoi compagni di essere affetto da un cancro e che gli rimangono solo pochi mesi di vita, avendo deciso di rinunciare a ogni tipo di cura. Tuttavia, verrà convinto da Nanba e dal resto del gruppo a pensare, per una volta, a sé stesso anziché a salvare tutti coloro che hanno bisogno del suo aiuto, e per questo motivo Kiryu stilerà una lista di cose che gli piacerebbe fare prima di lasciare questo mondo. In termini di gameplay, ciò si traduce in quattro elementi: Legami di vita, Memorie di un Drago, Affari in sospeso e Risveglio.
I “Legami di vita” sostituiscono le substory e consistono in appuntamenti che il caro vecchio Date darà a Kiryu, nel corso dei quali il suo amico potrà incontrare o almeno vedere da lontano persone che hanno fatto parte della sua vita, così come della storia di questa saga. In maniera analoga, le “Memorie di un Drago” sono dei punti di interesse tramite i quali Kiryu ricorderà luoghi, persone o avvenimenti del suo passato e, come nel caso dei legami, anche questi verranno raccolti in un vero e proprio album dei ricordi che potremo consultare dall’apposito menù. Per come la vedo io, si tratta di un vero e proprio omaggio ai fan storici della serie, per ricordare tutto ciò che hanno vissuto nei panni di Kiryu in tutti questi anni. Gli ultimi due, “Affari in sospeso” e “Risveglio” sono invece diverse nomenclature per funzioni già presenti nei giochi precedenti, ovvero gli obiettivi in-game che si attivano per qualsiasi attività svolta, nonché le caratteristiche che gli obiettivi compiuti e le azioni che andremo a intraprendere nel gioco andranno a modificare spirito, tecnica e fisico.
Un altro elemento esclusivo dell’esplorazione assieme a Kiryu è dato dalla presenza del “Part Time Rescue”, una versione ridotta del Part Time Hero di Ryu Ga Gotoku 7 che ci chiederà di salvare alcuni cittadini bisognosi di aiuto in cambio di punti che andranno a migliorare le tre caratteristiche del Risveglio. Inoltre, sebbene gran parte delle vicende che lo coinvolgano si svolgono a Yokohama, in qualsiasi momenti potremo prendere un Taxi e visitare Kamurocho, all’interno della quale troveremo tutti i luoghi e le attività secondarie che abbiamo imparato ad amare nei giochi precedenti. Se in qualche modo l’avventura di Ichiban alle Hawaii è all’insegna delle novità, quella di Kiryu mantiene il gioco ancorato a ciò che gli appassionati hanno amato in tutti questi anni.
Al chiaro di luna bagnati dalla spuma
Cuore pulsante di Like a Dragon: Infinite Wealth è il rinnovato sistema di combattimento a turni, che perfeziona quanto introdotto nel precedente capitolo con miglioramenti che lo rendono ancora più divertente e davvero mai noioso. Durante il turno di ciascun personaggio potremo muoverci all’interno di un certo raggio d’azione, decidendo se andare incontro o addirittura posizionarci alle spalle di un nemico per arrecare danni ancora maggiori, oppure se avvicinarci a un alleato e utilizzare insieme un attacco combinato. Stringendo legami con i vari personaggi del party, tramite eventi secondari, conversazioni al bar o chiacchiere al ristorante, potremo approfondire i legami e riempire un vero e proprio “bingo” contenente curiosità su ciascuno dei membri del party. Più il legame sarà profondo, più è probabile che avvengano attacchi concatenati, e avremo inoltre la possibilità, previo riempimento dell’apposito indicatore a forma di infinito, di eseguire l’abilità “Gioco di squadra”, una speciale tecnica che vede coinvolto il protagonista assieme a uno dei personaggi. Qualcosina invece cambia nel caso di Ichiban e Kiryu: nei panni di Kasuga, è possibile inscenare uno spettacolare attacco “Gioco di squadra supremo” con tutti i membri del party, in quello di Kiryu è possibile invece attivare la modalità speciale “Rinascita del Drago” già analizzata nella demo, che permette letteralmente di rompere il sistema a turni per qualche istante per muoverci liberamente e attaccare i nemici come nei vecchi capitoli della serie che vedevano Kazuma protagonista.
Di ritorno dal titolo precedente anche il sistema di Lavori. Nonostante Hello Work non sarà più accessibile, potremo sbloccare Lavori e cambiarli a nostro piacimento tramite l’agenzia viaggi Alo-Happy e le sue succursali. Inizialmente per sbloccarle dovremo letteralmente acquistare dei pacchetti-vacanza a Honolulu, che ci mostreranno una divertente cutscene nella quale Ichiban e compagni “scopriranno” nuove classi, tuttavia quelle da sbloccare in questo modo sono decisamente meno di quanto mi sarei aspettato. Dal titolo precedente ritroviamo lavori come Host, Breaker, Chef, Idol e Regina della notte, mentre i nuovi consistono in Acquanauta (che utilizza una tavola da surf come arma), Desperado (un pistolero stile western), Governante (una vera e propria maid), Geoballerina e Pirodanzatore, nonché i miei preferiti: Kunoichi, Samurai e Stella del cinema — quest’ultimo ispirato all’intramontabile Bruce Lee.
Tornano i lavori esclusivi per ciascuno dei personaggi già visti nel gioco precedente, assieme a quelli nuovi per Tomizawa (Tassista) e Chitose (Ereditiera), nonché una nuova classe per Ichiban, Sujimante, che sfrutterà i Sujimon di cui vi ho già parlato. A queste si aggiungeranno due nuove classi in DLC: Tennista per i personaggi femminili e Quarterback per quelli maschili. Al netto del cambiamento tra ufficio collocamento e agenzia viaggi, probabilmente sarebbe stato meglio cambiare dicitura da lavori a vocazioni, nonché fare piazza pulita di quelle del gioco precedente per offrire ai giocatori una rosa di classi completamente nuove, fatta eccezione per quelle di partenza. Inoltre, visto che i personaggi sono dieci e ciascun party è composto solo da quattro elementi, tenere un solo personaggio in panchina mi è sembrato un po’ inutile, avrei preferito che il party li ospitasse tutti e cinque, o perlomeno che ci fossero altri personaggi segreti da reclutare come nel precedente capitolo — e fino all’ultimo ho sperato che un certo antagonista si unisse alle fila dei personaggi giocabili.
Inoltre, fare esperienza più velocemente all’interno di Honolulu e Yokohama troveremo alcuni dungeon procedurali composti da numerosi piani all’interno di cui troveremo malcapitati da salvare, che verranno generati in maniera casuale a ogni nostra visita e ci consentiranno inoltre di trovare oggetti rari e una sorta di valuta che potremo scambiare all’ingresso presso gli appositi NPC. Sia all’interno di questo dungeon che esplorando la città, nel caso in cui i nemici siano molto più deboli del nostro party, avremo la possibilità di chiudere lo scontro con un solo pulsante per farne piazza pulita e passare alla schermata dell’esperienza guadagnata.
Verso nuovi orizzonti
Nel corso delle vicende Kasuga verrà trasportato da una misteriosa targaruga su un’isola (dove ho già sentito questa storia?) dove verrà accolto da due inquietanti mascotte. Si tratta di Gachapin e Mukku, due personaggi provenienti da uno show per bambini piuttosto famoso in Giappone. I due sono tra i pochi abitanti rimasti del decadente resort di Dondoko Island, che di lì a poco ci ritroveremo a rimettere a nuovo assieme a loro e al proprietario Matayoshi. È così che Like a Dragon accoglie uno dei mini-game meglio strutturati di sempre per la saga, un gioco-nel-gioco che fa il verso ad Animal Crossing ma che in realtà è parecchio diverso in temini di gameplay. All’interno di Dondoko Island saremo chiamati a respingere l’invasione di malvagi pirati che utilizzano l’isola come una vera e propria discarica, ricoprendola di rifiuti. Le giornate dureranno una manciata di minuti, durante i quali dovremo distruggere la spazzatura, scacciare gli invasori e raccogliere risorse, ma anche catturare insetti e pescare, costruire mobili e strutture e posizionarli dove meglio ci aggrada, portando a termine di volta in volta gli obiettivi giornalieri. Progressivamente il nostro resort guadagnerà popolarità e potrà accogliere al suo interno sempre più ospiti, personaggi del nel gioco principale e altre figure note della serie di Yakuza che potremo ottenere e invitare in vari modi. Si tratta di un mini-game parecchio profondo e ben strutturato, ma a dirla tutta non è quello che mi ha divertito di più, forse perché troppo “alienante” dalla quest principale.
In Like a Dragon: Infinite Wealth torneranno alcuni dei minigiochi del titolo precedente come PedaLatta e l’Istituto Ounabara, i classici freccette, shogi e mahjong, i cabinati acade con alcune new entry come Virtua Fighter 3TB, SEGA Bass Fishing e SpikeOut, e l’immancabile karaoke, ampliato come mai prima d’ora con vecchie e nuove canzoni cantate da tutti i membri dei due party. Tra gli inediti mini-game disponibili a Honolulu, oltre al già citato Sujimon, possiamo divertirci con Crazy Delivery, un chiaro e spassosissimo omaggio a Crazy Taxi di SEGA, nonché con Scatto Matto, la parodia di Pokémon Snap che ci vedrà scattare foto a pervertiti in giro per la città mentre saremo a bordo di un Trolley. Il più divertente, a mio parere, è Miss Match, il minigame pruriginoso di questa ultima iterazione della serie: un vero e proprio Tinder hawaiiano che ci consentirà di personalizzare il profilo di Ichiban e chattare con le ragazze che più si avvicinano ai nostri interessi, fino al fatidico primo appuntamento. La cosa più divertente è che, nonostante le ragazze invieranno a Kasuga foto più o meno succinte, spesso e volentieri si tratterà di catfish, ovvero di vecchiette, pervertiti, mascotte o addirittura animali che in qualche modo riusciranno a utilizzare lo smartphone, con qualche gradita sorpresa riservata ai fan di vecchia data. Risate assicurate.
Diversamente da Yakuza: Like a Dragon, Infinite Wealth non permette di scegliere fra risoluzione e frame rate, ma offre un’unica soluzione bilanciata dal risultato spesso eccellente, con solo sporadici cali in situazioni come l’affollata spiaggia di Honolulu. Il titolo presenta le tracce audio giapponese, inglese e cinese, nonché sottotitoli in lingua italiana. Sebbene la traduzione sia stata fatta a regola d’arte, con alcune genialate come omaggi alla sigla nostrana di Pokémon, mi è capitato di imbattermi in alcuni errori come personaggi femminili a cui in alcune occasioni ci si rivolge al maschile, oppure parole scritte in maniera errata; mi auguro che vengano corretti con una delle future patch. Se l’inedita radio in-game ci permette di girovagare per le città ascoltando i nostri brani preferiti della saga (molti dei quali in DLC) e di alcuni giochi SEGA, c’è purtroppo da ammettere che il brano dei titoli di coda del capitolo precedente risulta tuttora inarrivabile.
Due eroi incredibili uniti dalla mano del destino, o forse qualcosa di più sinistro… Goditi un combattimento unico nel suo genere con battaglie RPG dinamiche e frenetiche in cui il campo di battaglia stesso diventa la tua arma e non ci sono regole. Spassatela in Giappone ed esplora tutto ciò che le Hawaii possono offrirti in un’avventura così grande da ricoprire tutto il Pacifico.
Acquista Like a Dragon: Infinite Wealth su Amazon seguendo questo link e supporta Akiba Gamers!
A chi consigliamo Like a Dragon: Infinite Wealth?
Questa ottava avventura numerata per Kiryu e Ichiban non è, sfortunatamente, consigliata ai nuovi arrivati nel mondo di Yakuza, a cui suggerirei di recuperare almeno Yakuza: Like a Dragon e The Man Who Erased His Name, anche se giocare l’intera serie partendo da Yakuza 0 sarebbe certamente l’opzione migliore. Infinite Wealth saprà far sentire a proprio agio chi ha amato il settimo gioco della serie, proponendo un battle system che ne è l’evoluzione e ambientando parte delle proprie vicende nella stessa Isezaki Ijincho esordita nel capitolo precedente.
- L’episodio più vasto di sempre per la serie
- Tantissime cose da fare a Honolulu
- Un chiaro omaggio a chi è stato con Kiryu sin dal principio
- Qualche errore nella traduzione italiana
- Sporadici cali di frame rate
- Una porzione finale poco incisiva rispetto al resto
Like a Dragon: Infinite Wealth
Un viaggio che non dimenticherete facilmente
La mia paura più grande prima di mettere le mani su Like a Dragon: Infinite Wealth era che l’ambientazione americana avrebbe in qualche modo snaturato l’essenza di questa saga. Per certi versi sì, mi è sembrata diversa, ma non così tanto. Sebbene gran parte delle vicende si svolgano a Honolulu, il Giappone — rappresentato da Ijincho e Kamurocho — è onnipresente, e l’impronta nipponica continua ad essere particolarmente evidente anche nel mostrarci personaggi dai tratti occidentali, come l’antagonista Dwight interpretato da Danny Trejo, che sembra uscito direttamente da un anime. Nonostante le mille distrazioni di Honolulu abbiano messo a dura prova la mia soglia dell’attenzione offrendo di volta in volta nuove occasioni per “perdere tempo”, la trama di Infinite Wealth mi ha tenuto incollato per più di cinquanta ore fino ai titoli di coda, con un crescendo di colpi di scena e svolte inaspettate. Sfortunatamente però, sono rimasto un po’ deluso dagli sviluppi delle ultime ore di gioco e dal finale vero e proprio: non che sia particolarmente pessimo, ma dopo i trascorsi del settimo capitolo e di Like a Dragon: Gaiden mi aspettavo qualcosa di decisamente più emotivo e commovente, e probabilmente è stata l’unica cosa a impedirmi di assegnare ancora una volta un punteggio perfetto alla più recente produzione del Ryu Ga Gotoku Studio.