Durante gli anni del clamoroso successo di Wii, la console Nintendo cercava sempre di spingersi oltre nonostante gli evidenti limiti tecnici rispetto alle più blasonate (ma decisamente meno vendute) colleghe. Tra quei titoli che osavano, e che spesso sfuggivano agli occhi del pubblico più casual, spuntò la nuova produzione di Grasshopper Manufacture, guidata da un’instancabile SUDA51, forte delle lodi ricevute qualche anno prima per Killer 7. Un titolo accattivante, un protagonista che già dalla copertina ispirava fiducia, una ragazza dalle curve mozzafiato a lui avvinghiata e via, No More Heroes mi aveva già conquistato, quel giorno d’inverno del 2007. Non sapevo ancora a cosa stavo per andare incontro e sicuramente non avevo idea che mi sarei innamorato di quel mondo e di tutti i suoi innumerevoli difetti.
Passano gli anni, Travis Touchdown (questo è il nome del nostro eroe) torna di nuovo in azione per altre tre volte: prima con un sequel sempre su Wii, poi con un remake/porting per PlayStation 3 a cui però mancava qualcosa per eguagliare lo stesso impatto dell’originale, e infine con un titolo per Nintendo Switch, che fa da premessa all’arrivo del terzo inedito episodio. Così come l’annuncio del terzo capitolo, in arrivo l’anno prossimo, colse tutti di sorpresa durante uno dei Nintendo Direct dello scorso anno, Marvelous e XSEED hanno stupito tutti con la pubblicazione di una versione rimasterizzata di No More Heroes e del suo seguito No More Heroes 2: Desperate Struggle su Nintendo Switch, lo scorso 28 ottobre. Siamo tornati nelle strade di Santa Destroy per portare a termine di nuovo, ad anni di distanza, i sanguinolenti scontri di Travis, tra un lavoro normale e l’altro. Come si comportano queste remastered? Scopritelo nella nostra doppia recensione!
- Titolo: No More Heroes, No More Heroes 2: Desperate Struggle
- Piattaforma: Nintendo Switch
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: Action
- Giocatori: 1
- Publisher: Marvelous Europe
- Sviluppatore: Grasshopper Manufacture
- Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 28 ottobre 2020
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: i due giochi sono venduti separatamente sul Nintendo eShop
Abbiamo recensito No More Heroes & No More Heroes 2: Desperate Struggle con un codice Nintendo Switch fornitoci gratuitamente da Marvelous Europe.
Niente più Eroi, il classico: il miglior SUDA51
Il primo No More Heroes è impreciso, spesso caotico, lento per alcuni aspetti ma nonostante tutto irresistibile. Bastano pochi istanti per far sì che il mondo ideato da SUDA51 ci investa completamente e ci metta al centro dell’azione. Grazie a uno stile di racconto sopra le righe, che va dal surreale al metaforico, passando per tutti i cliché degli anime anni ’90, dei film western, degli action hollywoodiani e dei film di samurai (anche tutti insieme a volte), la scalata verso il numero uno della UAA (United Assassins Association) di Travis Touchdown è ancora una delle opere con più verve sul mercato. Anche 13 anni dopo, la forza delle boss battle e l’unicità del cast non sono cambiate, così come non è purtroppo cambiato anche l’altro lato della medaglia, ovvero tutto ciò che si trova tra uno scontro e l’altro.
Nel primo No More Heroes dovrete infatti alternare le vostre skill da killer (riportate fedelmente sia coi comandi di movimento dei joycon sia se doveste giocare in portatile o con un controller pro) a momenti di vita quotidiana, spostandovi con la moto per le vie di Santa Destroy raccogliendo collezionabili, soldi e soprattutto completando le missioni secondarie. La città è come una seconda protagonista del gioco, offre diverse attività tutte sufficienti e poco entusiasmanti, soprattutto se paragonate al piatto principale.
Ai tempi No More Heroes voleva volutamente criticare l’inizio della diffusione di quegli open world spesso vuoti o ricchi di fetch quest noiose e per farlo, SUDA51 decise di inserire dei lavoretti part-time, con cui Travis doveva guadagnare soldi per poter poi pagare la tassa d’entrata della battaglia successiva. Questo porta a intere sessioni di grinding in cui ripetere le sottomissioni, recandoci da una parte all’altra di Santa Destroy senza alcuna possibilità di viaggio rapido (probabilmente l’unica feature convincente del porting PS3). L’intero insieme di side quest dedicate ai lavori part-time gioca proprio sul fatto che un vero uomo fa tutti i lavori e non solo l’assassino, insistendo su quanto ad esempio raccogliere spazzatura sia più nobile che affettare un presunto supereroe in uno studio televisivo. Per quanto sia ancora un critica evidente, per lo meno per chi è informato sui fatti, il giocatore medio, nel 2020, potrebbe non apprezzare una formula così vecchia per la gestione delle missioni secondarie, soprattutto quando diventano obbligatorie per il proseguimento della trama principale. Nonostante tutto questo, il primo No More Heroes è un titolo assolutamente consigliato agli amanti degli action pur con tutti i suoi difetti, mantenuti anche in questa Remastered. Un lavoro unico e capace di consacrare Grasshopper Manufacture, nonostante niente di loro in seguito sia arrivato allo stesso livello, tanto meno No More Heroes 2.
Niente più Eroi 2, il seguito: migliore ma peggiore, com’è possibile?
Siamo nel 2010, tre anni dopo il successo di critica e pubblico del primo capitolo, Travis e compagnia tornano su Wii con No More Heroes 2: Desperate Struggle. Questa volta, però decidono di andare all-in, spogliando di tutti i difetti riscontrati nel primo gioco (anche quelli voluti) e aumentando ancora di più quelli che erano considerati i pregi (le boss battle). All’interno della storia, sono passati tre anni, Travis è sparito dalle scene e al suo ritorno a Santa Destroy scopre che la classifica ora conta 50 posizioni. Dopo aver subito un lutto importante, il nostro eroe è deciso a farsi giustizia e a scalare nuovamente l’UAA. L’obiettivo è nuovamente il primo posto.
Come già detto, Desperate Struggle si spoglia di tutti i difetti del primo episodio: via l’open world noioso, ora è tutto raggiungibile con un rapido menu. I lavoretti part-time diventano minigiochi a 8-bit che fanno il verso ai classici NES, e le missioni di assassino sono completabili una volta sola prima di sparire per sempre. Via il sistema di denaro, che ora servirà solo per acquistare costumi o nuove armi (completamente opzionali). Insomma, Desperate Struggle si spoglia sia dei difetti sia di quella critica unica che pervadeva il primo gioco, mantenendo però lo stile nel racconto e nelle presentazioni di quasi tutti gli avversari di Travis (e del cast di contorno).
Purtroppo però ne paga anche tecnicamente: il gioco aumenta le boss fight ma decide di abbandonare il già semplice level design che porta il nostro protagonista di volta in volta di fronte all’avversario. In Desperate Struggle spesso ci troviamo di fronte a grosse arene piene di avversari, spesso fin troppo incauti e meri punching ball per le nostre lame, mentre nell’altra possibilità l’arena ha una forma particolare e la telecamera impazzisce negli angoli o nelle insenature, causando spesso difficoltà di lettura della situazione, soprattutto con lock on attivo. Un difetto che purtroppo il titolo si trascina da ormai dieci anni e che non è stato corretto in questa versione rimasterizzata. Eppure grazie a tutto questo, Desperate Struggle riesce a essere sia migliore che peggiore rispetto al suo prequel, regalando dei momenti degni di quanto visto in passato e un’altra valanga di citazioni e di dialoghi metanarrativi. Un’avventura a cui dovreste avvicinarvi qualora voleste ancora più Travis nella vostra vita dopo aver completato il primo episodio.
Le migliorie delle Remastered
Si ma quindi, dopo aver parlato dei giochi in sé, queste remastered valgono i venti euro cadauna su eShop? Entrambi i titoli sono stati puliti e, come già detto, riadattati a tutte le tipologie di comandi di Nintendo Switch. Sia che giochiate in docked sia che giochiate in modalità portatile, le avventure di Travis viaggiano sempre a 60 fotogrammi al secondo, con cali impercettibili solo nel secondo capitolo a causa della già menzionata telecamera poco reattiva durante le fasi più concitate. Nonostante siano pregevoli da giocare, ci troviamo comunque di fronte a un motore grafico pensato per Wii, non aspettatevi chissà quali modelli poligonali troppo complessi o texture curatissime in queste versioni HD. Per quanto riguarda i contenuti veri e propri, si tratta di entrambe le versioni non censurate che, quindi, arrivano per la prima volta nel nostro paese. L’eccessiva violenza di fiumi di sangue, le inquadrature ammiccanti e tutto il resto che dà forza alla serie sono quindi nella loro versione integrale senza nessuna censura, né in pixel né in monete. L’adattamento italiano è spesso buono, ma c’è qualche scivolone di troppo come un “Pulsa A” nel menu principale del primo capitolo (Bishop) che a volte viene tradotto e a volte no, e altri piccoli giochi di parole adattati letteralmente dall’inglese. Niente di troppo tragico, fortunatamente.
Ho giocato entrambi i titoli in tutti i modi possibili e, nonostante l’ottimo lavoro nel rimappare i sistemi di controllo di Wiimote su qualsiasi possibilità di Nintendo Switch, ho purtroppo riscontrato dei bug. Innanzitutto, nei controlli con Controller Pro delle sezioni in moto in Desperate Struggle, in cui semplicemente non vengono registrati gli input dei tasti e il mezzo si muove in maniera automatica. Facilmente risolvibile passando in modalità portatile (o coi Joy-Con) ma comunque straniante. Allo stesso modo nel primo capitolo è presente un bug durante una delle missioni di assassinio secondarie: una volta accettato il contratto Travis si congela sul posto e non è possibile più premere nessun tasto (se non il tasto Home). Quest’ultimo bug non è capitato solamente a me, ma è già protagonista di una discussione su Reddit.
A chi consigliamo No More Heroes & No More Heroes 2: Desperate Struggle?
Se amate gli action e vi siete persi per strada i primi due capitoli di No More Heroes, le remastered pubblicate da Marvelous! Fanno sicuramente al caso vostro. Scoprirete un mondo pazzo, scellerato, sexy e completamente umano nei suoi difetti, mentre morte dopo morte scalerete le classifiche dell’UAA per dimostrare di essere i migliori.
- Character design sublime
- Giochi stilosi e divertenti
- Boss Battle del primo capitolo fenomenali
- Restauro riuscito tecnicamente e graficamente
- La telecamera del secondo capitolo ha troppi difetti
- Qualche boss di Desperate Struggle non convince appieno
- L’open world di Santa Destroy nel primo capitolo
No More Heroes & No More Heroes 2
Un ritorno con stile a Santa Destroy
Le due remastered di No More Heroes e No More Heroes 2: Desperate Struggle sono l’occasione ideale per conoscere Travis Touchdown e il suo folle mondo. L’offerta di Marvelous! è allettante: con venti euro potete infatti portarvi a casa il primo episodio e giocarvelo tutto d’un fiato sia come è stato concepito inizialmente, ovvero coi controlli di movimento, sia nella comodità di un controller o della modalità portatile di Nintendo Switch, non sacrificando né frame rate né risoluzione rispetto all’originale. Se, e solo se, il primo episodio vi lascerà soddisfatti, potrete poi spendere la stessa cifra e portarvi a casa un seguito migliore sotto molti aspetti, ma privo della stessa carica polemica che contraddistinse il prequel. E infine, se ne vorrete ancora potrete decidere tra Travis Strikes Again (al momento in sconto a 14,99 €) oppure di dare fiducia a Grasshopper per il terzo capitolo, in arrivo l’anno prossimo in esclusiva per l’ibrida di casa Nintendo. Travis sta per tornare, ma la domanda è una sola, voi ci sarete?