Bad Apple Wars – Recensione

Chi ha detto che la morte è la fine di tutto? Preparatevi a un folle aldilà, diviso fra lotte interscolastiche e sentimenti! Questo è Bad Apple Wars!

Bad Apple Wars – Recensione

Bad Apple Wars – RecensioneUno dei più grandi interrogativi che l’essere umano si è sempre posto è: cosa accade dopo la morte? Che fine faremo? Dove andremo? Domande con cui tutti prima o poi iniziamo a convivere, alla luce della nostra inevitabile dipartita. Molte sono le ipotesi di cosa succeda quando arriva per noi il momento di abbandonare questo mondo… ma nessuno conoscerà mai con certezza quale sia l’assoluta verità. Rinka, protagonista di questa strana storia, sta per scoprirlo.

Come molti altri ragazzi della sua età, Rinka è svogliata e apatica. Non riesce a trovare gioia nella vita di tutti i giorni, vivendo nella speranza che avvenga finalmente qualcosa che scuota completamente la sua esistenza; ignara che l’imprevisto sarà molto più devastante di quanto pensi. Andando a scuola come tutti gli altri giorni, infatti, la giovane perde una scarpa mentre attraversa la strada e, nel recuperarla, non fa in tempo ad accorgersi dell’auto che le sta sfrecciando contro, finendo indecorosamente investita. Al suo risveglio si ritrova in una strana ambientazione, quasi onirica: un inquietante istituto, contornato da un cielo perennemente rosso sangue…

La povera Rinka non ha nemmeno il tempo di raccapezzarsi su tutta la faccenda che, davanti a lei, appare uno strano figuro con una logora maschera da coniglio. L’individuo è un professore alla NEVAEH Academy, una scuola frequentata da ragazzi morti prematuramente come lei. Viene così scortata in auditorium per la cerimonia di benvenuto ai nuovi alunni. A presidiare la cerimonia, a parte il già citato uomo con la maschera da coniglio (il quale è conosciuto nell’istituto semplicemente come Mr. Rabbit) vi sono altre persone, ognuna col viso coperto. Oltre a lei vi è un solo nuovo alunno, uno smunto ragazzino con la testa perennemente china sul dizionario. Il preside, una voce inquietante e incorporea, darà loro il benvenuto, informandoli che lo scopo dell’accademia è quello di plasmare gli alunni per il diploma, così da dar loro una seconda possibilità di vita.

Bad Apple Wars è una visual novel otome per PlayStation Vita ad opera di Idea Factory, sotto il suo marchio Otomate. Uscita originariamente nel novembre del 2015, questa novel è sbarcata in occidente solo nell’ottobre del 2017, quasi due anni dopo, grazie agli sforzi di Aksys Games. Vediamo insieme se sia davvero valsa la pena di aspettare così tanto per giocare questa stranissima novel.

  • Titolo: Bad Apple Wars
  • Piattaforma: PlayStation Vita
  • Genere: Visual Novel, Otome Game
  • Giocatori: 1
  • Software House: Aksys Games
  • Sviluppatore: Idea Factory, Otomate
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 13 ottobre 2017
  • Disponibilità: digital delivery
  • DLC: non presenti

La cerimonia sarà bruscamente interrotta da parte di alcuni studenti, comunemente noti come mele marce. Un colorito gruppo di delinquentelli che si ribella alle proibitive regole della scuola, essendo esse progettate per ridurre gli studenti a uno stato di gusci vuoti, cancellandone completamente la personalità, per poter permettere loro di reincarnarsi in qualcosa di completamente diverso. Le mele marce, infatti, si battono per proteggere l’individualità di ogni studente, con lo scopo ultimo di tornare in vita come loro stessi. Per riuscire nel suo intento, questo gruppetto di ribelli, capitanati dall’affascinante Alma, cerca a tutti i costi di infrangere il tabù supremo, ovvero addentare la mela proibita così da poter essere espulsi; essi pensano che ciò possa resuscitarli rispettivi corpi. Questa loro condotta, tuttavia, li rende avversari dei prefetti, i tutori mascherati dell’ordine della NEVAEH Academy che, come una spietata polizia, si assicurano che tutti seguano rigidamente gli standard imposti dalla scuola, pena un colpo delle loro spade/righelli, le quali privano temporaneamente lo studente colpito di ogni determinazione. Ritrovatasi fra i due fuochi di questa guerra interscolastica, Rinka dovrà fare una scelta drastica: seguire le mele marce nella loro lotta contro l’istituto, oppure spalleggiare i prefetti nel loro far rispettare l’ordine.

Bad touch!! Stranger danger!!

Bad Apple Wars, sulle prime, può sembrare un otome sui generis: tanto testo, bei ragazzi, scegli la risposta che preferisci e speri che questo ti dia l’esito desiderato, ma ci si accorgerà presto che non è questo il caso. Infatti, le uniche scelte pertinenti alla rotta da seguire si limitano al decidere dove andare sulla mappa del campus, con ogni località segnata da un punto esclamativo di colore diverso, a seconda di quale ragazzo si trovi lì in quel momento. Quanto alle interazioni vere e proprie, il titolo getta completamente dalla finestra la collaudatissima meccanica delle scelte multiple a favore di un sistema completamente diverso, ovvero la modalità Soul Touch.

Durante certi eventi, Rinka si ritroverà a contatto piuttosto ravvicinato con il ragazzo di turno, scena sempre e comunque mostrata con un’illustrazione CG a tutto schermo, e al giocatore verrà data la possibilità di “toccare” il giovanotto tramite il touch screen della piccola console di casa Sony. Toccando il ragazzo nei punti giusti, sarà possibile non solo aumentare l’affinità con lui, ma sbloccare anche dei piccoli intermezzi che ci lasceranno vedere cosa gli è accaduto prima della sua prematura dipartita. Se questo sulla carta sembra un buon sistema, presenta invece alcune piccole magagne. In primis, non è mai dato modo di sapere quali siano esattamente i punti specifici, costringendo il giocatore a toccare — il più delle volte, a caso — lo schermo, e spesso non sarà possibile farlo due volte sullo stesso punto. Aggiungiamo questo al fatto che siano presenti anche punti da non dover toccare se non si vuol ottenere l’effetto opposto, e potrete vedere che il sistema non è esattamente dei più pratici, senza contare il fattore tempo limitato per poterlo eseguire.

Il fascino del proibito

Come già spiegato poc’anzi, nelle prime fasi di gioco Rinka avrà l’opzione di decidere se schierarsi dalla parte dei prefetti o lottare con le mele marce. Scelta che segnerà quali saranno i ragazzi con cui potersi rapportare. Bad Apple Wars ha in tutto cinque route diverse – due per i prefetti e tre per le mele marce – ognuna, con una lunghezza di circa dieci capitoli, quindi con un discreto fattore di rigiocabilità. Senza contare anche il rischio di incappare in finali negativi, andando a toccare il ragazzo di turno nelle zone sbagliate al momento sbagliato.

Sebbene la premessa della storia non sia assolutamente delle più originali, i dialoghi sono ben scritti e incredibilmente scorrevoli, fattore coadiuvato dall’interfaccia “fumettosa” del titolo, che aiuta a rendere tutto il testo più piacevole da leggere, facendo sì che Bad Apple Wars sia quasi un fumetto interattivo. Anche il comparto artistico fa davvero una gran bella figura, abbandonando le classiche tinte tenui acquarello tipiche di un gioco di questo tipo, per delle tonalità più forti e accese, che rendono sia i personaggi che l’atmosfera ancora più psichedelici. Anche gli sfondi sono un grido ben lontano dai canoni di una classica visual novel: mentre la stragrande maggioranza delle novel hanno dettagliatissimi sfondi che sembrano quasi tridimensionali e realistici nel dettaglio, Bad Apple Wars predilige scenari dallo stile palesemente “disegnato a mano”, con tratteggi a china ben visibili, colori sgargianti e linee non perfettamente simmetriche. I personaggi hanno tutti un loro stile ben definito, e persino quelli prettamente secondari risultano sia graficamente accattivanti che carichi di personalità, forse anche più dei cinque personaggi principali con cui interagire (detto da una persona che avrebbe tanto voluto la possibilità di relazionarsi con l’eccentrico Enishi, scoprendo purtroppo che è impossibile…).

Parole Tabù?

Il titolo è rigorosamente in lingua inglese con doppiaggio giapponese. La traduzione è piuttosto buona, e grazie al cielo non presenta gli sgradevoli errori di battitura e messaggistica visti in altre novel portateci in occidente da Aksys (sto guardando te, Collar x Malice!). Il doppiaggio è, come da aspettarsi, di ottima fattura, grazie anche alla presenza di doppiatori davvero abili in alcuni dei ruoli (il grandioso Tomokazu Sugita nelle corde vocali di Mr. Rabbit è semplicemente esilarante), e la musica è davvero molto orecchiabile, servendosi di generi più svariati, dal rap e pop nei momenti in cui gli studenti interagiscono giocosamente, a bizzarri motivi orchestrati che fanno molto Alice nel Paese delle Meraviglie quando appaiono gli strambissimi insegnanti.

A chi consigliamo Bad Apple Wars?

Consiglio questa novel principalmente agli appassionati di otome game, soprattutto quelli che vorrebbero qualcosa che si distacchi stilisticamente e meccanicamente dai mille altri giochi già visti di questa tipologia, nonché a tutte quelli che si ritengono stufi di prodotti giapponesi in cui “toccare con mano” personaggi femminili, volendo anche loro un po’ di divertimento con i maschietti (sebbene non sia niente di spinto, sia chiaro!). Com’è ormai tradizione per i giochi di questo genere targati Aksys, tuttavia, è necessaria una buona conoscenza della lingua inglese, sebbene le terminologie usate non siano complesse come in altri titoli simili.

  • Comparto tecnico impeccabile
  • Cinque storie diverse in una
  • Ottimi personaggi…

  • …Ma la trama è un po’ troppo banale
  • I comandi touch non sono dei migliori
  • Mancata possibilità di relazionarsi con certi personaggi
  • Mancata localizzazione in italiano
Bad Apple Wars
3.8

Angel Beats incontra Battle Royale?

Bad Apple Wars è un otome game carico di stile, ma carente sul fattore sostanza. I disegni sono ottimi sia per sfondi che per i personaggi, e i dialoghi sono accattivanti. Tuttavia, la storia principale non è certo delle più originali o interessanti, visto che di trame ambientate in una scuola bloccata in un qualche limbo/aldilà se ne sono già viste anche troppe. Cercare di distaccarsi dalla solita meccanica delle scelte a bivio è lodevole, ma il sistema Soul Touch risulterà più frustrante che altro, data la mancanza di un qualunque punto di riferimento. Se riuscite a guardare oltre queste magagne, che purtroppo gli impediscono di diventare una novel eccellente, godrete comunque di un buon otome game.

Una normalissima bimba ultraventenne che ha trafficato con computer e videogiochi per tutta la vita. Nel tempo libero le piace scarabocchiare sul suo sketchbook.