Ormai praticamente tutti conoscono la storia di Rock, il piccolo bambino robot costruito dallo scienziato genio della robotica Thomas Light e da lui trasformato in seguito nel formidabile androide da combattimento Mega Man per proteggere il mondo dai tanti tentativi di conquista di quest’ultimo da parte del perfido scienziato pazzo Albert Wily. Quelli che molti non conosceranno, tuttavia, saranno probabilmente degli eventi che risalgono a molto prima delle avventure del robottino azzurro-vestito, quando Thomas e Albert erano ancora giovani studenti universitari che sognavano di sfondare nel campo della robotica…
Accadde un giorno, infatti, che Wily presentò ai suoi colleghi e professori una sua invenzione, un meccanismo che, secondo lui, avrebbe rivoluzionato il concetto stesso di androide permettendo a qualsiasi robot di ottenere una potenza inimmaginabile e una velocità senza pari: il sistema Double Gear. Nonostante l’entusiasmo e la convinzione del giovane Albert, tuttavia, l’invenzione fu ritenuta inadatta, oltre che pericolosa se usata in maniera sbagliata; il progetto fu quindi cancellato e la facoltà decise invece di dare maggiore fiducia al rivale Thomas. Questo non fece che inasprire ulteriormente il rapporto fra i due scienziati, con Wily che negli anni serbò sempre più animosità nei confronti di Light, e sempre più desiderio di provargli, anche con le cattive, di essere un genio della robotica migliore di lui. Risvegliatosi da un sogno che gli riportò in mente il passato, un Wily del presente decide quindi di rivangare la sua vecchia invenzione e usarla per i suoi terribili scopi…
Mega Man 11 è l’ultimissimo capitolo della serie classica di avventure del famoso robottino blu di casa CAPCOM, uscito anche per celebrare il trentennale di questa longeva serie di platform nata originariamente su Nintendo Entertainment System nel 1987. Da questa serie sono nati molteplici spinoff, come la serie più matura di Mega Man X e i suoi due seguiti Mega Man Zero e Mega Man ZX, la serie Action RPG Mega Man Legends, e le due serie di RPG portatili Battle Network e Star Force, oltre che serie a cartoni sia americane che giapponesi e svariati prodotti mediatici. Sarà valsa la pena di aspettare quasi dieci anni l’uscita di un nuovo capitolo della serie standard? E dopo tutti questi anni, come se la cava l’originale Bombardiere Blu di casa CAPCOM?
- Titolo: Mega Man 11
- Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC / Steam
- Genere: Platform
- Giocatori: 1
- Software house: CAPCOM
- Sviluppatore: CAPCOM
- Lingua: Italiano (testi), Inglese, Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 3 ottobre
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: Non presenti
- Note: Lanciato in edizione fisica solo su PlayStation 4 e Xbox One
Per il potere dello Slow Motion!
Come già descritto nell’anteprima all’uscita della demo, il gameplay è quello standard che ci si aspetta dalla serie di Mega Man: il nostro eroe potrà appunto saltare da una piattaforma all’altra, sparare con il suo Mega Buster sia colpi standard che colpi caricati tenendo premuto il pulsante del fuoco, scivolare lungo il pavimento e sfuttare sia le armi conquistate dai boss che l’aiuto del fedele cane Rush per superare i tanti ostacoli sul suo cammino. L’unica grande novità è appunto il sistema Double Gear, che permetterà al robottino di potenziare i suoi attacchi o rallentare il tempo per un breve lasso di tempo. Il primo ingranaggio, il Power Gear, torna particolarmente utile soprattutto quando si utilizzano le armi speciali, poiché ne aumenterà la gittata e l’efficacia, mentre il secondo, lo Speed Gear, può facilitare di molto lo schivare certi attacchi forse troppo veloci o il superare situazioni in cui altrimenti servirebbero riflessi forse quasi sovrumani. C’è da dire che fra i due, lo Speed sia forse il più utile, specialmente se si ha acquistato il modulo che permette di muoversi a velocità normale quando il tempo viene rallentato, sebbene questo tenda a rendere il gioco decisamente più facile. Ma considerando l’elevata difficoltà del titolo (a meno che non giochiate a livello principiante), è un’opzione ben accetta. La difficoltà del titolo, infatti, è quella di altri tempi, in cui i videogiochi non ti prendevano più di tanto la manina e le sessioni di gioco si trasformavano in vere e proprie sessioni “Trial and Error”, in cui doversi studiare bene gli stage per evitare di morire in maniera prematura. C’è comunque da dire che, per quanto difficile sia, Mega Man 11 non è mai ingiusto nella sua curva di difficoltà, sebbene alcuni stage possano essere abbastanza ostici (sto guardando voi, Acid Man e Bounce Man!) e i comandi sono scorrevoli e immediati com’è giusto che siano.
YOU DIED
Il fattore longevità è un po’ difficile da descrivere in un gioco come Mega Man 11, e dipende principalmente da quanto siate portati per questo genere di gioco (oltre che, ovviamente, la difficoltà scelta a inizio gioco fra le quattro disponibili). Se siete particolarmente abili, potrete cavarvela in una manciata di ore, ma la difficoltà del titolo è eccessiva, potrebbero anche volervici giorni per completarlo. Il titolo è suddiviso in otto livelli, ognuno con il proprio boss da sconfiggere, più lo stage finale sbloccabile una volta completati gli altri otto e suddiviso in tanti passaggi. Gli otto stage principali sono affrontabili in qualunque ordine, sebbene torni ancora una volta il vecchio concetto “ogni boss è debole a una specifica arma lasciata da un altro boss”, e tra un livello e l’altro sarà possibile salvare la partita e vistare il laboratorio di Light, in cui poter usare i bulloni raccolti negli stage come moneta corrente per acquistare utili oggetti e potenziamenti, tra cui contenitori usa e getta con cui ripristinare la propria energia vitale o le munizioni, vite aggiuntive, chip che permettono di ampliare la potenza di fuoco, di muoversi normalmente quando si utilizza lo Speed Gear, scarpe che aiutano a non scivolare troppo sul ghiaccio e così via. Stessa cosa sarà possibile a ogni game over, e torna davvero utile perché, credetemi, Mega Man 11 è un gioco in cui si muore. Tanto. Spesso. Quindi non fa di certo male avere una simile opzione.
La dimensione perfetta sta nel mezzo
Riguardo al profilo tecnico, Mega Man 11 si distacca diametralmente dai due prequel precedenti, ovvero il nono e il decimo capitolo. Mentre i precedenti due giochi hanno volutamente usato una grafica puramente 8 bit, identica a quella già vista nella serie dal primo al sesto capitolo su NES, il nuovo nato di questa serie sfrutta un motore grafico del tutto nuovo, che utilizza il cel shading per darci un platform in 2.5D. I modelli non sono troppo complessi, ma l’uso sapiente delle ombreggiature unite allo stile cartonesco non fanno affatto pesare l’essere tridimensionale del titolo, soprattutto per quanto riguarda sia i boss che i nemici che incontrate lungo i vari livelli, tutti dotati di un design e di un’espressività davvero deliziosi. Inoltre, diversamente da Mighty No.9, erede spirituale di Mega Man anch’esso in 2.5D, la grafica crea una netta distinzione fra le piattaforme su cui saltare e gli sfondi di gioco, in modo che questi ultimi siano gradevoli da guardare ma non vadano a creare confusione nelle sessioni di platform più estreme, e gli effetti speciali dei colpi sono davvero nitidi e spettacolari, specialmente per quanto riguarda le esplosioni.
Anche il sonoro è davvero gradevole, con musiche orecchiabili e in puro stile Blue Bomber classico, effetti sonori mai intrusivi e un doppiaggio davvero di buona fattura sia in inglese che in giapponese, sebbene faccia un po’ strano, nella versione inglese, sentire il piccolo Mega parlare con la voce di un uomo adulto. Tutto il gioco è tradotto in un buon italiano senza sbavature, sia per quanto riguarda gli spezzoni che i menu. E comunque Mega Man, come serie, non ha mai avuto troppi spezzoni di trama.
A chi consigliamo Mega Man 11?
Consiglio questo titolo non solo ai fan sfegatati dell’immortale robottino blu, di cui comunque il titolo farà sicuramente la gioia, ma anche ai neofiti che non hanno mai giocato a un gioco di Mega Man in vita loro e vorrebbero avvicinarsi alla serie. Grazie ai molteplici livelli di difficoltà e al sistema Double Gear, riesce a rendersi appetibile sia per neofiti che per i veterani, sebbene questi ultimi potrebbero avere bisogno di un po’ di tempo per abituarsi alle nuove meccaniche o saltarle completamente. Un avvertimento, però: assicuratevi di essere soli e/o in una stanza insonorizzata, perché le molteplici morti dovute a spuntoni, baratri senza fondo e boss proprio l’istante prima di sconfiggerli POTREBBERO far imprecare più del dovuto.
- Ottimo gameplay immediato e frenetico
- Comparto tecnico di ottima fattura
- Impegnativo senza essere ingiusto
- Tutto in italiano
- A tratti frustrante
- Il Power Gear risulta spesso superfluo
- Un po’ di varietà nella colonna sonora non avrebbe guastato
Mega Man 11
Trent’anni, ma non li dimostra
Mega Man 11 è il degno seguito delle avventure del robottino blu CAPCOM che i fan hanno aspettato e meritato per troppo tempo. Esplosivo, frenetico, cartonesco, stimolante, a volte frustrante, proprio come ce lo ricordavamo e come lo abbiamo sempre tenuto nel cuore. Inoltre, è bello vedere come la storia si soffermi sul personaggio di Wily mostrandone un po’ più in dettaglio i trascorsi invece di dipingerlo semplicemente come onnipresente nemesi del piccolo eroe blu. Forse i potenziamenti potrebbero semplificare un po’ il gameplay, ma resta comunque un platform bello tosto e carico di azione, come non ne fanno più da una vita. A questo punto c’è ben da sperare per quando uscirà un ipotetico Mega Man X9, e noi speriamo tanto che esca!