THE KING OF FIGHTERS XIV – Recensione

THE KING OF FIGHTERS torna sulle scene con un nuovo e spettacolare capitolo esclusivo per PS4!

THE KING OF FIGHTERS XIV - Recensione

THE KING OF FIGHTERS XIV - RecensioneIl massiccio magnate russo Antonov, dopo aver speso parecchi quattrini, ha deciso di acquistare la licenza e i diritti del più grande torneo di arti marziali al mondo: il King of Fighters. Autoproclamatosi re dei guerrieri, con tanto di titolo e cintura, si appresta a sfidare vecchie facce e nuovi combattenti nella nuova edizione del grande torneo. Ma ombre da altri mondi stanno per cadere e per minacciare di nuovo il nostro universo: come al solito il pensiero che ci sia “qualcosa di nascosto” è nella mente di tutti i lottatori, ma nessuno di loro ha la benché minima intenzione di tirarsi indietro. Che “The King of Fighters” abbia inizio!

THE KING OF FIGHTERS XIV è la nuova fatica di SNK Playmore in arrivo in questi giorni come esclusiva PlayStation 4 che, come già detto nella mia anteprima, dopo le prime deludenti apparizioni ha ottenuto sempre più consensi da parte dei fan, speranzosi dopo la delusione ricevuta dal rivale Street Fighter V. Amo sia la saga di CAPCOM che quella di SNK ormai da decenni, ed ero particolarmente curioso di testare con mano la versione completa di questo gioco, visto che la demo mi aveva lasciato con abbastanza hype residuo. Spero che questa recensione riesca a spingervi (o meno) all’acquisto, e cercherò di non ripetere quanto già detto nell’anteprima.

  • Titolo: THE KING OF FIGHTERS XIV
  • Piattaforma: PlayStation 4
  • Genere: Fighting Game
  • Giocatori: 1-2
  • Software house: SNK Playmore, ATLUS, Deep Silver
  • Sviluppatore: SNK Playmore
  • Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 26 agosto 2016
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non annunciati
  • Note: costume classico di Kyo e steelbook nella Day One Edition

the-king-of-fighters-xiv-recensione-screenshot-01

World Heroes

Il roster di questo picchiaduro è composto da sedici team di tre personaggi ciascuno, più un mid boss e il nemico finale che saranno disponibili fin dal primo completamento dello Story Mode, per un totale di ben cinquanta combattenti. Avremo il classico e sempreverde Team Japan formato da Kyo Kusanagi, Benimaru Nikaido e Goro Daimon e lo storico Team Fatal Fury composto dai fratelli Terry Bogard e Andy Bogard con l’immancabile Joe Higashi. Presente anche il Team Art of Fighting dei fratelli Ryo Sakazaki e Yuri Sakazaki e dell’orgoglio italiano Robert Garcia; immancabili ovviamente il Team Psycho Soldier, formato dall’idol Athena Asamiya, Sie Kensou e Chin Gentsai e gli Ikari Warriors che, nonostante non abbiano il comandante Heidern in prima linea possono contare sul colonnello Ralf Jones, sul tenente Clark Still e sul soldato Leona Heidern. La squadra femminile che prende il nome Women Fighters accoglie tra le sue fila una nuova arrivata, ovvero Alice, proveniente dalla pachislot Garou Densetsu: The Legend of Wild Wolf, accompagnata da King e da Mai Shiranui. Il Team China invece annovera tra le proprie fila il maestro Tung Fu Rue e i suoi nuovi allievi Shun’ei (che sembra uscito da un gioco della serie Persona) e Meitenkun (un ragazzino dall’aria assonnata che combatte con un cuscino). Il Team Kim subisce anche questa volta dei cambiamenti: rimane l’idolo della giustizia Kim Kaphwan, affiancato dal suo maestro Gang-il e dalla sensuale Luong, e anche il Team Yagami viene riformato, con Iori Yagami come capitano affiancato da Vice e Mature. Il Team K’ rimane sul classico con i componenti K’, Maxima e Kula Diamond.

Abbiamo il nuovo Team South Town capitanato dal magnifico villain Geese Howard, affiancato dai bodyguard Billy Kane e Hein (un inedito lottatore somigliante a un maggiordomo, ma piuttosto letale nei combattimenti). Il Team Villains invece include i vecchi membri del team coreano, Chang Koehan e Choi Bounge capitanati dal terribile criminale Xanadu (simile a uno stregone voodoo). Il Team Mexico invece è formato da Angel, Ramon e King of Dinosaurs (un luchador vestito da dinosauro ignorante e parecchio cattivo), mentre il nuovo Team Official Invitation è formato da tre personaggi inediti: Sylvie Paula Paula (bimbetta proveniente dai NESTS con poteri elettrici e vestita da Sbirulino), lo spavaldo Kukri (lottatore misterioso e pieno di sé che usa il potere della sabbia) e Mian (combattente cinese mascherata, molto agile).

Il Team Another World è la squadra che, a mio avviso, si incastra meno all’interno del roster: è formata da Nakoruru (proveniente da Samurai Spirits, saga molto più splatter e dai toni più adulti di KOF), Mui Mui (proveniente dalla pachislot Dragon Gal) e Love Heart (piratessa proveniente dalla pachislot Sky Love). L’ultimo terzetto è anch’esso tutto nuovo e si tratta del Team South America, formato da Nelson (pugile di colore con un braccio cibernetico), Zarina (danzatrice di samba accompagnata da un tucano) e il ridicolo Bandeiras Hattori (in pratica un Eddy Gordo dopo una maratona intensiva di Naruto). I cinquanta combattenti, fra vecchi e nuovi, non sono per niente simili tra di loro e ci permetteranno di specializzare il nostro team puntando sulla potenza offensiva, sull’agilità o anche su capacità difensive come meglio riteniamo opportuno, e tutto ciò non fa che innalzare fin da subito il punteggio di questa recensione.

the-king-of-fighters-xiv-recensione-screenshot-04

Burning Fight

Nella schermata principale potremo scegliere di avviare la nostra partita partendo da una di queste modalità: Storia (il classico Story Mode da terminare con i vari team), la modalità VS (dove potremo scambiarci legnate con un amico, sia in team che con i singoli lottatori), le classiche modalità Training e Tutorial (dove potremo sperimentare gli insegnamenti del massiccio Antonov, che ci insegnerà tutte le mosse e i comandi del gioco), la modalità Online (dove potremo avviare uno scontro libero, classificato, consultare le classifiche online e guardare i replay) o la modalità Missione (nella quale cimentarci in prove di combo sempre più complesse, in Time Attack o Survival) e per finire la modalità Galleria. Parto subito con il dire che la modalità Storia è piuttosto banale, poco interattiva e identica per quasi tutti i personaggi; a salvarla ci sono ovviamente i vari ending con disegni di ottima fattura e che si ricollegano canonicamente a tutti i titoli di casa SNK (senza troppi spoiler, provate a indovinare chi comparirà nell’ending del Team Ikari). Non ho ancora avuto modo, purtroppo, di testare in prima persona la modalità Online per mancanza di sfidanti: avendo avuto in anticipo la copia per la recensione non mi era possibile incontrare nessuno, nonostante fossi ansioso di mettere alla prova le mie skill e di vedere se tutto filasse liscio senza lag. Una delle modalità che più mi intrigava del comparto multigiocatore è data dalle sfide Party: se siete particolarmente abili con un solo personaggio e avete altri due amici anche loro forti con il proprio main, nella modalità Party potrete formate un trio di giocatori e partecipare alle risse online classificate e non. Interessante anche la possibilità di assistere da spettatori agli scontri di altri giocatori e offrire il nostro feedback con vari BUUUH o con ovazioni, per far sapere ai combattenti come sta andando il match dall’esterno del ring. Insomma, tutto quello offerto da KOF supera di gran lunga i contenuti offerti da CAPCOM col fallimentare Street Fighter V e, a differenza di quest’ultimo, KOF XIV è un picchiaduro godibilissimo anche offline, con molteplici modalità, tantissimi personaggi e una miriade di roba da sbloccare per i più smanettoni.

Art of Fighting

Il nuovo design dei personaggi funziona: per alcuni la nuova incarnazione fornisce un aspetto tutto nuovo (come non menzionare Robert Garcia che si è trasformato in Orlando Bloom) mentre altri si son visti ringiovanire, come Sie Kensou e Yuri Sakazaki, sulla scena ormai da parecchio tempo. Ogni scontro affrontato sbloccherà un elemento grafico nella galleria, all’interno della quale dovremo cercare di collezionare centinaia di bellissime immagini (e non solo, visto che sbloccheremo anche i suoni, le musiche e le icone) provenienti dall’intera saga di KOF. L’indice di gradimento si alza anche grazie ad alcune tecniche speciali Super Climax (quelle utilizzabili con tre segmenti di barra): di queste posso elencare la nuova devastante “Ralf Super Phalanx” di Ralf Jones o lo “Star Dunk Volcano” di Terry Bogard mentre altre, come il classico e tremendo “Raging Storm“di Geese Howard, non hanno ricevuto un’animazione degna della mossa (solo alcune hanno la sequenza finale che termina con una taunt o con un effetto grafico, come per esempio Ralf Jones che esce dalle fiamme). Gli stage sono molto dettagliati e belli da vedere ma, a differenza dei precedenti capitoli della saga, rimangono statici per tutti i round, mentre in alcuni giochi visti dal ’94 a oggi potevamo ammirare le lotte iniziare in uno stage diurno e concludersi al calar del sole. La colonna sonora è orecchiabile, ma niente a che vedere con i masterpiece di KOF ’96, una delle mie OST preferite in assoluto. Mi considero anche abbastanza deluso dal fatto che alcuni seiyuu storici come quello di Joe Higashi e Terry Bogard siano stati cambiati con altri doppiatori, seppur altrettanto validi. Problemi di budget o cos’altro? Al momento non ne siamo al corrente, ma lo “Screw Upper” di Nobuyuki Hiyama rimane comunque inimitabile.

the-king-of-fighters-xiv-recensione-screenshot-07

Viewpoint

In questa recensione non ho ripetuto le cose che ho descritto nell’anteprima, dove mi lamentavo del fatto che le interazioni fra i più celebri personaggi della saga non fossero state implementate.

Sono presenti? Oh sì se lo sono.

Probabilmente mi prenderete troppo per un fanatico di KOF ma, usando il Team Kim per la prima volta mi sono ritrovato contro il Team Villain, avente come componenti due ex militanti della squadra coreana. Non solo la lotta è stata preceduta da alcuni intermezzi di dialogo, ma addirittura la musica dello stage è cambiata con una nuova versione di Seoul Road, ovvero la theme song della squadra di Kim in THE KING OF FIGHTERS ’96. Inutile dire che avevo la pelle d’oca e stavo per piangere di gioia. Per le altre interazioni basterà avere una minima conoscenza della trama dipanata da SNK coi precedenti giochi, e potremo avere tranquillamente e senza troppi spoiler Mai Shiranui e Andy Bogard che si domandano se hanno spento o meno il climatizzatore prima di uscire di casa, oppure la reazione pacata di Billy Kane all’approcciarsi con Joe Higashi (che ha un’interesse amoroso per sua sorella). Le interazioni sono tantissime (anche se alcune, più ovvie, sono state ignorate, come Tung Fu Rue e Geese Howard) e tante volte sbloccheranno dei brani speciali; per esempio, lo scontro fra Geese Howard e Terry Bogard ci regalerà una nuova versione del main theme di Geese. Ok, la smetto con gli spoiler, volevo solo rendervi partecipi di alcune delle mie poche gioie videoludiche.

A chi consigliamo THE KING OF FIGHTERS XIV?

Il titolo ovviamente non è esente da difetti: come ho detto prima lo Story Mode è blando e banale e bisogna considerare che, nonostante le modalità, la galleria e l’online, è un’arcade portato su console da salotto. Oltretutto, per quanto l’abbia provato, posso dire che per avere risultati ottimali sui match (insomma, per essere competitivi ad alti livelli) ci sarebbe bisogno di un arcade stick, perché il DualShock 4 molte volte non riesce a recepire al meglio la rapidità di esecuzione delle mosse. Con la modalità Rush, che consente l’utilizzo di combo e super mosse semplicemente premendo il tasto quadrato, assieme alla difficoltà di default veramente ridicola, anche i novellini potranno trovare immense soddisfazioni già dalle prime partite. Per il resto non c’è da dubitare, se amate la saga di SNK Playmore e cercate un picchiaduro con tanti personaggi e che possa divertirvi per molte, molte ore, THE KING OF FIGHTERS XIV rappresenta un’acquisto obbligato.

the-king-of-fighters-xiv-recensione-screenshot-10

  • 50 personaggi utilizzabili
  • Tante modalità disponibili
  • La galleria è immensa

  • Storia blanda
  • Difficoltà di base veramente irrisoria
  • Con i comandi avanzati il joypad non regge le combo
THE KING OF FIGHTERS XIV
3.8

Il Re è tornato

Sono ampiamente soddisfatto da THE KING OF FIGHTERS XIV, non tanto per la mole di contenuti disponibili fin da subito e dalle tonnellate di illustrazioni e voci da sbloccare nella galleria, ma principalmente perché una saga che mi appassiona sin da quanto ero bambino torna oggi a prendersi la gloria che merita. Se c’è una cosa che ho sempre odiato è chi si mostra per ciò che non è, rivelandosi tutt’altro alla resa dei conti: KOF XIV non è di certo così. Partito un po’ in sordina, ha guadagnato il rispetto e l’orgoglio che si merita, a discapito dei “venditori di fumo” che progettano palazzi e finiscono a costruire cazzi. Ogni riferimento a titoli sviluppati dalla concorrenza è puramente casuale, ma spero, con questa recensione da SNK-fag, di spingervi in qualche modo all’acquisto: se cercate un titolo divertente con gli amici e soprattutto da soli, il quattordicesimo torneo del Re dei combattenti è ciò che fa per voi.

Ha reagito all'annuncio di Bloodstained: Ritual of the Night come Paolo Brosio con il Papa. Termina Golden Axe almeno una volta al mese. Da dieci anni.