UTAWARERUMONO: Prelude to the Fallen – Recensione

Giunge finalmente in Europa Utawarerumono: Prelude to the Fallen, remake del primo storico capitolo della saga AQUAPLUS che alterna fasi visual novel a combattimenti strategici a turni. Ecco la nostra recensione!

UTAWARERUMONO: Prelude to the Fallen - Recensione

Quello delle Visual Novel è un genere videoludico estremamente diffuso in Giappone, in particolare nel mercato PC. Si stima infatti che, nel 2006, oltre il 70% delle produzioni per questa piattaforma fosse composto da visual novel, pure o accompagnate da un gameplay secondario in alternanza alle fasi di lettura. Proprio le caratteristiche intrinseche di questa categoria di giochi, come la presenza ridotta della componente interattiva e l’elevatissima mole di testo, ne hanno impedito la diffusione in Occidente, ma la situazione negli ultimi anni sta cambiando e numerose VN sono state tradotte e pubblicate all’estero grazie all’operato dei publisher o al lavoro di gruppi di volontari, spesso con il beneplacito degli sviluppatori.

Utawarerumono: Prelude to the Fallen, l’oggetto di questa recensione, è uno degli esempi più recenti di questa tendenza e costituisce un titolo molto atteso dai fan del genere, che possono così scoprire le origini di una saga ancora poco conosciuta in Occidente. Si tratta infatti del primo capitolo dell’omonima trilogia, fino a questo momento mai pubblicato ufficialmente fuori dal Giappone, che si distingue per la presenza di un gameplay strategico a turni innestato nella struttura portante da visual novel. Andiamo a scoprirne i pregi e i difetti!

    Utawarerumono: Prelude to the Fallen

  • Titolo: Utawarerumono: Prelude to the Fallen
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita
  • Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
  • Genere: Visual Novel, JRPG
  • Giocatori: 1
  • Publisher: NIS America, AQUAPLUS
  • Sviluppatore: Sting
  • Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 29 maggio 2020
  • Disponibilità: retail (solo PS4), digital delivery
  • DLC: non annunciati
  • Note: la Origins Edition include artbook e colonna sonora; disponibile una Limited Edition sullo store online di NIS America

Abbiamo recensito Utawarerumono: Prelude to the Fallen con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da NIS America.

Utawarerumono: Prelude to the Fallen

Una saga longeva e affascinante

Le origini di Utawarerumono risalgono al 2002, quando il primo capitolo, sviluppato da Leaf, viene pubblicato in Giappone sulla piattaforma Windows. Questa primissima versione, mai arrivata in Occidente (anche se è disponibile una traduzione amatoriale), si caratterizza per l’assenza del doppiaggio e per la presenza di contenuti adulti: il gioco appartiene infatti alla categoria degli eroge (abbreviazione di “erotic game”), ovvero quei prodotti in cui si può trovare un contenuto sessuale esplicito.

Nel 2006 il gioco riceve un porting su PS2, intitolato Utawarerumono: Prelude to the Fallen, con un nuovo sistema di combattimento strategico a turni sviluppato da Sting, l’inserimento del doppiaggio e la censura/sostituzione delle scene erotiche. Pubblicato da AQUAPLUS, questo aggiornamento esce nel 2009 anche su PSP e infine, nel 2018, sotto forma di remake su PlayStation 4 e PlayStation Vita. Quest’ultima versione è la prima ad arrivare in Occidente grazie a NIS America, in edizione sia fisica che digitale, per la precisione il 26 maggio 2020 in Nord America e il 29 maggio in Europa.

Utawarerumono: Prelude to the Fallen

Tredici anni dopo il primo capitolo su PC, il franchise diventa una trilogia: il secondo capitolo, intitolato Utawarerumono: Mask of Deception, esce in Giappone nel 2015 e globalmente nel 2017, grazie ad Atlus e Deep Silver, mentre il terzo e ultimo capitolo Utawarerumono: Mask of Truth viene pubblicato in patria nel 2016 e in Occidente un anno più tardi. Entrambi i giochi, sviluppati da AQUAPLUS, giungono su Steam il 23 gennaio 2020, mentre ancora non si hanno notizie sul (probabile) inserimento anche del primo capitolo nel catalogo della piattaforma. Nel 2018 esce come esclusiva per PlayStation 4 Utawarerumono Zan, rifacimento del secondo capitolo Mask of Deception con meccaniche hack’n’slash e una trama accorciata, sviluppato da Tamsoft (Senran Kagura).

Il franchise ha inoltre ispirato alcuni adattamenti sotto forma di manga e anime. Per quanto riguarda questi ultimi, abbiamo due serie animate che traspongono gli eventi dei primi due capitoli della saga: la prima, realizzata dallo studio OLM e lunga 26 episodi, è stata trasmessa nel 2006 in Giappone, mentre la seconda, prodotta dallo studio White Fox in 25 episodi, è andata in onda tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. È stato confermato un adattamento animato anche per l’ultimo capitolo Mask of Truth, ma ancora non si hanno notizie su staff e periodo d’uscita.

Guerra, pace e harem

La storia di Utawarerumono: Prelude to the Fallen è ambientata in un setting fantastico, ispirato al Giappone medievale e pesantemente influenzato dalla cultura degli Ainu, la popolazione autoctona della terra del Sol Levante: per questa ragione molti termini che incontrerete nel gioco vi faranno venire il mal di testa da quanto saranno complicati da pronunciare, poco ma sicuro. In questo contesto, il protagonista si risveglia ferito in circostanze misteriose e viene soccorso da due ragazze, Eruruu e sua sorella minore Aruruu, che decidono di ospitarlo presso la propria abitazione nel loro villaggio. Colpito da una forte amnesia, Hakuowlo, questo il nome che le ragazze daranno al protagonista, non ricorda nulla del proprio passato, e l’unico indizio che ha è la presenza di una strana maschera sul suo volto, impossibile da rimuovere. Dopo aver cominciato la sua nuova vita presso il villaggio, Hakuowlo si troverà presto a fare i conti con le battaglie e le guerre fra le numerose tribù del continente, e scoprirà a sue spese cosa significa essere la guida di un popolo e le difficoltà nel mantenere la pace.

Utawarerumono: Prelude to the Fallen

Senza girarci troppo attorno, la trama di Utawarerumono: Prelude to the Fallen è il principale punto di forza del titolo e vale da sola il suo acquisto. In un gioco dove la componente visual novel è predominante rispetto al gameplay ruolistico (di cui parleremo fra poco), era fondamentale la presenza di un tessuto narrativo capace di tenere incollato il giocatore allo schermo per tutta la durata della storia principale, che si completa in poco meno di 40 ore. Prelude to the Fallen, da questo punto di vista, non delude assolutamente e regala una storia appassionante e coinvolgente, che si sviluppa piano piano per poi esplodere nella seconda metà, culminando in un finale spettacolare pieno di momenti anche piuttosto traumatici che non vi lasceranno indifferenti. Al netto di qualche (piccolo) momento morto e di alcuni sviluppi prevedibili, il comparto narrativo del gioco ripaga ampiamente l’investimento di tempo e affronta temi come la guerra, la politica, l’economia, l’essere genitore, il sacrificio e molti altri in maniera abile e mai banale.

A differenza di molti prodotti simili, il gioco non prevede finali multipli e non viene concessa al giocatore la possibilità di scegliere le risposte nelle conversazioni: l’unica possibilità che ci viene data è quella di cambiare l’ordine degli eventi secondari nelle zone centrali del gioco, ma nel corso della mia campagna non sono riuscito a capire se e in che modo questo abbia influenza sugli sviluppi della trama. Da questo punto di vista Prelude to the Fallen è una visual novel estremamente semplice e lineare e questo non costituisce in alcun modo un difetto, ma è doveroso segnalarlo per evitare che vi facciate aspettative errate.

I personaggi costituiscono un altro punto forte dell’opera. Nonostante i loro tratti all’apparenza stereotipati (ad eccezione del protagonista), in particolare per quanto riguarda i villain, sono tutti caratterizzati in maniera eccellente e nel corso del gioco sarà impossibile non affezionarsi a Hakuowlo e ai suoi compagni d’avventura. Vi sono due aspetti che potrebbero generare scetticismo, ovvero l’harem e il furry (tutti i personaggi possiedono infatti orecchie e code di animali), ma tranquillizzo subito dicendo che sono gestiti benissimo e che in entrambi i casi non c’è alcuna concessione frivola al fanservice, che anzi viene usato in maniera intelligente per sviluppare il rapporto fra il protagonista e ogni singolo personaggio, e per regalare momenti più leggeri e divertenti fra un combattimento e l’altro.

La colonna sonora è semplicemente stupenda e si caratterizza per la presenza di tracce provenienti anche dai due capitoli successivi, con sonorità tribali che accompagnano alla perfezione le numerose battaglie rendendo molte di esse davvero memorabili. Un ruolo importantissimo è giocato dal doppiaggio, dove non si può non segnalare la magistrale performance vocale di Rikiya Koyama (Emiya Kiritsugu nel franchise Fate) nei panni del protagonista, così come i brani della bravissima cantante Suara, firma storica del franchise anche nei suoi adattamenti animati.

Utawarerumono: Prelude to the Fallen

Lotta che ti passa

Come già anticipato, Utawarerumono: Prelude to the Fallen contiene anche un gameplay da RPG strategico a turni dove i personaggi combattono su una griglia, alla stregua di Fire Emblem, FINAL FANTASY Tactics, Disgaea e così via. Le battaglie, una trentina in totale, intervallano le fasi visual novel e fungono da nodo centrale per gli sviluppi narrativi. Fra le varie funzionalità del gioco, è possibile scegliere quali combattenti del roster schierare di volta in volta, così come gli oggetti da equipaggiare (un’arma/armatura/potenziamento, e due utilizzabili). Non c’è un sistema di classi e personalizzazione, ogni personaggio ha un suo particolare stile di combattimento (mischia, distanza, attacchi magici, guaritore) e man mano che si sale di livello è possibile spendere i punti abilità per potenziare tre caratteristiche: l’attacco, la difesa fisica e la difesa magica.

Una delle particolarità del gioco è la presenza delle catene, un sistema dove il personaggio può compiere più attacchi in sequenza (il cui numero massimo aumenta in base all’esperienza acquisita) a discrezione del giocatore. Man mano che il personaggio colpisce e riceve danno, viene caricata la barra dello Zeal che, una volta arrivata al massimo, permette di eseguire un attacco finale molto potente al termine della catena. È possibile eseguire inoltre attacchi/abilità combinate con due personaggi quando vengono soddisfatte determinate condizioni, di solito la loro presenza su caselle adiacenti. C’è la possibilità di rigiocare in qualsiasi momento i combattimenti della storia principale, così come le battaglie di allenamento che permettono ai personaggi di salire di livello e di ottenere ricompense.

Utawarerumono: Prelude to the Fallen

Tutti questi aspetti creano un sistema di combattimento strategico-RPG molto piacevole e soddisfacente, che costituisce un ottimo intermezzo interattivo fra le numerose e lunghe fasi da visual novel. Quest’ultima componente è tuttavia quella preponderante, in una percentuale circa pari al 70%, ed è bene sottolineare che il combat system non è minimamente paragonabile, come profondità e sfaccettature, a quello di altri esponenti celebri del genere, apparendo anche più limitato rispetto ai due (più moderni) capitoli successivi. In particolare, le mappe, salvo rari casi, mi sono sembrate fin troppo strette, e il grado di sfida non è elevato: a livello normale, quello più basso, le battaglie sono praticamente una formalità e d’altronde il gioco stesso lo consiglia per coloro che vogliono concentrarsi solo sulla storia. Le cose vanno un po’ meglio a livello difficile (è possibile cambiarlo in qualsiasi momento), ma anche qui nulla che possa impensierire i veterani del genere.

Insomma, il gioco non brilla particolarmente per quanto riguarda il sistema di combattimento e la componente ruolistica, dunque tenetene conto se siete rimasti incuriositi da questi aspetti. A livello tecnico, nonostante si tratti di un vero e proprio remake che aggiorna il gioco allo stile dei due capitoli successivi, e nonostante l’ottimo comparto artistico, Utawarerumono: Prelude to the Fallen non è al passo coi tempi. La grafica mette in mostra fondali e ambientazioni spoglie e riciclate, con un livello di dettaglio quasi da PS2, mentre i modelli poligonali dei personaggi, realizzati con un piacevole cel-shading, possiedono animazioni ridotte al minimo indispensabile (tranne che negli spettacolari attacchi finali). Purtroppo questo ha anche un’influenza sul comparto narrativo, dato che alcune cutscene, soprattutto nelle battute finali, sono realizzate con il motore di gioco, ma non si tratta di un difetto particolarmente grave.

Utawarerumono: Prelude to the Fallen

A chi consigliamo Utawarerumono: Prelude to the Fallen?

Utawarerumo: Prelude to the Fallen è un acquisto obbligato se avete completato almeno Mask of Deception, se amate le visual novel, e in generale se apprezzate la componente narrativa in un videogioco a scapito di quella interattiva. Le fasi di gameplay strategiche-RPG si intervallano alla perfezione con le lunghe sezioni di semplice lettura e sviluppo degli eventi, ma non aspettatevi nulla di particolarmente profondo e impegnativo: Prelude to the Fallen è infatti una visual novel con elementi ruolistici e non viceversa. Poiché il gioco non è tradotto in italiano, come gli altri capitoli della serie, potrebbe non fare al caso vostro se non avete un minimo di dimestichezza con l’inglese: data la sua natura, la mole di testo e i numerosi dialoghi devono essere compresi per poter godersi il prodotto.

Per la prima volta in assoluto, le origini della saga di Utawarerumono arrivano in Europa! Prelude to the Fallen segue la storia di un uomo senza memoria che si risveglia in uno strano mondo, ed è accolto da una tribù di abitanti di buon cuore. Viene accettato come uno di loro, ricevendo infine il nome di “Hakuowlo”. Quando le nazioni vicine iniziano a invadere il suo villaggio, Hakuowlo si ribella agli invasori, partendo così per un viaggio indimenticabile che vive nei canti della leggenda.

Immergiti in una storia turbolenta di amore e guerra. Scopri la storia di un cast di personaggi unici tra loro e osserva come si intrecciano le loro sorti. Rivendica la vittoria attraverso l’uso di tattiche, vantaggi elementali e abilità uniche dei membri del tuo gruppo.

Acquista Utawarerumono: Prelude to the Fallen per PlayStation 4 seguendo questo link al prezzo di 60,98 €. Uscita prevista per il 29 maggio 2020. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo link!

  • Storia appassionante con personaggi indimenticabili
  • Colonna sonora straordinaria
  • Artisticamente ineccepibile
  • Gameplay strategico piacevole…

  • …Ma limitato e poco impegnativo
  • 70% visual novel e 30% RPG
  • Tecnicamente non al passo coi tempi
Utawarerumono: Prelude to the Fallen
4.3

Una visual novel stupenda, ma occhio al gameplay

Utawarerumono: Prelude to the Fallen è il remake del primo capitolo di una saga ancora poco conosciuta in Occidente, il pezzo mancante di una trilogia che adesso, grazie agli sforzi di NIS America, può essere giocata per intero. Prelude to the Fallen è un’ottima visual novel con una storia appassionante e coinvolgente che saprà tenervi incollati allo schermo per tutta la sua (lunga) durata, impreziosita da un setting affascinante, un cast di personaggi adorabili, un doppiaggio di altissimo livello e una colonna sonora semplicemente memorabile. La componente da RPG strategico a turni è un ottimo intermezzo fra una sezione di lettura e l’altra, ma se siete degli esperti del genere alla ricerca di una nuova sfida o vi aspettate un combat system profondo e sfaccettato alla stregua di giochi come Fire Emblem, Utawarerumono: Prelude to the Fallen potrebbe non fare al caso vostro. Nonostante sia molto piacevole e caratterizzato da tante buone idee, il gameplay soffre di alcune scelte di design discutibili, diretta conseguenza dell’epoca in cui il gioco originale è stato concepito, e di un livello di difficoltà non troppo impegnativo. Se siete appassionati di visual novel e non siete troppo interessati alla componente videoludica vera e propria, acquistate pure questo gioco a scatola chiusa: la qualità narrativa ripagherà ampiamente l’investimento in termini di tempo, e magari vi farà venire voglia di proseguire con i due capitoli rimanenti della trilogia. Se invece Utawarerumono vi ha incuriosito principalmente per il suo gameplay strategico, allora ponderate bene la vostra scelta tenendo conto che quest’ultimo è del tutto subordinato alle fasi di semplice lettura.

Figura mitologica, ossessionata da tutto ciò che proviene dal Giappone, che ama districarsi abilmente fra mille impegni e buoni propositi che non realizzerà mai. Quando non impugna un controller, si diletta a guardare anime e leggere manga di dubbio gusto. Tendenzialmente ti vuole bene, soprattutto se gli parli delle serie Trails, Ys e Utawarerumono.

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