Nel mondo senza nome di Lapis x Labyrinth, al limitare della Golden Forest, si erge una placida cittadina, fondata anni fa da avventurieri che, attirati da promesse di ricchezze, vi si recavano per esplorare il “Labirinto”: un dungeon profondissimo e ricco di pericoli. Tutti gli avventurieri partiti alla ricerca di tesori nascosti, però, non fecero mai ritorno. Col tempo, la città venne quasi abbandonata e adesso il compito di rivitalizzarla è ricaduto sulle spalle della nostra sgangherata compagnia, incaricata di fare da apripista, scoprendo finalmente quali misteri e tesori si celano ai piani più bassi del dungeon.
Dopo la mia buona impressione iniziale che potete trovare qui, ho esplorato ancora più a fondo il dungeon di Lapis x Labyrinth, facendo emergere dalle profondità della foresta un titolo più complesso di quanto immaginassi all’inizio, ma con diverse criticità che lo trattengono dall’essere qualcosa di più di un gioco semplicemente “godibile”, e che andremo a vedere qui sotto.
- Titolo: Lapis x Labyrinth
- Piattaforma: Nintendo Switch, PlayStation 4
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: Action RPG, Dungeon Crawler
- Giocatori: 1
- Software house: Nippon Ichi Software
- Sviluppatore: Nippon Ichi Software
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 31 maggio 2019
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: Il titolo è stato rilasciato in Giappone nel 2018 con il nome “Lapis Re Abyss”
“We’re going on an adventure!”
Il primo passo di un’avventura che si rispetti è creare un gruppo di eroi che vi si possano imbarcare, e in Lapis x Labyrinth abbiamo l’imbarazzo della scelta: con otto classi diverse fra cui scegliere, ogni giocatore di sicuro troverà quattro personaggi di suo gradimento, potendo poi comunque reclutarne altri e cambiare la composizione del gruppo a proprio piacimento. La cittadina semi-abbandonata menzionata all’inizio servirà da hub centrale, e man mano che progrediremo nel gioco si arricchirà di diversi servizi, come un fabbro dove migliorare le proprie armi o un ristorante dove acquistare dei deliziosi cibi che ci daranno bonus passivi; sempre da qui dovremo accettare ogni volta un’incarico alla Gilda degli Avventurieri, per poi discendere nelle profondità del dungeon.
Questo titolo ha un approccio diverso al combattimento rispetto ad altri action RPG: invece di controllare tutti i personaggi presenti nel nostro party allo stesso tempo, questi rimarranno invece impilati sulla nostra testa senza avere possibilità di fare nulla, come una sorta di totem: per farli combattere dovremo portarli letteralmente coi piedi per terra scambiandoli di posto con il nostro leader, che controlleremo direttamente tramite un sistema di combo a due tasti, oppure scatenare la loro furia tramite le skill assist o le mosse finali EX, abilità lanciabili con un breve tempo di ricarica che spesso basteranno a ripulire completamente un intero segmento di mappa da orde di nemici.
Una volta esaurito il fattore novità, questo sistema di combattimento risulta davvero molto ripetitivo: non è possibile cambiare il nostro set di combo in alcun modo, e anche usando armi diverse la storia non cambia, degenerando in un semplice button mashing verso qualsiasi cosa si muova, fino a quando questa non sparirà dalla mappa, esplodendo in un tripudio di gemme e monete.
Assalto ai sensi
Proprio questa appariscenza esagerata è il giusto climax per la fase di combattimento, perfettamente personificato dalla FEVER MODE: questa, raggiungibile solo accumulando punti durante i combattimenti, trasformerà per qualche secondo il gioco in qualcosa di più simile ad una slot machine dopo aver centrato il jackpot, con pietre preziose, scrigni e punteggi sfavillanti da tutte le parti ottenibili ad ogni colpo e che aumenteranno di parecchio il nostro punteggio finale; punteggio che servirà per migliorare le ricompense che otterremo alla fine dei livelli, sotto forma di chiavi con cui aprire forzieri di rarità crescente, che (RNG permettendo) ci dovrebbero dare equipaggiamenti man mano sempre più forti. Questi potranno essere usati per aumentare i parametri dei nostri personaggi, oppure resistenze elementali o danni verso un determinato tipo di nemico.
La ripetitività del gameplay, almeno su Nintendo Switch, è leggermente mitigata dalla natura della console: raramente una missione durerà più di una decina di minuti, rendendo Lapis x Labyrinth un titolo perfetto per essere giocato “a singhiozzi”, completando un paio di missioni per volta, vista anche la brevità dell’esperienza: i titoli di coda nel mio caso sono arrivati poco prima delle venti ore di gioco.
Cute but deadly
Un plauso va alla grandissima cura con cui Nippon Ichi Software ha realizzato il mondo di gioco, nemici e personaggi giocabili: con un’estetica marcatamente chibi, anche i mostri più pericolosi sembrano solo incompresi piuttosto che malvagi, mentre le mappe decisamente labirintiche e orientate in verticale ricordano vagamente gli ambienti di gioco un po’ onirici e astratti di titoli come Bastion. Anche l’interfaccia di gioco è realizzata con una particolare direzione artistica molto “rustica” che fa un’ottima figura: tutti i menu sono di facile consultazione, anche se mi sono ritrovato un po’ troppe volte a dovermi rileggere le spiegazioni dei vari sistemi di gioco, visto che il tutorial copre a malapena i sistemi di movimento e di combattimento base. Ancora adesso non ho capito che impatto abbia il livello dei nemici o quello della gilda, dato che nessuno dei due sembra fare una qualsiasi differenza.
Questo stile grafico in 2D dove a muoversi saremo solo noi e i nostri nemici (oltre ad un leggero effetto parallasse per il fondale della mappa) sembrerebbe perfetto per una console portatile come Nintendo Switch, che infatti non ha deluso, pur con qualche sbavatura: sebbene il gioco rimanga fluido per buonissima parte dell’esperienza di gioco, sono presenti dei rallentamenti assolutamente evidenti quando a schermo compaiono più di una manciata di nemici, oppure diversi effetti particellari: in questo caso giocare in modalità TV oppure portatile non ha avuto virtualmente nessun impatto sulle prestazioni del gioco.
In Lapis x Labyrinth il combattimento avviene con le teste dei tuoi compagni di squadra impilate su quelle del personaggio leader. In aggiunta allo speciale Assist Ordere all’Extra Order, che sono mosse che utilizzano tutte le teste, il leader ha anche “Basic Attack” e “Job Action”.
Concatenando attacchi di base è possibile colpire fino a cinque volte in sequenza, ed è possibile cambiare lo schema dei Job Action premendo un tasto diverso del d-pad. Utilizza varie tecniche e fatti strada attraverso il gioco usando attacchi precisi e correttamente sferrati.
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A chi consigliamo Lapis x Labyrinth?
La semplicità di questo dungeon crawler e la breve durata di ogni missione lo rendono perfetto per tutti i giocatori che stanno cercando qualcosa di leggero che possa servire da semplice passatempo, magari quando si ha poco tempo per giocare oppure come compagno di viaggio in treno o simili come è stato per chi vi sta scrivendo: il gioco risulta molto più godibile affrontato qualche piccolo passettino alla volta per non cadere nel ripetitivo loop del gameplay, e fortunatamente non sono presenti sistemi RPG complicati o lunghe combo da ricordare, rendendolo perfetto per brevi sessioni di gioco o per un’audience più “casual” che non cerchi grosse sfide o storie emozionanti.
- Le classi uniche permettono tante combinazioni interessanti
- Stile grafico adorabile e coloratissimo
- Soundtrack orecchiabile che non stanca mai
- Gameplay frenetico contro grandi orde di nemici…
- …Che però degenera in fretta in ripetitivo button mashing
- Cali di frame rate un po’ troppo evidenti in certi frangenti
- Difficoltà quasi inesistente
- Tante informazioni sui sistemi di gioco non sono spiegate chiaramente
Lapis x Labyrinth
Un’ottima presentazione limitata da un loop ripetitivo
Quando ho messo per la prima volta le mani su Lapis x Labyrinth l’ho apprezzato immensamente per la freneticità del gameplay, la grafica colorata e la soundtrack allegra. Purtroppo, non appena invece lo si analizza un po’ più in profondità, ci si accorge in fretta di quante crepe ci siano in questa statua così bella se vista da lontano. Proprio come se stessi rinsavendo dopo aver preso un’iniziale sbronza, andando avanti mi sono accorto di quanto ripetitiva sia in realtà la progressione al suo interno: una volta imparati i comandi di gioco e le combo, il tutto degenera semplicemente nel premere tasti il più velocemente possibile per farsi strada in ogni livello, ottenere punteggi sempre più alti ed una marea di armi e armature dall’utilità discutibile. Qual è il premio per aver completato un livello? Rifare tutto da capo per ore e ore senza grandi variazioni sul tema, ma ogni volta con più nemici. Guardiamo il lato positivo: almeno i personaggi sono carinissimi.
Edo Wolf Loz
Bell’articolo! Avevo adocchiato il gioco e mi fa piacere leggere che proprio su una console portatile può rendere meglio se gustato “a singhiozzi”.
Sicuramente in wishlist!
Zaffira
49 euro per la durata di 20 ore circa, oltre ad altri piccoli diffetti, a mio parere è troppo. (li avrei dato 30 euro). Resta il fatto che come tutti i giochi meglio sempre aspettare e non prenderlo al day one.
La recensione è stata scritta in modo semplice che sono riuscita a farmi un’idea chiara di quale gioco si tratasse. Grazie per questa informazione in più.
Punteggio recensione: 20/10.