La serie di Yakuza, da oggi nota ufficialmente col nome di “Like a Dragon” anche sul suolo occidentale, sta vivendo il suo momento di massimo splendore, ma molti di noi ricordano ancora, con tristezza, il periodo in cui Kiryu e compagni rimasero confinati al suolo nipponico — ricordiamo che Yakuza 5 è arrivato ben tre anni dopo e solo in digitale a fine ciclo vitale di PS3. In quegli anni in Giappone, in concomitanza con il debutto di PlayStation 4, fu lanciato un nuovo spin-off per le vicende del Drago di Dojima, il secondo ambientato nel Giappone antico costellato di samurai e katana. Se per il quinto Ryu Ga Gotoku abbiamo dovuto attendere solo tre anni, per Like a Dragon: Ishin! ce ne sono voluti ben nove prima che il titolo potesse arrivare in Europa e Nord America: esattamente nove anni dopo, RGG Studio e SEGA hanno finalmente deciso di lanciare in Occidente un prodotto che temevano fortemente non avesse presa sul pubblico nostrano ma che, complice l’incredibile successo di titoli come Ghost of Tsushima e la saga stessa di Yakuza, è finalmente disponibile da questo 21 febbraio su piattaforme di vecchia e nuova generazione con un prodotto a metà fra remaster e remake.
Abbiamo messo le mani su Like a Dragon: Ishin! qualche giorno prima del lancio ufficiale giocandone a fondo la sua edizione PlayStation 5: ecco cosa ne pensiamo dell’ultimo “Kiwami” confezionato da Ryu Ga Gotoku Studio.
- Titolo: Like a Dragon: Ishin!
- Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One, PC (Steam, Microsoft Store)
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: Action RPG
- Giocatori: 1
- Publisher: SEGA
- Sviluppatore: Ryu Ga Gotoku Studio
- Lingua: Italiano (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 21 febbraio 2023
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: Trooper Card aggiuntive con guest star tra cui il wrestler Kenny Omega, skin di Kazuma Kiryu, cosmetici, armi e materiali
- Note: la Digital Deluxe Edition ha fornito un accesso anticipato al gioco (17 febbraio)
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Lanciato originariamente in Giappone nel 2014 a cavallo fra due generazioni di console Sony, Ryū Ga Gotoku: Ishin! è il secondo spin-off della saga, allora gestita da Toshihiro Nagoshi, ambientata non nel Giappone dei giorni nostri (o meglio, negli anni in cui ciascun episodio è stato pubblicato) bensì in un’epoca storica appartenente al passato. E se Ryū Ga Gotoku: Kenzan! — ancora inedito in Occidente — raccontava le gesta del celebre samurai Musashi Miyamoto nei primi anni periodo Edo (1605), il gioco che ci ritroviamo finalmente tra le mani è ambientato più di duecento anni dopo, nell’epoca nota come Bakumatsu (1853-1867), un periodo storico che ha segnato una svolta epocale nella Storia della nazione e ha sancito la fine dello shogunato Tokugawa durato quasi trecento anni. Essendo totalmente slegati l’uno dall’altro, i due spin-off a tema Giappone antico possono essere giocati indipendentemente l’uno dall’altro; per questo motivo SEGA e Ryu Ga Gotoku Studio hanno deciso di portare in Occidente il più recente fra i due, Ishin!, perché più recente rispetto a Kenzan! (datato 2008) e già sviluppato su PlayStation 4 con il medesimo motore grafico utilizzato in seguito per Yakuza 0 e Yakuza Kiwami.
In Giappone, infatti, Like a Dragon: Ishin! viene lanciato sul mercato, in concomitanza con i paesi occidentali, con il suffisso “Kiwami”, proprio per indicare che non si tratta di un semplice porting (che, tra le altre cose, esce anche sulla medesima PS4 dell’originale), bensì di un vero lavoro di restauro e correzione, con numerose aggiunte dal punto di vista tecnico (con l’adozione dell’Unreal Engine 4) e contenutistico, con tante chicche indirizzate ai fan di vecchia data di Kiryu e compagni e alcune migliorie in termini di esperienza e gameplay. Se sono qui è per analizzarle a fondo per voi, come sempre nella recensione più completa e pregna di passione che potrete trovare sul web italiano.
Bakumatsu Rock
Ishin! racconta la vita di Sakamoto Ryoma, realmente vissuto nel 1800, un samurai del dominio di Tosa che, rientrato dal suo addestramento a Edo, l’antica Tokyo, si ritrova a fronteggiare il duro ordine sociale che predilige le classi più elevate di samurai, i Joshi. Opponendosi ai loro soprusi sui cittadini indifesi, Ryoma finisce per essere incarcerato e condannato a morte, ma prima che ciò accada viene liberato da Toyo Yoshida, padre adottivo e magistrato del governo, il cui scopo è quello di porre fine al sistema di classi che affligge il dominio di Tosa. Ryoma viene quindi spinto dal padre a unirsi al fratello adottivo Hanpeita Takechi, fondatore del Partito lealista. Tuttavia, durante la riunione in cui Toyo spiega loro il piano per sovvertire il governo, i tre vengono attaccati da un misterioso assassino dal volto coperto, che porrà fine alla vita del ministro. Sakamoto e Hanpeita proveranno a contrastarlo, ma l’assassino riuscirà a sopraffare Ryoma e fuggire. Il nostro protagonista, con le fattezze e la voce del ben noto Kazuma Kiryu, deciderà quindi di fuggire da Tosa, accusato dell’omicidio, con lo scopo di trovare l’assassino di suo padre e compiere la sua vendetta.
Un anno dopo ritroviamo Ryoma a Kyo, l’antica Kyoto, dove vive con il nome di Saito Hajime e soggiorna presso la pensione Teradaya, indagando sugli eredi e praticanti dello stile di spada Tennen Rishin, quello utilizzato dall’assassino di Toyo un anno prima. Seguendo le sue tracce, Ryoma si imbatterà nella famigerata Shinsengumi, la violenta milizia al servizio del Bakufu (il governo dello shogunato) di stanza a Kyo, finendo per unirsi alle loro fila con lo scopo di scoprire chi di loro è l’uomo del quale intende vendicarsi. È questo, in buona sostanza, l’incipit del titolo, che si svilupperà in una trama ricca di eventi basati su fatti realmente accaduti e colpi di scena che sapranno appassionare anche chi non conosce la storia del Giappone. E chi non è avvezzo alla terminologia storica può ricorrere al comodo glossario presente all’interno del gioco, che sarà accessibile anche durante i dialoghi ogniqualvolta verrà pronunciato un termine che ha bisogno di spiegazioni. L’unico peccato è che sarebbe potuto essere molto più completo perché per molte voci non è presente alcuna nota a margine.
La particolarità di Like a Dragon: Ishin! è data dal fatto che ciascuno dei protagonisti e antagonisti del gioco sono interpretati da personaggi apparsi nella serie regolare di Ryu Ga Gotoku, con gli stessi volti e doppiatori. Come già detto, il nostro alter-ego eredita il volto di Kiryu, mentre fra i membri della Shinsengumi non potremo non riconoscere Majima, Saejima e molti altri. In particolare, questa versione 2023 del gioco giunta in Occidente, modifica il cast originale sostituendo gran parte del cast originale con quello dei capitoli di Yakuza più recenti. Ritroveremo, ad esempio, i “magnifici tre” di Yakuza 0, ovvero i famosi attori Riki Takeuchi, Hitoshi Ozawa e Hideo Nakano, ma anche personaggi dal volto digitale come Koichi Adachi, Masato Arakawa, Joon-gi Han e Tianyou Zhao dal recente Yakuza: Like a Dragon. Impossibile poi non riconoscere volti come quelli di Nishiki, Akiyama, Date, Kashiwagi e Goda, presenti anche nell’originale. Insomma, gli appassionati di vecchia data si sentiranno a casa e sarà piacevole scoprire il ruolo che ciascuno di questi attori in scena interpretano in una storia tutta nuova. Peccato, però, che la natura di qualcuno di essi potrebbe lasciar presagire gli sviluppi di trama. Non crederete davvero che il brutto muso di Takeuchi possa ispirare fiducia?
Clock Strikes
A metà fra remaster e remake, un po’ come successo con NieR Replicant, Like a Dragon: Ishin!, sviluppato originariamente col medesimo Kiwami Engine di Yakuza 0 e Kiwami, è stato ricostruito con Unreal Engine 4. Il motivo che ha spinto il team di sviluppo a prediligerlo al Dragon Engine utilizzato nei giochi più recenti è semplice, secondo l’intervista rilasciata da Masayoshi Yokoyama a Crunchyroll: il Dragon Engine è stato pensato per far risaltare i paesaggi notturni, le caratteristiche luci di Kamurocho, ma non se la cava molto bene con l’illuminazione diurna. Per questo motivo questa versione “Kiwami” di Ishin! è diventata il primo gioco della serie che sfrutta il motore grafico di Epic Games, tuttavia non senza problemi di sorta. Nonostante il lavoro di restauro svolto sia davvero pregevole, è impossibile non notare quanto il comparto tecnico risulti ugualmente datato, e il passaggio a Unreal Engine ha fatto sorgere alcuni gravi problemi in determinati frangenti. Evitando eccessivi spoiler, durante un duello di trama lo scenario che ci circonda sarà avvolto dalle fiamme, ma la luce riflessa sui capelli dei personaggi li farà diventare letteralmente biondo platino, pur non illuminando allo stesso modo i vestiti e la pelle degli stessi. Un errore che mi auguro venga corretto con degli aggiornamenti futuri e che non era ovviamente presente nella versione originale del titolo.
Nonostante qualche problema di natura tecnica, l’esperienza generale non è poi così infelice in questo frangente. Numerose sono le aggiunte e le modifiche rispetto al prodotto originale, ad esempio il rifacimento dell’interfaccia utente e la sostituzione di alcuni NPC con personaggi già incontrati nelle avventure del Drago di Dojima, ma per il resto, per le cose più importanti, conviene spendere qualche parola in più. Sfortunatamente, per gli appassionati che se lo stessero ancora chiedendo, non è purtroppo presente l’opening originale che ha accompagnato il lancio del gioco in Giappone nel 2014, ovvero “Clock Strikes” dei celebri ONE OK ROCK. Peccato, dopo Sonic Frontiers sembrava che il legame fra SEGA e questo gruppo fosse ormai consolidato, purtroppo non sapremo mai le ragioni dietro questa scelta.
Essence of the Sword
La struttura di gioco di Like a Dragon: Ishin! è in tutto e per tutto identica agli Yakuza che abbiamo già citato: una trama principale suddivisa in quattordici, emozionanti capitoli, una miriade di storie secondarie e gli immancabili, divertentissimi mini-giochi. La quasi totalità dell’esperienza, fatta eccezione per la porzione iniziale e alcuni altri frangenti di storia ambientati a Tosa e altre location, Ishin! si svolge interamente nella città di Kyo, suddivisa a sua volta in cinque aree: Fushimi, Rakunai, Rakugai, Gion e Mukurogai. Quando la storia lo richiederà, potremo spostarci a piedi o a bordo di un palanchino (sostitutivo del taxi) fra un’area e l’altra. Spesso e volentieri, tuttavia, abbiamo notato come la trama richieda di fare da spola, avanti e indietro, dal punto dalla pensione Teradaya alla caserma Shinsengumi, rendendo l’incedere della storia un po’ ripetitivo se deciderete di tirare dritto senza perdervi nelle attività secondarie; al contrario, optando per il percorso a piedi troverete quasi ogni volta numerose distrazioni, tra cui gli immancabili combattimenti con ronin, banditi, malintenzionati e quant’altro.
Esattamente come accadeva in Yakuza 0, in Ishin! ritroviamo un sistema di combattimento d’azione che mette a disposizione ben quattro stili diversi: Lotta libera, Gioco di spade, Scontro a fuoco e Danza folle. Saranno tutti disponibili praticamente da subito, dopo un brevissimo tutorial. Lotta libera, come il nome stesso suggerisce, vedrà Ryoma lottare a mani nude come il buon vecchio Kiryu, con la possibilità di raccattare oggetti e utilizzarli come armi temporanee — purtroppo senza biciclette. Gioco di spade, lo stile che possiamo considerare il “principale” vede l’utilizzo di una katana ed è quello più tecnico, costituito di fendenti, affondi e soprattutto parate e contrattacchi; è quello che più di tutti vi tornerà utile in gran parte delle battaglie con i boss e per questa ragione vi consigliamo di non trascurarne lo sviluppo. Scontro a fuoco invece predilige l’uso di una pistola per il combattimento a distanza, per raffiche di colpi semplici, munizioni speciali e devastanti combo; un’opzione che torna utile soprattutto nelle prime fasi di gioco, che permette in qualche modo di “rompere” gli avversari impedendogli di attaccarvi. Infine, Danza folle mescola le tecniche di spada a una mano con l’utilizzo dell’arma da fuoco, ed è certamente lo stile più particolare, che consente di concatenare combo di spada e pistola davvero spettacolari. Le armi e gli equipaggiamenti a nostra disposizione, oltre che acquistati oppure ottenuti tramite determinati scontri, potranno essere migliorati oppure forgiati da zero tramite il fabbro, che utilizzerà i materiali che potremo reperire in giro per la città o mediante le attività secondarie.
Una volta intrapresa la nostra carriera di capitano all’interno della Shinsengumi, inoltre, sbloccheremo il più vasto dei mini-giochi — il dungeon — nonché una delle funzioni più utili nell’ambito dei combattimenti, ampliata per questa nuova versione del gioco. Parliamo delle Carte Soldato, che potranno essere equipaggiate in team di quattro (o più) per ciascuno degli stili di lotta e che incrementeranno le nostre statistiche fornendoci abilità utilizzabili in battaglia manualmente (con la pressione di L2 in abbinamento al d-pad) oppure in maniera automatica. Quelle più potenti, che raffigurano personaggi della serie al posto di semplici soldati della Shinsengumi, consentono di utilizzare potentissime abilità utili per contrastare gli avversari o, per esempio, curare la nostra barra di energia o riempire al massimo il vigore. Tra queste troviamo le speciali carte DLC che includono personaggi come il wrestler Kenny Omega e content creator noti perlopiù in suolo nordamericano, ma che possiedono skill decisamente utili in combattimento, ma anche presenze inaspettate come l’orso affrontato da Saejima in Yakuza 5 o una delle tigri con cui Kiryu ha avuto a che fare in Yakuza 2. Diversamente dall’Ishin originale, le carte soldato possono essere utilizzate anche al di fuori della modalità dungeon e questo costituisce un grossissimo cambiamento.
L’appena citata modalità dungeon invece ci permette di reclutare nuove carte in stile gacha, spendendo valuta di gioco (mon e ryo), costituire le nostre squadre e avventurarci in prima persona nelle innumerevoli missioni che ci chiederanno di far fuori orde di nemici, recuperare materiali utili e oggetti particolari. Si tratta di una delle attività secondarie più vaste e che richiedono maggior tempo per essere portate a termine, ma anche una delle più divertenti e utili per guadagnare denaro e punti esperienza — rappresentati da sfere dell’anima che andranno incastonate in ciascuno degli skill tree a nostra disposizione, uno per ogni stile di lotta. Immancabili gli NPC come il sensei Komaki, in grado di sbloccare abilità altrimenti inaccessibili.
Before Dawn
Come già detto, sono molte le attività secondarie che è possibile affrontare in questo episodio ambientato nel periodo Bakumatsu. Oltre al dungeon di cui vi ho appena parlato è possibile svolgere incarichi secondari piuttosto variegati, che spaziano dall’aiutare la parodia dello scrittore Natsume Soseki (autore di “Io sono un gatto”) a trovare l’ispirazione, alla caccia a pericolosi ricercati, all’aiutare un corriere infortunato a consegnare lettere, con l’immancabile presenza di inseguimenti e situazioni da meme come il tormentone “Ee ja nai ka” che incontreremo svariate volte sul nostro cammino. Tutte le attività, dal mangiare e bere agli izakaya, allo svolgere missioni, acquistare e vendere oggetti e pregare presso i santuari, alimenteranno la nostra reputazione in ciascuno dei quartieri di Kyo e la nostra “Virtù”, una vera e propria valuta che potremo spendere presso i santuari per migliorare alcune caratteristiche di Ryoma e non solo (la durata della corsa, la capienza dell’inventario, le abilità nella pesca e nell’agricoltura, e così via).
In termini di mini-game potremo pescare, spaccare la legna, ritrovare i classici giochi come shogi, mahjong, poker e altri ancora, combattere all’interno di un’arena, cimentarci nella danza Buyo con un divertente rhythm game, affettare al volo palle di cannone con la nostra katana oppure farle esplodere con la pistola, affrontare il castello karakuri con i suoi spaventapasseri, ma anche scommettere sulle appassionanti corse fra polli. Tra i mini-giochi che ho apprezzato di più non posso che citare il karaoke dell’Utamaruya, aggiornato con nuove canzoni fra cui l’immancabile Baka Mitai, assente nel gioco originale, nonché il bordello Yamabuki, che ci permetterà “affrontare” la splendida Anna in una gara di bevute, in una strip-morra cinese e infine in uno sparatutto old school che per qualche motivo ci ha ricordato l’indimenticabile Cho Aniki, e che simboleggia in maniera ironica il raggiungimento del massimo piacere per Ryoma e la sua partner.
Infine, ad un certo punto della storia, a Ryoma verrà in mente di aiutare una giovane fanciulla di nome Haruka (!!) acquistando la sua abitazione, che fungerà da seconda casa e ci permetterà di svolgere ulteriori attività secondarie, come la coltivazione di campi, l’allevamento di polli, la vendita del raccolto, la cucina che ci consentirà di preparare manicaretti in stile Cooking Mama e la possibilità di adottare cani e gatti con i quali avremo portato al massimo i legami in giro per la città. La casa e il cortile potranno essere migliorati tramite l’utilizzo dei punti virtù e il legame con Haruka aumenterà ogni qual volta andremo a trovarla, effettueremo delle consegne o cucineremo qualcosa assieme a lei. Non per niente questa “modalità” viene indicata nel menu di gioco con la dicitura Another Life.
Tra le aggiunte della versione “Kiwami” di Like a Dragon: Ishin! troviamo anche una divertente (e ormai d’obbligo) modalità fotografica, che ci consente di scattare immagini modificando pose, espressioni, filtri e quant’altro, aggiungendo adesivi ed elementi che normalmente non troveremmo all’interno del gioco.
Like a Dragon: Ishin è un thriller storico ricco d’azione e avventura ambientato nel 1860 nella città di Kyo, una versione fittizia della città di Kyoto. Al contrario di altri titoli, solitamente ambientati in epoche precedenti, in Ishin vivrete la storia di come l’iconica era dei samurai è giunta al termine. Il nostro eroe, Sakamoto Ryoma, è una figura storica a cui vengono attribuiti il rovesciamento dello shogunato e la forte spinta riformatrice che ha cambiato il Giappone.
I fan riconosceranno certamente nel nostro eroe le fattezze di Kazuma Kiryu, protagonista dei primi titoli del franchise, che in Ishin vestirà i panni di Sakamoto Ryoma e porterà con lui tutta la sua squadra. Goro Majima e altri volti noti di Yakuza si uniranno a Ryoma come amici o nemici in questo mondo immaginario dove le sgargianti strade di Tokyo hanno lasciato il posto alla caotica città di Kyo del 1860. Le nuove dinamiche tra i personaggi saranno tanto intriganti quanto inaspettate, all’interno di una trama ricca di colpi di scena come solo RGG Studio sa raccontare.
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A chi consigliamo Like a Dragon: Ishin!?
Like a Dragon: Ishin! è uno spin-off della saga di Yakuza adatto a tutti, sia a chi non ha mai avuto a che fare con le vicende di Kiryu (e poi di Ichiban), sia ai fan di vecchia data che non si sono lasciati sfuggire nemmeno un episodio di questa ormai longeva saga videoludica. Nonostante siano presenti vecchie glorie apparse in tutti i giochi di Ryu Ga Gotoku, non è necessario avere conoscenze pregresse del loro ruolo nella serie principale — anzi, oseremmo dire che forse non conoscerlo regala un’esperienza priva di qualsivoglia spoiler dato dal ruolo originale di ciascuno degli attori in scena. Ishin! come ormai prassi da Judgment in poi, è tradotto completamente in italiano nei testi, nonostante questa volta ci è parso di trovare un po’ troppi errori di battitura e imprecisioni nella traduzione italiana (più negli elementi di contorno che nella storia principale, che sembra sia stata trattata con maggior cura). Chiaramente, il PEGI 18 indica una buona dose di violenza e sangue (che potrà essere mitigato dalle opzioni), ma anche di contenuti a sfondo erotico a cui Yakuza ci ha già abituati con quasi tutti gli altri titoli.
- Narrativamente incredibile
- C’è tanto da fare oltre la trama principale
- Tanti piccoli omaggi per gli estimatori della serie
- Ehi, hanno davvero inserito Baka Mitai
- Eccessivo andirivieni fra caserma e pensione
- Sporadici cali di frame rate nelle cutscene e problemi di illuminazione in alcuni frangenti
- Qualche piccolo intoppo nella traduzione italiana
- Peccato per l’assenza dell’opening originale
Like a Dragon: Ishin!
L’attesa è stata ripagata
Giocare a Like a Dragon: Ishin! è stato come riabbracciare un vecchio amico che non avremmo mai creduto di rivedere. Abbiamo atteso molti anni prima che il titolo arrivasse in Europa, sia publisher che developer aspettavano il momento adatto per pubblicarlo dalle nostre parti, e quello giusto è arrivato subito dopo che Yakuza: Like a Dragon ha gettato le basi per un rebranding della serie. Per questo motivo, abbandonato il vecchio nome “Yakuza” e abbracciatone uno più corretto e fedele alla controparte nipponica, è tempo di vivere storie che nulla hanno a che fare con la mafia ma che conservano saldamente ogni elemento che ha portato al successo questa serie. Pur avendone condensato l’esperienza in pochissimi giorni e avendolo portato a termine in circa 36 ore — con gran parte delle missioni secondarie ancora da svolgere — Like a Dragon: Ishin! ha saputo ammaliarci con una trama incredibile, personaggi familiari ma allo stesso tempo nuovi dal punto di vista narrativo e tutti gli elementi che ci hanno fatto innamorare di questa saga. Nonostante il comparto tecnico sottotono rispetto alle produzioni più recenti come il già citato Yakuza 7 e Lost Judgment, il team di sviluppo ha saputo rinnovare il titolo al meglio delle possibilità inserendo ogni possibile migloria in termini di gameplay, nonostante ci sia ancora qualche aspetto da limare. In tutta sincerità, tornare a giocare a un Ryu Ga Gotoku antecedente al Dragon Engine non ci è dispiaciuto affatto e ci auguriamo di poter presto vedere in circolazione anche una versione “Kiwami” per Like a Dragon: Kenzan! e magari anche per i due episodi “Kurohyō” usciti su PSP. In definitiva, Like a Dragon: Ishin! è un sogno che finalmente si corona per gli appassionati del franchise e una nuova opportunità per i nuovi arrivati per scoprire una delle migliori produzioni nipponiche del panorama videoludico.