Isekai. Ormai questo termine è entrato di prepotenza nel dizionario di ogni appassionato, conoscitore o fruitore occasionale di opere nipponiche, che siano esse light novel, anime, manga o videogiochi. La parola indica infatti un sottogenere nel quale il protagonista, originario del mondo reale, viene trasportato, volente o nolente, in un mondo parallelo, che sia esso un videogioco o un mondo fantasy. Tra le centinaia di opere isekai salite alla ribalta negli ultimi anni, solo alcune hanno effettivamente colpito gli spettatori, sicuramente per qualche elemento originale o qualche tecnica narrativa che differenzia questa o quell’opera. Tra di esse, una delle più famose è senza dubbio Re:ZERO – Starting Life in Another World. Re:ZERO è una serie di light novel scritta da Tappei Nagatsuki e illustrata da Shin’ichirō Ōtsuka (lo stesso duo ha partecipato alla realizzazione del gioco) che consta attualmente di 25 volumi e varie raccolte parallele. Dalla serie è stato tratto un anime, quattro adattamenti manga e una visual novel. Insomma, senza dubbio un grande successo. Ed è proprio da questa serie che è tratto il gioco di cui andremo a parlare oggi, Re:ZERO -Starting Life in Another World- The Prophecy of the Throne, avventura tattica che va a raccontare le vicende di Subaru e compagni in chiave (leggermente) diversa. Scopriamo insieme se il titolo in questione ha saputo mantenere l’alto livello della serie.
- Titolo: Re:ZERO -Starting Life in Another World- The Prophecy of the Throne
- Piattaforma: PlayStation 4, Nintendo Switch, PC (Steam)
- Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
- Genere: Avventura Tattica, Visual Novel
- Giocatori: 1
- Publisher: Spike Chunsoft
- Sviluppatore: Chime Corporation
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese o Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 5 febbraio 2021
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: disponibili Day One Edition con quattro spillette in un pratico box e Collector Edition che comprende anche la soundtrack ufficiale, una steelbox e un artbook
Abbiamo recensito Re:ZERO -Starting Life in Another World- The Prophecy of the Throne con un codice PlayStation 4 fornitoci gratuitamente da Spike Chunsoft.
Per coloro che hanno aperto questo articolo solo perché l’ha scritto il vostro amichevole Mastro di quartiere e non perché attirati dal titolo, un breve riassunto delle vicende che hanno portato Natsuki Subaru nel Regno di Lugunica. Dunque, il nostro protagonista è quello che al giorno d’oggi viene definito un hikikomori, una persona cioè che non esce di casa neanche per lavorare o per andare a scuola. Un recluso, insomma. Un giorno, durante una brevissima capatina al supermercato vicino casa, il ragazzo si trova misteriosamente catapultato in un regno fantasy, dove la gente va in giro in carrozze trainate da piccoli draghi di terra e gli umani convivono con semi umani, creature con il corpo a metà tra quello umano e quello di animali. Spavento iniziale a parte, abbastanza comprensibile a mio avviso, il ragazzo viene attaccato da alcuni delinquenti e salvato da una bellissima mezz’elfa dai capelli argentati e gli occhi viola, Emilia. Per sdebitarsi, Subaru decide di aiutarla nella sua ricerca di un oggetto rubato. Fin qui tutto normale, solito isekai, mi direte voi. Beh no, perché arrivata la sera, durante la ricerca dell’oggetto il ragazzo si trova ad entrare in una baracca fin troppo sospetta, e senza possibilità di far nulla, viene accoltellato e ucciso. E tanti saluti. No, scherzo. Subaru si risveglia subito dopo, trasportato nel passato. Il nostro protagonista infatti non può morire, e ad ogni fatalità viene riportato indietro ad un checkpoint precedente di qualche giorno, rendendogli possibile cambiare il futuro.
La nostra storia comincia un mese dopo l’arrivo di Subaru nel mondo fantasy, precisamente dopo l’arco narrativo dell’attacco delle magibestie. Prima di andare avanti però, un consiglio. Nonostante le vicende descritte sopra e quelle precedenti all’arco narrativo che il gioco introduce siano tutte riassunte in un flashback che può essere triggerato durante il primissimo dialogo del titolo, chi vi scrive vi consiglia di guardare l’anime almeno fino alla fine dell’arco delle magibestie, poiché il riassunto è a mio avviso troppo blando e si perdono parecchi eventi importanti, che poi oltretutto vengono citati durante il gioco. Le vicende trattano quindi dell’arco narrativo successivo, la cui però trama viene fortemente cambiata nel videogioco, che quindi propone un corso degli eventi alternativo. Se mi doveste chiedere se guardare a questo punto prima l’anime o giocare prima al videogioco, vi consiglierei prima il gioco. Se, com’è più probabile, avete già visto l’anime, non fatevi problemi. Vi troverete davanti una trama comunque nuova, con nuovi personaggi e nuove relazioni tra quelli vecchi. Insomma, nonostante inizialmente potreste giustamente trovare delle similitudini tra gli eventi, abbastanza presto vi troverete a pensare “ah, ma questa vicenda non andava così”.
Ma torniamo alla trama. Alla tenuta arriva una carrozza con due emissari del Castello Reale, che chiamano a raccolta le candidate al trono per un annuncio importante. Ricorderete dall’anime che l’annuncio dovrebbe riguardare il fatto che la selezione può finalmente iniziare, poiché la quinta pretendente è stata trovata: Felt. Nel gioco invece succede praticamente l’opposto: la selezione viene sospesa, poiché Felt non è stata l’unica ad essere trovata. È infatti apparsa una sesta pretendente, Melty, e questo è contrario alla profezia secondo la quale ci sarebbero state solo cinque ragazze. Di conseguenza, una delle sei dev’essere un’impostora. E su chi sarebbero dovute ricadere le accuse se non sulla mezz’elfa che assomiglia alla strega super cattiva?
Un’avventura tattica non troppo tattica
Se siete accaniti lettori di Akiba Gamers o di recensioni in generale, avrete notato che mi sono dilungato parecchio sulla sezione che riguarda la trama. Non ho intenzione di scrivere un libro, ci sono due buone ragioni per cui l’ho fatto: innanzitutto sono fermamente convinto che questa tipologia di gioco attragga la maggior parte dei giocatori per la storia, appunto, soprattutto se parliamo di un titolo tratto da una serie molto famosa; e poi, perché effettivamente non c’è molto da dire sul gameplay.
Il gioco infatti si basa su tre modalità differenti. La prima non è definibile in altri modi se non con il termine visual novel. Vedremo infatti scorrere davanti a noi dialoghi su dialoghi mentre i personaggi si alterneranno sullo schermo, in figure più o meno statiche ma che cambieranno espressione di frase in frase. La seconda è una fase di esplorazione, durante la quale andremo in giro per delle ridottissime sezioni parlando con gli altri personaggi, controllando oggetti o pensando tra noi e noi. Tutto questo allo scopo di raccogliere oggetti e ottenere informazioni, utili per la terza fase di gioco. Quest’ultima è quella di avventura tattica, nella quale, dopo un briefing in cui prenderemo delle decisioni in base alle informazioni raccolte in precedenza, dovremo soddisfare degli obiettivi cercando possibilmente di non farci ammazzare nel tentativo.
Se la prima fase non necessita di spiegazioni, prendiamoci qualche minuto per comprendere le altre due. Sia quella di esplorazione che quella di “combattimento” vedranno il tutto nel tenero formato chibi, cioè con i personaggi ridotti a mascotte caricaturali di loro stessi. Nonostante la cosa inizialmente non mi abbia fatto impazzire, devo dire che una volta abituati non dà molto fastidio. Ma mi trovo costretto a far notare che vedere un personaggio chibi soffrire perché gli si stanno spezzando le ossa non rende troppo bene. Così, tanto per dire, eh.
La fase in cui dovremo assolvere dei compiti in maniera interattiva è preceduta, come dicevamo, da un breve briefing in cui Subaru dovrà prendere delle decisioni in base alle informazioni che ha raccolto nei momenti precedenti, e che gli forniranno dei vantaggi nella sezione successiva. In quest’ultima dovremo raggiungere degli obiettivi specifici che variano di missione in missione e che necessitano di essere completati prima che terminino le mosse a nostra disposizione. Infatti, ogni qualvolta cammineremo troppo o interagiremo con un elemento presente, il nostro turno terminerà e comincerà quello di tutti gli altri personaggi. Una volta raggiunto il valore massimo di mosse disponibili (o avverranno degli eventi tra quelli da evitare) sarà game over e dovremo ricominciare dalla fine del briefing.
La storia quindi si dipanerà attraverso queste diverse fasi, il tutto ben chiaro grazie alla sezione Flowchart nel menu di pausa che non solo ci spiegherà in quale loop temporale e in quale giorno ci troviamo, ma anche come sbloccare i rami alternativi, dando al gioco una piccola parvenza di rigiocabilità (per sbloccare i rami secondari vi basterà seguire le indicazioni una volta arrivati alla diramazione, ma dovrete necessariamente giocare fino a quel punto, anche se magari saltando le parti di visual novel una alla volta).
In definitiva, rispetto alla solita visual novel, questo titolo vi permetterà di interagire in maniera più attiva, evitando che vi si addormentino tutte le dita a furia di starvene sul divano a pigiare solo X per ore. Però, come la vita ormai avrà insegnato a tutti voi lettori, c’è sempre un MA.
Subaru Baracca
Comincio a scrivere questa sezione specificando che il gioco mi è piaciuto. Sono un fan della serie, ho amato le scelte narrative fatte nella trama originale così come quelle fatte per quella del gioco, e devo dire che l’idea della avventura tattica che si alterna alla visual novel non è male per niente. MA. La prima cosa da sottolineare è che parlare di avventura tattica quando per la stragrande maggioranza del tempo ciò che abbiamo davanti è a tutti gli effetti una visual novel è un po’ una presa in giro. Un’idea davvero ottima come l’inserimento di due diverse modalità di gioco alternate, oltretutto a cui la trama si presta benissimo, è stata malamente sprecata non solo per la relativamente bassa quantità di volte in cui è stata usata la parte interattiva, ma per la difficoltà onestamente a tratti imbarazzante. Mi sono ritrovato più volte a ragionare su quale mossa fare per raggiungere l’obiettivo di turno, per poi a conti fatti dover seguire un percorso abbastanza lineare. L’unica occasione in cui dovrete, forse, fermarvi un po’ a ragionare sarà il momento in cui sceglierete di platinare il gioco, con un paio di trofei non proprio immediati. Da qui passiamo alla successiva problematica, stavolta più che altro concettuale. I giocatori più attenti si renderanno conto che, una volta morti durante le missioni (vi capiterà per ragioni di trama o per vostra scelta, non vi preoccupate), tornerete alla fase subito successiva al briefing grazie al Ritorno dalla Morte, il potere del protagonista. Fin qui tutto bene, se non fosse che quando morirete nella sezione di visual novel, il loop successivo ripartirà da un punto precedente. Questo chiaramente va a invalidare il principio stesso del potere di Subaru, secondo il quale il checkpoint è fissato sempre in un punto finché non si supera il loop, e poi viene sovrascritto. Insomma, l’idea era buona, senza dubbio, ma si poteva sicuramente gestire molto meglio.
Bel costume, Emilia-tan!
A livello tecnico, invece, non ci sono MA che tengano. In ogni fase di gioco, la grafica è curatissima, dagli sfondi e dai personaggi durante la fase novel alle ambientazioni in quella interattiva. Ottima anche l’idea di far muovere gli sprite dei personaggi, così da renderli meno statici dei soliti protagonisti delle visual novel, e quella di cambiare la loro espressione e la posizione praticamente a ogni frase. Davvero bellissimi oltretutto i disegni chiamati “momenti”, delle scene importanti mostrate con rappresentazioni statiche e meravigliose. Se proprio devo lamentarmi di qualcosa, direi che mi è dispiaciuto parecchio non poter assistere alle scene di combattimento, raccontate solo tramite testi e ridotte traslazioni degli sprite, così come alle morti violente. Ma essendo una prerogativa del genere, ci si può fare davvero poco.
Anche a livello sonoro la produzione non tradisce le aspettative, con il doppiaggio totale di tutte le frasi dei personaggi, con l’unica eccezione dei pensieri di Subaru. Ammetto di aver riso ogni santa volta che ho sentito parlare Roswaal. Ogni. Santa. Volta. Inutile dirlo, ma lo diciamo lo stesso, i vari sottofondi riescono perfettamente nel loro dovere, accompagnando magistralmente ogni scena senza risultare mai fastidiosi. Inoltre in alcuni momenti si può notare un cambio di atmosfera proprio grazie ad una variazione musicale, nonostante probabilmente avrebbe creato un effetto migliore una sfumatura tra una musica e l’altra, a fronte dei tagli un po’ troppo netti presenti. Infine va sottolineata l’ottima resa grafica dei sottotitoli, leggibilissimi e con varie velocità di visualizzazione, la comoda possibilità di salvare in ogni momento e lo scorrevolissimo e comprensibilissimo inglese dei sottotitoli, che permetteranno anche a chi non conosce proprio al meglio la lingua di Albione di godersi il gioco.
Un mese dopo l’inizio della nuova vita di Subaru in un altro mondo, un emissario inviato dal Castello Reale appare improvvisamente con la notizia che la Selezione Reale è stata rinviata, ma non fornisce ulteriori spiegazioni. Il rinvio di questo grande evento che serve a decidere il prossimo sovrano del Regno di Lugunica fa insospettire Subaru e i suoi amici, che ritornano nella Capitale Reale solo per scoprire che un sesto candidato si è improvvisamente proposto per il trono. Ma la Pietra del Drago profetizza che sarebbero stati scelti solo cinque candidati. Con un candidato dunque segnato come impostore, i sospetti vengono immediatamente lanciati verso una donna in particolare: Emilia. Quali risposte si trovano oltre una misteriosa rete di assassinii, tradimenti e cospirazioni?
Goditi una nuova trama di Re:ZERO, sotto la completa supervisione dell’autore giapponese della serie di light novel Tappei Nagatsuki. Il gioco conterrà i nuovissimi personaggi originali disegnati dall’illustratore originale Shinichiro Otsuka e oltre ai tuoi preferiti della serie. Il testo in-game sarà in inglese, con voci in-game inglesi e giapponesi.
Acquista Re:ZERO -Starting Life in Another World- The Prophecy of the Throne per PlayStation 4 o Nintendo Switch seguendo questo link al prezzo di 59,99 €. Uscita prevista per il 19 novembre 2019. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo link!
A chi consigliamo Re:ZERO -Starting Life in Another World- The Prophecy of the Throne?
Questa volta non ci vuole molto: consigliamo il gioco sicuramente ai fan di Re:ZERO, che si ritroveranno nel Regno di Lugunica davanti alle mai banali avventure di Natsuki Subaru, in un arco narrativo che potrebbe entrare benissimo tra i what if ufficiali della serie. Stessi doppiatori, autore e disegnatore originali che partecipano alla creazione dell’opera, stessi personaggi e qualcuno nuovo che non fa mai male. Insomma, lo amerete. Se invece l’anime non vi è piaciuto o non vi ha entusiasmato molto, lasciate perdere. Con la mancanza della resa visiva delle scene di combattimento e delle varie morti violente, questo titolo non vi farà cambiare idea sull’opera. Se non avete mai dato una possibilità alla serie, e magari siete amanti delle visual novel, forse è arrivato il momento di entrare in questo meraviglioso quanto ansiogeno mondo. Sicuramente, se siete solo amanti delle avventure tattiche, lasciate perdere. Infine, non fatevi scoraggiare dall’assenza della lingua italiana: l’inglese utilizzato è molto semplice e si farà leggere con scorrevolezza, vedrete.
- Trama bellissima, a livello della serie
- Partecipazione degli stessi doppiatori e degli stessi autori della serie
- Ottima l’idea di utilizzare due diverse modalità…
- …Ma pessima divisione dei tempi
- Difficoltà praticamente nulla
- Purtroppo non rendono le scene di combattimento e le morti
Re:ZERO: The Prophecy of the Throne
Ottima visual novel, pessima avventura tattica
Re:ZERO -Starting Life in Another World- The Prophecy of the Throne raggiunge pienamente la sufficienza. Sia che siate fan della serie, sia che vi piacciano solo le visual novel, questo titolo vi renderà felici. La fortissima sensazione di star guardando un what if dell’opera originale non vi abbandonerà quasi mai, se non in quei momenti in cui non potrete godervi Subaru che muore malamente come avete fatto con l’anime. Inoltre, al netto dell’evidente cattivo sfruttamento dell’idea del genere misto novel-avventura tattica, i momenti in cui dovrete girare e fare cose con il chibi Subaru non vi dispiaceranno per nulla, e spezzeranno un po’ la monotonia di pigiare sempre lo stesso tasto per avanzare nella trama. L’ottima resa grafica e sonora del tutto vi accompagneranno verso la fine di questa splendida avventura, che vi lascerà sicuramente con la voglia di vedere prossima stagione della serie animata.