Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls – Recensione

La disfida fra le dee di Gamindustri lascia il posto alla guerra fra CPU e SeHa Girls nel nuovo spin-off della saga: Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls

Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls - Recensione

Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls - RecensioneGrand Library è il nome della biblioteca che, tra i suoi scaffali, custodisce la storia del mondo. Secondo la leggenda, se qualcuno riuscisse a manomettere i suoi libri, la linea temporale potrebbe sconvolgersi completamente. Scoperta l’ubicazione della biblioteca, l’audace avventuriera che risponde al nome di IF vi si getterà a capofitto, senza pensarci due volte, curiosa di scoprire cos’ha di tanto speciale un luogo così per essere definito leggendario. Tuttavia, l’impavida motociclista non è ancora consapevole del disastro che sta per avere luogo fra quelle imponenti pareti di legno e carta: i libri che racchiudono la storia cominceranno a sparire misteriosamente, assieme alla storia stessa. Per fortuna la nostra IF potrà contare sull’aiuto di improbabili alleate per riuscire a salvare il mondo: le amichevoli CPU di quartiere e… le Sega Hard Girls!

Cinque mesi dopo la mia ultima recensione di un altro degli spin-off della medesima saga torno, per sommo gaudio della nostra community, a parlare di Hyperdimension Neptunia, nello specifico del primo episodio crossover che vedrà l’eroina indiscussa di Gamindustri fronteggiare un’altra schiera di personificazioni di console: parliamo delle Sega Hard Girls che, a scapito del nome, non sono il gruppo di spogliarelliste di un night club di Kabukichō, bensì le protagoniste dell’omonimo progetto nato dalla collaborazione fra SEGA (maddai?) e Dengeki Bunko. Dopo una raccolta di light novel e una divertente mini-serie animata (che vi consiglio assolutamente di vedere), Dreamcast, Saturn, Mega Drive e compagne si ritroveranno faccia a faccia con Neptune, Nepgear e compagnia bella. Cosa ne verrà fuori? Scopriamolo insieme, anche perché, a dirla tutta, ho un po’ di paura ad affrontare da solo un’esperienza simile.

  • Titolo: Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls
  • Piattaforma: PlayStation Vita
  • Genere: JRPG
  • Giocatori: 1
  • Software house: Idea Factory International
  • Sviluppatore: Felistella, Compile Heart
  • Lingua: Inglese (testi), Inglese o Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 21 ottobre 2016
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non annunciati
  • Note: disponibile in edizione limitata sullo Iffy’s Europe Online Store

Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls è uno spin-off totalmente slegato dalla timeline principale, partita con la trilogia per PlayStation 3, narrata su PS Vita tramite la saga dei Re;Birth e proseguita poi su PS4 con Megadimension Neptunia VII. Nonostante ci siano i consueti e scherzosi rimandi ai giochi precedenti, troveremo una inedita Iffy nei panni della protagonista assoluta, accompagnata dall’immancabile Neptune, da alcune altre CPU già note e dai personaggi provenienti dal franchise SEGA presentatovi poc’anzi.

Il mondo in cui vive IF, un’avventuriera che non ha nulla da invidiare alla celeberrima Lara Croft, è ormai ridotto a una landa desolata. A bordo della sua fedele Kawasaki Ninja (o di quella che ha tutta l’aria di esserlo, per quanto ignorante in materia io sia), l’eroina si imbatterà in una strana figura femminile che sta precipitando dal cielo, e si lancerà immediatamente in suo soccorso, afferrandola al volo e salvandole la vita. IF deciderà di portarla con sé presso il luogo verso cui era destinata, Grand Library, la mistica biblioteca che raccoglie l’intera storia del mondo. Ad accogliere le due troveremo un volto noto per tutti i fan della saga: si tratta di Histoire, la piccola guida che ci accompagna sin dagli albori della serie e che, questa volta, assumerà il ruolo di custode della storia, nonché di immancabile mascotte degli invasivi e onnipresenti tutorial che tornano anche in questo gioco che mi ritrovo fra le mani. Grand Library fungerà da hub, tramite il quale potremo accedere alle varie mappe che compongono il mondo di gioco, in maniera piuttosto simile a quanto visto nei capitoli regolari della saga (sì, con tanto di iconcine super deformed dei personaggi e tutto il resto).

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Allons-y, Alonso!

Se il Dottore ha bisogno del suo TARDIS per viaggiare nel tempo e Marty McFly si affida alla cara Delorean modificata dal Doc, Iffy dovrà sopportare il fatto che Histoire dovrà apportare delle modifiche alla sua motocicletta per permetterle di viaggiare nel tempo: accettando le missioni della piccola rompiscatole, infatti, potremo avventurarci nelle svariate ere che compongono la storia della casa del porcospino blu, all’interno delle quali troveremo, ad esempio, Sega Saturn intenta a combattere contro l’onnipresente Neptune, per motivi che non sto nemmeno a spiegarvi, perché tanto la trama è già quel che è. Tuttavia, tali viaggi nel tempo si ridurranno unicamente alla solita routine. Accetta la missione da Histoire, selezionala tramite l’icona della motocicletta e teletrasportati nella mappa corrispondente, ritroveremo i soliti dungeon (dai nomi piuttosto geniali, devo dire) e saremo chiamati a risolvere le quest accettate: raggiungi il segnalino dell’Evento, uccidi un certo numero di nemici di una tale specie, affronta un dato boss, e così via. In sostanza, nulla di particolarmente diverso rispetto a quanto i possessori di PlayStation Vita abbiano già sperimentato nei tre Re;Birth.

Tra le novità più osannate dalla compagnia per la promozione di questo nuovo spin-off, la possibilità per IF (o chi per lei, se decideremo di cambiare la leader del party) di effettuare delle azioni inedite sul campo: al già collaudato Nep-salto si aggiungono la possibilità di arrampicarsi su pareti speciali, raccogliere oggetti collezionabili, muoversi attraverso corde sospese, strisciare in spazi ristretti (chissà perché…) e infine eseguire uno scatto e relativo salto in corsa che, in alcune mappe, faranno crollare miseramente il frame rate. Personalmente, ho trovato del tutto inutile la presenza di tali azioni: dopo la curiosità iniziale, il più delle volte hanno reso l’esplorazione frustrante piuttosto che piacevole, anche per via di una cura piuttosto blanda delle stesse (esempio: il salto in lungo a volte non ci farà atterrare dove previsto) ma anche di elementi già presenti in passato come i Symbol Attack, che spesso attiveranno attacchi a sorpresa da parte dei nemici, anziché nostri, se non sferrati con precisione che definirei chirurgica.

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You give me Fever

Apparentemente, magari guardandolo attraverso i trailer diffusi da Idea Factory, anche il battle system di Neptune VS Sega Hard Girls potrebbe sembrare molto simile (magari, del tutto identico) a quello introdotto in Neptunia Mk2 e perfezionato poi nei giochi successivi. Sebbene la struttura del gioco appaia molto simile a quella dei titoli appena citati, troviamo delle importanti differenze che ci solleveranno un attimo dal giudicarlo del tutto un more of the same di quanto giocato e rigiocato negli ultimi anni. Cercherò di spiegarvi nella maniera più semplice possibile come funzionano le battaglie, cercando di non dilungarmi troppo.

Come nei canonici JRPG di questa saga, il sistema ibrido fra turni e azione ci consentirà di muovere le nostre eroine, una alla volta, entro un certo raggio di azione, per cercare di avvicinarci il più possibile ai nemici presenti. Qui potremo sceglierne uno solo come bersaglio ed eseguire una semplice combo di attacchi oppure un inedito colpo caricato sfruttando unicamente il tasto X. I nostri attacchi potranno essere sferrati fino a che non raggiungeremo la zona rossa in quella che ha tutta l’aria di essere il contagiri di una motocicletta, dopodiché potremo passare il turno al personaggio successivo. Il party avrà in comune un indicatore che si riempirà in percentuale in seguito alle nostre azioni: una volta raggiunto il 100%, potremo attivare l’inedita modalità Fever Time, che impedirà ai nemici di agire in battaglia, ci consentirà di azionare le immancabili EXE Drive e trasformazioni (anche per Iffy!) e incrementerà le statistiche di tutto il nostro party. Per attivarla, dovremo utilizzare quella che secondo me è una delle funzionalità più inutili di tutto il gioco: il salto in battaglia. Saltare in battaglia ci servirà unicamente ad acchiappare la stellina del Fever Time o alcuni altri oggetti di recupero che compariranno di tanto in tanto nel corso degli scontri. A mio parere, potevano benissimo essere messi ad altezza suolo, anche perché a volte cercare di acchiapparli risulterà una frustrante perdita di tempo (e, ironicamente, non potremo saltare le animazioni dei nemici come accadeva in precedenza).

Inquadrature poco strategiche, mi dicono.

Inquadrature poco strategiche, mi dicono.

Mezza SEGA

Che cross-over sarebbe se non ci fossero tutti i migliori personaggi delle due saghe in questione a collaborare o a darsela di santa ragione? Un cross-over inutile, come per l’appunto è Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls. Leggendone il titolo, un qualsiasi fan dei due franchise magari si aspetterebbe scontri fra titani, del tipo: “Chi è più forte tra Vert e Mega Drive?” oppure “Chi è più tsundere fra Black Heart e Sega Saturn?”. Peccato che proprio Vert, Blanc, Noire e alcune altre celebri protagoniste della saga siano del tutto assenti in questo titolo, lasciando spazio unicamente a IF, all’immancabile protagonista e alla sorella minore, nonché alle meno inflazionate Plutia e Uzume Tennouboshi. “Ma tanto, con tutte quelle Sega Hard Girls a disposizione non sentiremo certo la mancanza dei soliti personaggi, no?”. No. E volete sapere perché? Le SeHa Girls in questione le incontreremo di certo nelle varie dimensioni e missioni di storia, ma l’unico membro stabile del nostro parte sarà Segami che no, non è l’imperativo di un verbo a noi molto familiare.

Hatsumi Sega è la mascotte della casa omonima (il cui nome deriva in parte dalla celeberrima Hatsune Miku) che subito dopo le fasi introduttive del gioco acquisirà l’abilità di trasformarsi in battaglia in una delle Sega Hard Girls messe a disposizione dal gioco di Felistella, ovvero Dreamcast, Sega Saturn, Mega Drive e Game Gear. E tutte le altre Sega Hard Girls? Le incontreremo semplicemente come NPC all’interno della hub di Grand Library o nelle varie mappe, e serviranno per accedere ai classici negozi, all’enciclopedia e così via, oppure ci offriranno dei dialoghi totalmente inutili ai fini del gioco. In alternativa alle trasformazioni di Segami, avanzando dopo i primi capitoli, Histy ci consentirà di rimpinguare il party con una serie di cloni dei personaggi incontrati nelle missioni, che potranno certo essere sviluppate in termini di livelli, ma non potranno essere scelti, ad esempio, come leader del party. Tra le novità a disposizione per lo sviluppo dei personaggi, invece, troviamo l’inedito sistema di Class Change, che ci consentirà di cambiare classe a ciascuna delle protagoniste, con il conseguente apprendimento di abilità esclusive.

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Sei come la mia moto

Riutilizzando, come al solito, il più possibile dei giochi usciti in precedenza, Superdimension si presenta come un titolo del tutto simile a quelli già visti su PlayStation Vita, anche se i poligoni sotto al cofano (possiamo parlare di cofano quando si parla di moto?) lasciano intuire che il team di sviluppo si sia impegnato almeno un po’ a rimodellare IF e compagnia bella: dal puro stile poligonale, ci ritroviamo davanti a un leggero miscuglio fra lo stile classico e il cel shading, e il risultato è più che gradevole. Peccato per un frame rate non troppo esaltante che, come già detto, stenterà a stare in piedi in svariate occasioni, specie quando decideremo di correre fra le mappe utilizzando l’apposito comando per scattare. Per quanto concerne il resto, ci ritroviamo di fronte agli stessi (quasi identici) fondali visti nei Re;Birth, con qualche modifica che li rende adatti all’esecuzioni delle varie azioni introdotte in questo spin-off, nonché a molti degli sprite utilizzati e riutilizzati per ogni santissimo gioco della saga. Il comparto audio può contare sui brani più celebri della serie (per non dire che anche molti di essi sono stati riciclati spudoratamente), assieme ad alcuni nuovi pezzi e all’immancabile opening cantata da nao (dai, almeno questa è nuova). Ancora una volta, potremo scegliere se giocare col doppiaggio originale giapponese o con quello anglofono proposto da Idea Factory International… e indovinate quale ho scelto io?

A chi consigliamo Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls?

Vi siete sempre tenuti alla larga dalla saga di Hyperdimension Neptunia e aspettate il momento giusto per avvicinarvici? Puntate altrove. Sinceramente, fra tutti i giochi visti negli ultimi anni, vi indirizzerei più che volentieri verso il primo Re;Birth o verso l’ottimo Megadimension per PlayStation 4 (potreste avere problemi nel comprenderne la trama, anche se in pochi giocano a Neptunia per quella), decisamente più coinvolgenti di questo. Neptune VS Sega Hard Girls può piacere ai fan sfegatati, ma nemmeno a tutti: per la prima volta in uno spin-off potremo sentire la mancanza di quelle che sono alcune delle waifu più amate dai fan (e dal sottoscritto), ma anche gioire per esserci finalmente liberati di Compa. Tuttavia, quel senso di costante déjà vu, uniti a un gioco che, personalmente, non mi ha invogliato minimamente ad andare avanti come i predecessori, mi porterebbero a pensare che persino gli appassionati più accaniti potrebbero rimanerne delusi.

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  • Un buon livello di sfida, come sempre
  • Citazioni e umorismo a tema SEGA (l’azienda, eh)
  • Finalmente un po’ di facce nuove…

  • …e basta, il resto è come sempre
  • Fin troppo ripetitivo
  • Immancabile riciclo di musica e grafiche che ormai caratterizza la saga
Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls
3

Forse la moto non è il mezzo più adatto per viaggiare nel tempo

Dopo aver centrato il bersaglio con l’ottimo esordio su PlayStation 4, Compile Heart affida a Felistella il compito di tenere impegnati gli adepti di una setta fin troppo inquietante di appassionati su PlayStation Vita. Tuttavia, secondo il mio modesto parere, stavolta la freccia sbaglia del tutto galassia e va a finire chissà dove fra l’immensa vastità del cosmo. Superdimension Neptune VS Sega Hard Girls è deludente, perché troppo simile a quanto già giocato in precedenza e quasi per nulla coinvolgente sia in termini di trama che di gameplay. Le azioni da eseguire sul campo, presentate come qualcosa che avrebbero conferito nuova linfa vitale al sistema di gioco, non hanno avuto altri effetti se non quello di farmi imprecare tutte le volte che le ho utilizzate: per me, sono solo una perdita di tempo per un gioco di ruolo dove l’esplorazione avviene all’interno di dungeon circoscritti e non in un mondo aperto. Nonostante la presenza dei personaggi creati da SEGA e Dengeki Bunko, ho finito per annoiarmi molto presto dell’ennesima iterazione di una saga che avrebbe bisogno di cambiare radicalmente registro. Dita incrociate per il Four Goddesses Online di prossima uscita.

Trent’anni passati a inseguire il sogno giapponese, fra un episodio di Gundam e un match a Street Fighter II. Adora giocare su console e nelle sale giochi di Ikebukuro che ormai, per quanto lontana, considera una seconda casa.