Wo Long: Fallen Dynasty, uscito ufficialmente lo scorso 3 marzo, ha conquistato velocemente i giocatori attraverso un’esperienza diversa dai soliti canoni offerti dai più famosi soulslike. Il titolo spicca non solo per una difficoltà già molto elevata sin dalle prime fasi, ma anche per aver migliorato e rivisitato tutte le varie caratteristiche già amate nelle precedenti opere del Team NINJA.
Dopo più trenta ore di gioco necessarie per finire la trama principale (e per mettere in dubbio le nostre ormai invecchiate male capacità da gamer), siamo pronti a parlarvene in ogni suo aspetto nella nostra nuova recensione.
- Titolo: Wo Long: Fallen Dynasty
- Piattaforma: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One, PC
- Versione analizzata: PlayStation 5 (EU)
- Genere: Azione, Avventura
- Giocatori: 1-3
- Publisher: KOEI TECMO GAMES
- Sviluppatore: Team NINJA
- Lingua: Italiano (testi), Giapponese, Cinese o Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 3 marzo 2023
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: disponibile un Season Pass per i futuri DLC
- Note: disponibile dal day one sul Game Pass per Xbox e PC
Abbiamo recensito Wo Long: Fallen Dynasty con un codice PlayStation 5 fornitoci gratuitamente da KOEI TECMO GAMES tramite PLAION.
184 d.C., Cina, crepuscolo della dinastia Han. Il paese è devastato dal caos e dalla distruzione e la dinastia imperiale che ha prosperato per tutti questi anni è prossima al collasso. Vivremo così la storia di un soldato senza nome pronto a sacrificare la sua stessa vita pur di fermare l’incessante guerra mossa non solo da umani, ma anche da pericolosi demoni.
Mi arruolai che avevo quindici anni…
In Wo Long: Fallen Dynasty interpreteremo un soldato senza nome (completamente personalizzabile nell’aspetto) alle prese con una sanguinosa guerra alla fine della dinastia Han. L’intera campagna, divisa in missioni principali e secondarie selezionabili dalla mappa di gioco, ci terrà occupati per circa venticinque-trenta ore in base alle nostre abilità, superando con facilità le quaranta nel caso volessimo dedicarci ad un altrettanto soddisfacente completamento di ogni obiettivo secondario. L’ammontare di ore infine si raddoppia nel caso volessimo dedicarci al più consistente New Game +, sbloccabile alla fine del gioco. Dopo aver completato almeno una volta l’avventura principale potremo infatti avere accesso ad un nuovo livello di difficoltà per ogni missione, aumentando anche la rarità delle ricompense ottenute. Nella normale campagna di gioco potremo infatti trovare solo equipaggiamento con massima rarità 4 stelle, mente in New Game + potremo finalmente avere accesso anche alle ricompense 5 stelle.
La trama di gioco, in linea di massima, non è eccessivamente complicata, anzi, si pone in modo al quanto lineare seppur frammentata, lasciando diverse volte il giocatore disorientato dal come e dal perché si stia affrontando quella particolare missione. In nostro soccorso troveremo un’utilissima enciclopedia, in grado di riassumere la storia degli eroi incontrati e dei principali eventi che interessano quella determinata porzione di gioco. Ad aiutarci nella comprensione della trama troveremo anche i vari NPC (evocabili in nostro aiuto) sempre pronti a raccontare le proprie storie passate o riguardanti quel determinato campo di battaglia.
Le missioni saranno strutturate tutte in egual maniera. Ci ritroveremo all’interno di aree lineari e divise in più zone di diversa entità di valore Morale, collegate da diverse scorciatoie e caratterizzate solitamente da almeno una “Bandiera“. All’interno di ogni stage troveremo infatti sempre due diverse tipologie di bandiere: le Bandiere di Battaglia e le Bandiere di Segnalazione. Le seconde servono ad innalzare il Grado Morale, mentre le prime saranno i “falò” che abbiamo potuto ben conoscere all’interno dei numerosi titoli FromSoftware. All’interno di ogni missione avremo sempre la mini-mappa ad aiutare il giocatore con l’obiettivo segnato in rosso ed utile per capire da principio quali aree siano secondarie e quali primarie. Potremo evocare, come anticipato pocanzi, fino a due alleati per ogni missione per aiutarci nella “pulizia” delle varie aree. Gli NPC, a meno che non siano già presenti nella nostra squadra da default della missione, rimarranno con noi fino alla morte, salendo di confidenza con il nostro protagonista dopo ogni scontro vinto e aumentando il grado di confidenza sbloccheremo utili bonus passivi capaci di ribaltare spesso le sorti della battaglia. Le missioni secondarie si svolgono tutte in porzioni di gioco già esplorate nelle missioni principali e ci richiedono, solitamente, di sconfiggere tutti i nemici dell’area, particolari nemici d’élite oppure sconfiggere un boss già affrontato in precedenza.
Wo Long: Fallen Dynasty ha anche una componente multiplayer che possiamo dividere in tre distinte modalità: Recluta, Co-op e Invasione. Le prime due si basano sulla collaborazione tra gli utenti, con lo scopo di andare in soccorso degli alleati in difficoltà. Nel caso ci si trovi al medesimo punto della storia con un amico, si potrà continuare insieme senza necessità che uno dei due giocatori abbia già completato almeno una volta la missione. La modalità Invasione invece ci permetterà di “invadere” la partita di un altro giocatore per metterlo in difficoltà.
Dalla Cina con furore
Il titolo, oltre ad aver preso in prestito diverse caratteristiche della serie Nioh, ha saputo trovare una sua totale identità in nuove meccaniche create proprio per l’occasione. Alcune di queste sono state già approfondite da noi in sede di prime impressioni, ma è stato interessante constatare che molte si siano rivelate una sorta di “arma a doppio taglio”. Mi riferisco, nel particolare, alla difficoltà di gioco e alla nuova meccanica basata sulla deviazione, capace di rendere il gioco un totale infermo oppure un’eccessiva passeggiata, ma spieghiamoci meglio.
Se in altri titoli soulslike il parry (o contrattacco che dir si voglia) era solo una meccanica secondaria e utilizzabile a discrezione del giocatore, in Wo Long diventa il fulcro dell’intero gameplay. Ogni qualvolta un attacco nemico starà per colpirci, potremo affidarci alla meccanica della deviazione che, in base all’arma equipaggiata (ne esistono ben 13 tipologie differenti), avrà una finestra di tempo maggiore o minore per intercettare l’attacco nemico e rivoltarlo contro quest’ultimo. Se ci riusciremo, non solo non subiremo danni e non accumuleremo spirito negativo, ma potremo ridurre la spirito avversario e ottenere noi spirito positivo. Oltretutto alcuni particolari attacchi (visibili dall’aura rossa che si crea) non potranno essere parati, ma solamente deviati. Il problema però risiede nella natura della meccanica stessa. Già con il primo boss affrontato, possiamo subito capire che c’è davvero molta poca scelta: o impariamo sin da subito ad usare la deviazione oppure l’intera avventura si trasformerà in uno dei racconti più frustranti della nostra intera esperienza videoludica. Allo stesso tempo però, padroneggiarla, avrà i suoi lati negativi, tra cui l’eccessiva semplicità del titolo stesso. Se imparerete a deviare ogni singolo attacco (cosa che abbiamo appurato in precedenza sarete obbligati a fare), potrete notare già dal terzo/quarto boss che il gioco ha così un repentino calo di difficoltà risultando fin troppo semplice.
A nostro parere la meccanica della deviazione è interessante quanto efficace, ma pecca di un poco curato bilanciamento. Non ci sarebbe dispiaciuto se il gioco ci avesse permesso di ricorrere alla deviazione solo con i più devastanti attacchi critici, lasciando poi al giocatore la scelta di quale meccanica adottare maggiormente. Questo infatti, almeno attualmente, è possibile farlo solo con i nemici più comuni, ma nel caso proviate ad applicare il classico “schiva, para, attacca al momento giusto” negli scontri boss, avrete davvero vita breve. Questo porta il giocatore a provare un’eccessiva monotonia lungo tutti gli scontri, costringendolo a deviare ogni attacco in arrivo e attaccare quando la barra dello spirito è sufficientemente carica. Diciamo che con la giusta musica di sottofondo sarebbe paragonabile persino a un rhythm game.
Tornando invece sugli aspetti generali del gameplay, questi si basano per la maggior parte sulla barra dello spirito, un indicatore diviso in due estremità e rappresentante il nostro vigore e la nostra forza accumulata. Ogni attacco pesante, lancio di magia, schivata, parata o colpo subito, aumenterà in negativo la nostra barra dello spirito, se si riempie totalmente in negativo (ovvero rosso) saremo storditi e vulnerabili agli attacchi avversari. L’unico modo per aumentare la barra in positivo (ovvero blu) è quello di attaccare il nemico con attacchi leggeri oppure deviare. Appena la barra presenterà una connotazione positiva potremo sferrare un potente colpo pesante capace di ridurre la barra spirito dell’avversario, oltre che infliggergli maggiore danno. A fare la sua presenza come in altri esponenti del genere ritroviamo la meccanica di morte e rinascita, basata per l’occasione sul sistema Morale. Ogni qual volta uccideremo un nemico, guadagneremo dei punti che riempiranno il contatore sopra la barra dei nostri HP, detti Punti Morale. I Punti Morale indicano la nostra forza all’interno della missione e possono essere guadagnati attraverso la sconfitta dei nemici avversari o posizionando della bandiere di conquista lungo appositi punti presenti sulla mappa. Ogni qual volta verremo sconfitti perderemo Punti Morale e metà della Forza Vitale in nostro possesso (le “anime” dei souls per intenderci). Alla nostra morte il Grado Morale del nemico che ci ha ucciso aumenterà (non vale per i Boss) e potremo recuperare il tutto solo sconfiggendolo. Se moriremo nuovamente nel tentativo di recuperarli, ovviamente il tutto andrà perso. A differenza dei classici souls, se sarà stato un boss a sconfiggerci, guadagneremo il tutto nuovamente appena entrati nell’arena dello scontro, senza dover cercare il bottino perso all’interno dell’arena e senza il rischio di perderlo morendo nuovamente. All’interno del gioco, in base a quali parametri aumenteremo di livello, potremo ottenere dei punti da spendere nel medesimo albero per abilità attive o magie.
Queste ultime si basano sui cinque elementi e non saranno solo un’utile espediente offensivo, ma anche utili elementi in fase strategica. Se ad esempio un nemico decide di attaccarci con colpi ad area dell’elemento fuoco, oltre a pararli, schivarli o deviarli potremo rispondere con un attacco dell’elemento opposto (in questo caso acqua) annullando tutti gli effetti dell’attacco. A far la loro comparsa tra le abilità troviamo anche le “arti marziali“, speciali colpi differenti per ogni arma in uso e capaci di infliggere notevoli danni agli avversari. Così come in Nioh potremo ottenere loot casuale dai nemici sconfitti o all’interno dei bauli, con il combattimento che si divide sempre tra ravvicinato e dalla distanza. Ritornano le invocazioni, attuabili dopo che avremo sconfitto abbastanza nemici e con la possibilità del giocatore di chiamarle in campo sotto forma di spirito che infligge danni o come potenziamento temporaneo.
Guerra in alta risoluzione
Wo Long: Fallen Dynasty è indubbiamente un titolo che colpisce il giocatore più per il suo comparto artistico che tecnico, con sporadici casi di cali di frame anche in modalità prestazioni (che permette al titolo di girare a circa 60 FPS) su PlayStation 5, versione da noi testata. Nonostante questo, è un gioco capace di ammaliare attraverso bellissime ambientazioni che, seppur spesso similari tra loro, lasciano sempre un po’ il giocatore esterrefatto. Il titolo è disponibile con diversi doppiaggi, ma consigliamo fortemente il doppiaggio cinese, capace di fornire maggiore enfasi soprattutto nelle numerose cutscene.
Abbiamo inoltre già espresso il nostro pounto a favore riguardo l’inclusività nella precedente opera di KOEI TECMO GAMES, Wild Hearts, ma in Wo Long: Fallen Dynasty abbiamo anche l’occasione di scegliere pronomi neutri, dando all’utente la possibilità di scegliere il genere dei pronomi e facendo uso, nei sottotitoli, dell’elemento consonantico schwa che caratterizza i sostantivi neutri.
184 d.C. Cina, alla fine della tarda dinastia Han. In un mondo ormai dominato dai demoni e dal caos, la lunga e prospera dinastia è sull’orlo del collasso. Mentre infuria la Rivolta dei Turbanti Gialli, guidata dalla Via dei Taiping di Zhang Jiao, il protagonista, soldato della milizia, intraprende un viaggio con l’obiettivo di reprimere i Turbanti Gialli, quando incontra un giovane uomo. Questo incontro lo trascina in un caotico turbinio di intrighi.
Wo Long: Fallen Dynasty segue la drammatica storia, ricca di azione, di un soldato di milizia senza nome che combatte per la sopravvivenza in una versione dark fantasy della tarda dinastia Han in cui i demoni affliggono i Tre Regni. I giocatori combattono creature mortali e soldati facendo uso delle arti marziali Cinesi e dell’arte della spada, tentando di superare le avversità risvegliando il vero potere nascosto dentro di loro.
Acquista Wo Long: Fallen Dynasty per PlayStation 5, PlayStation 4 o Xbox Series X|S seguendo questo link a partire da 64,00 €. Sostieni Akiba Gamers acquistando il gioco su Amazon attraverso questo box!
A chi consigliamo Wo Long: Fallen Dynasty?
Wo Long: Fallen Dynasty è consigliato a tutti gli amanti degli Action RPG così’ come a tutti gli passionati del sottogenere soulslike. Consigliato anche a tutti coloro che amano la storia e si divertono a riscoprirla in una chiave che definiremmo più “dark fantasy”. Un prodotto destinato maggiormente a tutti quei giocatori dotati di grande pazienza e disposti a lavorare più sulla propria tecnica che sul proprio alter ego.
- Numerose innovazioni al genere
- Ottima componente multiplayer
- La meccanica della deviazione diverte e soddisfa il giocatore…
- …Ma abbassa notevolmente la difficoltà rendendo l’esperienza troppo semplice
- Pochi passi in avanti sul fronte tecnico
- Trama eccessivamente di contorno
Wo Long: Fallen Dynasty
Un'amara vittoria
Wo Long: Fallen Dynasty è sicuramente un grande passo in avanti dopo Nioh e Nioh 2, e introduce tante nuove meccaniche che sanno come conquistare i fan e gli appassionati. Il titolo però non convince pienamente su diversi punti, come il fronte tecnico, la trama e la meccanica della deviazione. Siamo certamente difronte un ottimo punto di partenza per quella che vuole essere la nuova era del Team NINJA, ma non lo definirei assolutamente un punto d’arrivo. Il gioco è consigliato agli amanti del genere tanto quanto agli amanti delle opere dal tratto più orientale, ma a patto di chiudere un occhio su una storia fin troppo dispersiva e delle nuove meccaniche che devono ancor essere perfezionate.