Nell’affollatissimo mese videoludico di novembre, anche limitandosi alle sole produzioni provenienti dal Giappone, vedrà finalmente la luce un titolo dalla gestazione alquanto turbolenta. Si tratta del promettente Sakuna: Of Rice and Ruin, il nuovo titolo del team indie nipponico Edelweiss, autore dell’apprezzatissimo shoot’em up Astebreed. Il suo ultimo lavoro, presentato per la prima volta al pubblico nel 2016 durante la novantesima edizione del Comic Market, ha visto più volte rimandata la data d’uscita nel corso degli anni. Ma finalmente è la volta buona, e il prossimo 20 novembre, grazie al publisher XSEED Games, i possessori di PlayStation 4 e Nintendo Switch potranno mettere le mani sul gioco in edizione fisica e digitale, mentre i più fortunati che sceglieranno il PC come piattaforma potranno acquistarlo dal 10 novembre su Steam.
Riuscirà il nuovo titolo di uno dei più talentuosi sviluppatori indipendenti del Giappone, costituito da sole due persone, a spiccare in un periodo stracolmo di uscite interessanti? In attesa della recensione completa che arriverà nelle prossime settimane, in questi giorni ho avuto l’opportunità di provare Sakuna: Of Rice and Ruin nella versione Nintendo Switch per quattro ore e mezza. Vi racconto le mie impressioni.
Sakuna: Of Rice and Ruin è un titolo che fonde abilmente action RPG e meccaniche gestionali-simulative inerenti alla coltivazione, in questo caso specifico quella del riso, prendendo spunto da classici del genere come Harvest Moon, Story of Seasons e Rune Factory. Ambientato in un mondo fantastico ispirato al Giappone feudale e al folclore shintoista, il gioco ci vede vestire i panni di Sakuna, una fiera, capricciosa e pigra divinità del raccolto che a seguito di un rocambolesco incidente viene bandita in luogo remoto chiamato Isola dei Demoni assieme a un gruppo di umani. L’improbabile team di reietti avrà il compito di ripulire l’isola dalle orde di creature che la infestano, e per farlo si stabilisce in un casolare dove trascorrere le proprie giornate coltivando le piantagioni di riso.
Nel corso della mia prova ho completato i primi due capitoli del gioco, più che sufficienti per avere una buona idea preliminare delle meccaniche e comprendere le potenzialità del titolo. Credetemi quando vi dico che, se manterrà le premesse viste in queste ore, Sakuna: Of Rice and Ruin diventerà una delle sorprese di questa stagione autunnale se non dell’anno intero, candidandosi a un voto elevato qui su Akiba Gamers.
Il titolo, come già detto, ha una doppia anima, quella di gioco d’azione con meccaniche RPG e quella di simulatore agricolo. Entrambe hanno un ruolo rilevante poiché, per potenziare Sakuna e il suo equipaggiamento, bisogna necessariamente occuparsi della coltivazione del riso e della raccolta di materiale e ingredienti, mentre per quest’ultime è a sua volta fondamentale esplorare i livelli, sconfiggere i nemici (inclusi i boss) e sbloccare nuove aree man mano che si avanza. Partendo dall’hub centrale, rappresentato dal villaggio di Sakuna e dei suoi nuovi compagni d’avventura, la protagonista può viaggiare nelle zone circostanti. Una volta fatto, il gioco passa dalla terza persona con telecamera libera a un action 2.5D a scorrimento laterale dove bisogna affrontare orde di demoni inferociti equipaggiati con armi ricavate da attrezzi agricoli.
Da amante dei giochi d’azione, il combat system di Sakuna: Of Rice and Ruin mi ha subito catturato e già dalle prime ore mi sono reso conto della sua inaspettata profondità. Ci sono tutti gli elementi tipici del genere – attacco debole, attacco forte, attacco speciale, salto – ma il sistema di combo e il livello di sfida che ho potuto constatare fino a questo momento lo rendono impegnativo e soddisfacente. Il vero punto di forza è rappresentato dalla “sciarpa celestiale” di Sakuna, un elemento del suo vestiario che funziona come una specie di rampino grazie al quale ci si può teletrasportare dietro ai nemici per coglierli di sorpresa, e raggiungere nuove aree all’interno dei livelli in un’esplorazione dal forte tasso di verticalità.
Per quanto riguarda le meccaniche gestionali-agricole, il titolo è veramente mastodontico e riassumere tutte le caratteristiche del sistema messo in piedi dai ragazzi del team Edelweiss è un’impresa ardua che approfondirò in sede di recensione. Posso solo dirvi che Sakuna: Of Rice and Ruin trabocca di un’attenzione ai dettagli semplicemente maniacale che mi ha lasciato a bocca aperta, e che il titolo è una vera e propria ode all’arte della coltivazione del riso e al rapporto rispettoso con la natura e le sue risorse. A grandi linee, il tempo nel gioco è scandito dallo scorrere delle quattro stagioni ed è influenzato dalle condizioni climatiche (meteo, temperatura, umidità e così via). Il processo di coltivazione del riso si ispira alla tradizione realmente esistente – chi continua ad affermare che i videogiochi non possono essere educativi non sa di cosa sta parlando – ed è suddiviso in più fasi, che vanno dalla preparazione del terreno alla semina, e infine al raccolto vero e proprio. Un’attività che dovrete seguire costantemente nel corso delle giornate e che vi servirà per far salire di livello Sakuna e potenziare le sue statistiche.
Narrativamente parlando, il gioco fino a questo momento non sembra mostrare accenni di una trama di fondo, ma non escludo la sua presenza nelle fasi più avanzate, anzi spero di vedere confermata questa mia ipotesi quanto prima. Di sicuro, i dialoghi e i battibecchi fra l’adorabile protagonista e il cast di comprimari, tutti stereotipati ma ben caratterizzati, sono divertenti e compensano tale assenza. Dal punto di vista grafico, il titolo mette in mostra sin dalle prime battute uno stile artistico eccellente e immediatamente riconoscibile che compensa le magagne tecniche riscontrate nella mia prova su Switch. Sakuna: Of Rice and Ruin è comunque bello da vedere sulla console Nintendo, anche in modalità portatile, ma fra risoluzione, aliasing vistoso e frame rate incostante ci sono pochi dubbi sul fatto che non sarà questa la piattaforma migliore su cui godersi il titolo.
Tirando le somme su queste prime impressioni, Sakuna: Of Rice and Ruin mi ha davvero stupito. Non amo particolarmente i videogiochi di stampo agricolo-simulativo, ma il modo con cui il titolo integra queste meccaniche all’interno dell’esperienza di gioco, basata su un solido combat system di stampo action RPG, mi ha subito conquistato. Resta da vedere se l’ultimo lavoro di Edelweiss riuscirà a mantenere questa qualità per l’intera durata – altro parametro incognito – e quanto le necessità “contadine” di Sakuna influiranno sul ritmo dell’esplorazione. In attesa di poter valutare tutto questo in sede di recensione fra poche settimane, vi consiglio di tenere d’occhio Sakuna: Of Rice and Ruin.