È una tranquilla, per quanto si possa dire, giornata a River City. Kyoko e Misako si apprestano ad andare a scuola, ma qualcosa di strano attira la loro attenzione. I loro ragazzi Kunio e Riki sono stati rapiti? Bisogna indagare a fondo su questa faccenda, poco importa se con mezzi poco ortodossi per il gentil sesso. Questa è la loro storia. Questa è la storia di River City Girls.
River City Girls è uno spin-off della popolare, almeno in Giappone, saga di Kunio-Kun, una serie che ha al suo attivo, tra main story e spin-off, quasi una trentina di titoli. Si tratta di un picchiaduro a scorrimento con elementi RPG e ha ispirato molti titoli che ora sono all’apice del successo, come ad esempio la serie di Ryū Ga Gotoku che da Kunio-Kun prende gran parte dei suoi punti forti. La serie è nata da ARC SYSTEM WORKS e questo capitolo è sviluppato da WayForward, con cui già avevano collaborato in passato per creare l’ottimo DOUBLE DRAGON NEON. Da fan storico di Kunio-Kun ma soprattutto della tipologia di videogame, una delle mie preferite, non potevo esimermi dal recensire questo titolo. Queste sono le mie opinioni dopo averlo letteralmente divorato.
- Titolo: River City Girls
- Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC / Steam
- Versione analizzata: Nintendo Switch (EU)
- Genere: Beat ’em up
- Giocatori: 1-2 (multiplayer locale)
- Software house: ARC SYSTEM WORKS
- Sviluppatore: WayForward
- Lingua: Italiano (testi), Inglese (doppiaggio)
- Data di uscita: 5 settembre 2019
- Disponibilità: digital delivery
- DLC: non annunciati
- Note: versione retail distribuita in esclusiva da Limited Run Games
Cazzotti dietro gli orecchini
La prima cosa ad avermi colpito è stata la drastica variazione stilistica rispetto al passato, in quanto nei titoli di Kunio-Kun ARC SYSTEM WORKS è stata quasi sempre fedele allo stile grafico storico, tranne che per qualche titolo. Diciamo addio ai nostri bancho delle forme di parallelepipedi e diamo il benvenuto ad uno stile più fumettistico, che all’inizio farà storcere il naso a coloro che già conoscono la saga ma che sarà presto accettato e apprezzato. Non solo i personaggi ma anche il mondo di gioco è vivo e colorato, nonostante lo stile rétro, tanto di cappello agli sviluppatori che portano a casa il primo punto per la grafica. Le protagoniste sono Kyoko e Misako, due liceali; se molti, come me, hanno il problema di “immedesimazione” con i personaggi, con Kyoko e Misako potranno dormire sogni tranquilli. Le gentili donzelle infatti sono caratterizzate benissimo rispetto ai precedenti capitoli della serie ma ben diversificate tra loro, non solo per moveset ma anche per carattere e, alla fine, finirete per adorarle. Spezzo una lancia a favore di questo argomento per quanto riguarda il doppiaggio inglese, anche se avrei voluto godere del dual audio, purtroppo assente.
Ti scendo gente!
Il moveset delle nostre eroine, come detto precedentemente, è diverso per ciascuna di loro. Questo fattore aumenta di tanto la longevità del titolo, anche valutando le possibilità che saranno disponibili una volta finito lo stesso. Avremo a disposizione tre tasti del pad per attaccare e uno per il salto, oltre alla possibilità di parare alcuni degli attacchi nemici. Altre mosse potranno essere acquistate successivamente dai Dojo presenti nella mappa di gioco (gestiti da nientepopodimeno che da Jimmy e Billy Lee di DOUBLE DRAGON) attraverso la valuta che otterremo dalle missioni oppure sconfiggendo nemici. Nel gioco dovremo progredire, fra incarichi principali o secondari, attraversando delle schermate fino ad arrivare ai boss, affrontando orde di nemici. Alcune aree verranno bloccate fino a che non sconfiggeremo tutti i nemici presenti nelle stesse (nelle altre avremo l’infame possibilità della fuga nei negozi o nelle aree successive/precedenti) e, come detto in precedenza, dovremo affrontarli per avere come premio valuta da utilizzare nei numerosi negozi del gioco o una mela, del ramen o un pollo arrosto, da sempre oggetti curativi in queste tipologie di giochi. I nemici che andremo ad affrontare saranno molteplici: studenti e studentesse, bancho, guardie di sicurezza, lottatori di wrestling, punk, yakuza e saranno totalmente reclutabili. Dopo un’adeguata dose di schiaffi infatti, alcuni nemici imploreranno il perdono e potremo reclutarli attraverso il tasto laterale sinistro per usarli a mo di Striker di KING OF FIGHTERS (ovvero il nemico reclutato apparirà, attaccherà il nemico, farà una stupida posa di appagamento e fuggirà via) fino a che la loro energia vitale lo consentirà.
La città degli schiaffi
Attraverso i numerosi negozi del gioco potremo comprare oggetti curativi (da conservare o utilizzare immediatamente per avere un boost alle statistiche) oppure vari equipaggiamento che potremo utilizzare per godere di alcuni effetti per le nostre eroine, come bonus di danni per alcune tipologie di nemici. Alcune aree, inoltre, verranno sbloccate in caso di missioni secondarie. Il gioco è un totale tributo ai gloriosi anni ottanta attraverso citazioni ai passati videogames o a pellicole di quel periodo: senza fare troppi spoiler, come anticipato in precedenza, saranno presenti tanti personaggi da DOUBLE DRAGON, che ai suoi tempi rivoluzionò il mondo dei videogiochi, e potrete inoltre andare contro orde di Tigermask o di T-800 dalle sembianze assai familiari. Come quasi ogni gioco della stessa tipologia potremo usare tantissime armi raccolte da terra oppure rubate direttamente dai malcapitati nemici. Chiavi inglesi, palle da baseball, panchine, spade laser e giganteschi tonni sono solo alcune delle armi che potrete utilizzare nel titolo e attraverso alcuni oggetti potrete allungare la loro durata (utilizzate troppo infatti finiranno per rompersi) oppure il danno da loro arrecato.
Su Nintendo Switch il titolo è godibile allo stesso modo sia in modalità dock che in portatile, dove dà decisamente il meglio di sé. Il multiplayer, tuttavia, risulta parzialmente, castrato in quanto potrete giocare solamente in modalità locale. Ripensandoci meglio, questa scelta non è così poi negativa in quanto alcuni giocatori avrebbero potuto rovinare la vostra partita non collaborando oppure, con il fuoco amico attivo, riempirvi di botte insieme ai nemici. La scelta anche “poetica” (ovviamente parlo delle sale giochi o delle vecchie console con le quali molte volte lo scontro proseguiva “dal vivo” a causa di un power up rubato o di colpi quasi sempre involontari) non può che essere apprezzata, se si considera anche le possibilità di giocare in portatile. Mi piacerebbe molto, in futuro, vedere qualche scenario in DLC o un seguito del gioco, e ARC SYSTEM WORKS stessa non ha smentito queste possibilità che verranno analizzate in futuro considerando le vendite del prodotto.
Gentil sesso?
Passiamo al paragrafo dell’infamia. Tra i difetti, al primo posto, non posso non mettere un’imbarazzante traduzione in lingua italiana, davvero roba da far rabbrividire il traduttore Google di dieci anni fa. Una schifezza del genere non la vedevo dai tempi della traduzione di Suikoden II e, benché il gioco sia godibilissimo in lingua inglese, queste traduzioni non si limitano a intaccare le frasi e le battute di gioco, ma anche il menu e la descrizione degli oggetti. Alcune porzioni come quelle dei flashback poi non godono neppure dei sottotitoli in italiano. Per il resto posso dire che anche la longevità non è eccelsa, nonostante la possibilità, una volta terminato il gioco, di fare altre cose e sperimentare i diversi moveset delle protagoniste. Terminiamo il paragrafo dedicato ai difetti citando qualche fastidioso bug che mi ha costretto a riavviare il gioco a causa di freeze (e che mi ha anche fatto fallire una boss fight ormai vinta) per ben due volte.
A chi consigliamo River City Girls?
Consiglio innanzitutto il titolo a tutti gli amanti della serie di Downtown Nekketsu: il titolo ha solamente una rinnovata veste grafica ma la modalità di combattimento, le collisioni e anche gli storici BARF! sono quelli dei titoli ARC SYSTEM WORKS. Anche gli amanti di tipologie di gioco simili come Yakuza o Kenka Bancho apprezzeranno sicuramente questo titolo, che non mi sento di consigliare a chi cerca un gioco con longevità elevata, non troppo monotono o dalla resa grafica di ultima generazione.
- Stilisticamente accattivante
- Dannatamente divertente
- Ottimo il comparto sonoro
- Traduzione italiana a dir poco penosa
- Non eccessivamente longevo
- Qualche piccolo freeze di tanto in tanto
River City Girls
Bello, come un colpo di chiave inglese sulla schiena del tuo peggior nemico
ARC SYSTEM WORKS e WayForward hanno fatto centro: River City Girls è un titolo colorato, bello da vedere e da giocare, ma soprattutto divertentissimo. Da soli o meglio se in compagnia, tornare a River City e rivedere tanti vecchi personaggi mi ha esaltato tantissimo, unita all’ampia dose di sberle che potremo e dovremo dispensare all’interno del gioco. Da acquistare a occhi chiusi, complice anche un comparto sonoro travolgente e un prezzo accattivante, nonostante la longevità non eccelsa del prodotto e qualche altro piccolo difetto.