Danganronpa V3: Killing Harmony – Recensione

Il terzo, emozionante capitolo di Danganronpa è finalmente sbarcato in occidente. Siete pronti a farvi schiacciare dalla disperazione? Questo è Danganronpa V3: Killing Harmony!

Danganronpa V3: Killing Harmony - Recensione

Danganronpa V3: Killing Harmony - Recensione“Io sono Kaede Akamatsu, la protagonista di questa strana storia…”

Con queste parole facciamo la conoscenza di una ragazza all’apparenza normale, che si ritrova in una situazione tutt’altro che normale. Difatti, dopo aver perso misteriosamente i sensi e senza ricordare come e quando fosse accaduto, la biondina si risveglierà nientepopodimeno che nell’armadietto di una peculiarissima aula iper-tecnologica, ma le cui finestre sono bardate da filo spinato e con abbondante vegetazione che cresce tutt’intorno. Non, solo: con lei, nell’armadietto proprio accanto al suo, è stato rinchiuso anche un ragazzo, lo spaurito Shuichi Saihara, anch’egli nella sua medesima situazione. Apparentemente, i due ragazzi furono rapiti in circostanze misteriose e infilati in quello strano posto. Decisi a uscire, si avventurano in corridoio, solo per venire inseguiti da dei giganteschi esoscheletri, che li costringono a trovare rifugio in quella che sembra un’enorme palestra, dove troveranno altri quattordici studenti. Prima che il gruppo possa cercare di capirci qualcosa, ecco apparire davanti a loro gli esoscheletri di prima, ovvero gli Exisal, dai quali non faticano ad uscire cinque minuscoli orsacchiotti, ognuno con la metà sinistra di un colore particolare. Chiamatisi Monokuccioli (o Monokubs), i cinque orsetti riveleranno ai ragazzi di non essere studenti qualunque, bensì degli studenti Non Plus Ultra (o Ultimate) – ovvero dei liceali dotati di un talento senza pari in un campo specifico – e sostenendo che i giovani in qualche modo ne avessero perso la memoria. Così, dopo un veloce (quanto spettacolare!) cambio d’abito, i Monokuccioli irradiano una misteriosa luce sui sedici ragazzi, risvegliando loro la memoria di Non Plus Ultra e preparandoli per un qualcosa di non ancora specificato…

New Danganronpa V3: Minna no KOROSHIAI no Shin Gakki (che tradotto in italiano diventa qualcosa tipo: “Il nuovo semestre omicida di tutti”) è il terzo – e finora ultimo – capitolo dell’appassionante serie di Visual Novel investigative partorite da Kazutaka Kodaka e Spike Chunsoft nell’ormai lontano 2010 su PSP. Uscito originariamente su PlayStation 4 e PS Vita nel gennaio del 2017, questo succulento titolo approda sui lidi occidentali negli ultimi giorni di settembre grazie ancora una volta a NIS America, sia per le due console Sony che su PC tramite la piattaforma Steam, con il titolo di Danganronpa V3: Killing Harmony. Che il nuovo semestre di disperazione abbia inizio!

  • Titolo: Danganronpa V3: Killing Harmony
  • Piattaforma: PlayStation 4, PlayStation Vita, PC / Steam
  • Genere: Visual Novel, Avventura
  • Giocatori: 1
  • Software house: NIS America, Spike Chunsoft
  • Sviluppatore: Spike Chunsoft
  • Lingua: Inglese (testi), Inglese, Giapponese (doppiaggio)
  • Data di uscita: 26 settembre (PC), 29 settembre (PS4, PS Vita)
  • Disponibilità: retail, digital delivery
  • DLC: non presenti
  • Note: disponibile in edizione limitata sul NISA Online Store con colonna sonora, artbook, zaino, cappello e cuffie

Una volta recuperata la memoria, Kaede ricorda di essere la Pianista Non Plus Ultra, e con l’aiuto del detective Shuichi, girerà per esplorare lo strano istituto apparentemente costruito apposta per loro, ovvero l’Accademia Non Plus Ultra per Giovani Galeotti Dotati (Saishuu Gakuen nella versione originale), facendo così la conoscenza di tutti gli altri studenti rinchiusi all’interno, ognuno con il proprio talento speciale, dall’arte al tennis, dai giochi di prestigio all’entomologia, arrivando persino a talenti come l’essere il leader di un’organizzazione malvagia o addirittura un robot dalle fattezze umanoidi.

Sfortunatamente, i nostri sedici ragazzi non hanno nemmeno il tempo di socializzare che vengono presto convocati in palestra, dove faranno la conoscenza dell’ormai onnipresente Monokuma, il sadico orsacchiotto metà bianco e metà nero preside dell’istituto (nonché padre dei cinque Monokuccioli!), che annuncerà al gruppetto di adolescenti le classiche regole del suo mortale gioco: chi vuole conseguire il diploma per abbandonare la scuola-prigione dovrà uccidere un compagno di classe senza essere scoperto dagli altri; motivo per cui, ogni qualvolta si presenterà un cadavere, i sopravvissuti saranno obbligati a prendere parte al Processo di Classe, durante il quale dovranno svelare l’identità del colpevole, e nel quale un verdetto di colpevolezza sbagliato segnerà la fine di tutti i partecipanti al di fuori dell’assassino, che avrà vinto il gioco e sarà libero di uscire, altrimenti quest’ultimo verrà giustiziato e il gioco continuerà finché non resteranno che due studenti in vita…

Volevo rendere il gioco più divertente!

Proprio come Danganronpa: Trigger Happy Havoc e Danganronpa 2: Goodbye Despair, anche V3 è caratterizzato da lunghe sequenze dialogate in stile visual novel, sessioni puramente esplorative e dettagliatissime indagini. L’Accademia Non Plus Ultra ricorda molto la vecchia Hope’s Peak Academy, risultando però meno claustrofobica e con molte più aree da esplorare che si aprono man mano (anche perché l’istituto è ancora in fase di costruzione, cosa che si può notare andando in giro e vedendo gli Exisal alle prese coi lavori, ma sto divagando). Come è già successo in Goodbye Despair, inoltre, ogni capitolo avrà una sua caratteristica principale che arricchisce l’esplorazione: nel primo capitolo, ad esempio, dovrete guidare i sedici studenti attraverso un INFERNALE platform che non ha niente da invidiare a giochi come I Wanna Be the Guy o Unfair Mario, nel secondo dovrete cercare dei posti specifici in cui inserire degli oggetti stile RPG e così via. Faranno inoltre ritorno l’esplorazione statica in prima persona per le stanze più piccole e quella più dinamica a 360 gradi per gli ambienti più grandi come i corridoi o il cortile esterno della scuola. Altro ritorno gradito è il sistema dei punti exp di Danganronpa 2, che ci permetterà di accumulare esperienza e salire di livello in stile RPG semplicemente camminando e interagendo con cose e persone all’interno della scuola. Più il livello di esperienza sarà alto, più abilità saremo in grado di equipaggiare.

Novità completamente inedita e molto gradita è l’inclusione del Casinò, uno spazio che si apre a partire dal capitolo due, e nel quale sarà possibile prendere parte a svariati minigiochi, alcuni dei quali ricalcano quelli presenti durante i processi di classe, tramite cui guadagnate gettoni con cui sbloccare varie tipologie di premi, da oggetti rari che serviranno ad approfondire i rapporti con i propri compagni di scuola durante gli ormai classici segmenti di Free Time alle abilità, e persino dei temi personalizzabili per il proprio menu di gioco. Tenete inoltre a mente che anche prendere parte ai minigiochi del casinò aumenta il livello di esperienza, quindi è tutto un rendere!

Sono bugiardo di natura!

Nella maniera più classica di Danganronpa, una volta avvenuto un omicidio, il giocatore dovrà investigare la scuola in cerca di tutte le prove pertinenti al caso (i cosiddetti Truth Bullet, o Proiettili della Verità), cosicché l’azione di gioco si sposti al famigerato Processo di Classe, una lunga sequenza suddivisa in più sessioni in cui il giocatore dovrà lavorare di riflessi e cervello per svelare l’identità del colpevole di turno e salvare tutti gli altri studenti da morte certa.

La sessione che avviene più di frequente nel processo è senza dubbio il Dibattito Nonstop (Nonstop Debate), in cui dovremo rilevare le incongruenze pronunciate dagli altri studenti e confutarle sparandogli letteralmente contro la prova giusta. Questa meccanica collaudata della serie viene arricchita da svariati fattori, primo fra tutti il ritorno delle scritte in blu di Danganronpa 2, ovvero tesi che dovremo sostenere e rafforzare con la prova adeguata; altra novità pertinente ai dibattiti è senza dubbio la modalità Panico di Massa, in cui più persone cominceranno a dibattere una sull’altra, cercando di sovrastarsi, e starà a noi recepire in quel caos da loro generato la contraddizione da confutare. Ma la novità più interessante nei dibattiti nonstop di questo Danganronpa V3 è probabilmente la possibilità di commettere spergiuri: Tenendo premuto il tasto con il quale normalmente spareremmo il Proiettile della Verità di turno, potremo trasformarlo in un Proiettile Bugia (Lie Bullet) e spararlo consumando una piccola frazione della nostra barra influenza per mentire spudoratamente al resto dei presenti.

Fa inoltre ritorno il Gambetto dell’Impiccato (Hangman’s Gambit), grazie al cielo molto più semplice e decisamente meno frustrante di quello già incontrato in Goodbye Despair, in cui dovremo trovare e pescare in ordine le lettere per creare una determinata parola che andrà a rispondere a un determinato quesito. Altro ritorno gradito è quello della Resa dei Conti delle Obiezioni (Rebuttal Showdown), che avviene quando un nostro compagno di classe obietterà ad una nostra tesi, con susseguente duello a colpi di spade della verità.

Anche il Logic Dive di Goodbye Despair fa il suo ritorno, ma stavolta sottoforma di un minigioco automobilistico stile OutRun chiamato Psyche Taxi, nel quale dovremo formare le lettere della domanda di turno e scegliere la direzione indicata dalla risposta giusta. Presenze ormai obbligatorie sono il minigioco ritmico (qui ribattezzato Argument Armament) e il Discorso di Chiusura: il primo che, scartando le interfacce dei primi due giochi, preferisce rifarsi pesantemente alla serie Hatsune Miku: Project DIVA, mentre il secondo ci vedrà nuovamente alle prese con un fumetto da ricreare, ma con vignette che si sbloccano quando si mettono a posto un certo numero di caselle.

Del tutto nuovi, invece sono gli Scavi dell’Immaginazione (Imagination Excavation), minigioco in cui dovremo distruggere nell’ordine i blocchi colorati per rivelare l’oggetto giusto, e le Mischie Dibattito (Debate Scrums), forse il migliore fra i nuovi minigiochi di V3, in cui gli studenti si divideranno in due squadre e dovremo confutare le accuse degli avversari riconoscendo nelle loro tesi una determinata parola e facendo rispondere per le rime l’alleato il cui balloon contiene la parola pronunciata dall’avversario di turno. Una volta confutate tutte le accuse della squadra avversaria, si prenderà parte a un’intensa pressione dei tasti presenti su schermo per spingere indietro i nemici e vincere la mischia.

Ne abbiamo di strada da fare…

Danganronpa V3: Killing Harmony appartiene a quella categoria di giochi che si lasciano giocare ancora e ancora anche dopo aver completato la storia principale, non solo per il voler trovare tutti i segreti disseminati per i sei capitoli che vanno a comporre questo titolo, ma anche per i tanti succulenti extra che vanno ad arricchire il già opulento repertorio di questa novel. Abbiamo già parlato del casinò, esplorabile sia dentro che fuori la storia principale, ma a questi minigiochi se ne aggiungono molti altri che si andranno a sbloccare una volta completata la trama principale. Oltre all’ormai immancabile School Mode, in cui tra l’altro potremo interagire non solo con i ragazzi di Killing Harmony, ma anche dei precedenti due giochi, con tutti i personaggi della serie riuniti per un Crossover Non Plus Ultra, avremo fra le varie cose un vero e proprio gioco di società stile Monopoly con i vari personaggi e una spassosissima modalità RPG che strizza pesantemente l’occhio a DRAGON QUEST, e nella quale potremo reclutare tutti i personaggi della serie, sbloccabili attraverso il già citato gioco di società. Una novel, insomma, che vi terrà incollati al video per ore intere.

But that’s KUH-AY-DAY’s lie, isn’t it?

Per quanto riguarda il comparto tecnico, Danganronpa V3 è sicuramente (e ovviamente) il miglior titolo della trilogia di Spike Chunsoft. Sebbene graficamente ricordi molto i primi due giochi, è pieno zeppo di effetti di luce e ombreggiature che danno al gioco uno stile davvero fantastico, senza contare anche i piccoli tocchi artistici durante i processi, con cambi di font e di effetti a seconda della situazione. Anche le musiche, a cura dell’ormai storico Masafumi Takada, sono in assoluto le più orecchiabili di tutta la serie, dai temi più carichi di tensione ai ritmi orecchiabili delle sessioni processuali.

Veniamo ora alle note dolenti: i filmati di gioco, almeno su PlayStation Vita, hanno una definizione decisamente bassa, risultando confusi e sgranati durante i movimenti più frenetici su schermo, cosa che purtroppo va decisamente a minare una trasposizione portatile altrimenti perfetta. Il gioco (almeno su PS Vita) è completamente in inglese, sia il testo che le voci e, diversamente dalle altre versioni su PS4 e PC, nel suo stato vanilla non presenta alcuna opzione per l’audio giapponese, e chi vorrà ascoltare il gioco in lingua nipponica sulla portatile di casa Sony dovrà per forza scaricare l’apposito DLC (fortunatamente gratuito). Il doppiaggio inglese è piuttosto buono, con la maggioranza delle voci che sono più che adatte ai personaggi, tralasciando alcuni ruoli che lasciano molto a desiderare come la cosplayer Tsumugi e l’astronauta Kaito. Il testo inglese è accurato e senza visibili sbavature, tralasciando delle palesi libertà di adattamento già descritte nell’anteprima, e risulta scorrevole e ben scritto, sebbene non con un inglese esattamente elementare in alcuni punti. Se non masticate bene questa lingua, potreste avere parecchie difficoltà a godere questo titolo al 100%.

 A chi consigliamo Danganronpa V3: Killing Harmony?

Inutile dire che questo gioco è principalmente indirizzato a chi ha già gradito appieno i primi due giochi di questa serie investigativa, ma farà la felicità anche di chi adora il genere investigativo lanciato dalla serie Ace Attorney e le altre visual novel di questo tipo. Per poter comprendere appieno tutte le sfaccettature di questo V3, tuttavia, è sempre e comunque meglio aver prima giocato i precedenti due giochi, sebbene la storia risulti più slacciata alla trama principale vista finora, così come è strettamente necessaria una buona conoscenza della lingua inglese, senza la quale sarebbe quasi impossibile districarsi fra i complessi processi di questo titolo.

  • Trama avvincente e strutturata ottimamente
  • Personaggi graficamente accattivanti e carichi di personalità
  • Esecuzioni piacevolmente brutali
  • Tantissimi extra

  • Chi ha compresso i filmati su PS Vita andrebbe malmenato
  • Mancata localizzazione in italiano
  • Le funzionalità shooter potrebbero essere frustranti per i neofiti
Danganronpa V3: Killing Harmony
4.3

La disperazione non è mai stata così appagante

Danganronpa V3: Killing Harmony è uno di quei titoli che dovrebbe figurare nella libreria di qualunque appassionato di visual novel a tema investigativo e non, poco importa su quale piattaforma si desideri giocarlo, sebbene il porting su PS Vita risulti un po’ più debole degli altri per via dei non eclatanti controlli touch e per la pessima qualità delle sequenze FMV. La trama, i processi, i minigiochi, i personaggi, sono tutti di primissima qualità, e coinvolgeranno il giocatore per ore a non finire, strappando più di un sorriso o di una lacrima fino alla conclusione. Assolutamente imperdibile!

Una normalissima bimba ultraventenne che ha trafficato con computer e videogiochi per tutta la vita. Nel tempo libero le piace scarabocchiare sul suo sketchbook.