Record of Ragnarok – La recensione del primo volume

Avete sentito parlare di questo manga che vi ha incuriosito, ma non sapete se comprarlo? Bene, ecco le nostre impressioni sul primo numero di questo battle seinen dall’esordio molto chiacchierato.

Record of Ragnarok – La recensione del primo volume

Il 21 ottobre 2020, a tre anni dalla sua pubblicazione, ha esordito anche in Italia Record of Ragnarok (Shūmatsu no Valkyrie), manga prodotto da tre autori esordienti: Takumi Fukui e Shinya Umemura alla storia, e Chika Aji ai disegni. Un manga attorno al quale si sono fatte molte voci, che hanno suscitato l’interesse di noi avidi lettori. Per questo siamo qui a rispondere alla domanda che attanaglia ogni appassionato quando c’è una nuova uscita, ovvero: comprare o non comprare? Con le nostre prime impressioni su questo volume speriamo quindi di rispondere a questa domanda. Ecco a voi il primo volume di Record of Ragnarok.

Record of Ragnarok - La recensione del primo volume

  • Titolo originale: Shūmatsu no Valkyrie
  • Titolo italiano: Record of Ragnarok
  • Uscita giapponese: 25 novembre 2017
  • Uscita italiana: 21 ottobre 2020
  • Numero di volumi: 1 (in corso)
  • Casa editrice: Star Comics
  • Genere: combattimento, azione, storico, fantastico
  • Disegni: Chika Aji
  • Storia: Takumi Fukui, Shinya Umemura
  • Formato: 13×18 cm, brossurato con copertina, b/n + colori
  • Numero di pagine: 208

Abbiamo recensito Record of Ragnarok tramite volume stampa fornitoci da Star Comics.

Ragnarok, again?

A un primo impatto il titolo non può che suscitare un certo fascino, ma anche un certo ribrezzo, in particolare ai più accaniti collezionisti. Il Ragnarock è infatti una delle leggende europee più sfruttate da serie televisive e film, così come per i fumetti, da quelli di supereroi sino ai manga. Tra questi non abbiamo solo citazioni, ma ben due volumi con lo stesso titolo: Ragnarok (di Kentaro Yasui e Tsukasa Kotobuki), un fantasy in tre volumi molto crudo, ma apprezzabile, e il manhwa Ragnarök, intrigante su molti aspetti, ma interrotto tristemente nel 2002 dopo il decimo volume. Proprio la poca durabilità è la preoccupazione principale che riguarda i manga con una trama che fa affidamento a storie già esistenti. Spesso risulta banale, o noiosa… ma d’altronde cosa c’è di più affascinante di una leggenda che parla della fine degli Dei, degli scontri con le loro nemesi, e della rinascita di un nuovo mondo dalle ceneri di questa epica battaglia? In questo volume la mitologia norrena viene appunto sfruttata come incipit per giustificare lo scontro tra uomini e divinità. A seguito del consueto “Congresso del Valhalla” che si tiene ogni 1000 anni, conclusosi con il giudizio unanime degli Dei di porre fine all’umanità, viene infatti invocato il Ragnarock dalla Valkiria Brunhilde: un’ultima risorsa che prevede dei combattimenti tra i campioni delle rispettive fazioni per decidere le sorti del mondo. Riusciranno gli umani a vincere questo torneo e assicurarsi la sopravvivenza? Sembra scontato, ma non si può mai sapere.

Una gomitolo di storia, miti e fantasia

Come sempre accade in questi casi, dettagli storici e immaginazione si mischiano, per creare opere generalmente passabili, che sfruttano nomi altisonanti o eventi prodigiosi sullo stile di Fate/Stay Night o Drifters, per intenderci, e si può dire che, da questo punto di vista, anche Record of Ragnarok parta con il piede giusto: attingendo da numerose fonti, storiche e non, le modifica e le cambia, inserendo altre divinità oltre a quelle nordiche, coinvolgendo le Valchirie come armi per difendere l’umanità, introducendo attrezzi divini (come il Mjolnir e gli Járngreipr) e rievocando il passato dei combattenti. Sicuramente si tratta di un battle manga che non intende tessere grandi trame, ma che contribuisce a una buona caratterizzazione e contestualizzazione dei personaggi. Le rievocazioni sull’attacco dei giganti ad Asgard (che sicuramente vi farà ripensare all’inizio di Shingeki no Kyojin), nel quale Thor è intervenuto, o il flashback sulle gesta di Lu Bu Fenxian, famoso condottiero cinese del periodo dei tre regni, sono ottimi esempi di questo meccanismo. Insomma, questa accozzaglia di dei e umani, per quanto ritriti, ha un certo fascino narrativo, mantenuto alto da elementi intriganti e da un’abbondante trama data in pasto al lettore già in questo volume, che include i nomi dei partecipanti al torneo, per esempio.

Il menù della serie

Se tutte queste anticipazioni verranno scontate nei volumi successivi con una perdita sulla capacità di catturare l’attenzione non è dato a sapersi. Tuttavia, concludere il volume con l’elenco dei combattenti (che non vi spoileriamo), con una tale varietà e stranezza dei nomi inseriti, è un ottimo incentivo a proseguire la serie. Si può dire che gli autori ci offrano un ottimo menù, ma questo non è una garanzia sulla bontà dei piatti! Perlomeno gli autori ci fanno capire che il manga sarà probabilmente molto semplice, sviluppandosi attorno a due punti cardine: l’esaltazione del genere umano, con tutte le sue potenzialità espresse dai tredici eroi che lo rappresentano, e le classiche “botte da orbi”, con trovate e strumenti aggiunti di volta in volta per livellare lo scontro tra i due contendenti. Questo tipo di narrazione già definita è un mezzo punto a favore di questo manga: la lettura va ad alti e bassi, ondeggiando tra l’attenzione per gli aspetti storico-mitologici e il minor interesse per gli intermezzi statici inseriti qua e là tra i combattimenti. Tuttavia rimane coerente e integra bene i vari elementi, con un inizio che volutamente (immagino) riprende proprio le meccaniche di Drifters.

Durante l’assemblea per decidere le sorti del genere umano, che si svolge nel regno celeste ogni mille anni, irritati e stufi gli dei hanno infine deliberato l’estinzione del genere umano. Ma la valchiria Brunhilde, titillandoli nell’orgoglio, li convince a indire il “Ragnarok”, ovvero la sfida finale fra divinità ed esseri umani. Per scongiurare la catastrofe, scendono così in campo i tredici uomini più forti della storia, che dovranno affrontare in scontri uno contro uno altrettante temibili divinità del regno celeste: che la battaglia per il destino dell’umanità abbia inizio!

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Come l’uomo gonfiabile

Sempre alle opere di Kouta Hirano (tra cui Drifters e Hellsing) sembra ispirarsi anche lo stile grafico, dal character design della copertina sino ai disegni, con quei tratti piuttosto dark e di follia, che enfatizzano chiari-scuri e le espressioni, sino a stravolgere i lineamenti e gli occhi stessi. Se da una parte è ottimo per mantenere l’enfasi delle battaglie, dall’altra si percepisce la mancanza di un tratto pulito ed esperto, necessario per rendere comprensibili al volo queste scene. Molti disegni sembrano infatti quasi abbozzati, a tratti sporchi. Un fattore buono per enfatizzare alcune caratteristiche (come le espressioni di Loki, dei due sfidanti, o lo sguardo della minore delle Valchirie), ma pesante in quei momenti di agitazione che includono anatomie discutibili o movimenti forzati, come quelli degli omini tenuti in movimento dall’aria. Zeus ad esempio a volte risulta difficile da guardare per le sue pose davvero innaturali. Certo, anche per i disegni come per la trama ci sono momenti salienti e calanti, con alcune tavole ben più curate di altre, in grado di trasmettere le giuste emozioni. Nel complesso però, almeno questo primo volume (a differenza di quanto mostrato in copertina) non eccelle nella parte grafica, con una sceneggiatura che a volte non è nemmeno in grado di focalizzare l’attenzione ove necessario.

Record of Ragnarok, con le sue 208 pagine, per un prezzo di 5,90 euro, è uno di quei manga di difficile collocazione. Formato a parte, è un manga che mi sentirei di consigliare a chi ama le scommesse, trattandosi di una saga il cui successo dipenderà probabilmente da un effettivo miglioramento dei disegni e dalla qualità dei duelli, citazioni incluse. Se siete amanti di trame complesse e cercate storie originali, probabilmente questo manga non fa per voi. Se però cercate strani combattimenti, con poteri diversi dal solito (e personaggi difficili da immaginare in uno scontro, come Nostradamus), e se adorate quel vago sapore di mitologia e storia, potrebbe essere per voi una buona lettura.

Record of Ragnarok - La recensione del primo volume

La dubbiosa riscossa delle Valchirie

Record of Ragnarok è quindi uno di quei manga che partono col botto e non si sa come possano proseguire.
Ci sono molte buone premesse, e non nego che sono rimasto in parte sorpreso da un volume che ad un primo impatto non mi aveva ispirato, ma presenta anche altrettanti punti deboli. Abbiamo una trama semplice e ben delineata, disegni accettabili, con tratti più curati, e una narrazione altalenante che nel complesso resta buona. E per finire, sia la capacità di mescolare tratti storici alla lotta, che la tematica di un genere umano che si oppone alle divinità con l’aiuto delle Valchirie, sono buone aggiunte all’opera. Si tratta insomma di un manga ampiamente sopra la sufficienza e con buoni margini di miglioramento, ma sapere con quale qualità proseguirà è davvero una profezia alla Nostradamus!

Duelli divini, ma non troppo!

Scrittore per passione, dopo aver scoperto la pozione che preserva i capelli e l’anima, la usa su di sé per terminare il dottorato in ingegneria ambientale. Utilizzando la magia infusa nelle parole tenta da anni di convertire gli eretici alla cultura giapponese. Adora il metal, i videogiochi, manga e fumetti, l leggende celtiche, e tutto ciò che si può fare mangiando cioccolata all’ombra di una montagna.

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