Phoenix Wright è un giovane avvocato difensore, fresco fresco di esame d’abilitazione, che al suo primo processo si trova di fronte un complicato caso d’omicidio in cui verrà chiamato a difendere il suo amico d’infanzia Larry Butz insieme al suo mentore, l’esperta Mia Fey, proprietaria dello studio legale per cui lavora. In seguito alla vittoria in quel processo, per Phoenix Wright nel futuro si prospetteranno una serie di casi sempre più ostici contro procuratori leggendari, che andranno anche a scavare nel passato del nostro protagonista e di chi gli sta a cuore. Questo è quello che troveremo nella Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy!
Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy contiene, come si evince dal nome stesso, i primi tre titoli della saga di Ace Attorney, incentrati principalmente sulla figura del novizio avvocato difensore: Phoenix Wright: Ace Attorney, Phoenix Wright: Justice for All e Phoenix Wright: Trials and Tribulations, usciti originariamente soltanto in Giappone fra il 2001 e il 2004 su GameBoy Advance, arrivati poi a noi oltreoceano soltanto diversi anni dopo, a partire dal 2006, su Nintendo DS e completamente localizzati. Ecco quindi che mi appresto a dargli un giudizio di Non Colpevolezza, pur vedendomi costretto a muovere alcune obiezioni.
- Titolo: Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy
- Piattaforma: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC / Steam
- Versione analizzata: PC / Steam (PAL / EU)
- Hardware PC utilizzato: Intel i7-7000, Nvidia GTX 1070, 16GB di RAM
- Genere: Avventura grafica, rompicapo, visual novel
- Giocatori:
- Software house: CAPCOM
- Sviluppatore: CAPCOM
- Lingua: Inglese, Giapponese (testi), Inglese, Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 9 aprile 2019
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: colonna sonora disponibile separatamente
- Note: versione ulteriormente rimaneggiata della trilogia che uscì nel 2014 per Nintendo 3DS
La corte è qui riunita
Il gameplay di Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy si divide principalmente in due macro-aree: quella del processo, dove dovremo provare l’innocenza del nostro imputato, e quella dell’investigazione, dove dovremo ottenere indizi e prove atte a scagionarlo e a difenderlo a dovere. Iniziando dai processi, che sono la prima cosa che i giocatori andranno ad incontrare, questi si svolgono più o meno sempre secondo uno standard ben definito, dove ascoltando le dichiarazioni dei testimoni e pressandoli per ottenere più informazioni potremo ottenere diverse prove e contraddizioni che andremo a sfruttare per proseguire nella nostra arringa, a volte aiutati dalla nostra spalla o da un proverbiale deus ex machina nella forma del detective Dick Gumshoe.
A volte non basterà instillare nel giudice un ragionevole dubbio, e sarà quindi necessario rimandare il processo al giorno successivo, permettendoci di indagare sulla scena del delitto per trovare altri indizi. Sia i processi che l’investigazione vanno avanti soltanto richiedendoci un input nel momento in cui dovremo analizzare una stanza, oppure contrastare le tesi dell’accusa, in classico stile visual novel. Ogni gioco ha dai quattro ai cinque casi, con ognuno che richiederà diverse ore per essere completato, anche per chi già si ricorda come sono andate le cose. Il gameplay risulta quindi estremamente semplice, forse fin troppo nel primo e nel secondo capitolo. Si può infatti notare come da gioco a gioco la formula si evolve e si raffina sempre di più. Una grande assenza che a mio avviso si sarebbe potuta risolvere è la mancanza di un registro dialoghi dove poter tornare indietro nel caso ci fossimo persi qualcosa, che in un gioco dove i dialoghi sono la parte più importante non può passare inosservata (e infatti è stata poi inserita nei capitoli successivi per DS).
Uno dei punti forti di questo franchise è sicuramente il grande appeal che hanno i personaggi:Phoenix Wright è un simbolo, probabilmente solo pochi gradini al di sotto di mostri sacri come Pikachu o Mario, e anche tutto il cast di personaggi secondari è ben realizzato e profondo, con backstory interessanti che spesso vengono esplorate durante i processi. Certo, è strano l’adattamento occidentale fatto da CAPCOM: la location in cui si dovrebbe normalmente svolgere la serie, una città giapponese non meglio precisata, qui da noi è stata “adattata” in Los Angeles, cambiando anche diversi riferimenti culturali e culinari, come l’ossessione di Maya Fey, assistente del protagonista, che se nell’originale era per il ramen, qui lo è per gli hamburger: questo porta a divertenti siparietti come il continuare ad andare ad un evidentissimo chiosco di ramen che viene semplicemente richiamato hamburgeria. In generale pur trattando principalmente casi di omicidio, tutti i titoli contenuti in questa trilogia mantengono un tono abbastanza spensierato, tranne in alcuni momenti cruciali, e Phoenix stesso non ama prendersi troppo sul serio.
Un attimo!
La versione PC è graficamente una gioia per gli occhi, specialmente grazie al supporto per risoluzioni superiori al Full HD, che non causano problemi di sorta nemmeno per quanto riguarda lo scaling dell’interfaccia, che risulta sempre pulita e mai sgranata o sfocata. Nonostante questo, Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy non contiene grafica 3D e come tale girerebbe senza problemi probabilmente su qualsiasi computer uscito negli ultimi anni o su schede video piuttosto vecchie: CAPCOM stessa nei requisiti minimi per far girare il gioco inserisce una Intel HD4400, una scheda video integrata a basso consumo per portatili di 4 anni fa. Il gioco è bloccato a 60FPS, ma francamente questo non è un problema visto che gli unici elementi dinamici sono i personaggi, che hanno un ciclo di animazioni ben preciso.
Purtroppo su PC lo schema dei controlli è particolarmente sconveniente e, volendo giocare con mouse e tastiera, sarà necessario andare ogni volta a cercarsi tasti anche poco usati normalmente nei giochi, come PagSu o Backspace. Fortunatamente i tasti sono riassegnabili a piacimento dalle opzioni, ma il modo migliore per giocare rimane di gran lunga un controller collegato, riconosciuto abbastanza facilmente dal gioco, che però in alcuni box di testo continuerà per qualche ragione a mostrare i prompt della tastiera. Cose risolvibili con un hotfix ma da segnalare per completezza. Quello che invece non è risolvibile facilmente e mi ha deluso parecchio è la rimozione della lingua italiana. Rimozione è proprio la parola giusta, perché i primi tre titoli rilasciati qui in Italia della serie Ace Attorney hanno avuto la localizzazione, su Nintendo DS, poi rimossa dalla trilogia uscita su Nintendo 3DS.
Non solo: chi ha giocato agli originali saprà che i pochi accenni di dialogo erano persino doppiati in italiano. Considerando che la pagina del negozio di Steam è in italiano, e che con un aggiornamento in futuro verrà aggiunto il supporto alla lingua tedesca e quella francese, lasciare fuori solo noi mi è sembrato davvero un brutto gesto.
A chi consigliamo Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy?
Credo che questa trilogia, che approda per la prima volta su piattaforme non handheld, sia quasi esclusivamente mirata a chi non abbia mai giocato ad un Ace Attorney prima d’ora, oppure sia familiare solo con i titoli più recenti del franchise come Ace Attorney: Dual Destinies (la nostra recensione la trovate qui). Il mio spirito ottimista mi fa pensare che si tratti una sorta di analisi di mercato, per vedere quanto espandere l’audience potenziale risulti poi in termini di vendite effettive, perché chi già è familiare con la saga probabilmente non potrà godersela più di tanto conoscendo già la soluzione ad ogni caso.
- Sprite e fondali in altissima definizione
- Di sicuro attirerà nuovi appassionati
- L’interfaccia è di più facile consultazione
- Si porta dietro tutti i pregi della versione originale…
- …Ma anche tutti i difetti che già ai tempi aveva
- Si sente molto l’assenza di un registro dialoghi
- Di nuovo assente la localizzazione italiana
- Qualche problema con i controlli su PC
Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy
Un classico che ci va giù leggero
Questa Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy è perfettamente riuscita nell’intento di restaurare e rifinire così tanto l’essenza e le sensazioni di base dei primi tre titoli, che difficilmente sarebbe possibile superarla senza farvi cambiamenti drastici. Fondali e personaggi sono stati rifatti e la risoluzione è stata aumentata per potersi adattare a schermi ben più grandi di quelli di smartphone e 3DS, rendendo questa trilogia davvero bella a vedersi, anche se forse così facendo si va a perdere un po’ l’appeal della grafica originale. I rompicapi che andremo ad affrontare reggono sorprendentemente bene anche quasi vent’anni dopo il loro primo debutto, ma il divertimento che conseguirà il risolverli è inversamente proporzionale a quanto bene funziona la vostra memoria, trasformando questa trilogia più che altro in un buonissimo punto di partenza per il genere che sicuramente potrebbe attirare nuovi appassionati. Vorrei poter dire che non ci sono difetti gravi in questa remaster di un franchise così caro al mio cuore, ma purtroppo l’assenza della lingua italiana che come già scritto è stata rimossa nonostante i giochi originali fossero localizzati e doppiati mi ha lasciato davvero l’amaro in bocca. Forse per celebrare al meglio i (quasi) 20 anni di Ace Attorney si poteva inserire qualcosina in più.