Se c’è una cosa che queste prime settimane del 2020 sembrano confermare è l’attenzione di Netflix verso l’animazione giapponese, grazie alla pubblicazione di serie animate originali e non (Cagaster of an Insect Cage, BEASTARS), ma soprattutto grazie al recupero di alcuni film passati in sordina e ignorati dai principali editori nostrani. Dopo aver reso disponibile il film di Ni no Kuni sulla propria piattaforma, Netflix ha deciso di fare altrettanto con DRAGON QUEST: YOUR STORY, pellicola ispirata all’omonima, celebre saga videoludica di JRPG uscita in Giappone nell’estate del 2019. A partire dal 14 febbraio 2020, anche gli spettatori italiani possono quindi mettere le mani su un film accolto piuttosto freddamente in patria, nonostante il brand sia uno dei più amati dal pubblico giapponese. Sarà riuscito a convincerci? Scopritelo in questa nostra recensione.
DRAGON QUEST: YOUR STORY è un film animato completamente in CGI, uscito nelle sale giapponesi il 2 agosto 2019 e lungo 1 ora e 43 minuti, che adatta per il medium cinematografico la storia del quinto capitolo della serie ruolistica, DRAGON QUEST V: La Sposa del Destino. Uscito nel lontano 1992 su Super Nintendo e giunto in Occidente come remake solo nel 2009 su Nintendo DS, si tratta di uno degli episodi più conosciuti e apprezzati soprattutto in patria, e da molti fan è ritenuto il migliore della saga assieme al più recente undicesimo capitolo, DRAGON QUEST XI: Echi di un’era perduta. Realizzato dagli studi di produzione Shirogumi e Robot Communications, il film è scritto e diretto da Takashi Yamazaki e vede la partecipazione di numerosi collaboratori storici come il compositore Koichi Sugiyama, autore delle musiche della maggior parte dei videogiochi della franchise. È invece assente, in maniera piuttosto sorprendente visto il suo legame indissolubile con la serie, il character design di Akira Toriyama per i personaggi.
La trama di DRAGON QUEST: YOUR STORY inizia con un bellissimo richiamo alla grafica del capitolo da cui trae origine. In una sequenza a 16 bit, il film racconta della nascita di Luca (il protagonista) e del rapimento della madre da parte di mostri malvagi, e ci introduce nel contesto principale. Ovvero la leggenda di una spada sacra che dovrà essere trovata e brandita da un intrepido eroe per poter impedire la rinascita di un essere malvagio. Terminata la sequenza e abbandonati i pixel, vediamo il nostro eroe Luca in tutto il suo splendore poligonale, cresciuto e più che mai determinato a portare a termine la missione del padre dopo la morte di quest’ultimo, per mano del villain principale.
La premessa sa ampiamente di già visto e non è nulla di rivoluzionario per il genere, dopotutto stiamo parlando di un videogioco uscito più di venti anni fa, senza dimenticare che DRAGON QUEST stesso è un franchise che ha fatto del classicismo, del rispetto della tradizione e dell’aderenza ai canoni standard del genere JRPG (sia a livello narrativo che di gameplay), il suo cavallo di battaglia. Come se non bastasse, il dover comprimere in poco più di un’ora e mezza di film la trama di un videogioco lungo decine e decine di ore ha portato inevitabilmente a numerosi tagli e compromessi, piuttosto evidenti nei numerosi passaggi frettolosi e poco approfonditi, che potrebbero essere mal digeriti dai fan più intransigenti del franchise, e in particolare del capitolo in questione.
Nonostante ciò, DRAGON QUEST: YOUR STORY riesce a divertire e a intrattenere per tutta la sua durata, rivelandosi una pellicola fresca, ben ritmata e mai noiosa, che non si prende troppo sul serio ma capace al tempo stesso di regalare qualche sviluppo inaspettato. Il film inoltre è fedelissimo allo spirito e alle atmosfere della saga, grazie anche all’aspetto visivo e alle musiche (di cui parleremo fra poco): caratteristica che può essere apprezzata sia da un neofita, che può scoprire per la prima volta la magia di un brand che ha fatto la storia videoludica del Giappone, sia da un appassionato meno esigente e disposto a chiudere un occhio sulle numerose mancanze del comparto narrativo, che non vanno a incidere troppo sulla godibilità della storia. Anche i personaggi, pur non presentando chissà quali sfaccettature, sono tutti adorabili e ben caratterizzati, villain incluso.
Sotto il profilo tecnico il film è semplicemente spettacolare: la CGI è di altissimo livello, e, pur non raggiungendo le vette espressive dei film Disney-Pixar (che però hanno a disposizione un budget almeno 10-15 volte superiore a YOUR STORY), replica alla perfezione le ambientazioni e il design di creature e mostri tipici della serie. Per quanto riguarda i personaggi, come abbiamo già accennato, è assente il character design di Akira Toriyama, forse per la volontà dei produttori di rendere più “internazionale” il loro look. Se da un lato questa mancanza si nota in maniera evidente e può essere oggetto di critiche feroci da parte degli appassionati (così come accaduto in Giappone), dall’altro il film non ne esce assolutamente snaturato. Il risultato finale non è infatti troppo distante dall’impronta tipica del mangaka di Dragon Ball e Dr. Slump, e si adatta molto bene all’atmosfera della pellicola, grazie anche alle splendide animazioni facciali.
Sulle musiche di Koichi Sugiyama c’è poco da dire. Da sempre uno degli aspetti più riconoscibili e memorabili dei videogiochi, anche in YOUR STORY sono presenti le tracce più famose del franchise, assieme a qualche composizione originale. Il doppiaggio giapponese, invece, è un altro aspetto molto discusso del film, criticato da alcuni fan per la scelta di assumere attori di produzioni live action invece di doppiatori professionisti del settore degli anime. Ebbene, le lamentele si rivelano ben più che giustificate. DRAGON QUEST: YOUR STORY è uno dei pochissimi casi in cui il doppiaggio italiano (in cui figurano nomi importanti come Andrea Ward e Monica Ward) è all’altezza di quello giapponese, se non addirittura superiore.
Infine, non possiamo concludere questa recensione senza fare qualche cenno al finale del film, probabilmente l’aspetto più controverso in assoluto dell’opera. Non possiamo dirvi molto a riguardo onde evitare spoiler, vi basti sapere che DRAGON QUEST: YOUR STORY termina con uno sviluppo del tutto inaspettato, un colpo di scena potente, geniale, coraggioso, coerente e capace di mettere sotto una nuova luce le vicende del film, donandogli un’inaspettata profondità. Un espediente che, di nuovo, non è andato proprio giù ai fan giapponesi che hanno decretato il fallimento del film al box office, e che in fin dei conti o si ama o si odia. Il sottoscritto, se non si è capito, lo ha amato, ma si tratta di un aspetto impossibile da giudicare in maniera oggettiva.
Un adattamento fedele ma coraggioso
DRAGON QUEST: YOUR STORY è un film imperfetto, destinato inevitabilmente a deludere buona parte del pubblico di appassionati del celebre franchise di SQUARE ENIX per i motivi illustrati in questa recensione. Ma è anche un film divertente e appassionante, perfetto per una serata di puro relax, un prodotto coraggioso e al tempo stesso fedelissimo alle atmosfere e allo spirito della saga, e di conseguenza godibile sia per i fan di vecchia data, sia soprattutto per i neofiti. Da questo punto di vista è forse uno dei migliori adattamenti cinematografici di un videogioco, e se questo non è per voi un valido motivo per provarlo, allora non sappiamo proprio cos’altro potrebbe esserlo. Esaltato da un comparto tecnico stellare, DRAGON QUEST: YOUR STORY si merita una giusta rivalutazione almeno dal pubblico occidentale.
Per chi cerca un’avventura fantastica