Giocare ai videogame può rivelarsi un’attività piuttosto redditizia, tanto da spingere diverse persone a chiedersi quanto si guadagna facendo questo lavoro. Già, perché per alcuni professionisti si può parlare di un lavoro a tutti gli effetti. A tal punto che, nel mondo degli e-sports, i pro-player conducono una routine paragonabile a quella di un atleta sportivo di tutto rispetto.
Le sessioni di allenamento durano dalle cinque alle sette ore al giorno, c’è bisogno di alcune figure professionali come coach, personal trainer e psicologi, e persino di alcuni strumenti insostituibili. Tra questi anche una VPN Italia, che contribuisce a proteggere la privacy online e a prevenire gli attacchi hacker più aggressivi.
Professionisti nei videogame: quanto si guadagna? Le differenze tra Italia e resto del mondo
Lo stipendio di un professionista è determinato da una serie di fattori, tra cui il suo livello di abilità e il gioco che questi predilige. In generale, possiamo affermare che i pro-player stipendiati guadagnino tra i 4.000 e i 5.000 dollari al mese, fino a una soglia di 75mila dollari annui. Si tratta però di una media, di gran lunga superata dai giocatori più pagati al mondo. In cima alla lista c’è il danese Johan “N0tail” Sundstein, che ha portato a casa oltre 7 milioni di dollari giocando a Dota 2.
Per quanto riguarda i pro-player italiani, il movimento è ancora in espansione e per questo motivo le cifre sono ben diverse. I nostri connazionali premiati per i loro successi sono 1.471, per un bottino complessivo di ben 7,11 milioni di dollari provenienti da oltre 2.400 tornei.
Per i giocatori italiani il videogame più redditizio è StarCraft II, con 777.673 dollari vinti. Una fetta che corrisponde circa al 10,9% dei ricavi dei pro-player del Belpaese. Il protagonista assoluto della scena tricolore è Riccardo “Reynor” Romiti, al momento l’italiano più premiato in carriera con oltre 736.000 dollari vinti individualmente, tutti nei tornei di StarCraft II.
La vita di un pro-player secondo “Crazy Fat Gamer”
A raccontarci la routine di un professionista è intervenuto il numero 22 del ranking nazionale, il 26enne Diego Campagnani, in arte “Crazy Fat Gamer”. Campione del popolare videogame di calcio EA Sports FC 24, il giovane ha ribadito la necessità di essere affiancati da figure professionali che permettano di “lavorare in modo approfondito in ogni ambito, per performare al meglio durante le gare.
I pro-player sono organizzati in team “molto simili alle squadre di calcio”: “Si può essere selezionati solo per via del proprio palmarès, oppure tramite tornei di selezione. I team strutturati hanno figure che ti assistono a 360 gradi per poter raggiungere i traguardi più ambiti. Per quanto riguarda il guadagno, dipende tanto dal team e da sponsor e investimenti che ci sono dietro al team stesso”.
Quello del videogiocatore professionista, dunque, può diventare a tutti gli effetti un lavoro a tempo pieno? La risposta è sì, ma come per gli sportivi non è certo un percorso facile e privo di ostacoli. “È possibile vivere grazie ai ricavi da pro-player, ma è un lavoro di nicchia che man mano si sta evolvendo. Rispetto ad anni fa molte più persone stanno trasformando questa passione in un vero e proprio lavoro, tutto l’ecosistema e-sport si sta professionalizzando partendo dai giocatori e arrivando alle stesse società e-sportive”.