Rent a Family in Giappone: cosa sono e come funzionano

Rent a Family in Giappone: cosa sono e come funzionano

Una società come quella giapponese è purtroppo nota per avere cittadini tendenzialmente molto isolati, le cui giornate sono consumate dallo studio o dal lavoro tanto da compromettere la stabilità delle proprie relazioni personali. Che si tratti di amici o parenti, la componente sociale finisce in secondo piano per molti, che si trovano dunque deprivati di qualcuno che gli possa offrire conforto o semplicemente svago. In questi casi, è solito frequentare i tanto famosi Cat Cafè o Dog Cafè, dal momento che permettono attimi di relax, ma alcuni preferiscono comunque la compagnia di un essere umani: è qui che entra in gioco il business delle Rent A Family, un servizio che permette di “noleggiare” una persona per qualche ora.

Un lavoro particolare

In Giappone è da molti risaputo esserci una forte pressione sociale, la quale costringe a mantenere una perfetta immagine pubblica e adattarsi a uno standard unico per tutti, e in casi di estrema necessità è dunque preferibile fingere di avere successo, anche al costo di pagarlo. Per soddisfare questo bisogno, nascono le prime agenzie di “noleggio di persone”, a cui ci si può rivolgere per acquistare momentaneamente un attore che si finga un parente, un compagno di affari estero, un sottoposto e così via, in base alla richiesta del cliente.

Possiamo trovare gli inizi di questo tipo di servizio attorno agli anni ’90: le compagnie offrivano soprattutto dei gruppi di persone per presenziare a eventi pubblici o privati, sostanzialmente per fare numero. Mano a mano, quello che è diventato un efficiente servizio lavorativo, si è esteso a casi più personali, tutt’ora richiesti: potete noleggiare una persona che si finga la vostra fidanzata, per fare bella figura davanti ad amici e parenti, o che interpreti un padre amorevole nel caso non se ne abbia uno. Il noleggio di persone si è così evoluto per coprire anche necessità più intime e, che si tratti di finti familiari o finti colleghi, le aziende hanno deciso di identificare il servizio in generale col nome di Rent A Family Service.

Tra finti genitori, nonni, figli, amici o fidanzati, le attività che si possono fare assieme sono varie: si va dal semplice fare la spesa, cucinare o pranzare, fino al richiedere loro presenza a matrimoni e funerali in veste di parente più o meno stretto, prendendo il cognome del cliente se necessario o inventandosi direttamente una nuova identità. In altri casi ancora, si preferisce semplicemente affittare qualcuno che faccia compagnia per chiacchierare della propria giornata, sfogarsi e chiedere consigli; spendendo di più, si può anche chiedere all’attore di ridere o piangere con noi, o anche solo di consolarci e dare supporto emotivo. Unica cosa che non si può richiedere, ovviamente, sono servizi di natura sessuale. Alcuni riescono a svolgere questo lavoro autonomamente, ma la maggior parte sono gestiti da un capo di azienda che tiene traccia dei profili di ogni dipendente, il quale verrà chiamato in base alle necessità. Il cliente può specificare una preferenza estetica, scegliendo tra tipo di corpo, taglio di capelli, altezza e simili.

Nonostante la popolarità del servizio, affittare una persona può essere abbastanza caro: si va da una tariffa oraria che si aggira tra i 2.500 yen (circa 15/20 euro), fino a 15.000 yen (circa 100 euro). I prezzi possono aumentare in base alla ditta scelta e alle attività che si desidera far svolgere all’attore: per avere un invitato a una cerimonia, come un matrimonio, si può arrivare a pagare sui 20.000 yen per una giornata intera, cifra a cui si aggiungono degli extra se gli viene richiesto di farsi foto con altri invitati, suonare o fare un discorso per gli sposi.

Oltre ai costi in termini economici, i clienti devono essere pronti a prendersi le responsabilità delle proprie menzogne di fronte agli altri: nel momento in cui, per esempio, si vada a un evento con una finta fidanzata (che sia per una o più volte), le domande e curiosità di colleghi e parenti costringono chiaramente a inventarsi scenari falsi, e in tutto questo è normale che sorga qualche dubbio a livello morale, anche dai giapponesi stessi. Difatti, tramite una recente inchiesta, alcuni giapponesi hanno rivelato che il motivo principale per cui non vogliono provare un Rent A Family Service è che si sentirebbero in colpa nel dover mentire agli altri.

Affetto a pagamento

Proprio per la natura tanto particolare di questo lavoro, coloro che ne fanno parte sono talvolta aperti a interviste, per rivelarne i guadagni e condividere le proprie esperienze; la prima domanda che spesso viene posta è chiaramente “perché si usufruisce di questo servizio?”. La risposta tuttavia non è unica, in quanto le esigenze variano di persona in persona: qualche lavoratore spiega come la presenza di un estraneo permetta al cliente di aprirsi maggiormente e confidarsi con meno pressione, mentre in altri casi ci si occupa di fare compagnia a chi soffre di una scarsa interazione sociale. Ci possono essere persone anziane che decidono di affittare qualcuno che si finga un figlio o un nipote, dovuto alla solitudine di non ricevere visite dai propri familiari, oppure per aiutare a riempire un vuoto lasciato dalla perdita di un parente.

Secondo alcuni manager di queste aziende, il motivo per cui è richiesto questo tipo di lavoro si può trovare in quello che è un grosso difetto della società giapponese: l’eccessiva attenzione alle regole e al mantenere una bella apparenza, crea in tanti una pressione sociale talmente oppressiva da portarli, in molti casi, al nascondere le proprie emozioni e opinioni; un attore noleggiato viene pagato per ascoltare, dare consigli, essere accondiscendente e rispettare i limiti lavorativi, pertanto non sarà interessato a giudicare la vita privata del cliente, che viene lasciato libero di confidarsi senza alcuna conseguenza.

Come per tutte le cose però, è necessario non farne un uso eccessivo; nel momento in cui il dipendente deve assumere un ruolo intimo, non viene posto un limite alla durata della frequentazione con un dato cliente: ci sono esempi di attori che hanno lavorato come finti-genitori o finti-nipoti per la stessa persona fino a una decina di anni, e, sebbene siano casi rari, non si può fare a meno di notare una mancanza di responsabilità da parte delle aziende, le quali non sembrano preoccupate del possibile effetto nocivo che potrebbero avere su una persona emotivamente poco stabile. Allo stesso tempo, ci sono altrettanti lavoratori che trovano felicità nel poter alleviare anche per poco la solitudine del prossimo, sebbene comprendano che l’esistenza di un servizio del genere non sia normale. Alcuni di loro condividono delle storie particolarmente toccanti: sono riusciti ad aiutare rapporti familiari, far aprire al dialogo degli hikikomori e salvare delle persone dal suicidio, semplicemente prestando loro ascolto. Risulta dunque molto difficile trarre dei veri e propri giudizi per chi non vive quella realtà, soprattutto perché non è possibile analizzare moltissime vicende che rimangono private tra le mura di casa, senza contare eventuali storie infiocchettate dalle aziende stesse per mettersi in buona luce.

Nella cultura di oggi

Viste le informazioni limitate, si possono trovare pochi documentari con cui approfondire il tema, ma uno dei più famosi, anche facilmente reperibile, è Rent A Family Inc.” del 2012, che segue la storia di Ryuichi Ichinokawa e della sua azienda di famiglie a noleggio, spiegando i funzionamenti di questo lavoro così particolare mentre assiste alcuni clienti. Il Rent A Family Service viene talvolta inserito in qualche storia, sebbene in poche sia il fulcro principale. Negli anime e manga recenti, l’argomento è trattato in maniera leggera in Rent A Girlfriend, dove il protagonista, lasciatosi da poco con la propria ragazza, decide di assumerne una a noleggio.

La migliore opera però che affronta questo tema è probabilmente Noriko’s Dinner Table di Sion Sono, secondo film della sua trilogia riguardante l’alienazione della società giapponese: la giovane Noriko scappa di casa per incontrarsi con Kumiko, amica che ha conosciuto su internet, assieme alla quale si unirà a un’agenzia di famiglie a noleggio per lavorare e vivere in autonomia. Si tratta di un thriller psicologico in cui, tramite gli affari legati a questo business, si discute anche di cosa comporta questo tipo di lavoro e delle problematiche che affliggono genitori e figli, oltre che criticare altri aspetti sociali che vi si legano.

Alla fine, è proprio il significato di famiglia che viene messo in discussione, e inevitabilmente in molti si chiederanno se sia giusto o sbagliato usufruire di un simile servizio, con numerose domande che sorgono facilmente. È giusto rimpiazzare dei legami umani con un attore? Sono le aziende a sfruttare la debolezza di alcuni individui, o è colpa dei difficili ritmi di vita a cui sono sottoposti molti Giapponesi? Per una società che punta principalmente al bene materiale, è più facile accantonare i bisogni emotivi, rendendo perfino l’affetto qualcosa da comprare. Tra chi se ne approfitta e chi desidera genuinamente offrire un sostegno emotivo, si può solo sperare in un futuro in cui l’importanza dei legami sociali non venga completamente perduta.

Creatura notturna appassionata di animazione, fumetti e videogiochi, tende a evitare le persone ma otterrete la sua totale attenzione se vi sente parlare di Ero Guro. Acculturata di film grotteschi e documentari storici, è veramente esperta in cinema trash. Abilità speciale: saper raccontare la storia di Walt Disney a comando.

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