Okinawa, 2009. Dopo le vicende che hanno visto Kazuma Kiryū scontrarsi con il Clan Go-Ryū di Sōtenbori, il Drago di Dōjima ha deciso di abbandonare Kamurocho e di lasciare le redini del Clan Tōjō a Daigo Dōjima, figlio del defunto patriarca, per ritirarsi a Okinawa con Haruka e gestire l’orfanotrofio Morning Glory. Col tempo Kiryū ha stretto legami con la gente del posto, persino con i membri della famiglia Ryūdō e con il loro leader, Shigeru Nakahara. Tuttavia, dopo circa due anni dal suo trasferimento, Kiryū si vedrà costretto a tornare a Kamurocho per risolvere un mistero che lega il tentato omicidio di Nakahara a Okinawa e Daigo Dōjima a Tōkyō.
Uscito in Giappone come parte di un trittico atto a mitigare l’attesa per il nuovo Ryū Ga Gotoku 7, questa versione rimasterizzata del terzo Yakuza si pone come obiettivo quello di riempire il vuoto che, su PlayStation 4, intercorre fra Yakuza Kiwami 2, uscito in patria nel 2017, e Yakuza 6: The Song of Life, capitolo conclusivo delle vicende di Kiryū. Nell’arco di un anno saranno rilasciati anche Yakuza 4 e 5 sulla medesima console, distribuiti in Giappone separatamente e in edizione retail e, nel corso dell’ultima gamescom, SEGA ha sorpreso i fan occidentali annunciando The Yakuza Remastered Collection, una raccolta proposta dapprima in formato digitale e a febbraio in edizione retail, che includerà questi tre titoli della serie. Si comincia con YAKUZA 3, oggetto di questa recensione, disponibile sul PlayStation Store dallo scorso 20 agosto. Vediamo un po’ insieme se vale la pena giocarlo anche per chi lo possiede già su PlayStation 3.
- Titolo: The Yakuza Remastered Collection: YAKUZA 3
- Piattaforma: PlayStation 4
- Versione analizzata: PlayStation 4 (EU)
- Genere: Azione, Avventura
- Giocatori: 1 (2 nei mini-game)
- Publisher: SEGA
- Sviluppatore: Ryū Ga Gotoku Studio
- Lingua: Inglese (testi), Giapponese (doppiaggio)
- Data di uscita: 20 agosto 2019 (digitale), 11 febbraio 2020 (retail)
- Disponibilità: retail, digital delivery
- DLC: nessuno
- Note: versione rimasterizzata del titolo uscito nella The Yakuza Remastered Collection, a cui seguiranno quarto e quinto capitolo e infine una versione retail
Abbiamo recensito YAKUZA 3 acquistando la raccolta The Yakuza Remastered Collection tramite PlayStation Store.
Uscito sulla console Sony di scorsa generazione nell’ormai lontano 2009, YAKUZA 3 è stato il primo capitolo numerato su PlayStation 3, anticipato in patria unicamente dallo spin-off (ancora inedito in Occidente) Ryū Ga Gotoku Kenzan! e giunto in Occidente nel 2010. Un notevole salto in avanti rispetto ai primi due capitoli usciti su PS2, che introduceva il gameplay di stampo moderno che da quel momento in avanti avrebbe caratterizzato la saga fino all’uscita del settimo episodio che, come avrete sicuramente appreso, vedrà introdotte battaglie a turni in stile JRPG. C’è da dire che il terzo Ryū Ga Gotoku che vede il Drago di Dōjima come protagonista era invecchiato parecchio male e giocarlo o rigiocarlo dopo aver messo le mani sui titoli più recenti era un’impresa un tantino ostica da portare a termine. Avevo più di qualche timore sulla scelta del Ryū Ga Gotoku Studio di optare per una semplice rimasterizzazione piuttosto che su un terzo “Kiwami” ma, giocando a questo primo capitolo della Yakuza Remastered Collection devo dire di essere rimasto piacevolmente colpito.
Il drago e i suoi cuccioli
Le vicende di YAKUZA 3 si dividono fra l’ormai immancabile Kamurocho, quartiere a luci rosse di Tōkyō, e l’inedita Okinawa, formato dall’area antistante all’orfanotrofio Morning Glory e il quartiere di Downtown Ryūkyū dove potremo recarci prendendo la monorotaia. Nel quartiere a luci rosse di Tōkyō incontreremo alcuni dei personaggi che abbiamo avuto modo di conoscere nei precedenti titoli come Majima, Date, Kazuki e Yuya, coinvolti nella trama principale e sempre pronti a offrire il loro aiuto alla causa dell’ex patriarca dei Tōjō. D’altra parte a Okinawa conosceremo innumerevoli volti nuovi, su tutti Rikiya e Mikio, il capitano e il suo braccio destro all’interno della famiglia Ryūdō, il loro capofamiglia Nakahara e un vero e proprio nugolo di bambini con i quali Nagoshi e la sua squadra ci tenevano davvero tanto a farci familiarizzare. Punto di forza, ma a volte grande difetto, di YAKUZA 3, è proprio la nuova occupazione del protagonista, ovvero quella di gestore dell’orfanotrofio Asagao (Morning Glory, nell’adattamento occidentale). Per tutto il tempo che saremo a Okinawa, infatti, Kiryū si ritroverà a disposizione dei suoi figli adottivi, a cominciare da Haruka: quasi dieci ragazzini che saremo chiamati a conoscere uno per uno con porzioni di storia dedicate, che ci faranno scoprire un diverso lato del loro carattere e approfondiranno anche la psicologia di Kiryū. Un uomo quasi invincibile, un ex pezzo grosso della mafia giapponese che in realtà nasconde il medesimo animo gentile dell’uomo che lo ha allevato quando era solo un bambino, Shintarō Kazama.
Kazama stesso sarà, sin dalle prime battute del gioco, al centro di uno dei più grandi misteri da risolvere con la progressione all’interno della trama, ma anche l’orfanotrofio si ritroverà vittima delle vicende che implicano la costruzione di un resort e di una base militare proprio nei pressi del terreno su cui sorge. Gli intrighi politici nascosti dietro la disputa per le due grandi opere e l’eredità del Clan Tōjō saranno i problemi più impellenti con i quali l’ex Yondaime dovrà avere a che fare, ponendo davanti a tutto la sua nuova famiglia e trovando anche il tempo per offrire il suo aiuto a chiunque sul suo cammino ne abbia bisogno.
Boiling Point
YAKUZA 3 evolve il sistema di combattimento dei primi due capitoli trasformandolo in quello adottato fino sesto capitolo numerato, costituito da incontri casuali nella mappa della città in stile beat ‘em up in tre dimensioni: due tasti per l’attacco, uno per la difesa, uno per le schivate e uno per le proiezioni, con l’immancabile barra che, una volta riempita, permette di scatenare le spettacolari Heat Action.
Lottando e portando e termine le substory otterremo i punti esperienza necessari a incrementare le statistiche di Kiryū e imparare nuove tecniche, mentre nuove abilità potranno essere imparate da tre insegnanti d’eccezione: lo storico Komaki, l’inedito fotografo Mack che ci insegnerà il segreto delle Rivelazioni e il maestro d’armi Yonashiro, che soggiornerà sulla spiaggia antistante all’orfanotrofio. Tra le novità introdotte nel terzo capitolo troviamo anche gli inseguimenti reintrodotti e perfezionati nel recente JUDGMENT, sebbene ancora acerbi e frustranti sotto diversi punti di vista. Di buono c’è che questo terzo capitolo può contare su una violenza decisamente maggiore dal punto di vista di sangue e tumefazione dei nemici, praticamente assenti negli episodi più recenti.
Le substory di YAKUZA 3 (adesso visibili sulla mappa) sono numerose come al solito, ma la maggior parte di esse è decisamente più corta e sbrigativa rispetto ai giochi usciti in questi ultimi anni, pur mantenendo la stessa dose di drammaticità e umorismo. Questa versione per PlayStation 4 reintegra tutto il materiale tagliato originariamente nella release occidentale su PS3, fatta eccezione per un’unica quest secondaria considerata, dieci anni dopo, un tantino offensiva per la comunità LGBT. Le attività secondarie, ormai marchio di fabbrica del brand, sono presenti in quantità, ma distribuite in maniera diversa rispetto, ad esempio, a Yakuza Kiwami 2: il Club SEGA ci permette unicamente di giocare all’originale sparatutto BOXCELIOS e alla versione più ostica mai vista degli ufo catcher. Per il resto, ritroviamo il colosseo nel Purgatorio, gli immancabili giochi d’azzardo e il Batting Center, ma anche bowling e cabaret club (sebbene decisamente meno coinvolgente di quello di Yakuza 0).
Okinawa, sola andata
Il punto di forza di questa prima parte della raccolta The Yakuza Remastered Collection è decisamente la cura riposta nel portare un titolo uscito sulla console di scorsa generazione su quella attuale. Ryū Ga Gotoku Studio ci è riuscito nel migliore dei modi, garantendo una risoluzione full HD con 60 fotogrammi al secondo su qualsiasi modello di PlayStation 4. Gli unici difetti si possono notare dando uno sguardo ravvicinato a determinate texture (ad esempio, la giacca di Majima o la camicia estiva di Kazuma nei filmati) e assistendo ai filmati pre-renderizzati, che purtroppo sentono un po’ il peso di quasi un decennio. La traduzione in lingua inglese è stata realizzata ex novo e l’interfaccia delle finestre di dialogo si allinea ora a quella dei capitoli più recenti, utilizzandone il medesimo font. Se da un lato troviamo dei caricamenti rapidissimi come gradito miglioramento, dall’altro manca ancora la possibilità di mettere in pausa il gioco durante i filmati — e credetemi spesso ne sentirete il bisogno, data la lunghezza a volte eccessiva delle sequenze cinematografiche.
Celebra la saga di Kazuma Kiryū con una versione rimasterizzata degli splendidi Yakuza 3, 4 e 5. Gioca con la collezione completa di Yakuza in 1080p e 60 fps, per la prima volta nella storia su una sola console. Include i contenuti ripristinati e una nuova traduzione inglese. Yakuza 3 Remastered, disponibile il 20 agosto 2019. Yakuza 4 Remastered, disponibile il 29 ottobre 2019. Yakuza 5 Remastered, disponibile l’11 febbraio 2020. Completa il viaggio del Drago di Dōjima.
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A chi consigliamo YAKUZA 3 Remastered?
Il principale target di riferimento per questa riedizione di YAKUZA 3 e, ovviamente, per The Yakuza Remastered Collection, è quella fetta di pubblico che si è avvicinata al brand solo nel corso di questa generazione con Yakuza 0 e Yakuza Kiwami, che ha proseguito col remake del secondo capitolo e ha preferito “non toccare” The Song of Life per timore di saltare dei tasselli importanti della storia. Questa collection che racchiude i tre capitoli usciti su PlayStation 3 serve a colmare proprio questo vuoto, e ci permette di avere su un’unica console tutti e sette i giochi che compongono questa saga. Tuttavia, come nel caso degli altri titoli del franchise, non sarà possibile giocare contando su testi in lingua italiana come avviene invece nel recente JUDGMENT. Riponiamo le speranze in Yakuza: Like a Dragon, versione occidentale del settimo Yakuza in arrivo il prossimo anno. Tutti coloro che hanno già avuto modo di giocare YAKUZA 3 sulla vecchia console riscopriranno un gioco che integra tutti i contenuti italiani e presenta numerosi miglioramenti rispetto alla release originale.
- Una nuova e migliore traduzione
- Ripristinati tutti i contenuti tagliati
- Risplende a 60 fps e 1080p…
- …Anche se i filmati non sono stati ritoccati
- Poche attività secondarie se paragonato ai capitoli più recenti
- Alcune scelte narrative discutibili
YAKUZA 3 Remastered
La rinascita del drago di Okinawa
La scelta di SEGA di distribuire The Yakuza Remastered Collection è geniale quanto, allo stesso tempo, snervante, ché spinge i fan della saga ad acquistare sia l’edizione digitale disponibile a partire dallo scorso agosto, sia quella fisica in arrivo a febbraio, in concomitanza con la terza parte. Giudicandola partendo da YAKUZA 3, l’unico dei tre episodi rimasterizzati attualmente scaricabile sulle nostre PlayStation 4, ci dona un ottimo biglietto da visita: quello che reputavo un titolo invecchiato male e ormai ingiocabile su PlayStation 3 è rinato e regge perfettamente il confronto con gli altri episodi disponibili sull’attuale console Sony. Fatta eccezione per qualche snervante scelta di gameplay ereditata dalla progettazione originale del gioco, YAKUZA 3 può essere ora goduto al meglio anche da chi ha conosciuto la saga con Yakuza 0 e i due Kiwami e non vede l’ora di proseguire per chiudere il cerchio con Yakuza 6. Appuntamento a fine ottobre per la seconda parte!