Chi ha il piacere di seguirci da tempo, e in qualche modo conoscerci, si sarà sicuramente accorto che io, come altri dei miei colleghi redattori in zona, non disdegno affatto giocare a titoli di una determinata tematica rivolta a un pubblico maturo, ovvero quei particolari giochi con allusioni e riferimenti vari al sesso che, spesso e volentieri, offrono anche una buona dose di fanservice. A differenza di altri, però, non mi sono fermato a quella sottile soglia che delinea il limite tra la pseudo-normalità e i titoli di dubbio gusto, ma mi sono addentrato completamente, ormai da tempo, in quella fetta di mondo videoludico a luci rosse, con contenuti per adulti. Niente allusioni, niente fanservice velato: tutto diretto. Anche se ammetto di non amare molto il fatto che, quantomeno in Occidente, tutto questo sia relegato praticamente per un buon 95% alle sole visual novel. Per quanto apprezzi il genere e sia contentissimo di vedere che anche nel nostro territorio hanno preso piede, diciamo che il picco massimo di apprezzamento lo raggiungo con titoli del calibro degli Artificial Academy della ILLUSION o dei Custom Maid 3D di KISS.
Proprio perché la politica delle compagnie di console casalinghe proibisce tassativamente l’arrivo di questa tipologia di giochi, tant’è che spesso e volentieri anche quelli composti da solo fanservice e nulla più fanno fatica a esser pubblicati, come recentemente accaduto con Omega Labyrinth Z — ho davvero apprezzato che, trattandosi al 100% di prodotti esclusivamente destinati all’uso su PC, la situazione fosse totalmente diversa, talmente diversa che si potesse addirittura contare su più di un portale INTERAMENTE dedicato a questo genere. Quello che però non mi sarei mai aspettato era che Steam, noto store online dedicato alla vendita di giochi per PC nonché qualcosa come la scelta principale di un buon 80% di utenza master race, fosse ancora rimasto “mentalmente” arretrato rispetto ad altri.
La situazione tuttavia sta cambiando velocemente e, a quanto pare, in meglio: dopo esser esplosa nel peggiore dei modi, con la piattaforma di Valve che ha iniziato a minacciare di “rimozione” i titoli con contenuti per adulti che non rispettassero le linee dettate dal regolamento interno, la rivoluzione si è immediatamente arrestata, magari complice l’elevata portata che la spiacevole notizia ha generato e le valanghe di critiche che sono giunte di conseguenza, per concludersi con l’accettazione ufficiale di Negligee: Love Stories, visual novel occidentale di Dharker Studio con una forte ispirazione dovuta ai giochi nipponici, in forma “100% non censurata”. Insomma, il primo titolo per adulti in formato integrale ad approdare su Steam: un grandissimo passo avanti. A quanto pare si è reso necessario un piccolo aggiornamento dei filtri dello store dedicato al gaming su PC, che prima era principalmente incentrato sulla violenza, includendo adesso contenuti maturi e a sfondo erotico. Grazie a questo, compilando l’apposito form, ci si poteva finalmente aspettare un netto cambiamento in quell’inutile atto di offrire titoli censurati e lasciare che comunque gli utenti condividessero la patch per riportare tutto alla normalità proprio all’interno della stessa community.
Dietrofront pensato per i giocatori, per rendere la propria piattaforma più completa possibile per ogni tipologia di utente esistente in circolazione, o una pura e semplice corsa ai ripari nel momento in cui, dopo il fattaccio, tanti sviluppatori e utenti sono scappati a gambe levate per approdare in lidi più permissivi, come Nutaku? Trasformandolo, tra l’altro in poco tempo, in uno dei 500 siti internet più visitati del mondo. Qualunque sia la risposta, questo cambiamento apre senza ombra di dubbio le porte a un futuro più permissivo, libero e senza frontiere. Sì, è vero, esiste anche il pubblico adolescente a cui questi titoli non sono adatti, ma inutile anche tirare in ballo il problema, trovandoci in un mondo dove esiste il parental control ma non viene praticamente mai usato, a partire dagli stessi gentori che al primo problema sono pronti a criticare e, allo stesso tempo, sono i primi a permettere che i propri figli possano acquistare e giocare titoli del calibro di GTA V e altri titoli la cui valutazione PEGI è lontana anni luce dall’età dei propri pargoli.
Peccato solamente per un piccolissimo dettaglio: Negligee: Love Stories, al momento, è certamente disponibile per l’acquisto su Steam, ma la sua presenza sotto i riflettori come “notizia del momento” ha attirato davvero molta attenzione, tant’è che è stato bandito in ben 28 paesi (tra cui il Giappone, una roba che fa riderissimo di per sé, sebbene il titolo violi largamente le loro leggi non presentando genitali pixelati in alcun modo). Insomma, un passo avanti e 157 indietro in un mondo dove il sesso è ancora un gravissimo taboo, mentre un gioco dove possiamo scendere in strada armati di pistole, fucili e quant’altro, a uccidere gente a casissimo, a rubare auto, a usufruire di mercenarie da marciapiede e quant’altro può essere venduto tranquillamente ai bambini senza che a nessuno freghi niente.
Dal canto suo, Dharker Studio ha già prontamente comunicato che, in quanto compagnia piccola e indipendente, ovviamente non può in alcun modo rilasciare il gioco anche nei territori in cui è stato vietato, perché quello che ne conseguirebbe lo porterebbe a una chiusura prematura. Come se non bastasse, arriva anche la mazzata che un po’, dopo aver appreso la notizia, mi aspettavo: i futuri giochi che lo studio rilascerà in futuro sullo store saranno tutti censurati, ed eventualmente gli saranno affiancati appositi DLC atti a rendere il prodotto “velatamente” sexy. Insomma, non solo un nulla di fatto, ma anche un cambiamento di mentalità da parte dello stesso sviluppatore.
Prima di vedere roba mutilata senza né capo né coda, come spesso è accaduto su Steam con questo genere di titoli stra-censurati, ci auguriamo che possano arrivare in altri lidi in formato completo. Per quanto non siano famosissimi, esistono e possono divenire sempre più noti se solo ci si dedicasse a farli conoscere al mondo, spronando gli utenti a seguire le compagnie in siti dedicati se si vuole continuare a fruire dei loro prodotti in versione integrale. Nella speranza che questa brutta esperienza, che sembra aver alquanto demoralizzato Dharker Studio, non arrivi a far cambiare idea anche ad altre compagnie, trattandosi per un buon 90% di studi indipendenti e quindi con una buona suggestionabilità in caso di problemi. Insomma, speriamo solo che non sia il classico caso di “colpirne uno per educarne cento”, ma che quei cento capiscano che non devono arrendersi e continuare a spingere altrove i propri lavori.
Mi dispiace, ma per quanto riguarda i miei gusti personali, il sesso vince e vincerà sempre sulle sparatorie.